Il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, e il Garante regionale dei diritti delle persone detenute, Luca Muglia, hanno inviato una lettera al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e al capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo, per denunciare «il progressivo sovraffollamento, le gravi carenze di organico e il moltiplicarsi di eventi critici nei 12 istituti penitenziari della Calabria» e per chiedere interventi tempestivi.
La lettera è stata inviata, anche, per conoscenza trasmessa anche al vice ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ai sottosegretari del Ministero Andrea Ostellari e Andrea Del Mastro delle Vedove e al Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà Felice Maurizio D’Ettore.
Mancuso e Muglia hanno rilevato che «allo stato, quasi tutti i 12 istituti penitenziari registrano fenomeni di progressivo sovraffollamento, con valori elevati nella Casa circondariale di Reggio Calabria Arghillà (+ 98), Cosenza (+ 57), Crotone (+ 44) e la Casa di reclusione di Rossano (+ 52). In alcuni istituti, peraltro, sono presenti camere detentive (dotate di letti a castello) che ospitano fino a 6/8 persone detenute».
È stata richiesta, infatti, attenzione sulle «condizioni strutturali di alcuni istituti, datati nel tempo e privi di manutenzione, sull’inadeguatezza di molte camere detentive (con schermature di pannelli opachi in plexiglass alle finestre o, addirittura, prive di docce) e sull’insufficienza delle aree adibite alla socialità, ai passeggi ed ai colloqui».
«Le carenze di organico riscontrate nei 12 istituti penitenziari calabresi – hanno rilevato Mancuso e Muglia – sono assai pesanti. Il deficit del personale di Polizia penitenziaria raggiunge, in alcuni casi, livelli allarmanti (-100 Catanzaro; -70 Vibo Valentia; -42 Rossano; -37 Palmi; -36 Reggio C. Arghillà). L’assenza di un numero adeguato di Polizia penitenziaria genera effetti a catena che recano danno all’intero sistema, oltre a causare problemi di sicurezza ed a richiedere sforzi sovrumani del personale in servizio».
È stata sottolineata inoltre la «carenza complessiva di funzionari giuridico–pedagogici che è pari a 10 unità (al momento gli istituti di Paola e Palmi hanno solo 1/2 educatori in servizio). In pratica, è presente mediamente un educatore ogni 100 detenuti. Tale pesante carenza riverbera, evidentemente conseguenze negative sia sotto il profilo trattamentale e rieducativo sia sul fronte dell’accesso alle misure alternative».
Non sono mancati riferimenti «all’elevata percentuale di detenuti stranieri, che in alcune carceri calabresi appartengono a 20 nazionalità diverse, mentre i mediatori linguistico-culturali presenti sono pochissimi (solo in 3 istituti). Si considerino, a titolo esemplificativo, le difficoltà che incontrano le Aree sanitarie in occasione della visita medica di primo ingresso dei detenuti extracomunitari».
Il Presidente dell’Assemblea legislativa e il Garante regionale hanno segnalato, inoltre, che «nel corso del 2023 in Calabria si sono verificati 150 tentativi di suicidi e 4 suicidi. Nel 2024 c’è già stato un nuovo decesso per suicidio. Tra l’ultimo dello scorso anno e il primo di quello in corso è trascorso solo un mese. Ma v’è di più».
«Dal 1° gennaio 2024 al 20 marzo 2024 (in soli due mesi e mezzo) si sono registrati in Calabria 2.219 eventi critici, 26 tentativi di suicidio, 110 atti di autolesionismo e 25 aggressioni ai danni della Polizia penitenziaria. Sono dati – hanno scritto – davvero inquietanti. Per cui, alla luce di tutto ciò, “corre l’obbligo di chiedere un tempestivo intervento del Ministro e del Capo del Dipartimento, consapevoli che la tutela dei diritti delle persone detenute o private della libertà e il benessere dell’intera comunità penitenziaria necessitano in Calabria di energie e risorse urgenti al fine di poter essere garantiti ed attuati». (rrc)