Filippo Mancuso eletto vicecoordinatore della Conferenza Presidenti dell’Assemblee Legislative

 

Prestigioso incarico per Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale della Calabria, che è stato eletto vice coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.

La nomina è avvenuta nel corso della plenaria che si è svolta a Firenza per il rinnovo degli organi direttivi.

Il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma, è il nuovo presidente – coordinatore della Conferenza (subentra al presidente dell’Assemblea del Veneto Roberto Ciambetti).

Assieme a Mancuso, è stato eletto vice la presidente del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna Emma Petitti).

Il presidente Mancuso si è detto «onorato di poter rappresentare la Calabria in questo importante organismo e lusingato per il delicato compito affidatomi dai colleghi Presidenti dei Consigli».

«Compito che intendo espletare – ha detto Filippo Mancuso – anzitutto per favorire il confronto e la collaborazione tra le Assemblee regionali».

«Convinto come sono – ha proseguito – che l’organismo nazionale deve, sempre più, assicurare il buon funzionamento delle macchine amministrative dei Consigli, armonizzandone i sistemi istituzionali e le procedure legislative. Un’azione dispiegata con lungimiranza dal presidente Ciambetti cui va anche il mio ringraziamento per il lavoro svolto».

Il presidente Mancuso ha, inoltre, auspicato «che la Conferenza possa costituire, avendo i Consigli una conoscenza approfondita delle specificità dei territori, sia nei lavori della Commissione parlamentare per le Questioni regionali che nelle relazioni con le Istituzioni europee, un interlocutore di estrema utilità».

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, si è congratulato con Mancuso per l’elezione a vice cordinatore dell’organismo.

Per Occhiuto, infatti, si tratta di una «nomina prestigiosa che rafforza istituzionalmente il ruolo della Calabria e premia il suo ottimo lavoro svolto in seno al nostro Consiglio regionale».

«A Mancuso auguro buon lavoro – ha concluso – nella certezza che saprà ricoprire con efficacia questo nuovo ruolo all’interno di un organismo importante e autorevole». (rrm)

La Lega si ritrova, con il sottosegretario Durigon, nella sede di Confindustria a Reggio Calabria

Lo stato maggiore della Lega si ritrova a Reggio Calabria alla presenza del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. L’occasione è stata utile anche per dare il benvenuto nel partito ad Antonino Caridi passato da Forza Italia al Carroccio. Caridi passa, di conseguenza, anche al gruppo consiliare della Lega a Palazzo San Giorgio.

«La Calabria – ha detto Durigon – è una regione fantastica dove ho tanti amici, la Lega qui è ben radicata e quindi sarò sempre più spesso in Calabria, Sicilia, Campania e credo che il nostro radicamento nel sud stia andando molto bene. La Calabria sarà sempre più forte».

Il suo tour prevede anche un appuntamento a Messina e non è un caso. Il tour sulle sponde delle due città infatti serve a ribadire quanto il Ponte sullo Stretto sia un’opera fondamentale per la Lega. In primis per il suo leader e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

«Il Ponte sullo Stretto – dice Durigon – è sicuramente l’elemento fondamentale per la crescita di tutto il Paese Italia, perché crediamo che nelle grandi infrastrutture si può sicuramente radicare un rinnovo del potenziale Italia. Noi per avere l’Italia che continua a essere nel G7 ed avere una grande forza nel G7, abbiamo bisogno di queste infrastrutture e soprattutto del sud che acceleri. Abbiamo vissuto stagioni di incentivi sul Sud, e si è evinto invece che c’è bisogno di grandi infrastrutture».

Il Commissario regionale della Lega Giacomo Francesco Saccomanno vuole far pesare la Calabria anche in vista delle prossime candidature per le elezioni europee di giugno. «È un momento importante, questo, in cui si decideranno le sorti anche a livello europeo, quindi, bisogna tutti quanti andare a occupare gli spazi per poter portare avanti quella che è la politica in questo momento del partito su quelle che sono le esigenze dei territori e in particolare delle categorie che in quel momento stanno soffrendo come gli agricoltori».

Alla luce dello scontro Succurro-Loizzo (deputata della Lega), l’Autonomia differenziata torna ad essere tema all’ordine del giorno. Ma qui Saccomanno rassicura spiegando che il provvedimento sarà un po’ diverso rispetto a quello approvato. «Tutto questo clamore – è il pensiero di Saccomanno – lo ritengo un inutile schiamazzo che poi non serve a niente, perché ai cittadini non si danno notizie precise, ma si danno invece notizie che sono soltanto slogan partitici per le elezioni. Se si dovesse riuscire a definire i lep e trovare le risorse verrà fatto quello che in 50 anni il sud non ha mai avuto. Noi ci troviamo agli ultimi posti di tutti i settori per incapacità o comunque per difficoltà degli anni passati. Io dico per mancanza di amministratori all’altezza, ed ora forse si potrà finalmente coprire questo divario che esiste tra il nord e il sud e quindi andiamo avanti con coraggio e con la speranza che veramente si possa raggiungere quella parità che finora non c’è stata».

La presidente azzurra della Provincia di Cosenza è inserita nel discorso della senatrice Tilde Minasi: «Succurro fa parte di un partito che ha votato in Senato l’Autonomia differenziata. Ma faccio una premessa, questa è una legge quadro, quindi ancora siamo all’inizio di un percorso. Non c’è nessun obbligo per le Regioni poi di andare in autonomia. Quindi se uno vuole non cambia niente ma io credo che invece questa sia una grossa opportunità perché ovviamente si partirà tutti dallo stesso livello, perché i Lep si stanno lavorando e quindi saranno finanziati e ovviamente poi partendo da uno stesso livello sarà responsabilità degli amministratori poter sfruttare l’opportunità di autonomia perché questo vuol dire che noi avremo modo di poter mettere in risalto quelle che sono le nostre peculiarità rispetto al passato e quindi puntare su quello che è il nostro potenziale che non è poco come Regione Calabria».

«Raccogliamo le tante adesioni e ci prepariamo a questa campagna elettorale per l’Europa e quindi cercheremo di farlo nel migliore dei modi – rassicura Filippo Mancuso, presidente del consiglio regionale della Calabria anche lui presente al raduno della Lega nella sede di Confindustria a Reggio Calabria – C’è chi vuole aderire al nostro progetto, e noi dobbiamo cercare tutti insieme di far cambiare quel retropensiero che c’è in molti cittadini che ci osservano, per far diventare questo partito un partito del territorio, un partito che si batte per i calabresi nel nostro territorio e quindi ecco cercare effettivamente di far diventare la lega una sigla che rappresenti in questo territorio, la Calabria e i calabresi». (rrc)

L’OPINIONE / FRANCO CIMINO: «Auguri a Filippo, presidente del consiglio regionale»

di FRANCO CIMINO – Questa politica non mi piace, gran parte di questa politica non mi piace. Il personale politico di questa politica, non mi piace. Gran parte di questo personale politico non mi piace. Non mi piaceva neppure Filippo Mancuso.

Militante, io, nella Democrazia Cristiana della cosiddetta Prima Repubblica, ho sempre diffidato, lo confesso, di quanti, nel vuoto lasciato dai partiti tradizionali, cui è succeduta una concezione personalistica di pseudo partiti e delle istituzioni, con pochi voti (tanti quanti ne rappresentava un condominio o, più voluminosamente, un’intera via) assurgevano alle più importanti cariche istituzionali, comunali e regionali, in particolare.

A questa mia diffidenza, onestamente, se volete, condizionata da una sottile invidia che avrebbe potuto condizionare pure un uomo totalmente libero, come me, non sfuggiva neppure l’ex consigliere comunale, passato rapidamente al Consiglio Regionale, sedendo sullo scranno più alto di quello. A lui avevo concesso (mi scuso dell’arroganza, della supponenza e della presunzione del «chissà chi cavolo io mi senta», chiedo perdono) l’estimazione del suo essere marinoto, come me, la simpatia dello sportivo che ne ammirava le sue gesta calcistiche del di lui calciatore negli anni giovanili (mezzala, numero dieci alla Baggio) e l’affetto che si porta a un ragazzo del rione Fortuna sempre educato e rispettoso. Niente di più. Se si aggiungesse, poi, che, sia pure con sensibilità opposta a quella, lui fosse iscritto alla Lega, capirete la mia difficoltà nell’ affacciarmi alla sua postazione di lavoro.

Confesso che al di là della simpatia di cui ho detto, mi veniva “sottopensiero” di dire: «vidimu chi sapa fara chissu». Per generosità del mio carattere e per il sentire di quella mia Politica, più volte mi ero, quando ci si incontrava, portato ad offrirgli consigli, con l’avvertenza che io non mi mi sentivo il vecchio indiano che stava seduto sul monte in attesa che “Manitù” (si chiamava cosi, il Dio degli indiani?) lo prendesse.

Che li abbia, e quanti e come, utilizzati, non saprei dire se non per vantarmi, alterandomi, di ciò di cui non avrei merito. Di certo è che Filippo, u marinotu, è cresciuto politicamente molto. Con qualche timidezza e un’eccessiva rispettosa estimazione di Roberto Occhiuto, capo dell’Esecutivo regionale, credo che abbia svolto bene il ruolo di presidente del Consiglio Regionale.

Filippo Mancuso si è distinto, in questa postazione, per umiltà e spirito di servizio. Con la prima ha imparato ciò che non sapeva. Con la seconda, si è messo al servizio di comuni, persone e associazioni. Alla sua Città, nella quale, per suo errore politico clamoroso, e per fortuna del capoluogo, siede un’Amministrazione di segno opposto al suo, egli ha dato molto. Tanti finanziamenti, importanti e robusti, sono arrivati per la realizzazione di opere da tempo attese.

Distinguendomi, però, dal lungo elenco di congratulazioni inviategli da mezzo mondo (molte formali, altre burocratiche, non poche ipocrite ed altre insincere), dico a lui gli auguri più sinceri per la rielezione odierna. E a chi mi legge, che egli ha pienamente meritato di stare nel posto in cui siede da ventisette mesi. Oggi che è più forte e sicuro-spero così si senta-politicamente più attrezzato, istituzionalmente più autorevole, spero voglia, elevando al massimo l’autonomia dell’istituzione e la sua personale indipendenza, rilanciare il ruolo del Consiglio Regionale da cui dipende non solo il buongoverno per lo sviluppo della Calabria, ma il futuro stesso della nostra terra.

E la crescita della sua Democrazia, finora frustrata e ridotta nei suoi spazi. Confido, inoltre, anzi ne sono certo, che ammonendo quanti, anche attraverso ruoli politici e potere personale, vorrebbero ancora, tirando l’acqua solo al proprio mulino (e di mulini la regione ne possiede una decina che conta) voglia portare la più alta istituzione regionale a valorizzare il ruolo del Capoluogo, persuadendo ignoranti, furbi ed opportunisti, che la Calabria senza un forte capoluogo resterà l’ultima regione d’Europa. Sono tutti qui i miei auguri e il mio rispetto per il presidente Mancuso. Con essi, il mio affettuoso abbraccio a Filippo, u marinoto. (fc)

Cirillo, Mancuso e Occhiuto accolgono il “re del panettone” Marco Macrì

Il “re del panettone” alla Cittadella regionale. «Con immensa soddisfazione, insieme al Presidente del Consiglio regionale on. Filippo Mancuso e al Presidente della Giunta regionale on. Roberto Occhiuto, abbiamo accolto a Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria, Marco Macri, Maestro pasticcere di Caulonia, nominato ambasciatore del panettone 2023 per la sezione panettone tradizionale. Nel corso dell’incontro – afferma il Consigliere Cirillo – ci siamo congratulati per il prestigioso riconoscimento ottenuto quale Primo classificato nazionale all’importantissimo evento, divenendo per tutti noi il “Re del Panettone”».

«Il prestigioso riconoscimento – prosegue Cirillo – assegnato nel corso di un concorso nazionale, svoltosi presso la Fiera nazionale di Roma, ha consentito al nostro conterraneo di poter esprimere le qualità della nostra pasticceria artigiana e la particolare dedizione nella ricerca di ogni singolo ingrediente che nell’insieme, per forma e sapore, ha reso possibile il riconoscimento nell’apposito concorso svolto alla Fiera nazionale di Roma.
Questa è la Calabria che ci piace promuovere e soprattutto sono questi gli esempi positivi dei quali ci piace parlare. Da Cauloniese – conclude Cirillo – sono stato orgoglioso per aver accolto nella casa dei Calabresi una eccellenza del mio paese che da pochi giorni sarà certamente un riferimento del gusto». (rcz)

Confagricoltura Calabria conferma Statti alla guida, le congratulazioni di Mancuso

Confagricoltura Calabria conferma Statti alla guida e puntuali arrivano le congratulazioni del presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso.

«È un’ ottima notizia la riconferma dell’ imprenditore Alberto Statti alla guida di Confagricoltura Calabria. Il progetto di trasformazione sociale e culturale e di potenziamento dei settori trainanti l’ economia, su cui la Regione punta per garantire prospettive di futuro a un’ area del Paese che deve saper meglio coniugare tradizione e modernità, ha nella Confagricoltura regionale un importante alleato. E nel suo Presidente, e nella sua ricca esperienza maturata sul campo e suffragata da lucide capacità di analisi e proposte innovative, un riferimento prezioso», ha detto Mancuso.

Il presidente del consiglio regionale Mancuso all’iniziativa Caritas di a Lamezia Terme

«È l’occasione per sfrondare la retorica che spesso avvolge il dibattito pubblico e prestare attenzione alle persone, rinnovando l’impegno collettivo a costruire una società in cui ogni individuo possa godere dei diritti fondamentali e vivere con dignità».

L’ha detto il presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso, intervenendo a Lamezia Terme all’iniziativa della Caritas diocesana in occasione della “VII Giornata mondiale del povero”.

Ha aggiunto: «Il Rapporto 2023 della Caritas su ‘Povertà ed esclusione sociale in Italia’ (diffuso pochi giorni fa), mostra dati drammatici: circa 6milioni i poveri assoluti (+357mila rispetto al 2021), pari al 9,7% della popolazione. Un residente su dieci oggi non ha accesso a un livello di vita dignitoso. A rischio povertà ed esclusione sociale ci sono 14 milioni 304mila persone, il 24,4% della popolazione totale. Sono i ‘numeri della vergogna’, che diventano più allarmanti nelle regioni più storicamente svantaggiate del Paese. Ma non bisogna dimenticare, come ribadisce Papa Francesco, che dietro ogni statistica ci sono storie di coraggio, resistenza e di incalzanti necessità di cui prendersi carico, assumendoci, ciascuno per le proprie competenze, la responsabilità».

Il presidente Mancuso ha apprezzato “il lavoro di contrasto alla povertà di tutti i volontari e gli operatori della Caritas: «Ci dimostrano come passare dalla consapevolezza all’azione, realizzando ponti di speranza e di concreto cambiamento. Le sfide globali richiedono soluzioni globali, ma ciascuno di noi, a partire dalle Istituzioni che rappresentiamo, dobbiamo impegnarci a promuovere politiche inclusive, a sostenere progetti di sviluppo sostenibile e a lavorare insieme per eliminare le disparità che alimentano la povertà. Dobbiamo attivarci con un supplemento di idee e risorse, per garantire l’accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria e alle opportunità economiche». (rcz)

Il presidente del consiglio regionale Mancuso al convegno della Camera penale di Catanzaro

Il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso ha rivolto «un sincero buon lavoro» ai tanti giuristi chiamati discutere – dalla “Camera penale di Catanzaro Alfredo Cantafora” presieduta dall’avv. Francesco Iacopino – sul “paradigma liberale nel diritto penale post moderno”.

Intervenendo in apertura dei lavori, Mancuso ha detto: «Quando si superano, nell’applicazione del diritto penale, i confini dello Stato di diritto, si ha un vulnus non solo per le garanzie costituzionali, ma per la stessa qualità della democrazia. Comprendo che dinanzi alle accelerate trasformazioni tecnologiche del nostro tempo, all’acutizzarsi delle diseguaglianze sociali e ai rischi, vecchi e nuovi, che vedono il cittadino esposto a pericoli di vario genere, spesso si è indotti a pensare che puntando su pene esemplari, giudizi sommari e sul carcere si possano rassicurare l’opinione pubblica e la società. Ma, e lo dico da cittadino prima che da politico, non è certo abbandonando le ordinarie garanzie giuridiche che si tutela la legalità o che si rinforza la fiducia dei cittadini nelle istituzioni».

Ad avviso del presidente Mancuso: «Le misure penali, tanto repressive quanto preventive, in una società civile, debbono avere come presupposto alcuni fondamentali principi costituzionali: la colpevolezza determinata solo da leggi vigenti; nessuno può essere sanzionato solo perché considerato socialmente pericoloso ma senza aver commesso un reato; il principio di legalità e tassatività delle fattispecie. Viene detto da più parti, che siamo dentro un lungo processo degenerativo dei fondamentali principi dello Stato di diritto e che la conseguente crisi del garantismo penale, ha oggi raggiunto il punto più alto della parabola. Forse si esagera ma forse no. Tuttavia, da qualsiasi parte venga, credo che l’aggressione ai principi costituzionali vada sempre contrastata con la dovuta convinzione. Abbiamo tutti, gli specialisti del diritto penale e ogni singolo cittadino, il dovere di sottolineare l’irrinunciabilità a principi come la presunzione di non colpevolezza; la eccezionalità della privazione della libertà personale che non segua alla esecuzione della pena; la tipicità, determinatezza ed irretroattività del precetto penale; la finalità rieducativa della pena, oltre che la sua proporzionalità ed adeguatezza».

Infine: «Per quanto mi riguarda, il pensiero liberale, costituzionale e garantista nell’ambito del diritto penale, è irrinunciabile, al punto che si potrebbe dire che il diritto penale in uno Stato di diritto non può che essere liberale». (rcz)

Domenico Tallini assolto anche in Appello

Domenico Tallini, già presidente del consiglio regionale, è stato assolto anche in Appello all’interno del procedimento penale scaturito dall’inchiesta Farmabusiness. Le accuse erano concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico mafioso. Tallini era già stato assolto in primo grado.

A stretto giro sono arrivate le congratulazioni dell’attuale presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso. «Esprimo le mie sincere congratulazioni all’amico Mimmo Tallini e alla sua famiglia, per la definizione positiva di un iter giudiziario lungo e travagliato, che si chiude con la conferma, da parte della Corte d’Appello, della sentenza di primo grado che lo aveva assolto con la formula ‘perché il fatto non sussiste».

Continua Mancuso: «Bisogna dare atto al già Presidente del Consiglio regionale, che, nonostante la gravità delle accuse rivoltegli, non ha mai perso fiducia nella magistratura e si è sempre difeso nel processo, sicuro della correttezza del suo operato e della sua totale estraneità da ogni ambiente criminale e affaristico. Tuttavia, anche questa dolorosa vicenda suggerisce di non emettere sentenze politiche e mediatiche, o di trarre conclusioni arbitrarie che incidono pesantemente sulla vita delle persone, sulla base di accuse che, per avere affidabilità, debbono essere confermate dai vari gradi di giudizio. Tutto ciò che ha riguardato la vicenda Tallini, ribadisce la necessità di non discostarsi mai dal principio costituzionale per cui ogni persona accusata di un reato è presunta innocente, fino a quando la sua colpevolezza non sia legalmente accertata».

«Ho appreso con gioia la notizia dell’assoluzione, da parte della Corte d’appello di Catanzaro, dell’ex presidente del Consiglio regionale della Calabria Domenico Tallini», ha dichiarato il senatore di Fi, Mario Occhiuto.

«Una sentenza che conferma l’assoluzione già ricevuta in primo grado – ha concluso – e che dimostra ancora una volta, in maniera evidente, la totale estraneità di Tallini alle gravi accuse che gli erano state mosse. All’amico Domenico, ai suoi cari, alla sua famiglia, va tutta la mia solidarietà per l’ingiusto calvario giudiziario che hanno dovuto subire in questi anni, pur nella consapevolezza della sua totale innocenza». (rcz)

Aggiudicato il rifacimento dell’Auditorium Nicola Calipari. La soddisfazione di Mancuso

È “Speri Società di ingegneria S.r.l.” con sede a Roma il primo classificato della graduatoria del concorso (bandito dal Consiglio regionale della Calabria) di progettazione per il rifacimento dell’“Auditorium Nicola Calipari” e delle aree di pertinenza.

Con determinazione del Settore tecnico n. 432 del 17/07/2023è stata infatti approvata la graduatoria e la proposta di aggiudicazione, alla quale seguirà l’aggiudicazione definitiva, una volta esperite le verifiche di legge. A passo spedito la procedura per la ricostruzione dell’infrastruttura il cui tetto è improvvisamente crollato il 31 luglio 2020.

Dopo la pubblicazione del bando di progettazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (marzo 2023), sono pervenute cinque proposte. La seconda e la terza riceveranno il premio previsto dall’avviso, mentre alla prima della graduatoria stilata dalla commissione di esperti, oltre al compenso stabilito, sarà affidato il compito di portare avanti le successive fasi progettuali.

A conclusione delle procedure di concorso, l’Ente acquisisce il progetto con livello di approfondimento pari a quello di un “Progetto di fattibilità tecnica ed economica”. Avanza, dunque, il cronoprogramma pianificato dal Settore tecnico di Palazzo Campanella guidato dall’architetto Gianmarco Plastino. A seguito della definizione delle varie fasi di progettazione, potranno essere avviati i cantieri che porteranno alla conclusione dei lavori prevista per il 2025.

Nelle prossime settimane, Palazzo Campanella promuoverà un evento pubblico, per illustrare la proposta progettuale vincitrice del concorso di idee e per rendere note le modalità con cui l’“Auditorium Nicola Calipari”, inaugurato dal premier Silvio Berlusconi a marzo 2005, sarà rimesso in funzione.

Saldo nella convinzione che occorra ridare all’Assemblea legislativa calabrese un’infrastruttura con 600 posti a sedere, il presidente Filippo Mancuso ha commentato: «Con l’Ufficio di Presidenza del Consiglio abbiamo inteso, fin dall’insediamento, impegnarci a fondo per rendere possibile la ricostruzione di uno spazio pubblico come l’Auditorium Calipari che è stato, per tanti anni, punto di riferimento culturale e sociale per l’intera città metropolitana di Reggio e per la Calabria. Per questa finalità abbiamo stanziato, grazie ai conti in ordine del Consiglio regionale, una cifra complessiva pari a 12 milioni di euro. Auspico che, nel rispetto dei tempi indicati dagli uffici, possa finalmente rinascere un’infrastruttura alla quale intendiamo assicurare i più avanzati criteri architettonici, tecnologici e di ecosostenibilità». (rrc)

Il presidente del consiglio regionale Mancuso sostiene il progetto “Giustizia e umanità liberi di scegliere”

Il presidente Filippo Mancuso è intervenuto alla riunione della Commissione “Sanità, attività sociali, culturali e formative” presieduta da Pasqualina Straface, sul progetto di legge (la cui definizione è prevista per la prossima seduta della Commissione) recante: “Riconoscimento e sostegno del progetto Giustizia e umanità liberi di scegliere”.

Dopo aver ringraziato «la collega Valeria Fedele che con me ha predisposto il pdl», Mancuso ha spiegato: «Con il progetto di legge siamo pronti a dare seguito, come mi ero impegnato nei mesi scorsi, al protocollo d’intesa firmato tra il consiglio regionale e l’associazione Biesse di Reggio Calabria, per consolidare la promozione della Regione alle iniziative socio-culturali del progetto “Giustizia e umanità liberi di scegliere”, ormai divenuto in ambito nazionale un esempio per altre iniziative nel campo della promozione dei valori costituzionali e dell’impegno civico».

Le basi del progetto traggono origini dall’esperienza personale e diretta del giudice Roberto Di Bella negli anni in cui ha prestato servizio presso i Tribunali per i minori e in particolare a Reggio Calabria.

«Condividiamo – aggiunge il presidente del consiglio regionale – l’attivazione di un percorso educativo che coinvolge le scuole di ogni ordine e grado e che ha la finalità di contribuire alla formazione di una cultura della legalità e dell’etica pubblica, attraverso la promozione e divulgazione del libro “Liberi di scegliere”. Per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata, occorre senz’altro l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine, ma anche una reazione corale della società civile a favore della legalità. E un’attenzione verso i minorenni che hanno commesso dei reati e a cui bisogna garantire la possibilità del recupero sociale».

Infine, ad avviso di Mancuso: «Sul presupposto che l’educazione dei giovani alla legalità e dell’importanza di parlare ai giovani di giustizia e valori contro le barriere del silenzio e della paura, il consiglio regionale condivide un progetto che dà la possibilità a tanti figli di ‘ndrangheta di ricostruirsi una vita, aiutando questi giovani e giovanissimi – figli o parenti di mafiosi spesso sostenuti da tante madri – a scegliere liberamente fra la legalità e un destino di mafia, tra legalità e un destino di carcere o morte. Nel potenziamento della rete di sostegno sociale, necessaria per dare aiuto logistico, occupazionale e relazionale ai minori, donne o interi nuclei familiari che intendono dissociarsi dalle logiche criminali e dalle loro famiglie, ogni Istituzioni deve sentirsi coinvolta».

Il sostegno del consiglio regionale (a legge approvata) consiste nel finanziamento del premio culturale, pari a cinque borse di studio, intitolate a vittime delle mafie, dell’importo di 2mila euro ciascuna, da assegnare a studenti o classi di istituti scolastici di ogni ordine e grado a seguito di partecipazione al concorso bandito annualmente. (rrc)