La pagina del Vangelo di questa III Domenica del Tempo ordinario presenta ancora un racconto di vocazione su cui ciascuno può comprendere la chiamata di Gesù e dare significato alla sua personale risposta.
Dopo l’arresto di Giovanni Battista, Gesù percorre molte strade, sale sulla barca dei suoi discepoli, si ferma ad ammaestrare le folle in riva al mare di Galilea ripetendo l’annuncio di salvezza per tutti: “Il tempo è compiuto, il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”.
Il Regno di Dio è la vicinanza di Dio, è Gesù che lo incarna con la sua parola e i suoi gesti terapeutici. Il Regno di Dio è la salvezza che non esclude nessuno: Gesù dice di convertirsi, di ritornare a Dio, e di credere fidandosi della bella notizia che il Salvatore atteso è presente.
La bella notizia, il Vangelo di Gesù, è il lieto annuncio rivolto anche a noi tutti: come reagiamo? Apriamo il nostro cuore a Gesù e alla sua salvezza? Oppure ci affidiamo ad altri maestri che ci illudono attraendoci con miraggi di felicità e di benessere? Ci costruiamo idoli che non parlano ma che ci assicurano salute, ricchezza e potere?
Mentre percorre le rive del mare di Galilea, Gesù rivela a ciascuno la propria identità: vede Simone e suo fratello Andrea mentre, da pescatori quali erano, gettano le reti in mare e dice loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini. E subito lasciarono le reti e lo seguirono”.
Essere cristiani è proprio mettersi alla sequela di Gesù, consapevoli delle proprie fragilità. Come Andrea e Simone, anche Giacomo figlio di Zebedeo e Giovanni suo fratello, lasciarono tutto, anche il loro padre, per seguire Gesù, ma nell’ora della passione fuggirono tutti, lasciando solo Gesù. (cfr. Mc 14, 50).
La sequela di Gesù richiede vigilanza costante, tanto è debole e fragile. Nessuno di noi ha di che vantarsi. Dobbiamo soltanto invocare la Misericordia di Dio e ringraziare perché in Gesù continuiamo a vivere la bellezza affascinante della sua chiamata.
Secondo il priore della Comunità monastica di Bose, Luciano Manicardi, «la vocazione cristiana è un evento spirituale che “accade” nell’incontro tra la radicalità delle esigenze evangeliche e una persona nella sua libertà e verità personali. Alla Chiesa e alla sua predicazione il compito di farsi eco e testimone credibile delle esigenze del “Vangelo di Dio” (Mc 1,14)».
«In questa Domenica della Parola di Dio, istituita da Papa Francesco con la Lettera in forma di motu proprio Aperuit illis del 30 settembre 2019 e che celebriamo quindi nel secondo anno, vogliamo chiedere alla Sacra Scrittura le parole per esprimere la sofferenza di questi tempi ma soprattutto la speranza fondata sulla fede nel Risorto. È infatti la speranza che non delude (Rm 5,5)». (cfr. Mons. Stefano Russo, Segretario CEI, introduzione al Sussidio per la Celebrazione della Domenica della Parola di Dio).
Buona Domenica.
✠ Francesco Savino
testi biblici (Gio 3,1-5.10; Sal 24; 1 Cor 7,29-31; Mc 1,14-20)