CATANZARO – Quella certa felicità, nelle mani di Flavio Insinna

Flavio Insinna inaugura la stagione teatrale catanzarese 2019/ 2020 di Ama Calabria, diretta artisticamente da Francescantonio Pollice, al Teatro Comunale di Catanzaro con La macchina della felicità. Fa ingresso tra il pubblico ed è tra questo che resta per la maggior parte del tempo l’attore e noto conduttore televisivo definendosi itinerante e annunciando subito che «Non è uno spettacolo, mettetevi comodi, è una festa, un gioco che faremo insieme».

Spiega poi il senso dello stare insieme nel corso della serata affermando che il teatro è «l’unica forma di incontro tra vivi, un incontro di anime», e dichiarando al teatro la sua preferenza assoluta. L’attore coinvolge i presenti con ogni forma, inizia col leggere le definizioni di felicità che gli stessi hanno dato compilando un foglio fornito all’ingresso. Ne viene fuori che la felicità, quella stessa riconosciuta solo nella Costituzione americana, per qualcuno è essere liberi, per altri leggere, o CR7 che segna il goal mentre lei è incollata davanti al televisore con accanto il marito romanista, e ancora tutta la vita con l’uomo che si ama anche se la persona in questione non l’ha ancora trovato. Qualcuno cita Prevert “Ho riconosciuto la felicità dal rumore che ha fatto andandosene”, qualcun altro parla di cognitività, non da ultimo per una signora in sala la felicità è stare là a teatro col marito a casa che non rompe per una sera perché sta poco bene. Nulla di grave, dai toni scherzosi usati.

Da questa interazione costante con gli spettatori in sala viene elaborata una definizione tutta catanzarese della felicità che è «Piccante con due facce che cresce lentamente sotto le stelle con un pezzetto di pitta fino all’ultimo respiro». C’è di tutto in questa frase: dal romanticismo alle tradizioni alimentari catanzaresi, dall’erotismo alla purezza di quell’idea di crescita suggerita da Jacopo, un bambino nelle prime file.

La serata è stata impreziosita dallo spettacolo musicale degli artisti della Piccola Orchestra: Martina Cori, voce, Vincenzo Presta, al sassofono, Filippo D’Allio, alla chitarra, Giuseppe Venezia, al basso e contrabasso, Saverio Petruzzelis, alla batteria e alle percussioni e Angelo Nigro, direttore musicale al piano e alle tastiere. Non sono mancate forme di sarcasmo sul pettegolezzo, richiami alla letteratura da Pirandello a Sciascia al sommo Poeta, pillole di saggezza sul prepararsi all’ingratitudine se si sceglie di fare il bene, ironia sui tempi e sui verbi perché il vero problema di questo Paese è il congiuntivo e non il futuro, e non da ultimo l’esaltazione del ruolo della donna con la condanna alla parola femminicidio, che non racchiude a pieno il senso del venir meno di una vita umana, di un mondo intero. E poi la lettura da parte dell’attore di una pagina del suo romanzo La macchina della felicità con al centro la storia d’amore tra Laura e Vittorio. Le parole di chiusura di Flavio Insinna sono state per la valorizzazione della scuola, della famiglia, della cultura, antidoti veri a una società in declino. E forse chissà… anche questa è la Felicità. Il prossimo appuntamento  della stagione è giorno 8 novembre ore 21.00 con “In maggiore” con Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura. (Daniela Rabia)