LA CALABRIA E LA SFIDA DA NON PERDERE
NELLA GESTIONE DELLE RISORSE EUROPEE

di GUIDO LEONE – Oggi anche la Calabria  festeggia la Giornata dell’Europa e, quest’anno, segna il 75° della Dichiarazione Schuman da cui nacque la Comunità europea.

Con l’allargamento abbiamo dimostrato che intendevamo veramente rendere l’Europa globale e libera:oggi più di 448 milioni di uomini e donne in 27 democrazie vivono in una Unione che condivide istituzioni e  moneta mentre altri Paesi bussano alla porta.

Certo, la crisi economica e sociale di questi ultimi anni, nel mezzo di una tempesta iniziata all’interno del nostro continente, ha messo alla prova la determinazione comune.

Secondo l’ultimo  sondaggio Eurobarometro cresce il sentimento positivo degli italiani verso l’Ue, passando dal 63% al 67%. Ma la percentuale degli euroscettici è la più alta d’Europa: il 31% dei cittadini ritiene che l’Italia non abbia beneficiato dall’ingresso nella Ue.

Tra gli effetti positivi dell’Unione gli intervistati citano il contributo di Bruxelles al mantenimento della pace e al rafforzamento della sicurezza, primo beneficio per il 35% degli europei. Inoltre, vi è un’ampia convergenza di opinioni sull’idea che gli Stati membri debbano agire in modo più unito per affrontare le sfide globali, dato al 89% per l’Ue e al 88% in Italia. Ed anche sul fatto che l’Ue abbia bisogno di più risorse per affrontare le sfide future, parere condiviso dal 76% degli europei, e dall’82% degli italiani.

La preoccupazione prevalente nella testa degli italiani, il 43%, non è più l’immigrazione, ma il costo della vita. Poi il sostegno all’economia e la creazione di posti di lavoro, 37%. E appena dopo, insieme alla questione difesa, viene la richiesta al Parlamento europeo di occuparsi di lotta alla povertà il 26%.

Ora, non vi è chi non veda e riconosca indispensabile, nella nuova fase politica in cui è entrata la costruzione dell’Europa, la funzione della scuola, perché essa dipenderà dalla possibilità che si realizzi un grande spazio europeo dell’istruzione e della formazione, senza il quale sarà difficile costruirla.

La nuova Europa di questo decennio dovrà irrobustirsi nelle scuole contro i tentativi dei disfattisti ed un antieuropeismo nascente. Gli ambasciatori di questa Europa sono e saranno i giovani. Non sono slogan, ma la pura e semplice realtà.

Basti pensare alla Generazione Erasmus. Se c’è un ambito in cui l’Italia primeggia in Europa, anzi dove occupa proprio la prima posizione, quello è l’interesse degli studenti per l’istruzione internazionale e i viaggi di studio all’estero.

L’Italia è al primo posto fra i Paesi del programma Erasmus+ per numero di persone in partenza per attività di studio e formazione.

Dal 1987 ad oggi, oltre 720.000 studenti italiani hanno partecipato a programmi Erasmus per periodi di studio o tirocinio.

In crescita anche la partecipazione del settore scolastico, che ha chiuso il 2024 con oltre 16.000 studenti e 10.000 insegnanti in mobilità per formazione e scambi e 1.400 istituti scolastici accreditati. Il Paese ha dimostrato anche una forte capacità di attrazione, e si colloca al secondo posto in Europa per accoglienza, con circa 200mila studenti ospitati dal 2024.

Ora fino a poco tempo fa è stato  di moda parlare male dell’Unione Europea (ora certamente di meno dopo i finanziamenti previsti col Recovery Fund per oltre 200 miliardi), criticare con forza la sua mancata coesione, la sua moneta forte e debole nello stesso tempo.

Certo, tutto questo è legittimo ma forse dovremmo anche ricordare l’enorme investimento fatto dall’Ue per la Calabria, compresa la scuola in particolare nel mondo della scuola, dove, nel corso di questi anni, le attività proposte nelle classi, assolutamente gratuite, sono state moltissime e variegate, dal rafforzamento dei servizi e delle strutture per l’istruzione e la formazione al miglioramento dei processi di apprendimento, qualificazione e crescita professionale e per la riqualificazione degli edifici scolastici.

Secondo il Documento di Indirizzo strategico Regionale (Disr) per il ciclo di programmazione in base a cinque obiettivi strategici  della politica di coesione 2021-2027, in Calabria gli investimenti europei per il periodo 2021-2027 ammontano a oltre 3,17 miliardi di euro, con un contributo specifico di 700 milioni di euro dal Fse. La gestione di queste risorse, che vanno ulteriormente rafforzate, costituisce una opportunità straordinaria per far crescere la Calabria, e resta una sfida complessa che la regione sicuramente vincerà.

La posta in gioco, dunque, è alta. Riguarda il futuro dell’Europa Unita, la prosperità e il tenore di vita comune a fronte di tentazioni isolazionistiche nazionali, di involuzioni storiche tali da far ritornare a contrapposizioni disastrose. La costruzione politica dell’Europa non é stata fin qui e non sarà certamente per il futuro il risultato dell’egemonia politica o militare di qualche potenza dominante. La costruzione dell’Ue può e deve essere il risultato di una capacità di condivisione di regole e principi e di una cultura politica democratica partecipata.

Gli interessi dei singoli Stati possono essere meglio difesi da un’Europa più forte, non più debole e divisa. Oltre alla moneta comune e alla Bce servirebbero un’unica politica estera e della difesa (sul modello degli Usa), e un governo unitario – purché efficiente e realmente comunitario – delle strategie economiche e finanziarie. E anche delle politiche educative, con il superamento delle preclusioni contenute negli attuali Trattati e il varo (almeno) di un core curriculum europeo.

Oggi le tre superpotenze planetarie con le quali l’Europa dovrebbe confrontarsi e competere, gli Usa, la Russia e la Cina, hanno sistemi scolastici nazionali, pur ciascuno con caratteristiche peculiari, e – oltre che una lingua nazionale – piani di studio che garantiscono una formazione di base fino ai 18 anni con elementi comuni, che concorrono alla costruzione dell’identità nazionale. I 51 Stati che formano gli Usa hanno una scuola di base comune di dodici anni (il cosiddetto K12), egualmente la Russia e la Cina, malgrado le forti differenze regionali. Si tratta di tre Paesi-continente. L’Europa è invece un continente non-Paese. Anche perché non ha un sistema scolastico che aiuti a darle un’identità forte.

L’alternativa alla disgregazione dell’Europa è insomma più Europa, da costruire a partire dalla scuola, che deve formare cittadini europei. 

Questo rimanda al concetto di cittadinanza europea, alla costruzione di noi stessi, di noi tutti, come cittadini dell’Europa attraverso nuove reciproche relazioni.

Ricordando, altresì, che occorre una nuova pedagogia della cittadinanza perché l’Europa di oggi e del domani non potrà essere realizzata senza o contro i giovani e che non si costruisce l’Europa senza e tantomeno contro il Mediterraneo, dove la nostra Calabria svolge la funzione di regione cerniera a cavallo di due grandi culture.

Sarebbe come formare una persona senza tener conto o contrastando la sua infanzia e la sua adolescenza. (gl)

[Guido Leone è già dirigente tecnico Usr Calabria]

 

A Camini si celebra “L’Europa dei popoli”

Domani, a Camini, si celebra “L’Europa dei Popoli”, una manifestazione promossa dal Comune di Camini e dalla Rete di Trieste in occasione della Giornata dell’Europa.

Giunta alla 75esimo anniversario la Giornata ricorda la storica proposta presentata nel 1950 dal ministro degli Esteri francese Robert Schuman e che ha gettato le basi per la costruzione dell’Unione europea. In un contesto internazionale segnato dai conflitti, sarà un’occasione per promuovere un appello alla pace e all’integrazione proprio dove la solidarietà è diventata un motore di crescita e rinascita.

L’evento si articolerà in due momenti: nel pomeriggio sarà promossa una visita al borgo e alle attività di integrazione culturale messe in campo; subito a seguire, si darà vita ad un dibattito dedicato al tema dell’integrazione multietnica in Europa. Parteciperanno alla giornata decine di amministratori locali provenienti da tutta la Calabria e associazioni ed enti di Terzo Settore.

«In un contesto internazionale così complesso, dove prolificano idee nazionalistiche divisive – spiega Giuseppe Marino, coordinatore regionale della Rete di Trieste – abbiamo scelto di celebrare l’Europa in un luogo che racconta la sua storia più bella: quella di un’Europa che si apre alla ricchezza della diversità perché, come ci ha insegnato Papa Francesco nella sua enciclica “Fratelli Tutti”, siamo tutti figli dello stesso mondo».

«La Calabria – ha aggiunto – è terra di arrivo e di partenze, è il Sud che aiuta e sostiene il Sud del mondo ricevendo qualcosa in cambio: Camini non esisterebbe più se non ci fosse stato un movimento in entrata che ha contribuito a renderlo ciò che è oggi, un paese ricco di vita e con una nuova storia da raccontare. Amministratori, Terzo Settore e operatori sociali insieme possono fare la differenza, in Calabria così come in altri territori».

«L’Europa vive anche qui, a Camini, dove abbiamo imparato a camminare insieme nel rispetto delle differenze culturali, con l’obiettivo comune di costruire la pace tra i popoli». Così il sindaco Giuseppe Alfarano sintetizza l’esperienza amministrativa di Camini.

«Il nostro paese, all’inizio degli anni Duemila – ha proseguito – ha attraversato una delle fasi più difficili della sua storia recente. L’emigrazione, il calo delle nascite e la mancanza di opportunità hanno portato alla chiusura di servizi fondamentali per la vita della comunità, dalla guardia medica, alle scuole, all’ufficio postale. Abbiamo scelto di credere nel futuro e di affrontare con coraggio e determinazione la crisi. Camini è oggi l’esempio di come con impegno e spirito di collaborazione si possano realizzare anche piccoli miracoli». 

«La Rete di Trieste nasce come network trasversale e conta oggi più di 1.000 amministratori aderenti da tutta Italia. – ha spiegato il coordinatore nazionale Francesco Russo –. Abbiamo deciso di lavorare insieme e di scambiarci le migliori esperienze realizzate negli ultimi anni nei nostri territori di riferimento. Ci siamo concentrati soprattutto su alcuni temi specifici, tra cui il welfare dei territori».

«Dalla Calabria – ha concluso – è emersa subito una realtà vivacissima di giovani amministratori e amministratrici che testimoniano come la buona politica, di concerto con il mondo sociale, possa davvero risolvere i problemi delle persone. A Camini proveremo a raccontare tutto questo e di come le nostre comunità possano rinascere se imparano ad aprirsi al mondo».

REGGIO – Celebrata la Giornata dell’Europa

All’Auditorium Versace di Reggio Calabria l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà, ha festeggiato, assieme agli studenti reggini, la Giornata dell’Europa.

Una giornata che festeggia la pace dell’Unità europea, organizzata con il Comune di Reggio, da Europe Direct e dalla Scuola di politiche che forma giovani interessati alla cosa pubblica affinché possano dare il loro contributo alla macchina amministrativa.

All’evento era presente l’Amministrazione comunale, con il sindaco Giuseppe Falcomatà e l’assessore alla Programmazione e rimodulazione delle risorse comunitarie, Carmelo Romeo. In collegamento anche alcune scuole di Gioiosa e Cosenza.

Nel corso della mattinata, gli studenti delle quarte e quinte classi degli istituti “Piria”, “Gullì, “Righi”, “Vallauri” e dei licei “Campanella” e “Volta”, hanno simulato una seduta del Parlamento europeo ed è stato presentato il progetto “Back to the school” della Scuola di politiche, che si occupa di politiche ossia di soluzioni concrete ai problemi. Gli “studenti” parlamentari, quindi, hanno esposto le loro proposte, soprattutto inerenti alle politiche giovanili.

Secondo i rappresentanti dell’Amministrazione la simulazione è importante perché consente ai ragazzi di acquisire la consapevolezza del percorso che ha portato alla nascita dell’Unione europea e al lavoro in atto, passando dai padri fondatori e dalle loro lotte, col sacrificio di molti.
In particolare il pensiero è andato al giovane reggino Antonio Megalizzi, “innamorato dell’Unione Europea”, morto in un attentato terroristico. Un sacrificio che non va dimenticato: il sogno di Antonio deve continuare a camminare sulle gambe di questi giovani che stanno prendendo contezza del funzionamento delle istituzioni europee. (rrc)