Morire in solitudine al Gom di Reggio: la denuncia del Centro Agape

Riceviamo e pubblichiamo:

Morire in solitudine, accade al GOM di Reggio Calabria, denuncia di Agape, Comunità Competente, ORDINE PROFESSIONALE degli Assistenti  sociali della Calabria

La notizia di un paziente deceduto nel nosocomio di Reggio Calabria, con i familiari avvisati solo due giorni dopo dall’evento luttuoso, rappresenta l’ennesimo episodio di mala sanità del nostro sistema sanitario regionale che non riesce nemmeno a garantire attenzione e dignità nemmeno alla morte. Non è un fatto isolato ma rappresenta solo l’ennesima vicenda di una organizzazione ospedaliera che non garantisce attenzione e tutela ai soggetti più fragili, soprattutto a chi non ha una sua famiglia stabile. Un compito che non può essere delegato ai sanitari che sono già sottoposti ad un lavoro massacrante con l’esplosione della pandemia ma che dovrebbe essere svolto dal servizio sociale che ogni azienda ospedaliera dovrebbe garantire, come da mesi è stato denunciato da associazioni, sindacati e ordine degli assistenti sociali. Il Gom da quasi un anno non dispone nemmeno di una unità di questa figura professionale che soprattutto in questo momento storico, che vede il covid colpire duramente soprattutto le categorie più fragili, garantiscono un servizio essenziale e delicato a favore delle fasce deboli che per varie motivi passano per le strutture ospedaliere dei Riuniti e del Morelli è che da quasi un anno è stato completamente azzerato. Per comprendere l’importanza di questo servizio basti leggere i numeri relativi alle prestazioni sociali effettuate negli anni scorsi a favore di soggetti vulnerabili come donne vittime di violenza, anziani soli, extracomunitari, persone con disabilità, tossicodipendenti, persone con malattie invalidanti, tutte bisognose di prese in carico da parte della rete dei servizi territoriali. L’intervento del servizio sociale ha assicurato continuità assistenziale collegandosi con i servizi post ospedalieri, favorendo il trasferimento dei pazienti ad altre istituzioni ed accompagnandoli nel passaggio ad altri livelli di cura, riducendo i tempi dell’ospedalizzazione mettendo a fuoco i problemi relazionali quali la solitudine, il disinteresse dei parenti, le paure non espresse per cui il servizio sociale è intervento come connettore di rete, favorendo momenti di contatto tra i malato e i suoi familiari attraverso l’ascolto, oltre che a fornire informazioni sulle risorse d’appoggio presenti sul territorio. Con la legge n. 328/00 (legge quadro), all’art. 22 stabilisce che, tra i servizi essenziali che lo Stato è obbligato a garantire ai cittadini, vi è il Servizio Sociale Professionale, il quale riconosce la centralità delle competenze e delle funzioni dell’Assistente Sociale, professionista che si prende cura del disagio dell’individuo, della famiglia e/o della comunità.

L’azienda Ospedaliera da mesi era stata sollecitata a bandire i concorsi, previsti dalle linee guida emanate dal commissario ad acta  Longo ma non si è proceduto. Le ultime notizie dal Gom riferiscono che nel mese di gennaio dovrebbero essere finalmenti avviati. Analoga richiesta è stata fatta al Commissario dell’Asp Gianluigi  Scaffidi, ma i tempi non saranno celeri perché ancora manca il monitoraggio del fabbisogno delle varie figure professionali da assumere, assistenti sociali comprese.

Il centro Comunitario Agape con il Presidente Mario Nasone, Comunità Competente con Rubens Curia portavoce, l’ Ordine regionale degli assistenti sociali con il Presidente Danilo Ferrara, chiedono ai responsabili della sanità regionali e locali di intervenire con urgenza prevedendo in tempi certi. (cmr)

Blocco ricoveri al Gom: Falcomatà una sciagura che si poteva evitare

Nuova situazione d’emergenza al GOM Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria dove sono stati bloccati i ricoveri di pazienti infettati da covid: chi ha bisognodi un ricovero viene dirotattto a Catanzaro. Una situazione eplosiva e insostenibile. «Una sciagura che si doveva evitare» ha commentato il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà parlando del grave e delicato momento di crisi che sta attraversando il nosonocomio della Città Metropolitana.

«Se l’organizzazione va in tilt – avverte il primo cittadino – bisogna individuarne le cause ed intervenire subito, superando i disagi legati alla carenza di personale che, a questo punto, vanno soltanto ad aggiungersi ad un problema già di per sé grandissimo. Probabilmente, si poteva e si doveva gestire meglio una situazione che rischia di assumere contorni preoccupanti di fronte all’avanzare di una possibile terza ondata pandemica. I contagi sono in aumento, l’indice delle vaccinazioni stenta a decollare ed il virus è fortemente presente in mezzo a noi: l’orlo del precipizio è davvero ad un passo e l’intero territorio metropolitano, di fronte ad uno scenario critico, appare troppo fragile e vulnerabile».

«La carenza di personale – aggiunge Falcomatà – peraltro lamentata da tutte le aziende sanitarie calabresi, non può essere una scusa dietro cui celare errori, ritardi ed inadeguatezze. Di cosa hanno parlato i vertici dell’azienda nella recente visita del Sottosegretario alla Salute? Si assiste ad uno scivolamento verso il basso dei livelli di servizio e di cura inaccettabile presso una struttura strategica come il Grande Ospedale Metropolitano. E cosi – aggiunge il sindaco – mentre va in tilt il sistema emergenziale di cura dei malati di covid, si registra una grave difficoltà nella garanzia dei Lea per le patologie ordinarie che, anche in questo periodo emergenziale, non vanno certo in vacanza. Su queste questioni è inammissibile dovere riscontrare una sottovalutazione preoccupante del dramma in cui versa la sanità reggina».

«Le responsabilità – continua Falcomatà – vanno certamente ricercate in un sistema che andava preparato ad affrontare ogni possibile recrudescenza del virus. La “zona bianca”, infatti, serve a poco se non si hanno a disposizione posti letto e si è costretti a trasferire altrove i poveri malati. Più di qualcosa, evidentemente, non ha funzionato per come avrebbe dovuto ed occorre intervenire subito ed accertare le responsabilità in tutte le sedi».

«L’appello – conclude il sindaco metropolitano – lo rivolgo ad ogni livello della Sanità calabrese, dal commissario straordinario fino al management dell’Azienda ospedaliera e territoriale. Chiederemo una riunione urgente per affrontare questa ennesima situazione emergenziale, coinvolgendo anche i vertici ministeriali e commissariali della sanità calabrese chiedendo che si accertino le reali cause di questa incredibile situazione. Si recuperi il tempo perduto e si metta i reggini nelle condizioni di poter contare su un sistema ospedaliero efficiente e, soprattutto, pronto ad affrontare ogni tipo di evoluzione del Covid. Tutto questo è quanto mai necessario affinché non sia passato invano l’ultimo anno e mezzo scandito da sofferenze ed immani tragedie». (rrc)

Il Vaccino-Day in Calabria: 280 dosi iniettate. La giornata al GOM di Reggio

Sono regolarmente arrivati ieri mattina a Catanzaro e da lì ai vari centri vaccinali le prime 280 dosi di vaccino anticovid che sono state subito utilizzate secondo il piano di ripartizione delle province. Il primo a essere stato vaccinato è l’infermiere del Mater Domini di Catanzaro Francesco Cristiano.

A Reggio, al Grande Ospedale Metropolitano, il nostro Luigi Palamara ha realizzato una serie di interviste video ai dottori Giuseppe Foti (Direttore Malattie Infettive), Carmelo Mangano (Responsabile Covid) e Salvatore Costarella (Direttore sanitario). Il primo a essere vaccinato è stato il dott. Mangano.