La Facoltà di Medicina a Crotone è realtà: Si parte con 84 posti

La Facoltà di Medicina a Crotone è realtà. Il ministero dell’Università e Ricerca, infatti, ha dato il via libera al corso che partirà nella città pitagorica a partire da questo anno accademico. Si tratta di un traguardo storico per la Calabria, resa possibile dalla sinergia tra l’Università della Calabria e l’Università Magna Graecia di Catanzaro e voluto fortemente dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

È, anche, un passo significativo per il sistema universitario calabrese che mira così a potenziare l’offerta formativa e agevolare l’accesso agli studi medici per gli studenti del territorio. L’ultimo step sarà la verifica dell’adeguatezza delle strutture messe a disposizione dal Comune di Crotone, mediante una visita del Ministero che si terrà entro fine settembre. Il nuovo corso di Medicina sarà il terzo attivato in Calabria, dopo quelli già esistenti presso le sedi di Catanzaro e Cosenza.

Questa decisione rappresenta una risposta concreta alle esigenze di Crotone, un’area che sconta storicamente carenze nel servizio sanitario e nella disponibilità di figure mediche, ma anche una grande innovazione dal punto di vista della formazione accademica, finora assente sul territorio.

«Questa collaborazione interateneo, già sperimentata con successo proprio con questo corso finora nella nostra sede di Rende e che ora trasferiamo a Crotone, è un passo importante per elevare la qualità dell’istruzione superiore e rispondere alle esigenze delle comunità locali – ha dichiarato il Rettore dell’Università della Calabria, Nicola Leone –. Abbiamo scongiurato che, invece di un’università pubblica, aprisse una privata, costosa ed accessibile solo a poche famiglie. Le università statali, al contrario, offrono a tutti i giovani la possibilità di formarsi, con le molteplici garanzie sancite dal diritto allo studio: dall’esenzione dalle tasse, ad alloggio, mensa e borse di studio per i meno abbienti».

«La condivisione del percorso formativo tra atenei – ha aggiunto Leone – rappresenta un modello innovativo di collaborazione, volto a ottimizzare le risorse del sistema universitario calabrese. Il corso attivato, in particolare, è altamente innovativo, forma alla professione coniugando una solida formazione medica con forti competenze nelle nuove tecnologie e nell’intelligenza artificiale».

La struttura del corso

Il corso di laurea in Medicina e chirurgia TD (Tecnologie Digitali) garantirà una formazione all’avanguardia e di alta qualità, con 84 posti messi a bando. Alla fine del percorso, oltre alla laurea in Medicina, gli studenti, aggiungendo pochi insegnamenti extra, potranno conseguire anche la laurea triennale in Ingegneria Informatica, curriculum bioinformatico. Per i primi tre anni le lezioni si terranno interamente nella sede di Crotone, principalmente con docenti Unical che forniranno allo studente la preparazione medica di base, unita alle competenze ingegneristiche e bioinformatiche. La sede didattica, messa a disposizione dal Comune di Crotone, sarà allestita dall’Unical che, oltre alle aule didattiche, provvederà a realizzare i laboratori di istologia, anatomia, informatica e inglese. I laboratori di microbiologia e genetica, di patologia generale e clinica e anatomia patologica si svolgeranno presso le strutture dell’Ospedale di Crotone. Nel secondo triennio i corsi saranno dedicati alla formazione clinica e si terranno prevalentemente presso l’Umg e l’Azienda ospedaliero universitaria Dulbecco di Catanzaro. (rcs)

Da Consiglio comunale ok all’Istituzione della Facoltà di Medicina alla Mediterranea

La nascita della facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università Mediterranea di Reggio Calabria è sempre più vicina. È passata, infatti, in Consiglio comunale di Reggio Calabria la mozione sull’Istituzione facoltà di medicina dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria” presentata dal consigliere Giovanni Latella, sottolineando come «con l’istituzione del corso in Medicina e Chirurgia a Crotone è arrivato il momento perché anche la Mediterranea possa avere il suo corso».

La mozione era già stata discussa e approvata all’unanimità dal Consiglio Metropolitano di Reggio Calabria.

Latella, ringraziando il Rettore della Mediterranea, Giuseppe ZimbalattiPasquale Veneziano, presidente dell’Ordine dei Medici per l’attività portata avanti, ha tracciato  un breve excursus della storia dell’università di Reggio, ha domandato: «A dispetto di qualsivoglia questione di campanile o, peggio ancora, di “competizione” nasce una questione importante sulla quale vogliamo e dobbiamo riflettere: alla luce delle enormi criticità del nostro sistema sanitario che soffre, tra le altre cose, di una carenza importante di personale, quanto gioverebbe la presenza in città di giovani studenti-tirocinanti di Medicina? (Si pensi, a proposito, al costruendo nuovo Ospedale)».

«Quanto gioverebbe – ha chiesto – formare professionalità in loco arginando quell’ emorragia cronica di talenti che finiscono puntualmente per ottenere, spesso altrove, risultati e riconoscimenti di eccellenza? Quante e quali economie sarebbe in grado di trattenere o generare una Facoltà di Medicina “di nuovo” reggina? D’altronde i dati nazionali relativi alla carenza di personale nella Sanità (a maggior ragione dopo due anni di pandemia) sono alquanto allarmanti se si pensa che si parla di circa 40 mila medici in meno entro il 2024. Situazione che apre un profondo interrogativo, quindi, anche sull’opportunità o meno del numero chiuso proprio alla Facoltà di Medicina».

Da qui la richiesta al sindaco di attivare il percorso necessario alla concretizzazione di un tavolo tecnico coi referenti istituzionali dell’Università, del Ministero e di ogni altro soggetto competente.

Sul tema è intervenuto il consigliere Antonino Castorina che ha evidenziato: come «è importante che l’Università di Reggio Calabria possa avere un ruolo centrale rispetto alla crescita e lo sviluppa anche nel contesto universitario e accademico. La mozione è un primo passo rispetto a un tavolo interistituzionale che deve vedere tutti coinvolti. Reggio può assumere un ruolo centrale perché rilanciare l’università significa rilanciare il territorio in termini di occupazione, prospettive, lavoro e sviluppo».

Dopo l’approvazione in aula della mozione all’unanimità il passo successivo sarà, come suggerito dal sindaco Giuseppe Falcomatà nel suo intervento, un consiglio comunale aperto con le parti coinvolte, per tracciare un percorso Comune. (rrc)

Unical e Umg aprono la facoltà di medicina a Crotone

L’Università della Calabria e l’Università Magna Graecia di Catanzaro uniscono le forze e fanno nascere la facoltà di medicina a Crotone.

Un fatto storico, considerando che si tratta del terzo corso attivato in Calabria e reso possibile all’approvazione, unanime, del CorucComitato regionale universitario di Coordinamento della Regione Calabria, della proposta del Rettore dell’Unical, Nicola Leone di attivazione di un nuovo corso di laurea in Medicina nella città di Crotone, interateneo tra l’Università della Calabria di Rende e l’università Magna Graecia di Catanzaro, che sarà la sede amministrativa.

L’obiettivo, dunque, è quello di garantire l’alta qualità della formazione ai futuri medici e un’assistenza sanitaria per tutti i cittadini, in una regione che, storicamente, segna il passo come la Calabria. In questo modo, le università pubbliche vengono incontro alle esigenze del territorio di Crotone e forniscono una formazione di alta qualità per gli aspiranti medici, sposando in pieno la volontà del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, di far crescere in Calabria la formazione di specialisti del settore.

Il Rettore dell’Unical, Nicola Leone, per la prima volta anche in veste di presidente del Coruc, ha da subito attivato ogni azione necessaria per rispondere alla richiesta di attivazione di corsi di studio nella città di Crotone avanzata dal Presidente Occhiuto, con importanti ricadute sotto il profilo di crescita culturale, economico e sociale. Obiettivo pienamente condiviso dal rettore dell’ateneo catanzarese, Giovanni Cuda, dal rettore Giuseppe Zimbalatti dell’Università Mediterranea di Reggio e dai rappresentanti degli studenti Angelo Maletta, Mario Auddino e Nazzareno jr Zaccaria. Si partirà con Medicina, ma i due atenei già dal prossimo anno potrebbero attivare altri corsi interateneo in ambito sanitario.

I vantaggi delle università pubbliche

 La scelta di istituire un corso offerto da due università pubbliche, rispetto alla proposta circolata nei mesi scorsi da parte di un ateneo privato, ha molteplici vantaggi, sia sotto il profilo economico che della qualità della formazione. Le università statali offrono tasse di iscrizione molto inferiori rispetto alle private, che possono raggiungere i 20.000 euro l’anno, ovvero 120.000 euro per l’intera durata del corso, precludendo a moltissimi studenti la possibilità di accedere alla formazione universitaria.

Nelle statali, invece si arriva ad un massimo di 2.000 euro annui e le tasse sono calcolate in base al reddito, con la possibilità per molti studenti di accedere alla no tax area, ovvero all’esenzione completa dalle tasse per Isee fino a circa 23.000 euro. Vantaggio di cui usufruiscono più dei due terzi delle matricole degli atenei calabresi, che quindi si iscrivono all’università a costo zero. Non solo. Le università pubbliche garantiscono anche numerose borse di studio, che possono arrivare fino ad oltre 7.600 euro all’anno. Un beneficio fondamentale nel contesto socio-economico del territorio crotonese, purtroppo ancora tra i più poveri di Italia, che mal si sposa con costosi corsi privati. 

Il corso di laurea

Nello specifico, sarà attivato nella città di Crotone l’innovativo corso di laurea in Medicina e chirurgia TD (Tecnologie Digitali) che garantirà una formazione all’avanguardia e di alta qualità, con 84 posti a disposizione già nel primo anno accademico 2024/2025, che a regime supereranno quindi i 500 iscritti. Alla fine del percorso, oltre alla laurea in Medicina, gli studenti, aggiungendo pochi insegnamenti extra, potranno conseguire anche la laurea triennale in Ingegneria Informatica, curriculum bioinformatico.

Per i primi tre anni le lezioni si terranno interamente nella sede di Crotone, principalmente con docenti Unical che forniranno allo studente la preparazione medica di base, unita alle competenze ingegneristiche e bioinformatiche. La sede didattica sarà messa a disposizione dal Comune di Crotone e sarà allestita dall’Unical che, oltre alle aule didattiche, provvederà a realizzare i laboratori di istologia, anatomia, informatica e inglese. I laboratori di microbiologia e genetica, di patologia generale e clinica e anatomia patologica si svolgeranno presso le strutture dell’Ospedale di Crotone.

Nel secondo triennio i corsi saranno dedicati alla formazione clinica e si terranno prevalentemente a Catanzaro – così come sarebbe avvenuto anche nel caso dell’università privata – ma anche a Crotone, dove l’Umg intende gradualmente spostare una parte delle attività didattiche.

Gli altri corsi attivati

Non solo Medicina. Il Coruc nella sua seduta ha dato parere positivo all’istituzioni di altri 10 nuovi corsi di laurea per l’anno accademico 2024/2025. All’Unical partiranno due nuove triennali in “Scienze e tecnologie per le attività motorie e sportive” e “Ingegneria biomedica” e una magistrale in “Lingue, traduzione e comunicazione internazionale”. A Catanzaro arrivano tre nuove triennali in “Scienze dell’educazione”, “Nutrizione applicata alle scienze motorie e sportive”, “Ostetricia” e due magistrali in “Scienze delle professioni sanitarie tecniche e diagnostiche” e “Psicologia giuridica, forense e criminologica”. A Reggio Calabria verranno istituite due nuove triennali: “Scienze motorie e diritto allo sport” e “Ingegneria meccanica” che beneficerà anche della presenza di una grande industria del settore, la Hitachi. (rkr)

Il sindaco di Cz Fiorita: Dal prossimo anno più posti per Medicina all’Umg

Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha annunciato che «dal prossimo anno accademico, la facoltà di medicina e chirurgia di Catanzaro potrà contare su un numero superiore di immatricolazioni, con un allargamento significativo che consentirà a molti giovani di accedere al percorso formativo per diventare medici chirurghi».

«Lo avevo auspicato a febbraio scorso – ha ricordato – con una lettera aperta che avevo indirizzato ai ministri competenti, quelli dell’Università e della Salute, cogliendo in quella fase le aperture positive che c’erano state a livello governativo. Ora registro con grande soddisfazione che il ministro dell’Università Anna Maria Bernini ha ufficialmente proposto un significativo allargamento dei posti disponibili nelle facoltà di medicina italiane, di oltre quattromila unità. Una volta concluso l’iter governativo, si procederà successivamente alla distribuzione di questi ulteriori quattromila posti tra le varie Università italiane».
«Posso anticipare che l’Umg – ha continuato – otterrà un incremento molto importante dei posti, anche perché la nostra Università vanta un corso di laurea ormai molto consolidato sotto l’aspetto della didattica e della ricerca, oltre che una dotazione di spazi e attrezzature garantite dalla nascita dell’azienda universitario-ospedaliera “Renato Dulbecco”. Sono certo che il rettore De Sarro, insieme al nuovo rettore prof. Cuda e al senato accademico segnaleranno al Ministero le disponibilità logistiche della nostra facoltà e chiederanno che nella distribuzione che sarà effettuata venga tenuto nel debito conto una facoltà che ha grandi margini di crescita».
«In prospettiva, l’aumento dei posti a medicina – ha concluso – consentirà ai nostri ospedali e alle nostre strutture territoriali di avere più medici, tanti giovani preparati e competenti, capaci di misurarsi con le nuove frontiere della medicina e concorrere a realizzare una sanità pubblica di qualità». (rcz)

Un esercito di 272 medici altamente specializzati pronti a lavorare per l’Unical negli Ospedali di Cosenza

La call dell’Università della Calabria è stata un vero e proprio successo: Sono 272 i medici, altamente specializzati, che sono pronti a lavorare per l’Unical negli ospedali di Cosenza.

La manifestazione di interesse era rivolta a medici con esperienza accademica, destinati ad entrare nel corpo docente del nuovo corso di laurea in Medicina e chirurgia TD (Tecnologie Digitali), che andranno a rinforzare il servizio assistenziale nelle strutture sanitarie della provincia di Cosenza. Un ulteriore tassello del progetto Unical per la sanità, che tra pochi mesi inaugurerà il nuovo corso di Medicina interamente erogato nel campus di Rende. 

Sono state 272 le domande arrivate da parte di altrettanti specialisti, pronti a prestare la loro opera nelle corsie dell’ospedale dell’Annunziata e nelle aule e nei laboratori dell’Unical. Disponibilità al trasferimento immediato a Cosenza, sono arrivate da tutta Italia: Milano, Napoli, Palermo, Bologna, Roma, Bergamo, solo per citare qualche città. Tra di loro 55 sono professori universitari, 22 primari in ospedali pubblici, 106 sono dirigenti, 28 lavorano in ruoli apicali nella sanità privata e 44 domande arrivano da “cervelli di ritorno”, calabresi che lavorano in altre strutture nazionali o estere, anche in posizioni di responsabilità, e vorrebbero rientrare in regione.

«Come avevamo ipotizzato – ha dichiarato il Rettore Nicola Leone – le posizioni di professore e primario hanno destato molto interesse e tanti specialisti qualificati hanno mostrato di credere nel nostro ambizioso progetto. La sfida non è solo quella di strutturare un nuovo corso di laurea, ma di essere protagonisti di un progetto di cambiamento, di grande rilevanza scientifica e sociale, che mira al rilancio della sanità in una zona particolarmente svantaggiata come la Calabria, da cui i medici più validi tendono a fuggire».

«Noi stiamo provando a ribaltare questa tendenza – ha aggiunto – e a rendere attrattiva la sanità calabrese, creando un positivo effetto di controesodo. Il successo di questa call mostra che l’impresa non è impossibile. Avvieremo, quindi, a breve le procedure per reclutare 6-7 specialisti di alto profilo che prenderanno servizio entro l’anno all’Unical e in reparti chiave all’Annunziata». 

«Questo canale è attrattivo – ha proseguito il Rettore – e può assicurare il reclutamento di medici di elevata qualità. Se anche la Regione Calabria, come già avviene in altre regioni, sosterrà l’attivazione del nuovo corso di Medicina finanziando posizioni mediche universitarie, potremo colmare velocemente le vacanze ospedaliere con specialisti altamente qualificati. La Regione Puglia, ad esempio, a sostegno della nuova attivazione di Medicina a Lecce, ha stanziato 83 milioni per reclutare 66 medici universitari all’Università del Salento entro il 2026. Un investimento della Regione Calabria sul progetto Unical consentirebbe un rapido potenziamento della Sanità del territorio».

Spetterà ora al Consiglio di Amministrazione Unical individuare i settori scientifico-disciplinari e la posizione (professore ordinario o professore associato o ricercatore in tenure track) da porre a concorso, tenendo conto da una parte delle esigenze didattiche e di ricerca dell’ateneo, e dall’altra, delle esigenze assistenziali dell’Azienda ospedaliera di Cosenza. In particolare, la struttura sanitaria di afferenza ed il ruolo ospedaliero dei vincitori dei concorsi, saranno individuati con apposito atto del commissario dell’Azienda Ospedaliera previa intesa con il Rettore, in conformità alla programmazione universitaria e aziendale. Per i professori vincitori, si potrà prevedere anche il conferimento del ruolo di primario di Unità operative complesse.  

Alcune candidature sono arrivate anche da Paesi esteri quali Inghilterra, Francia, Austria, Colombia e Stati Uniti. Per riuscire ad arruolare un numero maggiore di medici, con i fondi disponibili, l’Unical nei prossimi giorni lancerà un secondo avviso pubblico, destinato solo a professionisti in arrivo dall’estero, che potranno essere assunti con chiamata diretta, beneficiando di finanziamenti ministeriali. Si tratta di una forma di reclutamento diretto, attraverso una procedura speciale, che non prevede bandi da parte delle singole università, ma una proposta nominativa che l’ateneo invia direttamente al Ministero. Una pratica incoraggiata proprio dal Ministero dell’Università e della ricerca, che punta molto sul cosiddetto “rientro dei cervelli”. (rcs)

Medicina a Cosenza, avanti tutta: già due accordi per tirocini di medici e infermieri

di FRANCO BARTUCCI Già firmati due accordi con Azienda sanitaria provinciale e Azienda ospedaliera di Cosenza per i tirocini di medici e infermieri.

Il progetto Medicina-Unical  procede a passi spediti. In questi giorni sono stati firmati tra Unical, Azienda sanitaria provinciale e Azienda ospedaliera due diversi accordi attuativi del protocollo con la Regione Calabria: uno con il commissario dell’Ao Vitaliano De Salazar per lo svolgimento di attività relative al corso di laurea in Infermieristica, l’altro con il commissario dell’Asp Antonio Graziano per Infermieristica e Medicina e Chirurgia TD (Tecnologie Digitali). 

I protocolli riguardano, in particolare, un passaggio che consentirà ai tirocinanti del corso di Infermieristica, di frequentare le strutture ospedaliere cosentine sin dal prossimo mese di ottobre. 

Azienda ospedaliera e sanitaria metteranno, quindi, a disposizione le proprie unità operative e i professionisti migliori, preparati a tale funzione, quali guide di tirocinio per ciascuno studente.

«Nei corsi di laurea degli infermieri e delle altre professioni sanitarie – ha affermato il Rettore, Nicola Leone – i tirocini rappresentano la parte centrale della formazione clinica/assistenziale degli studenti. I setting assistenziali dell’azienda ospedaliera (con le sue aree mediche, chirurgiche e specialistiche ad alta e media intensità assistenziale) da un lato, e quelli dell’Asp specifici e tipici dell’assistenza territoriale, domiciliare e di prossimità dall’altro, garantiscono agli studenti, futuri professionisti sanitari, l’acquisizione delle competenze previste dai rispettivi profili per l’esercizio della professione sia in ospedale che nel territorio».

«La pratica al letto del paziente o al suo domicilio, consentirà di trasformare le conoscenze teoriche apprese sui banchi dell’università, in prassi clinica guidata dalle conoscenze scientifiche» ha concluso Leone. Per quanto riguarda il corso di Medicina, la convenzione attuativa, consentirà agli studenti e agli specializzandi di formarsi nelle corsie delle strutture ospedaliere della provincia. Infatti, non sarà solo l’ospedale di Cosenza ad essere coinvolto nelle attività didattico-formativa e di ricerca».

«L’accordo sottoscritto – ha spiegato – prevede che saranno messe a disposizione dell’Università della Calabria altre strutture ospedaliere e di ambito medico-sanitario provinciale: le strutture ospedaliere di Castrovillari, Cetraro-Paola, Corigliano-Rossano, Acri, San Giovanni in Fiore, Trebisacce, le strutture medico-sanitarie afferenti all’Asp di Cosenza, Istituto di Ricerca e Cura a carattere scientifico – Istituto nazionale di riposo e cura per anziani – Inrca Presidio ospedaliero di ricerca di Cosenza».

Nel chiudere questo servizio è  il caso di sottolineare  tre aspetti  importanti  che vanno  nella  direzione  di completare  il progetto  ottenendo  i migliori  risultati. Il primo riguarda, che a seguito  dell’istituzione all’Unical  dei tre corsi di laurea  in Medicina, Infermieristica, Medicina e Tecnologia  Digitale, nonché  della stipula  delle convenzioni  che hanno coinvolto  la Regione  Calabria, l’azienda Ospedaliera di Cosenza e la relativa Azienda Sanitaria  provinciale  cosentina, l’ospedale “Annunziata” di città  dei Bruzi, con l’annessione degli  ospedali  satelliti funzionanti sul territorio  provinciale cosentino previsti nella sopra citata  convenzione, diviene Ospedale universitario a tutti gli effetti secondo la precisazione  del prof. Sebastiano Andò, anziché  Policlinico universitario, grazie alla frequentazione dei professori, ricercatori, studenti e specializzandi dei corsi di laurea  dell’Unical di cui sopra.

Resta per il futuro, comunque, la decisione di costruire in tempi rapidi il nuovo ospedale che in prospettiva della realizzazione  della Città  unica la collocazione  dovrebbe essere decisa dalle istituzioni che verranno  interessate e coinvolte in modo unitario di cui al  disegno  di legge regionale  in discussione in questi giorni.

In secondo luogo bisogna da subito mettere al lavoro per  ottimizzare  i servizi  ospedalieri che vengono erogati  nei vari ospedali  richiamati  dalla convenzione, motivando  e formando il personale medico sanitario ed impiegatizio  attualmente  in servizio per ben accogliere e gestire al meglio questo nuovo percorso di assistenza sanitaria e programmazione universitaria.

L’efficienza e l’efficacia dei servizi sono fondamentali  per tutelare, nella riservatezza dei rapporti, il valore della “soddisfazione” del curante e rispettivi familiari, creando  sul campo un clima  comunicativo interattivo e sinergico tra reparti medici in modo sociale  e collaborativo. Gli aspetti sociali ed umani incentrati culturalmente e moralmente devono essere collocati come valori primari nell’esercizio delle rispettive funzioni  professionali.

In terzo luogo vi è  l’auspicio che all’Unical, essendo un Ateneo con legge e statuto speciale unico in Italia nel numero programmato e chiuso  degli studenti per tutti i corsi di laurea, sia concesso con deroga speciale (sollecitata in questo caso dal Presidente della Regione Calabria) che i posti assegnati in base alla distribuzione  nazionale vengano  ripartiti secondo il regolamento ministeriale del 1972 stabilito per legge istitutiva e cioè  l’80% a studenti calabresi o figli  di emigrati calabresi residenti all’estero, il 15% a studenti extra regione  e il 5% a studenti stranieri. Così facendo si può costituire quella classe  medica  Infermieristica  che manca alla Calabria. (fb)

[In copertina, Nicola Leone – Unical, Vitaliano De Salazar – Ao  e Antonio Graziano – Asp]

Il primo giorno di vita della nuova facoltà di Medicina all’Unical

di PINO NANOMentre all’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza parte di fatto l’attività universitaria della nuova facoltà di Medicina, sul fronte più squisitamente tecnico l’Università della Calabria annuncia di aver pubblicato il Bando di ammissione alla nuova Facoltà di Medicina e Chirurgia in Tecniche Digitali.

Oggi – esulta il prof. Bruno Nardo famoso chirurgo dei Trapianti – primo giorno di scuola accademica all’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza, «una giornata di grande emozione per tutti noi».

Un momento molto atteso, dunque, dalla comunità studentesca interessata alla nuova offerta formativa in ambito medico messa in campo dall’UniCal che «da quest’anno – si legge in una nota ufficiale del Campus calabrese – offre agli studenti la possibilità di scegliere tra due percorsi di laurea che prevedono una diversa sede di svolgimento del secondo triennio: Medicina e Chirurgia TD, che si svolgerà interamente all’Unical, con tirocini clinici presso le strutture ospedaliere di Cosenza;e Medicina e Chirurgia TD (interateneo), che si svolgerà all’Unical per il primo triennio, e all’Università degli studi Magna Græcia di Catanzaro nel secondo triennio, con tirocini clinici presso le strutture ospedaliere di Catanzaro».

La durata minima del Corso è di 6 anni, a conclusione dei quali viene conferita la Laurea magistrale a ciclo unico abilitante alla professione di medico.

«Al termine degli studi – sottolinea il prof. Bruno Nardo che per inseguire questo sogno tutto calabrese ha lasciato l’Università di Bologna e la divisione di Chirurgia dei Trapianti, dopo una parentesi a Pittsburgh, per tornare questa volta nella sua terra di origine e ripartire dal Campus di Arcavacata – il laureato, infatti, potrà accedere all’esame di Stato per l’abilitazione alla professione di medico chirurgo e ai concorsi per le Scuole di Specializzazione medica e potrà lavorare in tutti gli ospedali, nelle strutture sanitarie, negli studi professionali». 

Ma c’è di più e qui sta la vera grande innovazione di questo progetto: con pochi esami aggiuntivi, infatti, il corso permetterà di conseguire anche la laurea triennale in Ingegneria informatica, curriculum bioinformatico. Più di così si muore.

«Il corso di laurea offerto all’Unical – dicono  i veterani del Campus universitario – offre competenze ulteriori particolarmente innovative, che gli consentiranno anche di lavorare in strutture sanitarie d’avanguardia nell’utilizzo delle nuove tecnologie, in reparti di chirurgia robotica, in centri di diagnostica avanzata o specializzati nella medicina di precisione, nell’ambito della telemedicina».

Veniamo ai numeri. Al 1° anno sono disponibili 63 posti per Medicina e Chirurgia TD (di cui 3 per cittadini non-UE residenti all’estero); 75 posti per Medicina e Chirurgia TD interateneo con l’Università degli studi Magna Græcia di Catanzaro (di cui 7 per cittadini non-UE residenti all’estero), ma con l’approvazione dei decreti ministeriali tale disponibilità di posti potrebbe anche essere ulteriormente incrementata.

Per accedere alla selezione per l’anno accademico 2023/24 – precisa una scheda informativa dell’Unical- è necessario sostenere il Tolc-Med, un test erogato mediante la piattaforma informatica di Cisia, presso le aule dell’Ateneo. La prova può essere svolta in uno o entrambi i periodi di erogazione: dal 13 al 22 aprile 2023 e dal 15 al 25 luglio 2023.

Al test (50 quesiti in 90 minuti) potranno accedere i diplomati e gli studenti iscritti al quarto o al quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado.L’iscrizione al Tolc-Med può avvenire esclusivamente sul portale www.cisiaonline.it dal 13 marzo fino alle ore 14:00 del 3 aprile 2023 per sostenere il test nel primo periodo di erogazione e dal 15 giugno fino alle ore 14:00 del 5 luglio 2023 per il secondo periodo di erogazione.

Una volta superato il Tolc-Med si potrà presentare l’istanza di inserimento nella graduatoria di merito nazionale (per cittadini Ue o equiparati) o locale (per cittadini non-UE residenti all’estero). La procedura è attiva dal 31 luglio 2023 e si chiude alle ore 15.00 del 24 agosto 2023. La presentazione della domanda sarà consentita solo ai candidati in possesso del titolo di scuola secondaria superiore o che lo conseguiranno nell’anno scolastico 2022/2023, in tempo utile per l’immatricolazione nell’anno accademico 2023/24. (pn)

Il sindaco Fiorita: Aumentare numero di accessi a Medicina all’Umg

«Il numero degli accessi alla Facoltà di medicina dell’Università Magna Graecia di Catanzaro può e deve essere aumentato». È quanto ha dichiarato il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, sottolineando come questa sia «la risposta più giusta ed efficace per contrastare la carenza di medici nei nostri ospedali».

«L’apertura data ieri dal ministro della salute Orazio Schillaci, che ha ipotizzato una rimodulazione del decreto del 10 febbraio scorso in cui erano fissati i numeri di accessi a medicina – ha spiegato – deve essere colta con rapidità sia dall’Ateneo sia dai nostri parlamentari.
L’UMG, anche in vista dell’ormai prossima nascita dell’Azienda universitario-ospedaliera “Renato Dulbecco”, ha le spalle larghe per accogliere un numero di immatricolazioni più consistente, dando così la possibilità di formarsi a tanti giovani calabresi e non calabresi che ambiscono a diventare medici».
«È questa la strada per rendere ancora più competitiva la nostra Facoltà di medicina – ha concluso – che ha dalla sua un’esperienza pluridecennale, un corpo docente all’avanguardia, ricercatori di assoluto valore e, ovviamente, a disposizione un Policlinico che sarà ulteriormente potenziato con la nascita della “Dulbecco”». (rcz)

L’OPINIONE / Flavio Stasi: La Calabria dovrebbe essere felice della Facoltà di Medicina a Cosenza

di FLAVIO STASI – L’attuale dibattito pubblico scaturito dalla istituzionalizzazione della Facoltà di Medicina all’Unical ci offre la rappresentazione di come sono stati pensati, in passato, determinati servizi in Calabria, con una assurda ed improduttiva spartizione politico-territoriale, forse sconosciuta ai giovani calabresi ma ben nota a chi mastica di queste cose, che ha coinvolto persino la sede del Consiglio Regionale e della Giunta Regionale. L’università è stata parte di questo surreale ragionamento.

Ecco per quale ragione la decisione della governance regionale di arricchire l’ateneo di Arcavacata con la Facoltà di Medicina, nel momento in cui da anni i concorsi proposti dalle Aziende Sanitarie per medici specializzati vanno deserti o quasi, ha provocato veri e propri smottamenti istituzionali.

La discussione, tuttavia, evidenzia i limiti del ruolo che abbiamo e continuiamo a riconoscere all’Università dalle nostre parti, quasi come se fosse uno mero strumento per garantire ed arricchire il mercato immobiliare locale (ed altri piccoli segmenti di mercato locale) di questa o di quella città, con affitti, acquisti, valorizzazioni. L’università in Calabria può e deve giocare ben altri ruoli.

Ecco perché credo che l’intera Calabria debba essere felice per l’apertura di una nuova Facoltà, soprattutto di Medicina, ma ritengo anche che sia il momento di aprire un confronto generale sulla rete universitaria regionale.

L’Università può e deve essere in grado di affrontare la doppia sfida dell’accessibilità, in una regione con il reddito pro-capite tra i più bassi d’Italia, e della competitività, valorizzando le intelligenze vive che da decenni arricchiscono i territori del Centro-Italia anche alla luce di un sistema di welfare più efficiente. Ma vi è una terza sfida sulla quale, come è noto, ho trovato finora pochi riscontri nei nostri atenei, anche in quelli a cui sono maggiormente affezionato: l’università non può risultare avulsa dal territorio in cui si innesta, dalle sue vocazioni economiche, produttive, sociali e storiche. Questo, a mio avviso, con le dovute eccezioni, è stato il limite dei nostri atenei finora.

L’apertura della facoltà di medicina a Cosenza apre finalmente uno squarcio che vede l’università aderire alle esigenze dei territori, ed è fin troppo evidente che la Calabria tutta, quindi anche l’area urbana di Cosenza, ha bisogno di un centro di sviluppo scientifico università-ospedale che rigeneri il tessuto medico ed infrastrutturale del territorio, in competizione positiva con l’equivalente di Catanzaro, e che integri l’intera rete ospedaliera provinciale.

Ebbene come si fa a non comprendere che vi sono anche altre esigenze funzionali e necessarie per garantire a questa terra gli strumenti per svilupparsi in maniera sostenibile valorizzando le proprie vocazioni territoriali, integrandole con lo studio e la ricerca, dando la possibilità alla Calabria di migliorare la propria competitività rispetto al resto del Paese?

Davvero nel 2023 non si coglie l’esigenza di sviluppare e potenziare l’economia agroalimentare della Piana di Sibari, sviluppando una facoltà di Agraria in quello che ormai è un polo urbano tra i più importanti? A chi farebbe torto garantire al territorio maggiormente vocato e produttivo, una filiera completa che generi innovazione e competenza nel campo dell’agricoltura? Oppure, a chi farebbe torto sviluppare competenze ed innovazione aprendo dei corsi di laurea nelle scienze del turismo o nella valorizzazione dei beni culturali e storici, in uno dei territori con la ricettività ed i siti archeologici tra i più importanti della regione della regione?

La risposta è: a nessuno. Farebbe bene all’intera Calabria. Perché lo sviluppo di questa terra è possibile solo se riusciremo a renderla competitiva con l’Europa, e la competitività di sviluppa con investimenti e competenze al servizio dei territori.

Ecco perché la fase attuale è importante. Credo che a livello regionale si debba decidere se le università o le facoltà siano ancora il contrappeso di qualche altro ufficio pubblico, finalizzate a garantire qualche affitto e qualche colata di cemento, oppure siano strumento per lo sviluppo e la valorizzazione della Calabria e conseguente miglioramento della qualità della vita di tutti i calabresi.

In questo dibattito, noi ci siamo, ancora una volta, a completa disposizione della Regione e della Governance universitaria per agevolare con tutti i mezzi a nostra disposizione questo percorso, che riteniamo non campanilistico ma virtuoso e plurale, perché anche la Sibaritide può essere un’area funzionale allo sviluppo dell’intera Calabria. (fs)

[Flavio Stasi è sindaco di Corigliano Rossano]

Facoltà di Medicina, Russo (Cisl): Non serve tifo da stadio, ma ampliare offerta formativa

Il segretario generale di Cisl CalabriaTonino Russo, nel corso dei lavori del Comitato Esecutivo Regionale, riunitosi a Lamezia, è intervenuto in merito alla questione della Facoltà di Medicina a Cosenza, sottolineando che «non servono guerre municipali, né tifo da stadio. Serve, invece, fare rete per valorizzare capacità ed esperienze».

«Servono competenze professionali, servono medici che possiamo formare in Calabria – ha evidenziato –. Serve un potenziamento complessivo dell’offerta universitaria calabrese su tutti i territori e il nuovo corso di Laurea in Medicina presso l’Unical va in questa direzione. In Calabria abbiamo una gioventù ricca di voglia di vivere, di studiare, laurearsi e, possibilmente, restare vicino ai parenti e agli affetti con un lavoro dignitoso. La nostra è la regione che, in rapporto agli abitanti, ha il minor numero di facoltà di Medicina».

«Con corsi aggiuntivi la Calabria guadagnerà studenti. Per questo è importante ampliare l’offerta formativa. E per la Cisl – ha aggiunto Russo – la nascita dell’azienda Dulbecco, con la fusione fra Mater Domini e Pugliese Ciaccio, va realizzata subito».

Il segretario, poi, ha ribadito che «la Cisl privilegia a tutti i livelli il metodo del confronto».

«Il 2023 si apre per noi – ha proseguito – ripartendo dal confronto con il Governo sulle questioni aperte con l’approvazione della manovra di bilancio. Registriamo, intanto, i risultati ottenuti con i correttivi apportati alla legge finanziaria, che rispondono a nostre precise proposte avanzate tanto in occasione del confronto dello scorso 7 dicembre con il premier Meloni, quanto negli incontri che abbiamo tenuto, nel corso delle ultime settimane, con i gruppi parlamentari e i partiti di maggioranza e di opposizione,  pur in un contesto di oggettiva scarsità di risorse, a partire, solo per fare pochi esempi, dall’incremento dall’80 all’85% dell’indicizzazione delle pensioni per gli assegni da 4 a 5 volte il trattamento minimo, operazione che garantisce un adeguamento di circa 150 euro al mese per le pensioni tra i 2.000 e i 2.500 euro lordi».

«Dall’aumento delle pensioni minime – ha continuato – dal pacchetto di misure per il Sud che vale in tutto 1,6 miliardi, cifra finanziata attingendo dal Fondo Sviluppo e Coesione per crediti d’imposta, fiscalità di sviluppo e Zes; dai tre miliardi stanziati per la SS 106. Tra le questioni aperte da discutere subito ai tavoli di confronto ci sono riforma fiscale e delle pensioni, a cominciare da “opzione donna”, voucher e altre priorità sul tappeto».

«Né – ha detto ancora Russo – vanno disertati i tavoli di confronto sulle riforme. Per questo in Calabria abbiamo ritenuto di partecipare all’incontro alla Regione sul tema dell’autonomia differenziata con il Presidente della Giunta, Roberto Occhiuto, e il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli. In quell’occasione, dati alla mano, la Cisl ha sottolineato con forza che non è mai stato realizzato l’auspicato federalismo efficiente e solidale, rispettoso della Costituzione, che superasse il criterio della spesa storica, sulla base di livelli essenziali delle prestazioni, validi su tutto il territorio nazionale e finanziati in riferimento alla previsione del fabbisogno standard».

«Ha ribadito che l’iter legislativo in materia deve svolgersi in modo lineare e partecipato in Parlamento – ha detto ancora Russo – e in un clima di concertazione con le parti sociali, tornando allo spirito del Piano per il Sud presentato a Gioia Tauro nel 2020, che mirava anche a recuperare i ritardi accumulati nella spesa per la crescita del Mezzogiorno. La Cisl ha chiarito anche che non ci spaventa il regionalismo: stabiliti i Lep e recuperato ciò che al Sud è dovuto, sapremo crescere e guardare al futuro».

«Anche a livello regionale – ha ribadito – la Cisl sostiene coerentemente il valore del confronto. Un confronto con la Regione Calabria che continua ai diversi tavoli settoriali e che deve puntare alla qualificazione della spesa comunitaria. Voglio a tal proposito – ha evidenziato il Segretario generale della Cisl calabrese – richiamare il proficuo incontro avuto con l’Assessore regionale al Lavoro e alla Formazione, Giovanni Calabrese, al quale ha partecipato anche il Presidente della Giunta, Roberto Occhiuto».

«Abbiamo avviato, con la presenza dei tre sindacati confederali – ha detto ancora – un’interlocuzione significativa, mettendo sul tappeto diversi temi, a cominciare dal superamento di un precariato che lascia nell’incertezza migliaia di lavoratori e famiglie e dalla realizzazione di politiche attive del lavoro, individuando il fabbisogno delle aziende e avviando una formazione che sia rispondente alle esigenze delle imprese».

«Abbiamo, perciò – ha concluso – ribadito che riteniamo fondamentale la presenza nei luoghi della discussione non solo della Regione e delle organizzazioni sindacali, ma anche della parte datoriale, in modo da rendere concreto quel patto sociale per la crescita che, come la Cisl sostiene, può portare, nel nostro territorio, ad un utilizzo efficace delle risorse europee nella giusta direzione. Tutto, infatti, deve essere finalizzato ad agganciare alla crescita i settori che nella nostra realtà hanno un certo dinamismo». (rcz)