Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, Nausica Sbarra: Donne Cisl sta avviando piazza virtuale

Nausica Sbarra, responsabile del Coordinamento Donne, Giovani e Immigrati della Cisl, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, ha reso noto che il Coordinamento sta avviando una “piazza virtuale”, «uno “spazio aperto” per raccogliere segnalazioni, suggerimenti, per diffondere le informazioni anche attraverso la promozione di webinar, per far emergere idee, proposte, nuovi modelli di impegno a difesa del mondo femminile, accanto ad un’azione organizzativa delle strutture che possono concretamente dare una mano alle donne in difficoltà».

«I temi – ha illustrato – lavoro, salute e sicurezza, benessere psico-fisico, violenza e disagio sociale. E nel dialogo con le aziende, attraverso la contrattazione aziendale e territoriale crediamo si debba prevedere, insieme ad altre azioni, anche una sensibilizzazione verso la prevenzione a favore delle donne lavoratrici, perché si creino con sempre meno frequenza conflitti interpersonali che possono aumentare il rischio di subire violenze e aggressioni sul luogo di lavoro».

«Apprendiamo – ha proseguito – che nella prossima settimana sarà esaminato in Consiglio dei Ministri un pacchetto di misure per contrastare il fenomeno della violenza contro le donne, tra cui il rafforzamento delle misure cautelari e di prevenzione, prevedendo misure più incisive per arginarlo. Inoltre, i fondi del Pnrr potrebbero essere usati per riqualificare beni confiscati alla criminalità da destinare anche ai centri antiviolenza. L’obiettivo è aiutare le donne a uscire dal silenzio che troppe volte avvolge queste situazioni drammatiche».

«Ci auguriamo – ha detto Nausica Sbarra – che queste misure, insieme ad altre da incrementare come ad esempio il Fondo per il Reddito di libertà per le donne vittime di violenza, possano, se ben utilizzate, raggiungere risultati concreti. Il Coordinamento Donne Cisl seguirà con attenzione il percorso in atto».

«Il 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, costituisce ogni anno un’importante occasione per una rinnovata consapevolezza rispetto alla gravità di situazioni che sconvolgono ancora oggi la vita di tante persone» ha detto Sbarra, aggiungendo che «la violenza fisica o psicologica contro le donne di qualsiasi età – prosegue – non ha confini: la troviamo tra le mura domestiche, sul posto di lavoro (dove passa anche attraverso il ricatto sessuale), in tantissime esperienze di vita e colpisce sia i paesi avanzati che in via di sviluppo».

«Anche nella ricerca su La lavoratrice ai tempi del Covid-19, proposta dal Coordinamento Donne Cisl regionale – ha proseguito – di cui abbiamo presentato i risultati nei giorni scorsi, si è constatato come alcune delle donne che hanno risposto al questionario anonimo si trovino o si siano trovate a vivere episodi di violenza domestica. Le vittime come i carnefici appartengono a tutte le classi socio-culturali e a tutti i ceti economici».

«Il tema della violenza contro le donne – ha concluso – è finalmente diventato, da qualche anno, argomento del dibattito pubblico, mentre gli indicatori sociali evidenziano la mancanza di forti politiche di contrasto: pensiamo, innanzitutto, a ricerche e progetti di sensibilizzazione e di formazione, un terreno sul quale, soprattutto dal punto di vista educativo, il Coordinamento Donne Cisl della Calabria opera da tempo.  È importante e necessaria, infatti, a una mobilitazione a tutti i livelli per seppellire vecchi paradigmi e agevolare la nascita di un nuovo patto etico-sociale a partire dall’azione della famiglia, della scuola, di altre agenzie educative e delle comunità di appartenenza». (rcz)

Giornata mondiale contro violenza sulle donne, Mancuso: Oltre alle ricorrenze servono i fatti

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, ha evidenziato come «oltre alle ricorrenze, pure importanti, debbono seguire i fatti. Perché l’esplosione di violenza contro le donne, specie quella inflitta nelle mura di casa, che ogni ora e ogni giorno scuote le coscienze, ci dice che non si sta facendo tutto il possibile».

Il presidente Mancuso auspica che «contro questo fenomeno aberrante, sia per diffusione che per la drammaticità degli eventi, le Istituzioni – ad ogni livello – agiscano con responsabilità, rigore e tempestività. Prevenire le violenze, senza più frapporre indugi burocratici, distrazioni da parte di chi ha il dovere di intervenire o sviste colpevoli, e non lasciare sole le donne che chiedono aiuto, in una fase economica che rende le donne più vulnerabili e che segnala un’intollerabile aumento di casi di donne uccise da mariti, ex mariti, conviventi o ex conviventi ( più 20 per cento secondo l’0nu dall’insorgere della pandemia), è diventata un’emergenza democratica, di vita e di civiltà».

«È un segnale apprezzabile – ha aggiunto – che il Governo, per accompagnare le donne vittime di violenza al recupero della loro libertà di scelta e di movimento favorendone l’indipendenza economica, destini ulteriori e specifiche risorse, ma ciò che è altrettanto necessario è che le iniziative e gli strumenti a disposizione diventino strutturali – a partire dal sostegno alle associazioni ed ai Centri antiviolenza presenti sul territorio – e soprattutto incidano efficacemente sul fenomeno».

Mancuso, infine, torna sull’idea (annunciata nel suo intervento d’insediamento il 15 novembre scorso) «di riprendere e far funzionare l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere (istituito con legge), perché si occupi della programmazione di azioni di sensibilizzazione e di diffusione della cultura del rispetto reciproco tra i sessi, dando spazio all’attivo coinvolgimento delle istituzioni scolastiche e alla formazione degli attori istituzionali e sociali impegnati a vario titolo nel contrasto e nella prevenzione della violenza di genere». (rrc)

CASTROVILLARI (CS) – Giornata contro la violenza sulle donne, il Comune rilancia la centralità della dignità della persona

In occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, che si celebra il 25 novembre, Castrovillari, con l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Domenico Lo Polito, rilancia il ruolo e la delicata portata della ricorrenza che vuole essere, soprattutto, un accompagnamento e vigilanza quotidiani alle condizioni di fragilità, disagio, paura e anche silenziosa sofferenza di tante di loro in balia delle intolleranze più cattive tra maltrattamenti e stalking. 

Per l’occasione dinanzi al “Villaggio Scolastico”, è stata posta una cassetta “portalettere” e vicino, allestita, una “panchina rossa”; su quest’ultima campeggia una “rosa ingrigita”, con la frase di Martin Luther King: Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l’indifferenza dei buoni, dipinta dall’artista Francesco Ortale.

A fianco di tali simboli, che richiamano una continua e persistente violazione dei diritti delle donne, nella mattinata, si è tenuta una semplice cerimonia, nel rispetto delle misure anticovid, che si rinnova, in continuità, con gli anni precedenti, grazie alla dedizione e coordinamento di Ivana Grisolia.

A loro l’Amministrazione comunale, attraverso il sindaco, Domenico Lo Polito, ha ringraziato non solo per la disponibilità, ma, soprattutto, per la capacità di saper interpretare spesso, con il loro fare, comuni sentire della comunità. 

   A riguardo, inoltre, la consigliera Pina Grillo, delegata alle Pari Opportunità, ha voluto centrare tale preoccupazione collettiva e della stessa Amministrazione sottolineando «la necessità di dare maggiore continuità a tali momenti di sensibilizzazione. 91 donne vittime di omicidio negli ultimi 10 mesi richiedono un cambiamento culturale non più procrastinabile che deve necessariamente coinvolgere i processi educativi e formativi. È vitale non rimanere indifferenti alla violenza maschile». (rcs)

 

Irto (PD): Contro violenza di genere serve impegno straordinario dell’universo maschile per risultati concreti e duraturi

Il consigliere regionale del Partito DemocraticoNicola Irto, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, ha ribadito come «la battaglia contro la violenza di genere deve essere condotta innanzitutto da noi uomini» e che «solo attraverso un impegno straordinario dell’universo maschile contro questo triste fenomeno riusciremo ad avere risultati concreti e duraturi. Ne sono convinto da tempo».

«Negli ultimi anni – ha aggiunto – ho avuto l’opportunità di partecipare a numerose iniziative organizzate dal mondo delle Associazioni attive nella difesa delle donne e nella promozione della parità di genere. E mi ha sempre molto colpito la circostanza che le platee, quando era ancora possibile riempirle di pubblico, fossero in larghissima maggioranza composte al femminile. Ma di violenza contro le donne – non ‘sulle’ donne, ma ‘contro’ le donne – occorre che ragionino, discutano e comprendano il disvalore soprattutto gli uomini, responsabili di quegli atti ripugnanti e vili che con frequenza inaccettabile continuano a verificarsi nel nostro Paese, specie al Sud».

Secondo Irto, «in Italia si consuma un femminicidio ogni tre giorni. Questi numeri agghiaccianti ci consegnano una realtà che la società tende a rimuovere colpevolmente, salvo poi ricordarsi nel mese di novembre dell’esistenza di tale drammatico fenomeno. Soccorrono, ancora una volta, le opportune parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un faro per l’intera comunità nazionale in tempi così difficili, che ha definito  ‘emergenza pubblica’ la violenza contro le donne, sollecitando l’intera società civile a far crescere la coscienza collettiva su questi crimini».

«Nella scorsa legislatura regionale – ha ricordato il consigliere regionale – d’intesa con la Questura di Reggio Calabria all’epoca guidata dal dottor Maurizio Vallone, con le istituzioni scolastiche, con l’Osservatorio contro la violenza di genere da noi costituito, nonché con i centri antiviolenza e le tante associazioni attive in questo campo, abbiamo condotto un intenso lavoro di sensibilizzazione e promozione della cultura del rispetto di genere. Tutto ciò, nella consapevolezza che solo la diffusione, in seno alle giovani generazioni, dei valori della nonviolenza, del dialogo, delle pari opportunità, della democrazia può contribuire a eradicare questo triste fenomeno».

«Tra le numerose iniziative – ha proseguito Irto – che abbiamo promosso assieme all’Osservatorio coordinato da Mario Nasone, mi piace ricordare l’istituzione della Stanza della memoria e dell’impegno a Palazzo Campanella, ma non posso non citare anche lo storico premio ‘Ragazzi in aula’ intitolato alla memoria di Fabiana Luzzi. Oggi, il compito di chi fa politica e di chi è chiamato a svolgere un ruolo all’interno delle istituzioni democratiche, è quello di non abbassare la guardia sulla violenza contro le donne, che anche negli ultimi anni ha causato episodi gravissimi e dolorosi come un pugno nello stomaco. Si pensi alla vicenda di Maria Antonietta Rositani, coraggiosa leonessa reggina, cui l’intera comunità regionale deve rivolgere il più forte abbraccio e incoraggiamento».

«Per riuscire a vincere questa battaglia – ha detto ancora Irto – è necessario moltiplicare le occasioni di incontro e di confronto, rafforzare nel bilancio della Regione i finanziamenti alla legge 20 del 2007 sul sostegno ai centri antiviolenza, istituire un fondo di solidarietà regionale a favore delle vittime di violenza, continuare a promuovere tutte le iniziative culturali idonee a diffondere, specie in età scolare, una consapevolezza delle più giuste dinamiche nei rapporti tra i sessi».

«Una società migliore – ha concluso Irto – si costruisce affiancando alle attività di repressione condotte dalle forze dell’ordine, quelle pedagogiche da promuovere in classe. Si tratta di un indispensabile investimento sul futuro di cui siamo tutti responsabili. Un investimento che ciascuno di noi deve compiere, mettendo a disposizione una delle risorse più importanti di cui disponiamo: il tempo, da dedicare all’ascolto e all’impegno». (rrm)

Giornata contro la violenza sulle donne, Catalfamo: cambiare è possibile

L’assessore regionale alle Pari Opportunità, Domenica Catalfamo, è intervenuta in occasione della Giornata  internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, sottolineando che è «necessario un cambiamento normativo».

«Nel corso di questo anno – ha dichiarato l’assessore Catalfamo –, triste anche per la recrudescenza e la gravità del fenomeno della violenza alle donne, la Regione Calabria ha avviato e proseguito una serie di iniziative fra cui l’attuazione del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020, che vede un’azione sistemica e strutturata messa in campo al fine di arginare questo fenomeno in continua evoluzione e purtroppo in crescita».

«Una delle modalità – ha proseguito l’assessore – con la quale la Regione in questo difficile momento ha cercato di essere vicino alle donne che subiscono violenza è l’avvio di tutti i procedimenti finalizzati alla realizzazione degli interventi programmati sia con fondi statali che regionali. Forte è la necessità di un nuovo intervento normativo regionale, invero già oggetto di una precedente proposta di legge il cui iter di approvazione si è arrestato prima della fine della precedente legislatura. Come proposto e promosso dal Comitato sorto per Maria Antonietta Rositani, si condivide la necessità di una rivisitazione della normativa che possa anche prevedere, oltre a risorse stabili, di supporto alle sussistenza e progettualità dei Centri Antiviolenza e Case Rifugio, un fondo di solidarietà».

«Un nuovo intervento legislativo – ha aggiunto – sarebbe stato certamente l’occasione per il Consiglio Regionale, decaduto anticipatamente per la scomparsa del presidente Jole Santelli, di dare una risposta importante ad un fenomeno sociale di drammatica attualità, ma si auspica che il progetto abbia subito solo una oggettiva battuta di arresto e non una definitiva sospensione».

«Cambiare è possibile – ha sottolineato l’assessore Catalfamo – ma richiede interventi, impegno e determinazione. È urgente ed importante avviare un ampio confronto favorendo sui territori il prezioso ed imprescindibile lavoro di prevenzione delle vittime, di contrasto e di prevenzione della violenza contro le donne. Supportare i centri anti violenza nelle loro attività, creare luoghi dove una donna può percepire di essere libera di scegliere anche insieme ai propri figli minori, confortate dall’esistenza di un luogo sicuro. In linea con le convenzioni internazionali perseguire il principio della prevenzione accanto a quello della protezione».

«Ma oggi 25 novembre 2020 – ha detto ancora la Catalfamo – il modo più bello di partecipare alla giornata contro la violenza sulle donne è poterci rivolgere direttamente ad una donna che la violenza più atroce l’ha vista in faccia e l’ha vissuta con una indicibile lunghissima sofferenza fisica e dell’animo: ben tornata a casa Maria Antonietta, ben tornata nella tua famiglia a seguire i tuoi figli che ogni giorno cercheranno e troveranno nei tuoi occhi quel coraggio di vivere il loro futuro che una mano atroce aveva tentato di toglierli per sempre».

«Una parte di loro è stata, è e sarà sempre con te – ha aggiunto – ma la mano che doveva proteggerli ha tentato di distruggere tutto. Ha tentato ma è stato vinto, la cattiveria per una volta non è riuscita sino in fondo nel proprio intento! E adesso si avvera un sogno, rientri a casa e la profonda ferita del tuo animo si rimarginerà sempre di più accanto ai tuoi figli. Tutti oggi abbiamo il dovere di fare qualcosa perché il tuo sacrificio sia di impulso ad intervenire per rendere possibile il futuro della tua famiglia e per lottare strenuamente questa terribile fonte di violenza».

«Oggi – ha concluso Catalfamo – siamo tutti con te ad ammirare il tuo dolce viso di mamma, risvegliamo insieme a te il dovere di agire lottando gli abusi e le violenze dei vigliacchi, aiutando le vittime a denunciare. Grazie Maria Antonietta e grazie per come sei e per quello che oggi rappresenti per tutte le donne vittime di violenza che possono sperare in un loro riscatto. Forza mamma Maria Antonietta, simbolo di amore e di coraggio, siamo tutti con te!». (rrm)

L’OPINIONE/ Mario Nasone: sulla violenza alle donne servono azioni concrete

di MARIO NASONE

Il femminicidio avvenuto nel catanzarese, che segue a quello registrato a Montebello Ionico conferma, proprio nella giornata dedicata alla riflessione su questo fenomeno, quanto questa piaga vede ancora una sua grande incidenza nella società calabrese, da sempre ai primi posti di questa tragica graduatoria. Il Consiglio regionale della Calabria uscente, su spinta del suo presidente Nicola Irto, con l’attivazione dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere, ha avuto la possibilità, per la prima volta, di potere avere uno strumento di conoscenza nei vari aspetti che presenta la violenza sulle donne in Calabria, di potere avviare iniziative di sensibilizzazione e di formazione che hanno coinvolto forze dell’ordine, centri anti violenza, mondo della scuola, magistratura.

Un lavoro importante da continuare dalla prossima legislatura perché serve un’attenzione politica verso un fenomeno che rappresenta dopo la ‘ndrangheta, il fattore criminale più allarmante nella nostra regione che deve essere affrontato attraverso interventi non emergenziali ma strutturali. In particolare, l’approvazione di una legge regionale in grado di costruire un sistema di protezione delle donne vittime di violenza  più organico, efficiente e capillare, attraverso adeguati  stanziamenti nel bilancio regionale e con l’utilizzo di fondi comunitari, il rafforzamento della rete dei centri antiviolenza attivandoli in tutti gli ambiti territoriali inter-comunali attraverso la garanzia dell’accreditamento e di finanziamenti stabili; l’aumento della case rifugio secondo un criterio di densità di popolazione e di competenza dimostrabile con esperienza, l’attivazione in tutti i presidi ospedalieri dei percorsi rosa per le donne vittime di violenza  con la formazione degli operatori congiunta in accordo con il dipartimento salute per l’attuazione delle linee guida aziendali come da  decreto legge n° 24 pubblicato in G.u. il 30/01/2018 e la raccolta dati con i codici previsti per l’Istat, la previsioni di progetti d’intervento sui maltrattanti in particolare all’interno delle carceri e apertura in tutta la regione di Cam Centri di Assistenza Maltrattanti, il potenziamento delle misure per garantire con tempestività il sostegno alloggiativo ed economico alle donne che denunciano e a quelle che escono dalla case di accoglienza per dare loro autonomia.

L’auspicio è di avere l’insediamento dell’Osservatorio regionale ad inizio legislatura prevedendo la nomina di soggetti esperti nel settore e disponibili ad un servizio gratuito  e di potere contare su un potenziamento della sua  azione di monitoraggio da realizzare in collaborazione con Giunta regionale, Istat, e Università della Calabria, una valorizzazione del progetto adotta la storia di una vittima di femminicidio che ha registrato larghe adesioni grazie anche alla collaborazione dell’ufficio scolastico regionale ed alle testimonianze di familiari di donne vittime di femminicidio. Servono ancora protocolli per il coordinamento degli interventi di tutti gli attori istituzionali e sociali garantendo un loro funzionamento effettivo e, in particolare, che programmino l’attivazione di percorsi di formazione congiunta di tutta la rete istituzionale e sociale e progetti per i maltrattanti. (rrm)

Giornata contro la violenza sulle donne, le riflessioni delle donne che amministrano nell’area del Reventino-Savuto

Oggi, 25 novembre, si celebra la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle donne. Proprio per questa occasione, diverse donne che amministrano l’area del Reventino-Savuto, hanno voluto condividere le proprie riflessioni e considerazioni su un tema quanto mai attuale.

La prima è Emanuela Talarico, sindaco del Comune di Carlopoli, che ha sottolineato come «la  violenza sulle donne continua, purtroppo, ad essere un tema d’attualità e la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è un’occasione che ci permette di ricordare alle donne che subiscono violenza che non sono sole».

Emanuela Talarico sindaco Carlopoli

«L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo – ha aggiunto – non sta fermando la violenza sulle donne. Anzi, questo periodo di quarantena, che confina le donne dentro le mura domestiche, tutto il giorno, con uomini violenti, rischia di metterle ancora di più in pericolo. Durante il lockdown i casi si sono triplicati».

«Sono assolutamente convinta – ha proseguito il primo cittadino – che la politica dovrebbe impegnarsi ad offrire opportunità, in quanto senza una posizione lavorativa la donna si trova in una situazione di sudditanza, una posizione che le impedisce di ribellarsi al proprio carnefice, rinunciando a vivere. Attraverso le iniziative culturali bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica, informando e aiutando, affinché le vittime di violenza, non solo fisica ma anche psicologica, trovino il coraggio di denunciare subito».

«Ma, soprattutto – ha concluso il sindaco Talarico – urge creare una collaborazione forte da parte di istituzioni, associazioni e forze dell’ordine che lavorano contro la violenza sulle donne per agevolare percorsi di reinserimento lavorativo e recupero di autonomi».

Per Valentina Perri, assessore del Comune di Bianchi, «La violenza sulle donne, di base, nasce da una cultura sbagliata o da un’assenza di cultura. Prima di lottare contro la violenza sulle donne, noi donne dobbiamo lottare per far sì che i nostri figli crescano istruiti e consapevoli».

Valentina Berri (Bianchi)

«Abbiamo l’obbligo morale – ha sottolineato l’assessore Perri – di insegnare ai nostri figli che la loro futura sposa non è una serva o una loro proprietà, e far sì che le nostre figlie abbiano un buon grado di istruzione per diventare donne libere e indipendenti sia psicologicamente che economicamente. Alla base di questo grande problema c’è una cultura sbagliata che nonostante il progresso, non si è ancora evoluta su alcune tematiche.  Si comincia da uno schiaffo dato per sbaglio e si finisce a terra in fondo alle scale con qualche costola rotta».

«Bisogna denunciare, chiedere aiuto – ha ribadito Valentina Perri – ma bisogna farlo subito al primo campanello d’allarme. La denuncia, però, deve essere seguita, poi, da una giusta pena, ed è questo il secondo problema! Non sempre la legge riesce a tutelare queste donne che denunciano e dopo poche ore si ritrovano di nuovo insieme al proprio aguzzino perché viene lasciato libero fino al processo».

«Le nostre battaglie – ha proseguito l’assessore Perri – devono riguardare quindi l’indipendenza della donna e la certezza della pena, perché la storia ci insegna che sono pochi gli uomini che hanno pagato per i loro reati. Il mio pensiero in questo momento è rivolto a tutte quelle donne che non riescono a liberarsi dalla propria “prigionia” e che sono costrette a rimanere a casa rinchiuse tutto il giorno con il proprio carnefice».

«L’impegno che la politica deve mettere in atto – ha concluso – è quello di parlare tanto di questi argomenti e far capire alle donne che devono denunciare e che non sono sole. Tutto ciò è possibile solo se si creano dei percorsi per rendere queste donne autonome».

«Viviamo in un mondo in cui l’odio e la violenza sono sempre più parte integrante della nostra vita quotidiana» ha dichiarato Maria FrancescPascuzzia Pascuzzi, assessore del Comune di Soveria Mannelli, aggiungendo che «e come accade per la routine di tutti i giorni, a quest’odio e a questa violenza abbiamo fatto ormai l’abitudine, quando distrattamente sentiamo e leggiamo le notizie di giornali e telegiornali».

« È il momento di aprire gli occhi – ha sottolineato – e leggere più attentamente, di ascoltare piuttosto che sentire, è il momento di urlare basta, di dare voce a chi, purtroppo, voce non ha più. È importante comprendere come quotidianamente assistiamo ad episodi di violenza contro le donne, da osservatori disattenti e passivi: questo non cambierà finché non capiremo che la violenza si esprime sulle donne in tanti, troppi modi. Sebbene quella fisica sia più facile da riconoscere, sono forme di violenza anche i maltrattamenti psicologici, lo stalking, i ricatti sessuali, i matrimoni riparatori, la violenza economica».

«Siamo tutti indistintamente responsabili – ha aggiunto –. Ogni volta che facciamo finta di niente e ci giriamo dall’altra parte, ogni volta che restiamo in silenzio, ogni volta che non tendiamo una mano in aiuto a chi vive nella paura, ogni volta che colpevolizziamo la vittima e giustifichiamo il carnefice. Non è una battaglia solo delle donne, riguarda ognuno di noi».

«È un dovere comune – ha concluso l’assessore Pascuzzi – fermare ogni tipo di violenza, sia quella che lascia lividi che quella che non fa rumore ma distrugge ugualmente. È dovere di tutti fermare questi numeri spaventosi, perché una società civile non può permettere tale orrore. Tutti possiamo fare la nostra parte. Partiamo da qui. Partiamo da noi».

«Oggi 25 novembre – ha dichiarato Laura Scarpino, consigliere del Comune di Scigliano e presidente del Consorzio Intercomunale Valle Bisirico – in tutto il mondo si celebra la Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, che è ancora tra le violazioni dei diritti umani più diffusi».Scarpino assessore

«Questo giorno – ha sottolineato – rappresenta il momento più importante dell’anno per parlare, informare e sensibilizzare su questo grave problema che riguarda tutti i Paesi del mondo. Purtroppo una realtà quotidiana, una piaga, tuttavia sono ancora numerose le donne che alla fine non denunciano. Comprende reati come la violenza sessuale, lo stupro, senza dimenticare la violenza psicologica, la violenza in tutte le sue forme si consolida e si evolve».

«Per affrontare questo fenomeno – ha proseguito l’assessore Scarpino – credo che ci sia bisogno di un profondo cambiamento culturale: significa attuare politiche specifiche e mirate in grado di superare queste diseguaglianze che portano 1 donna su 3 a vivere la violenza. Occorre reagire e non ignorare, chiedere aiuto è il primo passo. Cerchiamo di riporre fiducia nella nostre scelte, nella nostra sensibilità e comprensione, nella volontà di volere una società migliore per il presente e per il futuro. Ricordiamo, d’amore non si muore, si vive».

«Non solo oggi, ma domani e fino a quando non sarà sconfitta la brutalità della violenza contro le donne, è compito di tutti lottare per contrastarla» ha evidenziato Angela Davoli, presidente Commissione Pari Opportunità del Comune di Soveria Mannelli.Angela Davoli

«Fare rete – ha aggiunto – creare sinergia in un unico intento aiuterà” le vittime di violenza a non sentirsi sole e rassegnate al dolore, all’angoscia, alla paura, e ad acquisire la consapevolezza che si può uscire dalla condizione di soggezione e isolamento che stanno vivendo perché intorno a loro sono in tanti a lottare per proteggerle». (rrm)

Nausica Sbarra (Donne Cisl Calabria): il protagonismo della donna dimensione sempre più globale

Domani, 25 novembre, si celebra la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne. Per l’occasione, Nausica Sbarra, responsabile del Coordinamento Donne, Giovani e Immigrati Cisl Calabria, ha condiviso una sua riflessione.

«Il “ritiro” sociale imposto dall’attuale pandemia – ha dichiarato Sbarra – ha aumentato i rischi di violenza sulle donne. Violenze, in prevalenza psicologiche, registrate tra le mura domestiche, dove la donna ha scoperto quanto sia difficile convivere con il “nemico”. Non sono poche le madri, le mogli, le compagne che, nel periodo compreso tra marzo e giugno dell’anno che volge al termine (come rilevano i dati Istat) hanno avuto il coraggio di dire basta a quel sottile legame che, forse, reggeva solo per la presenza di bambini e anziani».

«In molte famiglie – ha aggiunto – l’amore coniugale è finito da tempo e il vivere rassegnati è diventato un inferno che si ripercuote sull’intero nucleo. Il bisogno di amare e di essere amati si è talmente liquefatto al punto che, di giorno in giorno, aumentava il rischio che la violenza psico-fisica potesse diventare la causa di femminicidi e di stragi familiari».

«Tutto questo – ha proseguito la coordinatrice – fino a quando la donna non trova il coraggio di ribellarsi tranciando di netto quel legame che le impedisce di vivere libera da qualsiasi condizionamento. L’attuale società, sempre più litigiosa e rissosa, continua a cancellare i valori della solidarietà e dell’accoglienza. Questa mancanza genera nuove povertà, diseguaglianze, persecuzioni che incidono sulla condizione delle fasce più deboli: bambini, adolescenti e, soprattutto, donne. La comunicazione globale, in tutte le ore del giorno e della notte, veicola nelle nostre case fatti di violenza inaudita che provocano assuefazione senza lasciare traccia nella nostra coscienza».

«Penso alla giovane immigrata – ha detto ancora – che, fuggendo dalla Libia, ha visto inghiottire nelle acque del canale di Sicilia i suoi due figlioletti nel tentativo di lasciarsi alle spalle miseria e persecuzione. La violenza sulle donne di qualsiasi età non ha confini: tra le mura domestiche come sul posto di lavoro, in politica come nella società e in tantissime altre esperienze di vita. Episodi che provocano solo un’indignazione momentanea: scene che vengono “resettate” dal rincorrersi di altre negatività prodotte, direttamente o collateralmente, dalla globalizzazione. Cioè dalla più prolifera e meno controllata “linea di rifiuti e di esseri umani di scarto”».

«Un nostro nuovo protagonismo – ha sottolineato Sbarra – è fondamentale e improcrastinabile. Come Coordinamento Regionale Donne Cisl, siamo impegnate su più fronti con un’azione che, oltre alla parità di genere, comprende anche il diritto delle fasce più deboli della nostra società: gli immigrati, i giovani, i disoccupati, i bambini, gli adolescenti, i pensionati. Abbiamo dichiarato guerra alle differenze di genere e siamo determinate a proseguire nell’azione di frantumazione degli arcaici paradigmi che ancora oggi, nella postmodernità, considerano la donna subalterna all’altro sesso».

«Il mese di novembre – ha continuato Sbarra – nel corso del quale si rinnova l’appuntamento con la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, registra dei segnali positivi sulla parità di genere. Nella nostra regione, terra che non manca di confermarsi protagonista dello sfascio del sistema sanitario pubblico e di nuovi sospetti sull’intreccio ‘ndrangheta-politica, alla donna, con la legge sulla doppia preferenza, finalmente è stato riconosciuto il diritto alla parità di genere per la rappresentanza in Consiglio Regionale. Un diritto che l’universo femminile si è conquistato combattendo contro una società maschilista che ancora oggi è arroccata a difesa di antichi privilegi di genere».

«Su questo fronte, finalmente – ha detto ancora – è stato riconosciuto un sacrosanto diritto che in altre realtà geografiche era presente da tempo. E anche su questo fronte le donne della Cisl sono state protagoniste. E qui è doveroso ricordare la principale protagonista del tratto finale dell’iter del provvedimento di legge regionale citato, l’on. Jole Santelli, prima donna governatrice della nostra regione, che ha speso fino agli ultimi istanti di vita per la Calabria».

«La strada della parità di genere è ancora disseminata di ostacoli – ha evidenziato Sbarra –. Il protagonismo femminile, da noi come nel resto d’Italia, riguarda anche la lotta al Covid-19, soprattutto negli ospedali, ma anche nel mondo dell’associazionismo e sul posto di lavoro pubblico e privato. E mentre nel modo si aggira lo spettro populista-nazionalista e negazionista, si è aperta un’altra breccia di speranza. Nella più grande democrazia del pianeta, gli Stati Uniti d’America, sono stati scacciati i falchi la cui politica faceva presagire il pericolo di una rivolta sociale interna e lo stravolgimento degli assetti mondiali. Il merito è anche della vicepresidente Kamala Harris».

«La stessa speranza – ha concluso – riguarda il vecchio continente per la presenza di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue. La strada è ancora lunga, ma il protagonismo della donna assume sempre più una dimensione globale». (rrm)