L’OPINIONE / Alberto Porcelli: Riconvertire area ex Liquichimica di Saline per produrre idrogeno verde

di ALBERTO PORCELLI Mi sono sempre domandato e non è da poco, avendo i capelli bianchi, credendo come me tanta altra gente, perché alle nostre latitudini non si può   parlare di grandi progetti, ma ci si deve limitare ai soliti pannolini caldi.

Noi assomigliamo molto a coloro che sostano fuori dai grandi magazzini con la mano tesa, e sono felici e contenti non appena ricevono qualche soldo, perché ritengono di aver risolto molti dei loro problemi. Mai idee e progetti tali da poter volare alto e dare sviluppo al territorio, diminuire la disoccupazione, frenare l’emigrazione che non interessa solo i giovani ma coinvolge anche i genitori che sempre più spesso vendono l’abitazione e si trasferiscono al Nord dove sperano di acquistare una mini abitazione per stare vicino ai figli e dare loro una mano. Pertanto i territori si spopolano non solo di giovani ma anche di anziani. 

  Quelli che a noi appaiono grandi progetti, non sono poi tali e se li analizzano attentamente basta mettere le carte al punto giusto per capire che essi rappresentano la normalità dal Tevere in sopra tanto da essere realizzati senza alcuna preoccupazione.

Entriamo nel merito. Il nostro futuro è già da oggi nelle “mani” dell’Idrogeno verde che rappresenterà il 100% dell’energia rinnovabile, ma noi non siamo in grado di pensare che sul nostro territorio esistono già due grandi strutture che per insipienza, mancanza di idee, paura di assumere decisioni e quanto altro, sono abbandonate a sé stesse e lasciate lì a deteriorarsi ed invecchiare lentamente che potrebbero dare molto sviluppo con la loro ristrutturazione 

Un minimo di lungimiranza ed arguzia, mista a coraggio, consentirebbe di poter prendere due piccioni con una sola fava se si pensa ad uno sviluppo sostenibile che sappia coniugare le caratteristiche del territorio con le nuove frontiere della produzione energetiche. I più certamente ricorderanno che si era parlato di trasferire la prestigiosa e produttiva industria di treni Hitachi dal centro di Reggio Calabria, dove lo stabilimento e relativa corte occupano una superficie di appena 44.000 mq. con quattro linee di produzione, a Saline dove la grande struttura delle Officine Grandi Riparazione di Saline – ceduta all’Hitachi, offre circa 470.000mq. di superficie e circa 30.000 di costruito.

L’Hitachi che è stata sempre innovativa, con siffatta estensione potrebbe potuto realizzare quattro ulteriori linee di produzione, ed implementarsi con altri prodotti, servendosi della linea ferrata che passa   accanto ed avrebbe certamente triplicato le attuali unità lavorative.   

Le autorità politiche quali Governo, Regione ed Enti Locali avrebbero dovuto costruire ponti d’oro, affinché ciò potesse avvenire, mentre tutto è avvolto da un’assordante silenzio e qualcuno si spinge persino a proporre di chiudere l’aeroporto per dare maggiore spazio all’Hitachi nella sua odierna sede. 

Cioè mentre prima esistevano due aziende con questa proposta assurda si ridurrebbe solo ad una. Ma ecco l’idea. Perché non si sponsorizza la riconversione dell’area della ex Liquichimica di Saline per produrre Idrogeno verde, visto anche l’interesse dimostrato dalla società Svizzera proprietaria?

Quale migliore occasione, quella di poter offrire alle Officine Grandi Riparazioni ed alla Hitachi l’Idrogeno utilizzato per movimentare i treni del futuro? 

Non ci vuole molto per comprendere che questa idea potrebbe dare soluzione anche agli atavici problemi del nostro aeroporto che potrebbe spostare l’aerostazione negli odierni stabilimenti Hitachi, posti a ridosso della linea ferroviaria e vicino al mare dove poter realizzare un attracco per mezzi veloci. 

A ben pensarci i piccioni da catturare sono tre a fronte di una sola fava, e cioè Nuova ex  Liquichimica con ristrutturazione del porto. Nuova Hitachi presso le OGR e nuovo Tito Minniti con lo sviluppo prevedibile. (ap)

Fim, Fiom.Uilm Hitachi RC: Occhiuto venga a far visita al nostro stabilimento

Le organizzazioni sindacati Fim CislFiom Cgil, e Uil Hitachi Reggio Calabria, hanno invitato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, a fare visita allo stabilimento Hitachi.

«Saremmo, pertanto – si legge – lieti di far conoscere al presidente Occhiuto una realtà all’avanguardia  che produce treni ad alta tecnologia come i treni di Ferrovie Nord Milano, (attualmente in  produzione con altre commesse estere), e che produrrà ancora una volta metropolitane per  la regione Lombardia, con i nuovi convogli destinati alla linea M1, dopo aver già prodotto,  negli anni Metro Brescia, Meneghino, Milano Linea 5, la bellissima Expo “Leonardo” e la  recentissima Milano linea 4».

«Mai come quest’anno, le scriventi organizzazioni sindacali – continua la nota – sentono il dovere di trasmettere,  attraverso questo comunicato, un particolare ringraziamento a tutte le lavoratrici, ed i  lavoratori che in questo ultimo anno, hanno contribuito, grazie principalmente ad  un’azienda solida e lungimirante come Hitachi, al raggiungimento di traguardi importanti, seppur il momento storico che il mondo sta attraversando, non ha fatto sconti  a nessuno».  

«Molte sono state “le piccole e medie imprese”, costrette a chiudere a causa dei rincari – spiega la nota – che  hanno gravato in maniera pesantissima sui bilanci delle singole realtà. Anche grosse  aziende hanno subito il contraccolpo, considerato anche il periodo pandemico del  precedente anno che aveva già inciso in maniera negativa su tutti i settori». 

«L’attuale conflitto tra Russa ed Ucraina ha ulteriormente acutizzato la situazione – continua ancora la nota – esponendo tutti a rischi economi e non solo, a volte anche con speculazioni  ingiustificate, ma grazie ad Hitachi si è garantita una continuità che in molte altre realtà  non è stato possibile, salvaguardando così non solo l’industria in sé, ma soprattutto noi e  le nostre famiglie». 

«Il sito reggino con le proprie competenze – si legge ancora – ha dimostrato di essere all’altezza nell’affrontate tutte ciò che gli venisse posto come obiettivo, riuscendo, sia a livello nazionale che  internazionale, ad accreditarsi come sito d’eccellenza. Eccellenza la nostra, alla stessa stregua di altre che, in tutta la Regione Calabria, ci rendono  orgogliosi di appartenere a questa terra».  

«Ultimante, molte testate giornalistiche hanno riportato le dichiarazioni del presidente della  Regione Calabria, Roberto Occhiuto in riferimento a tutte le opportunità che il nostro  territorio offre e le politiche di attrazione degli investimenti che la Regione mette a  disposizione di coloro che decidono di venire a fare impresa in Calabria». Da qui la richiesta di una visita da parte del Governatore. (rrc)

Il sindaco f.f. Brunetti incontra il vicepresidente della Camera Rosato allo stabilimento Hitachi di Reggio

Importante visita, allo Stabilimento Hitachi di Reggio Calabria, è stato fatto dal vicepresidente della Camera dei Deputati, Ettore Rosato.

A Torre Lupo, ad accompagnare il vicepresidente di Montecitorio, c’erano il sindaco facente funzioni, Paolo Brunetti, l’assessora alle Attività produttive, Angela Martino, ed i consiglieri metropolitano e comunale, Giovanni Latella e Giuseppe Cuzzocrea.

«L’occasione – ha spiegato il sindaco Brunetti – è stata utile per visitare i nuovi spazi allestiti ed  organizzati dalla multinazionale giapponese all’interno dello stabilimento cittadino. Il management Hitachi, al quale va la mia personale gratitudine e quella dell’intera amministrazione per il grande lavoro che sta svolgendo sul territorio, ancora una volta ha dato ampia dimostrazione di credere nella nostra realtà produttiva continuando ad investire  nella crescita di una delle migliori industrie del Mezzogiorno d’Italia».

«Di questo e di molto altro ancora – ha aggiunto l’inquilino di Palazzo San Giorgio – ha preso visione il vicepresidente Rosato, tanto da avere avuto parole di elogio non solo per una realtà fondamentale all’intero del tessuto economico e sociale reggino, ma soprattutto per l’alta professionalità dimostrata dai lavoratori».

«Oggi – ha concluso Brunetti – siamo stati lieti d’aver accolto il vicepresidente della Camera dei Deputati, l’on. Ettore Rosato, che ha manifestato sensibilità e  attenzione nei confronti della nostra città. In questi modo, lo Stato riafferma la propria presenza a Reggio in un momento storico particolarmente complesso e delicato. Un ringraziamento va, dunque, riservato al vicepresidente Rosato col quale l’amministrazione ha aperto un costruttivo canale di dialogo. Se ascoltata, infatti, Reggio Calabria può rappresentare un’importante opportunità per il Sud e per l’intero Paese». (rrc)

Hitachi a Saline Joniche e nuovo aeroporto di Reggio: uno studio (trascurato) del 2019

Il commercialista reggino Alberto Porcelli ha scritto a Calabria.Live una cortese lettera allegando un ritaglio di stampa di agosto 2019, a proposito del progetto Agàpi di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi.

«Leggo con molto interesse, sul suo giornale – scrive il dr Porcelli , quanto l’università di Reggio sta portando avanti. Lungi da me di fare polemica o non accettare quanto proposto, essendo un modesto artigiano Dottore Commercialista, ma mi creda sarei felicissimo e altrettanto contento che potessimo superare tutte le difficoltà che nascono quando si è a quasi 2.000 km dall’ Europa e lontani dalle filiere che necessitano per completare una opera.
Nell’articolo allegato si legge quello che ho sempre portato avanti da circa 15 anni dopo un attento studio del settore. Lo spostamento  dell’Hitachi certamente non creerà 400 nuovi posti di lavoro, ma almeno 100 li dovrebbe assumere perché passa da 47 mila  mq. attuali a circa 547.000 mq., dove andrebbe ad avere, se vuole otto/dieci linee di produzione e sviluppo di ogni e qualsiasi prodotto delle innumerevoli attività.
Ma non solo. Si svilupperà il porto di Saline , mettendo in condizioni di trasportare i treni direttamente da Saline.
Caro Direttore, ma lei sa dove porta per tastare i treni l’Hitachi? In Cecoslovacchia , quando con la linea ferrata sotto casa potrebbe farlo qui.
Non è finita caro Direttore.
Più importante ancora sarà la nuova collocazione dell’ aerostazione che permetterà di avere un aeroporto baricentro del Mediterraneo e di grande interesse per una grandissima comunità come quella di Messina e delle Isole Eolie,   che se si prospetta reali comodità certamente si serviranno del Tito Minniti.
Oggi l’attuale aerostazione la puoi fare di oro ma non incrementerà i passeggeri e né i voli.
Certamente pensare che sia perfetto, sarei un illuso. Diamo spazio agli esperti ad un tavolo di lavoro».
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«Il dr Alberto Porcelli – si legge nel servizio di StrettoWeb –, supportato da altri amici che hanno molto a cuore le sorti della città, ha riproposto ad un gruppo numeroso di attenti rotariani, una vecchia idea progettuale che da tempo era in elaborazione pensando alle possibilità di sviluppo futuro ed al rilancio in grande sia dell’Hitachi che del contiguo Aeroporto.«L’ipotesi progettuale così come  condivisa dall’ing. Filippo Maltese, e virtualmente realizzata assieme all’arch. Luciano Zingale è stata illustrata ai presenti dal dott. Alberto Porcelli, originario fautore e strenuo sostenitore dell’idea il quale, sempre più convinto sia della fattibilità che della utilità allo sviluppo della città, ha enumerato tutti gli aspetti positivi che a suo giudizio dovrebbero indurre i politici lungimiranti, che hanno a cuore lo sorti della città, di sposare in toto l’idea All’incontro fra gli altri era presente anche  il prof. Michele Buonsanti, pilota ed istruttore di sicurezza del volo presso A.M. ed AECI, oltre che componente ENAC Flight Safety ed in atto Presidente della commissione sicurezza volo AECI/ENAC per il volo turistico e VdS, il quale, nel suo apprezzato e competente intervento ha segnalato alcune delle criticità dell’attuale scalo sia in tema di sicurezza che di atterraggio e decollo degli aeromobili, manifestando un vivo interesse per l’iniziativa, invitando i promotori affinché vengano coordinate le operazioni a medio e lungo termine con quelle a breve che, se istituite male affosserebbero ancora di più il già carente “Tito Minniti”, definendo altresì l’idea molto interessante e che finalmente si parli in grande.

«Consapevoli di tale complessa situazione da tempo era stato predisposto uno studio di fattibilità e l’idea è stata sempre accolta favorevolmente da quanti ne sono venuti a conoscenza, mentre le istituzioni, più volte interessate, non sempre hanno dimostrato la dovuta  attenzione al problema lasciando che tutto continuasse a muoversi nel consueto solco tracciato ormai da lungo tempo. I fautori dell’idea progettuale sono sempre stati e oggi lo sono ancor di più, fermamente convinti che le Officine ex OMECA, oggi Hitachi, in questo particolare momento di evidente successo, non debbano essere compresse, limitate o condizionate, ma al contrario devono guardare molto lontano e pensare ad ampliamenti degli stabilimenti produttivi non condizionati o limitati, ma invece liberi di potersi sviluppare nell’area circostante dando contestuale incremento ad un indotto certamente utile all’economia locale. Ed in questo momento alla gloriosa azienda non è possibile. E proprio in questa ottica, e pensando in grande, si è ipotizzato l’acquisto da parte della Città Metropolitana o di altri enti pubblici locali disponibili all’acquisto (come avvenuto in passato per la sede dell’ex compartimento FFSS), dello stabilimento Grandi Officine di Saline, messo in vendita dalle FFSS da circa 10 anni ma senza alcun successo, e ciò al fine di poterlo  offrire gratuitamente all’Hitachi per il suo trasferimento in quel sito, in cambio del rilascio dell’odierna, compressa ed asfittica sede di Torre Lupo, non disdegnando eventuali benefit giustificati dalla notevole ricaduta che avrebbe sul territorio questa sorta di permuta».

Naturalmente ciò non penalizzerebbe in alcun modo le maestranze Hitachi in quanto le stesse potrebbero continuare a raggiungere l’area di parcheggio di Torre Lupo, da dove un apposito trenino li porterebbe in poco tempo a Saline Joniche, e viceversa, senza assoggettarsi al traffico giornaliero della SS106. Questa iniziativa, se accolta, consentirebbe alla società non di ristrutturare un sito privo di qualsiasi possibilità di ampliamento e di sviluppo futuro, ma di attrezzare una nuova sede secondo standard di ultimissima generazione, tali da consentire nel breve periodo un rilancio in grande della produzione, utilizzando ai fini della spedizione non più il lontano porto di Gioia Tauro ma il vicino porto di Saline, che per tale fine potrebbe essere rivitalizzato ed adeguatamente attrezzato, servendosi altresì dell’esistente  raccordo ferroviario, non dimenticando il notevole incremento delle unità lavorative. Nel contempo la vecchia sede di Torre Lupo, ceduta alla città Metropolitana, potrà essere riconvertita in Aerostazione, magari con l’impiego di finanziamenti che certamente i nostri politici riusciranno ad ottenere, ottenendo così l’incommensurabile vantaggio di poter disporre di una stazione ferroviaria quasi all’interno della stessa aerostazione, che costituirebbe un’esclusiva nel panorama aeroportuale.

La nuova aerostazione, a differenza di quella esistente, potrebbe godere ancora di un accesso diretto automobilistico dalla Superstrada attraverso le aste poste all’interno del torrente Sant’Agata, in gran parte realizzate e potrebbe disporre di un parcheggio a più piani, dieci volte più grande di quello attuale, attestato oltre che sul torrente anche sul viale Aldo Moro da dove si avrebbe un ulteriore accesso da e per la città. Parimenti si potrebbe creare un approdo dal mare per i mezzi navali diretti provenienti da Messina o da Taormina o dalle isole Eolie, da collocare in zona protetta, cioè nella parte terminale del torrente S. Agata dove potrebbe essere creato un porto canale che risentirebbe solo in minima parte degli effetti del mare aperto, con approdo posto quasi all’interno dell’area aeroportuale. I nuovi locali dell’aerostazione, opportunamente adeguati alla legge vigente sismica, senza impedimenti derivanti dalla presenza di viaggiatori, nel complesso consentirebbero un maggiore e più agevole sviluppo sia dei servizi aeroportuali che delle attività commerciali, mentre aumenterebbero notevolmente le aree di sosta per gli aeromobili in transito, i quali in fase di atterraggio, una volta raggiunto il fine corsa, non avrebbero più la necessità di ritornare a metà pista per lo sbarco dei passeggeri ma potrebbero raggiungere la nuova e più ampia area di sbarco allocata tra le due piste esistenti.

Tutto questo in un’ottica lungimirante e di grande respiro, pensando ad un aeroporto moderno il quale godrebbe del vantaggio incommensurabile e cioè di poter essere raggiunto facilmente e senza pericolo di ritardi per traffico stradale, utilizzando il treno proveniente sia dalla Tirrenica, sia dalla Jonica che in poco tempo porterebbe i passeggeri all’interno dell’aerostazione. Senza tralasciare che dopo il trasferimento nei nuovi locali, l’attuale edificio di via Ravagnese, oggi difficilmente raggiungibile, potrebbe essere riconvertita, in Albergo, in un Centro Commerciale, in un Centro Congressi, e essere destinato altresì, anche ad ospitare attività connesse al futuro trasporto aereo delle merci. È di tutta evidenza che la programmazione non deve guardare solo al breve periodo ma piuttosto al medio e lungo termine e ciò al fine di non precludere alcuna possibilità di sviluppo all’aeroporto, che al contrario rimarrebbe, a parere di molti, affossato ancora per molti decenni».

L’ipotesi progettuale prospettata dal dr Porcelli – presentata nell’agosto 2019 in un dibattito al Rotary Club che ha visto la partecipazione anche del dr Giuseppe Franco, del prof. Giuseppe Bombino, del dr Giuseppe Bova, del prof. Corrado Trombetta, del dr Riccardo Santacroce, del dr Francesco Fragomeni e del prof. Alfredo Focà, – non ha avuto, a quanto pare, successivi riscontri nonostante fosse stato chiarito che non sarebbe stato condizionato di molto il progetto presentato dalla SACAL e dall’on. Cannizzaro, in quanto molto degli interventi non andavano a interferire con la proposta, fatta eccezione per l’intervento sull’aerostazione che avrebbe dovuto essere sospeso e rimodulato per la riqualificazione ed adeguamento dell’ex officina OMECA, da operare in piena libertà, cioè senza la contemporanea presenza di passeggeri o altro personale, in un’ottica di grande respiro finalizzata ad ottenere risultati molto più ottimali e redditizi con la medesima spesa.

Se si considera che gli interventi di manutenzione per 25 milioni annunciati ad agosto 2019 dall’allora presidente Sacal Arturo De Felice e dall’on. Francesco Cannizzaro, ancora non hanno visto avvitare o svitare un bullone e, nell’ottica dell’entusiasmo mostrato dal sindaco Giuseppe Falcomatà sul progetto Agàpi, forse sarebbe il caso di riconsiderare il progetto del dr Porcelli. Ma l’impegno appassionato dei privati che vogliono il bene di Reggio non trova, generalmente, accoglienza presso l’Amministrazione Comunale e Metropolitana. Non sarebbe opportuno aprire un tavolo di discussione con la città? (s) 

I NUOVI TRENI DI MILANO LI FARÀ L’HITACHI DI REGGIO

16 luglio – Nuova importante commessa per l’Hitachi di Reggio, che ha firmato un contratto da 87 milioni di euro per la realizzazione di 12 nuovi treni “Leonardo” destinati alla Linea 2 della Metro di Milano. La consegna dei nuovi treni è prevista per l’autunno 2019
«È il segno – ha commentato il sindaco Giuseppe Falcomatà – di come il comparto produttivo presente presso l’azienda, insediatasi a Reggio quasi tre anni fa, quando in tanti lasciavano trasparire timori e incertezze, sia in piena espansione, grazie sopratutto alle straordinarie competenze e professionalità del management e delle maestranze, per la stragrande maggioranza reggine, che vi operano all’interno».

Hitachi_Milano
Per il sindaco, la nuova commessa è una notizia più che positiva, sottolinenando che da «Da reggino, oltre che da Sindaco, affermo con convinzione che dobbiamo essere fieri di questa realtà industriale, che, da fiore all’occhiello della città, porta alto il nome della Reggio positiva in Italia e nel mondo. Non è un caso che due anni fa la comunità di Hitachi sia stata insignita del San Giorgio d’Oro, massima benemerenza cittadina. Credo sia anche questo un segno di come la Città sia attenta e partecipe nei successi di questa realtà d’eccellenza che, attraverso il suo lavoro, valorizza le competenze e le professionalità presenti sul nostro territorio».
«Il nostro auspicio – ha concluso il sindaco – è che nell’ottica del generale programma di rilancio del comparto dei trasporti nell’area dello Stretto e nel contesto metropolitano, attraverso gli importanti investimenti programmati in questi anni grazie alle fonti di finanziamento europee e ministeriali che abbiamo attivato, si possa presto arrivare a realizzare queste tecnologie d’avanguardia per destinarle al nostro territorio. Sarebbe questa la vittoria più importante per la nostra Città». (rrc)