«ADDIO PRESIDENTE JOLE, GIÀ CI MANCHI»
IL COMMOVENTE TRIBUTO DEI CALABRESI

di MARIA CRISTINA GULLÍ – Se si interroga Google su Jole Santelli, i risultati sono incredibili: 4.480.000. Ieri erano già 248mila appena si era sparsa la voce della prematura scomparsa della Presidente della Regione Calabria, ma oggi ha raggiunto numeri che solo i grandi eventi o i grandi personaggi riescono a raccogliere. E Jole Santelli è comunque un personaggio che, dal cielo, si sarà commossa a vedere le tantissime manifestazioni di affetto e quanta commozione ha saputo suscitare tra i calabresi.

Non la conoscevano ancora a fondo, i calabresi, né la presidente Jole aveva avuto il tempo di portare avanti la strategia di crescita e sviluppo che aveva in mente: sognava una Calabria a colori, ma il destino – crudele quanto spesso bizzarro – non gliel’ha permesso: è stata proclamata presidente il 15 febbraio di quest’anno, esattamente dopo otto mesi il suo sogno di trasformare la Calabria si è infranto nella lotta impari con un male inesorabile.

Erano tantissimi, pur nel rispetto (difficoltoso, per la verità, vista la folla) i cosentini che già nelle prime ore del pomeriggio hanno cominciato a raccogliersi vicino alla Chiesa di San Nicola a Cosenza, per testimoniare un autentico dolore e un affetto che, in realtà, superava l’ambito cittadino. I cosentini adoravano Jole, ma per la verità intorno alla chiesa c’erano tanti calabresi – anonimi spettatori – giunti da ogni parte della Calabria col solo desiderio di rendere un tributo alla Presidente. E il lungo, sentito, applauso che ha accompagnato il feretro all’uscita dalla chiesa indica che la sua scomparsa ha lasciato non solo sbigottiti i calabresi, ma li ha fatti sentire come orfani di una quasi-mamma che s’era presa il compito di crescere e allevare nella legalità e nel rispetto sociale i suoi quasi-figli. Ci credeva la presidente Jole nel suo ruolo e, soprattutto, nella possibilità di dare un brusco cambio di rotta all’inamovibilità delle cose calabresi. Là dove era mancata la volontà politica, pensava e contava di poter dimostrare che con il concorso di tutti si possono cambiare le cose.

Alla cerimonia privata, per dire visto che è stato come un funerale di Stato, ha preso parte il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ieri mattina era a Bruxelles ed è arrivato a Lamezia per esser presente alle esequie. Accanto a lui altre autorità dello Stato:  la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il vicepresidente della Camera Ettore Rosato, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani, il capogruppo di Forza Italia al Senato Annamaria Bernini, Maurizio Gasparri, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, l’ex presidente della Regione Pino Nisticò (amico personale di lunga data della Santelli), Renata Polverini e numerosi esponenti politici. Il feretro è stato portato a spalla dagli assessori regionali dentro la chiesa, dove ha officiato l’arcivescovo della Diocesi di Cosenza-Bisignano mons. Francesco Nolé, affiancato dal vescovo emerito di Cosenza mons. Salvatore Nunnari e dall’eparca di Lungo mons. Donato Oliverio.

Intensa l’omelia di mons. Nolé: «Quello che viviamo oggi – ha detto – è un momento di sconforto per la morte di Jole Santelli ma a noi fedeli non rimane che ringraziare questa persona per il bene che ha fatto durante la sua vita. Jole aveva come la sua famiglia forti radici religiose e ha servito la comunità con dedizione e passione. Ringraziamo il Signore per il lascito della testimonianza di dignità, di delicatezza, del coraggio con il quale ha affrontato il suo dolore. Jole è stata una donna intelligente, preparata e determinata che ho imparato ad apprezzare quando da sottosegretario alla giustizia impedì la chiusura del tribunale di Tursi. L’ultima volta che parlammo – ha detto ancora mons. Nolé – ho avuto la conferma di quanto amasse la sua terra, la sua città, con un’umiltà capace di accogliere e di comprendere chiunque si trovasse in diffcoltà. Con la sua elezione a Presidente si era accesa una luce rosa su questa nostra terra che dobbiamo tenere viva. Cosa ci lascia Jole come testamento e testimonianza di cui fare tesoro? La dignità, la riservatezza e la sua delicatezza, non cedendo mai alle provocazioni. Ma anche il coraggio con cui ha affrontato la malattia, non facendola mai pesare sul suo lavoro e sulla sua attività amministrativa. La malattia, diceva, ti fa conoscere la libertà e ti spinge a non avere paura più di niente».

«Jole – ha poi detto l‘arcivescovo Nolé – ha fatto un un miracolo, ha radunato qui tanti rappresentanti istituzionali». Dopo averli ringraziati per la partecipazione, l’arcivescovo ha rimarcato «che sia un incoraggiamento affinché la vostra presenza sia di speranza e di sostegno, che ci sia speranza, conforto, vicinanza. Ne abbiamo bisogno. Mancano gli educatori alla legalità, e forse anche noi dobbiamo fare mea culpa. Dobbiamo impegnarci tutti affinché questo stato di diritto possa far esprimere le tante belle potenzialità della Calabria. Dobbiamo farlo per dare speranza al futuro. È questo il miglior modo di onorare Jole».

Antonio Tajani ha voluto sottolineare l’impegno della presidente Jole: «Il suo sorriso la sera della vittoria, a Lamezia, era il sorriso non di chi aveva sconfitto un avversario, era il sorriso di chi poteva dedicare tutta se stessa alla propria terra. Una donna meridionale che vedeva il Sud del nostro Paese non come un problema o come un peso, ma come una risorsa per tutta l’Italia. Si era rivelata subito, come presidente della Regione, leader dell’Italia meridionale in questa fase di pandemia. Stava facendo benissimo il suo lavoro e credo che abbia concluso la sua vita felice di poter lavorare per la sua terra che rappresenta una straordinaria ricchezza per tutta l’Italia».

A Cosenza, durante i funerali, in piazza correva una sola voce: «Già ci manca», a testimonianza di un affetto tanto profondo quanto inaspettato per la prima presidente donna della Calabria.

Ieri alle 19 il feretro è stato portato a Germaneto, alla Cittadella regionale, dove oggi sarà aperta la camera ardente dalle 9 alle 15. Alla chiusura della camera ardente l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace mons. Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza episcopale calabrese, benedirà la salma. Ad accogliere il corteo funebre con il feretro della Santelli c’era, proietatta sul Palazzo della Cittadella, una grande immagine della presidente Jole. Sarebbero stati tantissimi i calabresi che avrebbero voluto dare un saluto alla presidente Jole, ma a causa dell’emergenza Covid, alla camera ardente saranno ammesse solo autorità civili e militari.

immagine Santelli Cittadella

A Roma, martedì prossimo, alla Festa del Cinema, la Santelli avrebbe dovuto presentare il cortometraggio di Gabriele Muccino Calabria Terra mia, da lei fortemente voluto, per «comunicare al mondo la bellezza della sua regione». È stato deciso di fare ugualmente la presentazione, con la partecipazione del regista Muccino e del commissario straordinario della Calabria Film Commission Giovanni Minoli – da lei chiamato appena un mese fa – per onorare la memoria della Presidente Jole, il cui ricordo – siamo certi – non svanirà tanto facilmente. (mcg)

Il video della Protezione Civile Calabria sull’arrivo della salma della Presidente Jole in Cittadella