Fenealuil Calabria e Fillea Cgil: Firmato accordo sindacale per aumento retribuzioni a lavoratori edilizia

È stato firmato l’accordo sindacale per l’aumento delle retribuzioni per i lavoratori delle aziende edili, operanti sul territorio cosentino. Lo hanno reso noto i segretari di Fillea Cgil Calabria e FenealUil Calabria, rispettivamente Simone CelebreMaria Elena Senese, dicendosi soddisfatti «di aver raggiunto questo accordo che i lavoratori edili aspettavano da anni».

«E raggiungerlo oggi in questo momento di alta inflazione che erode i salari, consente di mettere soldi freschi nelle tasche dei lavoratori», hanno aggiunto i sindacalisti, spiegando come «l’accordoriguarda circa 6000 addetti tra impiegati e operai e nel corso del 2023 porterà nelle tasche dei lavoratori aumenti importanti che varieranno dai 67,22 euro mensili previsti per i lavoratori di 7° livello ai 34,41 euro mensili previsti per i lavoratori di 1° livello. L’aumento di salario sarà erogato in busta paga in proporzione alle ore lavorate a partire da ottobre 2023».

«Nei giorni scorsi – hanno spiegato ancora –, ci siamo confrontati con Ance Cosenza, nella persona del Presidente Giovan Battista Perciaccante accompagnato da Pierpaolo Mottola e dal direttore Rosario Branda, con il presidente della Cassa Edile Cosentina, Santo Alessio, e con il presidente dell’Esec/Cpt, Gianfranco Sposato».

«Nei prossimi giorni – hanno concluso i segretari dei sindacati edili – saranno organizzate assemblee aziendali e territoriali per spiegare i contenuti dell’accordo». (rcs)

 

Senese (Fenealuil): Creare struttura speciale per monitorare in Calabria interventi del Pnrr

La segretaria generale di Fenealuil Calabria, Maria Elena Senese, ha ribadito la necessità di creare «una struttura speciale col compito di monitorare tutti gli interventi del Pnrr localizzati in Calabria, in supplenza dello Stato, per dare una mano a tutti i comuni che sono sprovvisti di tecnici esperti anche sul fronte della  progettazione e della partecipazione ai bandi».

Un appello lanciato dopo i dati allarmanti emersi dallo studio realizzato dall’Autorità nazionale anticorruzione e Openpolis che ha analizzato tutti i bandi finanziati dal Pnrr fino ad oggi.

«Tanti gli elementi di criticità – ha spiegato Senese – sui quali sarebbe quanto mai opportuno  un risolutivo intervento del Governo, e che vanno al di là dei gravi e noti ritardi sin qui accumulati nell’attuazione delle misure: scarsa trasparenza, troppi i soggetti attuatori, soprattutto nel Mezzogiorno, che non sono  in grado di attuare gli interventi per le gravi deficienze tecniche e strutturali. Il monitoraggio evidenza una situazione a dir poco disarmante».

«Rispetto alla linea concordata in Europa – ha aggiunto – ad oggi la percentuale di completamento delle riforme si assesta al 67,29% (oltre 11 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni del I trimestre 2023: 78,55%). Ancora più marcato e grave il ritardo relativo al completamento degli investimenti: 27,93% la percentuale ad oggi, a fronte del 43,76% prevista sempre per il I trimestre. Il fallimento del Pnrr segnerebbe il fallimento di importanti obiettivi di modernizzazione del Paese a partire dalle transizioni gemelle, ecologica e digitale per non parlare poi della riqualificazione della patrimonio scolastico!».

«Non avremmo dovuto chiedere più tempo – ha proseguito – ma più strumenti per riqualificare la manodopera e per politiche industriali in grado di aiutare le imprese.  La messa in sicurezza dell’edilizia scolastica rientra nelle missioni del Pnrr. Per la Calabria sono stati messi a disposizione oltre 90 milioni di euro, per la copertura finanziaria di circa 40 interventi, cui vanno ad aggiungersi le risorse aggiuntive messe a disposizione dal ministero dell’Istruzione per coprire 21 progetti».

«Questa dote – ha evidenziato – potrebbe risolvere diversi problemi e rendere le scuole calabresi, almeno quelle rientrati nei finanziamenti, più innovative, sicure, inclusive e sostenibili. Il condizionale, però, è d’obbligo. I comuni e gli altri enti territoriali potrebbero da subito avviare la definizione delle progettazioni e delle procedure di appalto dei lavori. Ma, il cosiddetto sistema dei bandi competitivi non garantisce ai comuni, soprattutto a quelli più piccoli, tanti dei quali sono in dissesto o predissesto, di poter partecipare con le stesse modalità di quelli più organizzati, finendo per allargare il divario già esistente fra il Nord e il Sud del Paese».

«Nella convinzione che la spesa si accelera se la stessa viene decentrata – ha detto ancora – noi crediamo che le amministrazioni locali debbano essere sostenute in questa partita così delicata. E questo sostegno non si ottiene accentrando tutto sui ministeri o lasciando allo sbando comuni che, per una strutturale carenza di organico, non sono capaci di gestire la mole di lavoro che i bandi presuppongono».

«Per noi – ha ricordato – rappresenta un errore enorme bypassare totalmente le Regioni nella spesa del Pnrr. Le amministrazioni regionali, grazie alla loro dotazione organica, hanno una capacità molto più elevata, rispetto a quelle delle amministrazioni comunali, per organizzare la spesa di questi fondi e riuscire a metterli a terra concretamente senza dispersioni o rallentamenti pericolosi. Ad oggi, invece, le Regioni non riescono neanche a monitorare i progetti in essere».

«Vorremmo solo ricordare che, con proprio decreto – ha aggiunto – per assicurare il rispetto dei tempi indicati dalle milestone europee del Pnrr, il Governo ha potenziato le misure di accelerazione per l’esecuzione di interventi di edilizia scolastica. Sindaci e presidenti di provincia e di Città metropolitana, ai quali già dal 2020 spettano, per l’edilizia scolastica, i poteri di Commissario straordinario,  potranno avvalersi di altre strutture pubbliche, centrali e locali, per ricevere supporto specialistico».

«In questo modo i tempi per i lavori di messa in sicurezza potranno essere ulteriormente accelerati – ha concluso Senese – nel rispetto della normativa nazionale ed europea e garantendo sostegno agli enti locali di minori dimensioni, sprovvisti di professionalità tecniche specifiche che possano seguire gli appalti. Ma il tempo scorre e all’orizzonte non ci è dato vedere nulla, salvo dati sconfortanti». (rcz)

Senese (Fenealuil): Con cessione crediti Governo mette a rischio 150mila posti di lavori

La segretaria generale della Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese, ha denunciato come «le scelte del Governo metteranno a rischio 150 mila posti di lavoro e renderanno impossibile ai redditi più bassi realizzare interventi sulle case più vecchie ed energivore».

«Manca una politica e una programmazione di medio-lungo periodo – ha sottolineato – per la riqualificazione e la rigenerazione delle aree urbane e di tutto il patrimonio immobiliare italiano. Il Parlamento europeo approva le nuove regole sulle prestazioni energetiche degli edifici e il Governo Italiano stronca il superbonus! L’efficientamento energetico e l’adeguamento sismico dovrebbero essere tra le priorità del programma di rilancio economico del nostro Paese».

«Per la Commissione europea – ha proseguito – iniziare a ridurre le emissioni di gas serra è un passaggio fondamentale per conseguire l’obbiettivo delle emissioni zero entro il 2050; e gli immobili sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell’Ue, visto che tre quarti degli edifici è inefficiente dal punto di vista energetico.

«Un Italia circa il 60% degli edifici è oggi in classe F e G – ha spiegato ancora – si capisce quanto sarà impattante per molte famiglie anche solo il passaggio in classe E. Per il salto di classe, infatti, occorre ridurre i consumi energetici di circa il 25%: riduzione che si ottiene solo con interventi come il cappotto termico, la sostituzione degli infissi o la sostituzione della caldaia con una nuova a condensazione. Quello che è certo è che la spesa per avere edifici più sostenibili non potrà gravare sulle tasche dei cittadini, per molti dei quali la casa rappresenta l’unico patrimonio o fonte di reddito».

«Anche il terremoto in Turchia – ha detto ancora – avrebbe dovuto  imporre una severa riflessione sul nostro Paese che, com’è noto, insiste in una delle aree sismiche a più elevata pericolosità nel nostro Paese. Per le ricostruzioni post-sisma abbiamo speso in Italia, dal 1968 ad oggi, oltre 190 miliardi, di cui 27 per il sisma di Amatrice nel 2016, 5 per quello de L’Aquila nel 2009. 32 miliardi, solo per questi ultimi due eventi».

«Ma la vera beffa – ha evidenziato – sta nel fatto che i costi delle purtroppo frequenti ricostruzioni sono di gran lunga superiore a quanto si dovrebbe sostenere per un programmato e lungimirante piano di messa in sicurezza antisismica di paesi e città. Dal 1968 ad oggi, l’esborso a carico dello Stato per la ricostruzione degli immobili danneggiati è stato abnorme.

«Col decreto 11/2023 che blocca la cessione dei crediti per i bonus edili colpendo inevitabilmente i redditi più bassi e le nuove norme del Codice degli Appalti che introducono la liberalizzazione dei subappalti a cascata – ha continuato la segretaria generale – le politiche del governo finiscono per tagliare drasticamente il lavoro nell’edilizia privata, con un peggioramento della sicurezza per i lavoratori negli appalti pubblici, meno qualità e meno sostenibilità. Per queste ragioni il 1° aprile in 5 periferie italiane  faremo 5 manifestazioni che, oltre a coinvolgere  lavoratrici e  lavoratori del settore edile saranno aperte a studenti, imprenditori, professionisti e intellettuali, per  chiedere la modifica del decreto 11/2023 sui bonus edili, che rischia di distruggere 150 mila posti di lavoro e soprattutto di escludere milioni di cittadini a basso reddito dalla possibilità di avere una casa più sicura, più efficiente in termini energetici e con bollette meno care».

«Chiediamo urgentemente – ha concluso – lo sblocco dei crediti ma soprattutto dobbiamo dare stabilità alle percentuali di incentivo per i prossimi 10 anni, garantendo la cessione del credito e lo sconto in fattura per gli incapienti (garantendo il 100% dei costi anche tramite recuperi sulla bolletta) e per i redditi medio-bassi (Isee inferiore ai 30 mila euro), per i condomini e per chi vive nelle periferie». (rcz)

Rischio idrogeologico, Senese (Fenauil): Regione crei task force per non perdere i fondi europei

La segretaria generale di Fenauil CalabriaMaria Elena Senese, ha chiesto che la Regione crei una task force di tecnici per non perdere i fondi europei destinati alla mitigazione del rischio idrogeologico.

«L’Europa ha destinato all’Italia, per gli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico – ha ricordato – un finanziamento di circa 2,5 miliardi da qui al 2026. Stiamo parlando di fondi, gestiti dal ministero dell’Ambiente, che verranno resi disponibili in base ai progetti presentati dalle regioni che, a loro volta, dovranno destinarli pro-quota ai Comuni una volta individuate le priorità. E la nostra regione a che punto è?».
«Apprendiamo che ha appena avviato un master plan dei rischi della Calabria e, nelle prossime settimane ma con data da definirsi – ha continuato – si presenterà questo piano ai sindaci per determinarsi sulle attività che andranno messe in atto per mitigare il rischio da eventi avversi. Quindi capiamo bene che siamo in notevole ritardi visto che siamo in piena stagione invernale e si sono già verificati i primi eventi alluvionali. Anche perché gli interventi legati al dissesto richiedono non solo una pianificazione precisa e puntuale ma competenze specifiche. Parliamo di opere come vasche di laminazione, il dragaggio di fiumi o il contenimento dei cigli franosi».
«Se la regione volesse veramente accelerare i tempi ed intervenire prima che si verifichi l’ennesima catastrofe – ha spiegato – occorrerebbe istituire una task force di professionisti (ingegneri, geometri, geologi), figure che forse si fa fatica anche a recuperare per stipendi troppo bassi nel pubblico impiego, da mettere a disposizione degli enti locali al fine di sostenerli nella progettazione e realizzazione di interventi che hanno una natura determinante per la sicurezza delle persone e la tenuta del territorio.
La gran parte delle risorse accantonate dai Comuni per questi progetti, poi, finiscono per arricchire la contabilità delle gare deserte. Più di qualcuno segnala la concorrenza sleale del Superbonus al 110% che, negli ulti mi tre anni, ha spostato la domanda di opere sul residenziale-civile impegnando le poche aziende (e le poche competenze rimaste) in opere meno sofisticate da un punto di vista ambientale e sicuramente con minori rischi di contenzioso».
«Queste carenze, se ancora ve ne fosse bisogno – ha proseguito ancora – mettono in evidenza la disattenzione con la quale il legislatore ha normato il consumo di suolo. “Privilegiando le nuove opere sulla manutenzione di quelle vecchie, evitando di fare chiarezza anche sulla pletora di incentivi che riguardano le ristrutturazioni edilizie”, come segnala Stefano Ciafani, presidente di Legambiente».
«In questo delicato settore, infine, l’ultimo cortocircuito lo segnala Alessandro Trigila, ricercatore dell’Ispra a capo del dipartimento dei fenomeni franosi, che denuncia la difficoltà nel capire quanto (e come) le regioni comunicano al ministero dell’Ambiente le richieste di finanziamento per gli interventi contro il dissesto. Uno stato di arretratezza e grande superficialità che potrebbe riversare i suoi effetti nefasti sulla qualità della vita dei calabresi», ha concluso. (rcz)

Lunedì a Gizzeria il congresso di Fenealuil Calabria su “Valorizzare il lavoro, riqualificare il futuro”

Lunedì 30 maggio, a Gizzeria, all’Hotel Marechiaro, dalle 9.30, è in programma l’ottavo congresso regionale di Fenealuil Calabria, sul tema Valorizzare il lavoro, riqualificare il futuro.

I lavori congressuali saranno conclusi da Vito Panzarella, Segretario generale della FenealUil Calabria ed è previsto, fra gli altri, l’intervento di Santo Biondo, Segretario generale della Uil Calabria.

L’ottavo congresso regionale della FenealUil Calabria si inserisce nella stagione congressuale della categoria che vivrà il suo momento conclusivo sempre in Calabria, dal 19 al 21 settembre 2022 quando, presso il centro congressi “Tui magic life Calabria” di Pizzo, si terrà il 18esimo congresso della FenealUil.

Hanno risposto, infine, all’invito del Segretario generale della FenealUil Calabria, Maria Elena Senese, anche: Marco Alberto De Benedetto, ricercatore dipartimento Economia statistica e finanza Unical; Marcello Ferraro Restagno, presidente nazionale Federcave; Roberto Cosentino, dirigente generale dipartimento Lavoro e welfare Regione Calabria e Giuseppe Patania, direttore Ispettorato del lavoro di Reggio Calabria e Cosenza. (rcz)