Grande partecipazione e consensi per la 13esima edizione del del Corso di formazione in Ematologia ed Oncologia, organizzato dal dott. Stefano Mollica, coordinatore scientifico dell’evento ed ematologo al Dipartimento di Oncoematologia all’Aopc di Catanzaro.
Il seminario, svoltosi online, e moderato dal medico P.o. “Ciaccio De Lellis”, Francesco Talarico, si è incentrato sul tema Conciliare i modelli gestionali del post-pandemia con l’evoluzione delle terapie in onco-ematologia.
Il corso, infatti, era destinato a medici di ematologia oncologia, anatomia patologica, anestesia e rianimazione chirurgia, geriatria, laboratorio analisi, malattie infettive, medicina generale, medicina interna, patologia clinica, radioterapia, organizzazione servizi sanitari ospedalieri, farmacisti ospedalieri o territoriali, biologi, e infermieri professionali.
I dati presentati hanno rilevato che «da febbraio, a causa del lockdown dovuto all’emergenza sanitaria da Covid-19, negli ospedali italiani è stato rilevato un importante calo delle richieste di screening oncologici. Diminuzione – si legge in una nota – che ha riguardato gli esami alla mammella (-38%), ai polmoni (-18%) e al colon (-46%) al quale è seguita una veloce ripresa a giugno che, confrontata con lo stesso periodo del 2019, ha evidenziato un aumento del 27% di screening mammografici, del 9% di Tac polmonare e un + 30% di richiesta per colonscopia».
«La pandemia da Covid-19 – ha evidenziato Molic – ha avuto un forte impatto sull’assistenza sanitaria dei pazienti affetti da patologie ematologiche lungo tutto il periodo del lockdown. Durante la fase 1, in particolare, per ridurre il potenziale rischio di infezione e le sue complicanze per i pazienti ematologici è stato necessario modificare i normali standard di cura e adottare misure di gestione straordinarie». Ed ancora, «In questi due giorni si è discusso di tutto quello che questi mesi di pandemia ha insegnato e continua ad insegnarci ma, soprattutto, si è discusso molto della “contaminazione” delle competenze. Un messaggio nuovo, un messaggio che la pandemia si porta dietro per una sanità che sia un po’ ridisegnata e che rappresenti un cambio di paradigma».
Nel corso del seminario, infatti, medici e professionisti del settore e in collegamento da diverse città italiane, hanno discusso di temi di grande interesse e attualità nel campo medico-scientifico. Ponendo l’attenzione sull’assistenza in onco-ematologia nell’era del post Covid-19 anche attraverso la creazione di una rete professionale per governare il cambiamento posto in atto dalla pandemia e ponendo al centro delle relazioni i bisogni del paziente.
Bisogni che, come evidenziato «sono quelli di ieri ma sono i bisogni di oggi che si portano dietro tutta una serie di mancate risposte prima, e che oggi diventano sempre più importanti e significative»: «Sono i pazienti – ha sottolineato Molica – che ci chiedono una rimodulazione del rapporto, e una rimodulazione di quella alleanza medico-paziente che deve essere ripensata sulla base di un percorso di umanizzazione dei rapporti ma, deve anche essere ripensata, con modelli nuovi quali la telemedicina, che sono modelli di digitalizzazione del rapporto. Ma guai a dimenticarci di quello che è il bisogno di rapporto, il bisogno di comunicazione che il paziente ha sempre».
Importante, nella sessione pomeridiana del 19, è stata la presentazione dei dati di quanto si sta verificando in questo periodo e secondo i quali, seguendo un po’ l’andamento delle patologie, l’accesso agli ambulatori, l’accesso agli ospedali, hanno disegnato uno scenario preoccupante in quanto hanno evidenziato l’impossibilità dei pazienti di poter accedere agli screening oncologici, agli ambulatori specialistici, con la conseguenza di un notevole ritardo per l’inizio delle cure onco-ematologiche.
Si è parlato, inoltre, anche di ricerca clinica – estremamente importante e non staccata dalla pratica clinica – che consente attraverso gli studi clinici un accesso ai pazienti alle terapie più innovative, oltre ad evidenziare delle opportunità che si hanno oggi con i finanziamenti arrivati per il settore medico-scientifico che serviranno per apportare notevoli rinnovamenti tecnologici negli ospedali, seguendo percorsi di condivisione fra classe medica e personale amministrativo.
Importante il riconoscimento della figura dei farmacisti ospedalieri, che in questo periodo sono in prima linea dovendo far fronte ai fabbisogni di tutti i giorni, anche per quanto riguarda i farmaci oncologici, ematologici soprattutto in un momento in cui si è fermato tutto, ma non si è fermata la necessità di continuare ad erogare le cure adeguate ai pazienti con altre patologi, ed del personale infermieristico – presenza importante nell’assistenza del paziente – che durante il lockdown e subito dopo, ha fatto vedere come si può realmente organizzare in un ospedale con caratteristiche oncologiche, tutto un percorso “non Covid-19” per i pazienti, consentendo agli stessi una continuità di cura per altre patologie anche in tempi di pandemia.
«Ritengo – ha concluso Mollica – ci sia stata la possibilità in questi giorni, di affrontare tutte le problematiche da differenti punti di vista offrendo, ognuno dei relatori, la propria esperienza e integrando il proprio parere, sicuramente differente, rispetto ad un modello che inizialmente si era pensato di proporre. Il tutto, ben coordinato dal dottore Talarico, che è riuscito nella fase finale a far venire fuori questo momento centrale sì di innovazione, di digitalizzazione, ma sempre con al centro il paziente e i bisogni dello stesso». (rcz)