Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato la mozione sull’età del consenso presentata dal consigliere regionale Giuseppe Neri. Si tratta di una mozione che vuole preservare la condizione di fragilità, il benessere e l’interesse superiore dei bambini, valori fondamentali condivisi da tutti gli Stati membri e che devono essere promossi senza alcuna discriminazione.
«Per età del consenso si intende, nel linguaggio giuridico, l’età a partire dalla quale una persona può essere considerata capace di dare un comportamento informato a condotte disciplinate dalla legge e in particolare, nel linguaggio colloquiale, per quel che riguarda i rapporti sessuali. In Italia, l’età del consenso è fissata a 14 anni, uno dei limiti più bassi al mondo, tuttavia, esistono Paesi che annoverano un limite ancora più basso – ha spiegato il consigliere Neri –. In Nigeria, ad esempio, il limite è fissato a 11 anni, nelle Filippine e in Angola l’età del consenso si raggiunge a 12 anni mentre, in Giappone il limite è fissato a 13 anni».
«In molti Paesi poi, come l’Italia – ha proseguito – si dibatte addirittura dell’opportunità di abolire la legge sull’età del consenso, nel rispetto di una presunta assoluta libertà di autodeterminazione del minore che aprirebbe ancora di più la strada verso possibili abusi, con tutte le gravi ripercussioni che una condotta abusante può avere sulla formazione della personalità e sessualità di questi. Essendo la sfera sessuale, come sede dei valori più intimi della persona, un tema molto delicato quando coinvolge una personalità fragile e ancora in fase di evoluzione come quella di un minore, è necessario sviluppare un programma di azione che miri a costruire un mondo più a misura di bambino».
«A tal fine, occorre predisporre una maglia di protezione che tuteli il corretto e non precoce sviluppo psico-fisico del minore, risiedendo tale tutela nella immaturità anche sessuale di esso, nel rispetto dovuto all’infanzia e alla prima adolescenza – ha continuato il Capogruppo di FdI –. La maturità del soggetto deve riguardare non solo l’aspetto fisico ma, anche e soprattutto quello psichico, posto che un minore difetta di quelle capacità di giudizio che gli consentano di valutare le implicazioni, specialmente di carattere etico, connaturate ai comportamenti sessuali».
Da qui, la necessità e il dovere di impegnare la Giunta regionale ad intraprendere, presso le competenti sedi nazionali, comunitarie ed internazionali, avvalendosi del supporto e delle funzioni istituzionali del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, le opportune interlocuzioni affinché i governi e le assemblee legislative rispettino quanto convenzionalmente contemplato dalla dichiarazione Onu, che fissa nei 18 anni il raggiungimento della maggiore età.
«Il bambino, proiettato violentemente in una realtà che non gli appartiene perché non è propria della sua età biologica, viene violentato anche nella sua dignità di essere umano – ha concluso il Capogruppo di FdI –. Non considerato più come persona, ma come oggetto, rimane paralizzato nella violenza che poi lo accompagnerà nella crescita e nello sviluppo della personalità con conseguenze nella socializzazione. Per questo, è fondamentale intervenire con leggi ancora più severe per coloro che abusano di minori ma anche, individuare preventivamente quelle situazioni a rischio e creare i presupposti affinché lo sviluppo del minore possa essere garantito nella sua integrità». (rrc)