Fake news tra scienza e fantascienza, di Francesco Pira e Raimondo Moncada

di FRANCESCO KOSTNER – Un fenomeno sempre più preoccupante, le fake news, con cui siamo chiamati quotidianamente a fare i conti. Due autori: Francesco Pira, sociologo, docente di Giornalismo e Comunicazione all’Università di Messina e tra i maggiori esperti italiani di questa ormai conclamata emergenza planetaria; e Raimondo Moncada, giornalista e scrittore. Infine, certo non per importanza, Antonio Liotta, editore con il fiuto per i lavori di qualità. 

Non capita frequentemente di trovarsi di fronte a un mix tanto efficace e magmatico. Alla pirotecnica convergenza degli elementi “fondativi” con cui: Fake news tra scienza e fantascienzaManuale semiserio di sopravvivenza contro le bufale, appena pubblicato da Pira e Moncada per i tipi di Medinova, punta a far riflettere “con la forza della ragione e con l’ampiezza del sorriso” sul potere che “le fake news hanno di modificare i cervelli, manipolare la realtà e creare verità altre con il lupo che diventa magicamente agnellino e l’agnellino un famelico lupo”. 

Poco conta se l’editore Liotta riuscirà effettivamente a capitalizzare quanto i due autori, “grafici alla mano”, hanno scherzosamente giurato di potergli assicurare, battendo addirittura ogni record di vendita a livello mondiale. Il loro libro rappresenta il tentativo di dare corpo ad una sorta di proposito “missionario”, in una società sempre più confusa e disorientata a causa, appunto, di questo dilaniante fenomeno comunicativo. Un’idea editoriale «semplice e gioiosa», afferma Liotta con soddisfazione, ma, spiegano gli autori, anche un mezzo attraverso il quale provare a stabilire un contatto sia con «gli inconsapevoli responsabili che credono ciecamente alla bontà di tutte le notizie senza verificare fonti e contenuti», sia con «i consapevoli irresponsabili, quelli che creano ad arte le fake news o le diffondono per specularci e per avvelenare i pozzi». Insomma, un utilissimo strumento di analisi capace di veicolare un’illuminante azione pedagogica di cui si avverte il bisogno, visti gli interessi in gioco e gli ormai conclamati effetti destabilizzanti della disinformazione, non a caso inserita dal World Economic Forum tra i principali rischi globali del nostro tempo. 

Materia delicatissima, si diceva. In ogni campo. E da qualunque profilo venga presa in considerazione. A partire dalla specificità della pandemia/infodemia/psicodemia, ampiamente trattata da Pira in questi mesi, durante la quale una valanga di informazioni, spesso non corrette, ha contribuito a disorientare i cittadini, e dei cui effetti micidiali anche la vice presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha evidenziato l’intollerabile portata destabilizzatrice. Una minaccia globale, in grado di indebolire la fiducia nelle istituzioni europee e di diffonderne un’immagine sbiadita nel mondo, che nel caso specifico avrebbe visto “attori stranieri” di un certo peso politico, Russia e Cina in testa, operare perseguendo obiettivi contrari agli interessi del nostro Paese e non solo. 

Quanto concrete e aderenti alla realtà debbano considerarsi le riflessioni contenute nel “tempestivo quanto necessario libro di Pira e Moncada” – come il lavoro viene definito nella prefazione da Stefano Vaccara, direttore fondatore de La Voce di New York e portabandiera del giornalismo italiano negli States – trova conferma appunto nei numeri snocciolati dalla von der Layer a Bruxelles: ben 8508 casi di disinformazione registrati fino allo scorso 19 maggio, circa 500 dei quali relativi a teorie cospiratorie e false informazioni sul coronavirus. Un magma incandescente di fronte al quale la presidente della Commissione auspica un forte coordinamento tra la stessa Unione europea, il G7, la Nato, l’Oms, seguita a ruota da Vera Jourovà, la sua vice, secondo la quale “vengono prodotte in modo sistematico fake news finalizzate a sfruttare l’ansia e la paura delle persone e indebolire la fiducia nelle istituzioni”. 

Considerazioni che, se non hanno bisogno di ulteriori commenti, aiutano a comprendere ancor più il valore culturale e l’impegno civile con cui in modo particolare il prof. Pira affronta da anni il tema delle fake news, di cui il libro appena pubblicato rappresenta una nuova significativa testimonianza. Fa memoria di questo appassionato interesse, tra gli altri, il volume Giornalismi – La difficile convivenza con fake news e misinformation, scritto nel 2018 con il collega Andrea Altinier, in cui la complessità sostanziale di questi “driver della post verità” viene efficacemente riassunta in un originale “modello esagonale”, grazie al quale è possibile comprendere appieno le specificità strutturali (appeal, viralità, velocità, crossmedialità, flusso, forza) e la micidiale capacità pervasiva delle fake news. 

La sfida contro questa emergenza planetaria, tuttavia, come la vicenda del COVID-19 dimostra, rimane sempre aperta e Pira torna ad occuparsi di questo tema a lui tanto caro avvalendosi della collaborazione di Raimondo Moncada. Il quale, dopo aver spiegato la trasformazione del web «da rivoluzionario strumento di incontro e condivisione di conoscenze» a «campo di scontro, disinformazione, aggressione, eliminazione del nemico di turno e di conquista e gestione del potere», passa al nocciolo del suo contributo. Vale a dire che il virus delle fake news, la sua azione corrosiva delle istituzioni e delle relazioni (non solo personali), senza nulla togliere alla necessità dell’approccio scientifico, non impediscono di mantenere una ragionevole dose di fiducia circa la capacità di mitigare e, via via, risolvere questa emergenza. Anche, come Moncada propone di fare, scherzandoci sopra: «Da un lato, come operatore dell’informazione, il fenomeno mi ha inquietato e mi ha fatto male. Dall’altro, nelle sue forme estreme e palesemente ridicole (non per tutti, purtroppo, perché c’è chi considera come vere pure le estreme o creative fake news), come autore satirico mi hanno parecchio incuriosito. Ho pensato così di riprenderne la struttura narrativa e di farne surreale esercizio quotidiano di scrittura sullo smartphone, stimolato via via dai temi ossessivi, dalle assurde notizie e dai commenti irragionevoli letti giorno dopo giorno sui social». È stato così che Moncada ha pensato bene di mettersi a scrivere «con accentuata ironia notizie impossibili, ingigantendole all’inverosimile», senza nascondere «di proposito la falsità dei fatti raccontati, anzi mettendo l’invenzione in bella evidenza sia nel titolo e sia nel corpo della notizia per provare, almeno provare a suscitare la domanda nei più incalliti: “Ma come si fa a credere a un’idiozia del genere?”». 

Il risultato del volume, tra “realtà e fantasia”, “utile e dilettevole”, “serio e faceto”, “scienza e fantascienza”, è non solo molto positivo, ma segna una linea di tendenza culturalmente incoraggiante in rapporto all’esito della “battaglia” ingaggiata dagli autori (e che tutti siamo chiamati a condividere) contro le fake news. 

È bene fermarsi adesso. Il resto (non poco) sarà la lettura del libro a svelarlo. Andare oltre queste brevi anticipazioni priverebbe Fake news tra scienza e fantascienzaManuale semiserio di sopravvivenza contro le bufale dell’attenzione che merita; il che, sarebbe non solo sbagliato, ma non all’altezza delle ragioni che hanno spinto Francesco Pira e Raimondo Moncada a unire le loro forze. 

In nome degli interessi generali. In definitiva, del giornalismo vero e di qualità, nel quale – come noi – continuano giustamente ad avere fiducia.   (fk)

FAKE NEWS TRA SCIENZA E FANTASCIENZA
di Francesco Pira e Raimondo Moncada
Medinova Edizioni