INFANZIA, CRESCE IL DIVARIO NORD-SUD
LA CALABRIA NON È UN PAESE PER BAMBINI

di ANTONIETTA MARIA STRATI – C’è sempre più disuguaglianza sociale, economica e culturale tra i bambini calabresi – e il resto d’Italia. È quanto è emerso dal rapporto I dati regione per regione 2021 del Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza – CRC, giunto alla seconda edizione, e coordinato da Save the Children, che delinea un quadro preoccupante per la nostra regione.

Decisamente, la Calabria non è “Un Paese per piccoli”, ovvero vanno completamente riviste le politiche sociali per l’infanzia. Un Rapporto che mette nero su bianco una realtà amara: «che le persone di minore età hanno differenti opportunità e diritti – ha spiegato Arianna Saulini, di Save the Children e coordinatrice del Gruppo CRC –  a seconda di dove nascano e crescono. Si tratta di forte discriminazione su base regionale, che ha un forte impatto sulla vita dei bambini, e che rende indispensabile avviare una programmazione strategica in grado di investire con efficacia sull’infanzia e adolescenza».

«Con questo lavoro – ha aggiunto – le associazioni del Gruppo CRC intendono contribuire e stimolare un processo che porti ad una maggiore conoscenza e consapevolezza della condizioni dell’infanzia nei singoli territori, e conseguentemente superare le disparità che si fanno sempre più acute».

A farle eco, il presidente del Centro Comunitario AgapeMario Nasone che ha ribadito che è «importante e non più rinviabile, anche alla luce dei dati messi in evidenza dal Rapporto, un tavolo inter istituzionale aperto al terzo settore che possa lavorare ad un Piano regionale per l’infanzia e l’adolescenza».

Un Piano, che era già stato chiesto dalla Rete Associativa Con i Minori e le famiglie nel mese di luglio ai candidati alla presidenza della Regione Calabria, e che si rende necessario, sopratutto alla luce dei dati emersi dal Rapporto del CRC, dove in Calabria, nel 2019, sulla stima Istat sulla spesa dei Comuni per i servizi socio-educativi per la prima infanzia, «la spesa è stata di meno di 7 milioni (rispetto ai 1.215 milioni spesi in totale in Italia, quindi lo 0,56% del totale), che si traduce in una spesa pro capite (per ogni bambini sotto i tre anni residente nella regione) di soli 149 euro, la più bassa in Italia».

La pubblicazione, che affianca l’analisi nazionale sviluppata nel Rapporto annuale di monitoraggio, indica, per quanto riguarda i dati demografici, che in Calabria la popolazione minorile rappresenta il 15,9% della popolazione totale e a differenza della maggior parte delle regioni italiane che confermano una tendenza alla denatalità, l’area tematica Dati demografici fornisce per la Calabria la fotografia di un trend inverso, con un tasso di natalità (per mille abitanti) di 7,4, superiore dello 0,6 rispetto alla media nazionale.

Preoccupanti, i dati dedicati alla povertà materiale ed educativa: «In Calabria – si legge – quasi tutti gli indicatori di quest’ area sono ampiamenti superiori alla media nazionale: i minorenni in povertà relativa sono il 32,7% (quasi uno su tre, rispetto alla media nazionale del 20,4%); l’abitudine alla lettura di bambini e i ragazzi di 6-17 anni nel tempo libero è del 35,9%, quota inferiore di ben 16 punti rispetto alla media nazionale del 51,9%; la percentuale di ragazzi/e che nel tempo libero praticano sport è del 51,5%, inferiore di 8,3 punti rispetto alla media nazionale. Rispetto alla povertà educativa digitale la percentuale di famiglie che dispongono di internet è nella regione il 67,7% contro una media nazionale del 79%, mentre la percentuale di minori tra 6 e 17 anni che non utilizzano Internet è del 18,5%, superiore rispetto alla media nazionale del 15,7%».

«Le informazioni relative al numero delle persone di minore età – si legge nel Rapporto – che vivono fuori della propria famiglia di origine e che sono inserite in percorsi di affidamento familiare e in comunità di accoglienza, continuano ad essere non adeguati sia temporalmente (i dati disponibili si riferiscono al 2017), sia rispetto alle caratteristiche del percorso di accoglienza. In Calabria il tasso per mille residenti di 0-17 anni nelle comunità di accoglienza è di 1,1 (media nazionale 1,3), mentre il tasso per mille residenti di 0-17 anni (al netto dei msna) nell’affidamento familiare è di 1,2 (media nazionale 1,5). Rispetto alle persone di minore età con genitore detenuto la percentuale di colloqui con minori sul totale colloqui vede la Calabria con 35,9%, una delle percentuali più alte rispetto alle altre regioni e superiore alla media nazionale».

Maglia nera anche per quanto riguarda i posti nei  servizi socioeducativi per la prima infanzia: «per 100 bambini di 0-2 anni è di 10,9 ben 16 punti in meno rispetto alla media nazionale di 26,9, ed uno dei valori più bassi in tutta Italia».

«Tra i bambini iscritti alla scuola dell’infanzia – si legge – il 78,4% è iscritto alla scuola pubblica e il 21,5% alla scuola privata. La percentuale di bambini in sezioni antimeridiane (‹= 25 ore settimanali) è del 15,86%, rispetto ad una media nazionale del 10,53%. Gli anticipatari sono l’8,7%, superiori di ben 4,5 rispetto alla media nazionale. La percentuale di alunni della scuola primaria che usufruiscono del servizio mensa è del 24,6% decisamente inferiore rispetto alla media nazionale del 56,3%». 

Uno specifico approfondimento del Rapporto, poi, riguarda il diritto all’istruzione per gli alunni con disabilità e per gli alunni stranieri, nella consapevolezza che l’opportunità di frequentare ambienti educativi inclusivi faccia la differenza nei processi di integrazione. Nelle scuole statali calabresi la percentuale di alunni con cittadinanza non italiana presenti nelle scuole di tutti gli ordini è del 4,3%, molto più bassa rispetto alla media nazionale.

Le scuole statali e non statali con barriere fisiche non accessibili (A.S. 2018-2019), per 100 scuole sono 57,1, rispetto alla media del 47,1. Gli insegnanti per il sostegno selezionati dalle liste curriculari per regione (Anno scolastico 2018-2019. Valori per 100 insegnanti per il sostegno della stessa regione) si attestano al 16,1 in Calabria (contro una media nazionale di 35,6).

 Per quanto riguarda la Salute, purtroppo in Calabria «il tasso di mortalità infantile è del 3,95% rispetto alla media nazionale, che è del 2,88%», mentre la percentuale di bambini obesi e gravemente obesi «è del 15,7%, superiore di 6,3 punti rispetto alla media nazionale; il numero di parti cesarei sul totale dei parti rappresenta il 38% in Calabria contro una media nazionale del 31,7%. Infine rispetto alle vaccinazioni si evidenzia che la copertura Morbillo a 36 mesi (per 100 abitanti 2017, coorte di nascita 2016) è la più bassa d’Italia con solo il 78,7%».

Per quanto riguarda i dati relativi ai minorenni stranieri non accompagnati, «quelli presenti e censiti in Calabria sono 362 (Italia 7.802), con una tendenza in diminuzione rispetto al precedente rapporto regionale».

«Con riferimento alle persone di minore età in stato di detenzione o misure alternative – si legge – nei Servizi residenziali sono presenti 36 minorenni, il 2,7% rispetto al totale nazionale di 1.310. Per la prima volta quest’anno sono stati poi inseriti i dati forniti dal Ministero dell’Interno rispetto ai minori vittime di abuso e di maltrattamento per una serie di reati, che in mancanza di qualsiasi altra informazione relativa al fenomeno della violenza a danno di minori, abbiamo ritenuto importante includere, nella consapevolezza che forniscono solo uno sguardo parziale sul fenomeno: i reati per maltrattamento contro familiari e conviventi segnalati nel 2020 in Calabria sono 665, il 3% del totale nazionale (21.709)». (ams)