Il segretario generale di Fillea Cgil calabria, Simone Celebre, ha ribadito la necessità di «provvedimenti normativi fermiche non lascino scappatoie e contribuiscano a costruire un perimetro di certezze per chi lavora con grandi sacrifici personali e non solo nei cantieri».
Nel giorno dello sciopero simbolico dei lavoratori del Terzo Megalotto della 106 jonica Sibari/Roseto Capo Spulico, Celebre ha spiegato che «si tratta di un fermo non solo per ricordare Salvatore Cucè, che era tra l’altro un iscritto Fillea, ma anche tutti coloro che in questi anni hanno perso la vita sul posto di lavoro. Non è possibile morire mentre con fatica e sudore si cerca di portare il pane a casa».
«Andremo fino in fondo – ha evidenziato – affinché non verrà fatta luce sulle eventuali responsabilità dell’incidente. È ora di lavorare a pieno regime e con tutti gli strumenti e i partner a disposizione, per la costruzione di una Cultura della Sicurezza. In Calabria le cifredelle morti bianche sono sempre in aumento rispetto agli anni precedenti, disegnando un quadro disastroso, non degno di una società civile».
«“Ci chiediamo fino a quando ci saranno famiglie costrette a piangere figli, padri, fratelli spesso costretti ad andare fuori per lavorare. La sicurezza sul lavoro non è un optional –ha ribadito Celebre – deve essere alla base di ogni cantiere. Invece, spesso ci troviamo a dovere constatare con il sangue che non è così».
«Ogni morte sul lavoro ci parla di famiglie spezzate, di vite interrotte – ha concluso –. Qualcosa non va ed è necessario aumentare i controlli, ma anche lavorare sin dalle scuole sulla nascita e l’irrobustimento, tramite la formazione, di quel nucleo di precetti che non è solo fatto di norme ma anche di etica, deontologia, dignità e rispetto per il lavoratore». (rcz)
In copertina, Simone Celebre