Nuovo Governo: l’appello dell’ex presidente Giuseppe Nisticò a Draghi per la Calabria

L’ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Nisticò ha lanciato un appello al nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri prof. Mario Draghi perché non si dimentichi della «nostra Calabria».

Caro Presidente,
la Calabria si trova in una particolare situazione di disagio e sta vivendo una drammatica crisi economica e sociale. Per di più la ndrangheta s’infiltra nei gangli della politica, della sanità e della vita economica. Accanto all’impegno straordinario che sta profondendo il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, che rappresenta un pilastro fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata, la Calabria ha bisogno per crescere di un secondo pilastro e cioè di una rivoluzione culturale e scientifica che solo il Governo può aiutare ad attuare.

Lei è riuscito in breve tempo a varare un governo politico  di responsabilità nazionale per affrontare e risolvere le emergenze sanitarie, economiche e sociali della drammatica pandemia da Covid che ci sta duramente colpendo da oltre un anno e, allo stesso tempo avviare quel processo di ripresa che il nostro Paese ormai non può più rimandare.

Ho avuto il piacere di incontrarla e averla mio compagno di viaggio in un volo Bruxelles-Roma: in quella circostanza abbiamo parlato a lungo oltre che della vita e delle nostre esperienze internazionali anche di alcuni comuni amici calabresi. Abbiamo ricordato Andrea Monorchio, Antonio Catricalà, Riccardo Misasi, per i quali Lei ha espresso la sua più viva stima ed amicizia. Abbiamo poi ricordato Erkki Liikanen con cui avevo creato un ottimo rapporto di amicizia quando ero parlamentare europeo ed Erkki era il Commissario dell’Industria in Europa. Oggi è il Governatore della Banca di Finlandia. All’epoca ero impegnato nella creazione dell’Istituto Rita Levi Montalcini, oggi sono sicuro che il Presidente Draghi sarà lieto di appoggiare l’iniziativa di creare a Lamezia l’Istituto Renato Dulbecco che sarà diretto dal Prof. Roberto Crea, famoso scienziato di San Francisco di origine calabrese, considerato il “padre” delle biotecnologie nel mondo.

Il Renato Dulbecco Institute rappresenterà una piattaforma di eccellenza per la produzione e lo studio di anticorpi monoclonali e soprattutto di pronectine che rappresentano le forme più avanzate, più efficaci e più tollerate rispetto agli stessi anticorpi monoclonali. Si tratta di prodotti biotecnologici innovativi da usare per il trattamento di malattie da Coronavirus, alcune forme di cancro resistenti alle terapie tradizionali, e malattie neurodegenerative. La compianta presidente Jole Santelli aveva invitato e convinto il prof. Roberto Crea a rientrare in Calabria, dopo 40 anni in California, per dirigere i laboratori del Renato Dulbecco Institute non appena allestiti presso la fondazione Mediterranea Terina di Lamezia e la presenza di questo illustre scienziato in Calabria, accanto al quale si sono già resi disponibili diversi premi Nobel, è sicuramente uno straordinario punto di partenza per il rilancio di una regione che vuole pensare al futuro dei suoi giovani.

Questa è solo una parte della Calabria che vuole crescere e offrire opportunità di formazione e lavoro per i nostri tantissimi laureati che, ahimè, continuano a lasciare la propria terra e trovano accoglienza dovunque per le competenze e la capacità di cui sono dotati. Ricorderà, quando era al Ministero del Tesoro, di averne incontrati tanti di calabresi di talento.

Fermare l’emigrazione dei nostri ragazzi, offrire stabilità agli occupati, garantire formazione e studi di specializzazione, dotare la regione delle infrastrutture necessarie, cogliendo le opportunità offerte dal Recovery Plan e offrire soluzioni di mobilità al Sud degne di un Paese moderno, includendo anche la realizzazione del Ponte sullo Stretto, un’opera che valorizzerà l’intera area e mostrerà di cosa sono capaci i progettisti italiani.

Lei che ha avuto sempre a cuore i problemi della ricerca e dell’innovazione, segua dall’alto che il progetto del Renato Dulbecco Institute sia realizzato in tempi brevi e non sia soffocato dalla lentezza tipica della burocrazia.

Faccia aumentare le risorse per la ricerca scientifica, essendo la Calabria la cenerentola del nostro Paese in modo tale che oltre al Dulbecco Institute si possa sviluppare una rete di centri di eccellenza presso le 3 università calabresi, in cui ci sono figure eccellenti apprezzate in tutto il mondo. Come le ricerche nel campo della fisica, dell’intelligenza artificiale, dell’informatica e dell’economia presso l’Unical di Cosenza, nel campo dell’Oncologia, della Medicina, della Cardiologia e della Farmacologia alla Magna Graecia di Catanzaro, e nel settore ingegneristico e dell’agro-alimentare presso la Mediterranea di Reggio Calabria.

Quello che i calabresi le chiedono con forza e quasi con disperazione è attenzione verso il Mezzogiorno, massima attenzione verso la Calabria, ultima tra le ultime regioni italiane, ma con prospettive di crescita straordinarie. Con la sua illustre e preziosa guida avrà modo di crescere e diventare un modello che l’Europa possa invidiarci».

Giuseppe Nisticò

Commissario Fondazione Renato Dulbecco,
già Presidente della Regione Calabria ed europarlamentare

 

Giovani Unindustria Calabria: Il Governo guardi al Mezzogiorno e alle nuove generazioni

Il presidente dei Giovani imprenditori di Unindustria Calabria, Umberto Barreca, insieme ai presidenti delle cinque territoriali, Antonia Abramo (Catanzaro), Roberto Rugna (Cosenza), Vincenzo Squillacioti (Crotone), Giuseppe Pizzichemi (Reggio Calabria) e Fortunato Rizzo (Vibo Valentia) hanno dichiarato che «ci aspettiamo dal presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, figura che incarna la competenza e il merito come forse nessun altro oggi in Italia, e dalla squadra di governo che ha scelto una particolare attenzione al Mezzogiorno e alle nuove generazioni».

«La sua sensibilità sul tema della scuola ci ha rinfrancati –hanno aggiunto – è infatti sulla formazione, sull’educazione, sulla creazione della futura classe dirigente che si gioca una partita fondamentale per l’avvenire. E in questo sarà
fondamentale puntare sul Sud, perché se riparte quest’area del Paese, riparte l’Italia e non è solo uno slogan. Per noi giovani imprenditori calabresi, che facciamo nostra la posizione espressa dal presidente Aldo Ferrara, è davvero importante che il nuovo governo si attivi per la definizione di un percorso finalizzato alla crescita del Meridione, a cominciare dagli investimenti in infrastrutture materiali e immateriali».

«Ma occorre anche uno sforzo ulteriore – hanno proseguito – per la sburocratizzazione della pubblica amministrazione. E ciò sarà realizzabile attraverso l’adozione di procedure più semplici, l’assunzione di nuovo personale e la concreta attuazione della svolta digitale sognata da anni, che può portare a benefici fondamentali in tutti i settori di mercato. La transizione
digitale e verde, infatti, potrebbe sopperire per via telematica alla carenza di infrastrutture materiali che è causa del nostro isolamento».

«Auspichiamo, inoltre – hanno detto ancora – l’effettivo avvio delle zone economiche speciali (specie quella che ruota attorno al porto di Gioia Tauro) per favorire l’attrazione di investimenti, nonché la gestione delle misure volte a sostenere lo sviluppo dell’impresa direttamente dalle società e authority di Stato, senza i meccanismi farraginosi che portano i flussi delle risorse dal livello centrale alle Regioni con enormi complessità e
ritardi».

«Il lavoro da fare è tanto – hanno concluso – il nuovo esecutivo si metta all’opera al più presto». (rrm)

VARATO IL GOVERNO, SUD ALLA CARFAGNA
DRAGHI CEDE AI POLITICI, SEMBRA UN BIS

di SANTO STRATI – Ha ceduto ai politici Mario Draghi per mettere insieme un governo che non è quello delineato dal presidente Mattarella quando gli ha conferito l’incarico: tecnico-istituzionale di altissimo livello, staccato dalla realtà dei partiti. Se si considera che ci sono sette ministri del vecchio Governo Conte 2, più che di novità sembra la proposizione di un bis, costruito ad arte per non scontentare né protagonisti né pubblico: una scelta probabilmente obbligata visti i diktat dei partiti che hanno messo in mano a Draghi la mai logora edizione del Manuale Cencelli per costruire col bilancino una maggioranza inossidabile (oltre che improbabile se qualcuno l’avesse pensata appena pochi mesi fa). Che è quella che poi dovrà eleggere il futuro presidente della Repubblica. Che non sarà frutto di una (quasi certa) maggioranza di centro-destra quale sarebbe venuta da elezioni anticipate, ma una maggiorana “del Presidente”, questa appunto, che reggerà il governo Draghi almeno fino al giugno del prossimo anno quando ci sarà da eleggere il nuovo Capo dello Stato. Salvo che Mattarella non accetti un secondo mandato a tempo per far chiudere la legislatura e mettersi da parte, prima della fine naturale della stessa, in modo da cedere il posto al candidato naturale Mario Draghi. Questo significherebbe che Draghi ha buoni due anni di legislatura per rimediare ai guasti provocati dal Conte 1 e Conte 2: due governi ai quali però, con la riconferma di diversi ministri, lo stesso premier implicitamente riconosce una qualche validità.

E qui sorge la domanda dell’uomo della strada: e dov’è la novità? Di rilevante c’è che Draghi ha trattenuto per sé i ministeri chiave per uscire dalla crisi e affrontare la sfida del Covid, del lavoro e del Recovery Plan, ma nell’insieme l’Esecutivo mostra molte debolezze. Immaginiamo, per dire, l’imbarazzo del presidente del Consiglio a dover riconfermare agli Esteri un incompetente di successo come Luigi Di Maio, quello stesso esserino che aveva avuto l’incosciente arroganza di dire: «Ho conosciuto Draghi, mi ha fatto una buon impressione»…

Ci sono, è vero, alcuni tecnici che garantiscono capacità, competenza e indipendenza, materia prima fondamentale se si vuol dare finalmente una sterzata al Paese, mettendolo sui binari della ripresa e della crescita, dimenticando la serie infinita di no di matrice pentastellata che alla fine hanno solo favorito la cosiddetta decrescita infelice. Spicca la nomina di Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo economico, con Enrico Giovannini alle Infrastrutture: forse è la volta buona che il Ponte sullo Stretto avrà buone possibilità di vedere i cantieri aperti. La Lega – e lo stesso Giorgetti – sono convinti della bontà dell’opera, utile e necessaria per lo sviluppo dell’intera area dello Stretto, ma anche di tutto il Sud. E lo stesso Giovannini ha una visione strategica ampia e non rassegnata agli impedimenti di forma piuttosto che di sostanza. Lascia, invece, l’amaro in bocca la sostituzione del ministro Peppe Provenzano, meridionalista convinto, che aveva portato l’esperienza della Svimez al ministero per il Sud: nulla da dire su Mara Carfagna, se non che la spartizione politico-partitica finisce come sempre a punire chi ha lavorato bene. E il Pd si è dimenticato di avere avuto un ottimo elemento che ha progettato un colossale e serio Piano per il Sud da 100 miliardi in dieci anni. Si vedrà se la Carfagna lo farà proprio e seguirà un percorso che sembrava molto promettente.

Per la Calabria non si prefigurano particolari novità nell’esecutivo, salvo a considerare il calabro-londinese Vittorio Colao, già presidente di Vodafone, nato a Brescia da una famiglia del Catanzarese (Fossato Serralta) che mostra una grande simpatia per le origini della sua famiglia, ma da troppo tempo ha assunto un english style che non lo ha aiutato, per esempio, quando venne chiamato da Conte a capo della task force per l’emergenza economica post-covid (prima ondata). Il suo impegno e il suo lavoro sono stati accantonati senza nemmeno tanti ringraziamenti e persino con fastidio da parte di qualche esponente grillino si si sentiva minacciato dal think thank che Colao aveva messo in piedi: un pensatoio di gente con gli attributi, peccato che nessuno abbia poi preso in considerazione il lavoro svolto.

Fa ovviamente piacere, avere un calabrese di seconda generazione al Governo e c’è da augurarsi che, dovendosi occupare di innovazione, voglia documentarsi sulle eccellenze tecnologiche e nel campo della ricerca che la Calabria può vantare, a cominciare da uno dei più grandi esperti mondiali di Intelligenza artificiale (il rettore dell’Unical, Nicola Leone) per finire alle straordinarie figure di medici, chirurghi, farmacologi e ricercatori che lavorano a Catanzaro all’Università Magna Graecia, guidata dal Rettore Giovambattista De Sarro, una fucina di eccellenze che la seconda patria di Colao in buona parte continua a portarci via (sono tutti calabresi le figure apicali dei migliori Istituti universitari londinesi). Se poi a Colao saranno affiancati dei giovani brillanti calabresi in importanti posti di sottogoverno, forse ci sarà speranza di una seria riconsiderazione della nostra terra. Un nome fra tutti quello di Roberto Occhiuto che parte del centrodestra vuol togliere dalla prossima competizione elettorale per la Regione. Tra un incarico da sottosegretario e il governo di una Regione è evidente che la scelta più ovvia sarebbe la seconda, ma non se ci sono imbarazzi, incertezze e mal di pancia immediatamente smentiti al solo accennarne. Vedremo.

L’altra domanda che si fa l’uomo della strada, a cui preme soprattutto una seria (e vittoria) battaglia contro il Covid e la fine della crisi economica, è chi ha vinto e chi ha perso? Di sicuro vince l’Italia perché si ritrova un condottiero come Draghi a guidare le tante, troppe sfide che andranno affrontate con competenza e una buona dose di determinazione. Draghi è più politico di quello che, al contrario, ha lasciato intendere: la ricerca del consenso, indispensabile per il progetto che ha in mente l’ex governatore della BCE, gli ha fatto digerire più d’un rospo, ma non c’erano vie d’uscita. Si è perso troppo tempo e non ne rimane molto, soprattutto per il Recovery Plan che tra poco più di due mesi dovrà passare l’esame – rigoroso – di un’Unione Europea che comincia a pentirsi della troppa generosità offerta al nostro Paese. Non si dimentichi che la gigantesca somma di 209 miliardi è diventata tale perché hanno giocato a favore dell’Italia il divario Nord-Sud e il forte disagio socio-economico che si registra in tutto il Mezzogiorno. Giuseppe Conte, uomo del Sud, pugliese di Volturara Appula, se n’è subito scordato, tanto che ha più volte dichiarato che sarebbe stato bastato il 34% della riserva (prevista per legge) per gli investimenti al Sud.

Colao, che non è nato in Calabria, ma conosce quanto sono tosti i calabresi attraverso la figura del padre, siamo convinti vorrà dire la sua. E la Calabria potrà, allora, rallegrarsi per le scelte di Draghi. Diversamente, stiano certi gli uomini e le donne dell’esecutivo, i calabresi, ingoiato quest’altro rospo, questa volta, non resteranno silenti e rassegnati e diranno basta: all’esportazione delle risorse umani e dei proprio laureati, al lavoro che non c’è, al mancato sviluppo, e al futuro rubato ai giovani. Draghi vuole puntare sui giovani, cominci a pensare a quelli, pochi, rimasti in Calabria e a quelli, tanti, che vorrebbero tornare. (s)

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IL GOVERNO DRAGHI

Presidente del Consiglio
Mario Draghi

Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
Roberto Garofoli

Ministeri con portafoglio

Esteri
Luigi Di Maio – M5S

Interno
Luciana Lamorgese – Tecnico

Giustizia
Marta Cartabia – Tecnico

Difesa
Lorenzo Guerini – PD

Economia
Daniele Franco – Tecnico

Sviluppo Economico
Giancarlo Giorgetti – Lega

Lavoro
Andrea Orlando – PD

Agricoltura
Stefano Patuanelli – M5S

Ambiente – Transizione Ecologica – Recovery Plan
Roberto Cingolani – Tecnico

Infrastrutture e trasporti
Enrico Giovannini – Tecnico

Istruzione
Patrizio Bianchi – Tecnico

Università e ricerca
Cristina Messa – Tecnico

Cultura e Turismo
Dario Franceschini – PD

Salute
Roberto Speranza – LeU

Ministri senza portafoglio

Affari regionali e autonomie
Maria Stella Gelmini – FI

Giovani e Sport
Fabiana Dadone – M5S

Innovazione – Transizione Digitale
Vittorio Colao – Tecnico

Rapporti con il Parlamento
Federico D’Incà – M5S

Pubblica Amministrazione
Renato Brunetta – FI

Sud e Coesione Territoriale
Mara Carfagna

Pari opportunità e famiglia
Elena Bonetti – IV

Coordinamento Turismo
Massimo Garavaglia – Lega

Disabilità
Erika Stefani – Lega