Il processo alle streghe di Luigi Greco Tavassi

di ARIEL SAMUEL LEVIN – Luigi Greco Tavassi, avvocato penalista e autore di numerose pubblicazioni, ha fornito un importante volume, Il processo alle streghe (Malleus maleficarum vs cautio criminalis). Il suo grande merito è stato quello di affrontare un tema difficile, che è stato peraltro spesso oggetto di discussioni superficiali, basandosi solidamente sui documenti.

L’autore utilizza come punto di riferimento, per l’inizio della propria ricerca, un testo celebre che ha avuto un’importanza basilare nell’inquietante vicenda dei processi alle streghe, il Malleus maleficarum (Il martello delle streghe). Esso fu redatto dai domenicani H.I. Kramer e J. Sprenger e con ogni probabilità venne pubblicato per la prima volta nel 1486. Due anni prima, appena dopo essere stato eletto al trono di Pietro, Innocenzo VIII li aveva nominati inquisitori delegati a combattere la stregoneria.

Il clima dell’epoca era quello di sospetto ossessivo, di timore che alcune dottrine o credenze potessero indebolire la fede e indurre la popolazione a venerare alcune divinità pagane. La circolazione del libri venne allora sottoposta a censura: ciò che era contrario ai principi della Chiesa doveva essere distrutto. Fu dunque nell’ambito di questa situazione generale che maturò la stagione più violenta e determinata della cosiddetta caccia alle streghe.

L’autore, dopo avere offerto un’introduzione generale alla vicenda che ebbe come protagonisti H.I. Kramer e J. Sprenger, nella seconda parte del libro focalizza la propria attenzione sul contenuto della sezione procedurale e giuridica del Malleus maleficarum, che consta di ben trentacinque punti. Con la sua competenza di esperto di diritto Luigi Greco Tavassi presenta con chiarezza il tipo di accuse per cui si poteva venire incriminati, la procedura giudiziaria che doveva essere seguita e l’eventuale pena da infliggere al reo riconosciuto.

Il terzo capitolo del libro ci fa ritornare indietro nel tempo, offrendo un esame di alcuni documenti di grande importanza che descrivono quale fosse stata la procedura prevista nei confronti degli eretici da parte dell’inquisizione nell’età medievale. Viene così verificato che potevano essere impiegate le minacce – tra cui quella particolarmente terribile del rogo – l’imprigionamento preventivo e la tortura, in modo da costringere l’imputato a confessare. Le pene che venivano normalmente comminate erano estreme. Come sottolinea opportunamente il Greco Tavassi, a quell’epoca non esisteva ancora la possibilità per un imputato di avvalersi di un’assistenza legale.

Nella quarta parte del libro giungiamo al cuore della tematica: le streghe. Il Malleus maleficarumesaltò la centralità della donna assegnando ad essa un ruolo fondamentale nella particolare inclinazione alla stregoneria” (107). Tutta la vicenda prendeva le mosse da una serie di dicerie e di superstizioni, in una parola era frutto dell’ignoranza. Nel 1699 un vescovo polacco mise in luce il fatto che gli inquisitori riuscissero a estorcere confessioni di colpe in realtà inesistenti, prostrando l’imputato con la tortura. Si vociferava di sabba ovvero di donne che volavano a cavallo di scope, di cerimonie sataniche orrende a cui partecipava un animale che rappresentava il demonio.

È merito dell’autore avere evidenziato che, se da un lato, nella maggioranza dei casi, le donne che venivano sospettate non erano nel fiore degli anni, ma anzi abbastanza vecchie, dall’altro invece, alcuni dipinti  hanno rappresentato delle streghe giovani e abbastanza avvenenti.

Nel capitolo V del libro, torniamo indietro nel tempo, a un esame di un più antico testo, peraltro assai interessante: il manuale dell’inquisitore Bernardo Gui, la cui attività s’incentrò sull’individuazione e sull’incriminazione di alcuni gruppi di eretici. In questo caso l’interesse dello studioso non riguarda solo le modalità della procedura giudiziaria, ma anche la descrizione delle credenze che venivano attribuite ai membri di questi gruppi.

Nel capitolo VI, invece, ritorniamo al sedicesimo secolo e all’inizio del successivo, con un esame di alcune opere straordinariamente interessanti, quei manuali di stregoneria in cui gli autori cercarono di individuare vari elementi del fenomeno, compiendo per così dire una sua sistematizzazione. Questi autori trattarono dalla questione da varie angolature, peraltro complementari, e compilarono dei manuali che avevano lo scopo di dimostrare la falsità della magia, aggiungendo alcune valutazioni sul tipo di testimonianze che era lecito prendere in esame allo scopo di incriminare una strega o un eretico, e così via. La gran parte di questi scrittori furono essi stessi degli inquisitori.

Non mancarono altri che invece, coraggiosamente, nelle proprie opere denunciarono l’atteggiamento repressivo e violento dei metodi inquisitori. Scrittori come Friedrich Von Spee non hanno, solo per noi, il merito di illustrarci il livello di ferocia e di irrazionalità che contraddistingueva le azioni dei persecutori, ma – e lo vediamo bene nella sua famosa Cautio Criminalis riflettevano acutamente sulle eventuali colpe che venivano commesse e sui principi che avrebbero dovuto regolare in modo equo le procedure giudiziarie.

I capitoli successivi del libro in esame, infine, sono ricchissimi e documentano eventi e processi di stregoneria o contro gli eretici che ebbero luogo in realtà diverse: anche in queste pagine l’autore rimane fermo nella propria solida impostazione metodologica, che contraddistingue tutta l’opera e che, come si è detto, è basata su di un esame ravvicinato delle fonti documentarie, ma risulta anche ulteriormente arricchita dall’apparato iconografico che la correda. (asl)

IL PROCESSO ALLE STREGHE
di Luigi Greco Tavassi
Herald Editore

L’autore, avvocato penalista, è nato a Crotone e vive e lavora a Roma. È specializzato in Diritto Penale e Criminologia. Ha pubblicato numerosi saggi storici e giuridici, tra cui nel 2005 La vendita di bambini, la prostituzione e la pronografia minorile (Legge 11 marzo 2002 n. 46, edito da CE.DI.S.

[Il Prof. Ariel Samuel Lewin è Ordinario di Storia Romana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Università degli Studi della Basilicata, Settore scientifico disciplinare L-ANT 03 (Storia Romana)].