“Terra viva ascolta” incontra le aziende agricole di Lamezia Terme e Rocca di Neto

Ha fatto tappa a Lamezia Terme e a Rocca di Neto “Terra viva ascolta”, campagna promossa per confrontarsi con le aziende associate sulle problematiche e opportunità nel settore agricolo.

Gli incontri si sono svolti alla presenza del presidente nazionale Claudio Risso e del presidente regionale Francesco Fortunato.

Ampia la partecipazione, con aziende, dirigenti ed operatori della Fai Cisl e Terra viva regionali e dei territori, ma anche rappresentanti delle istituzioni, tra cui il sindaco di Rocca di Neto, Alfonso Dattolo, e il presidente del consiglio comunale Franco Pugliano.

Ad apertura delle iniziative, il presidente di Terra viva Calabria Francesco Fortunato ha dichiarato: «Le numerose e corpose manifestazioni degli agricoltori che in questo ultimo periodo hanno interessato anche il settore agricolo calabrese, meritano risposte immediate ed interventi urgenti. La difficoltà, soprattutto per le medie e piccole imprese agricole di accedere a credito e finanziamenti, il caro gasolio, il difficile inserimento dei giovani nel mercato del lavoro agricolo, la siccità, gli incedi e i fenomeni atmosferici dovuti al cambiamento climatico, i cinghiali che devastano le coltivazioni, la concorrenza sleale cui sono sottoposte le aziende agricole della nostra regione, hanno bisogno di misure e correttivi da predisporre in fase di programmazione».

«La costante crescita dell’export delle produzioni agroalimentari calabresi – ha continuato – dimostra però che abbiamo davanti tante opportunità, ma occorre esercitare un ruolo più incisivo, dare una vera progettualità e protagonismo ad enti regionali come Arcea e al Consorzio Unico della Calabria, valorizzando eccellenze, vocazioni territoriali, patrimonio agroalimentare e buona imprenditoria agricola, anche giovanile, tradizione e innovazione, di una normativa più adatta a carpire risorse europee, nazionali e regionali».

Il presidente nazionale Claudio Risso ha invece sottolineato come sia necessario valorizzare le produzioni accorciando le filiere. «Occorre coniugare un’agricoltura sostenibile – ha dichiarato Risso – che abbia la capacità di produrre reddito e contrastare invece quelle pratiche speculative che stanno danneggiando gli agricoltori. Come Terra Viva stiamo promuovendo in questo senso la campagna “Buono, Giusto, Equo”, principi etici ma anche economici per ribadire che occorre una giusta remunerazione degli attori della filiera».

«Con “Terra viva Ascolta” vogliamo confrontarci con chi protesta e rilanciare le nostre proposte – continua Risso – Non possiamo però affossare i principi della Pac, specie sulla sostenibilità ambientale, bisogna invece puntare ad una revisione di medio periodo con correttivi, anche a livello regionale per specificità e diversità, più attenta a realtà e tessuto produttivo dei territori. Servono, a nostro avviso, accordi di filiera integrata, capaci di coniugare qualità delle produzioni, giusto reddito per i produttori, rispetto delle leggi e dei contratti, incentivare l’occupazione».

Tanti gli interventi anche degli agricoltori, che hanno evidenziato le criticità e difficoltà di condurre un’impresa agricola in Calabria, sull’urgenza di ridurre una burocrazia che blocca lo sviluppo dell’imprenditoria, ma anche aspetti legati alla diffusione di malattie infettive che colpiscono allevamenti e colture e la presenza sempre più forte di cinghiali. (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – “La radice latina della lingua italiana” all’istituto comprensivo Gatti

L’istituto comprensivo “S. Gatti” è stato organizzato un corso pomeridiano dal titolo “La radice latina della lingua italiana” destinato agli alunni della classe III della scuola secondaria di I grado di Pianopoli, per ampliare l’offerta formativa, favorire la continuità verticale e potenziare le attività di orientamento.

Il corso ha permesso agli studenti di comprendere l’origine della lingua italiana; analizzare la struttura morfosintattica della lingua latina a partire dalle conoscenze di analisi logica; riflettere sulle analogie e sulle differenze tra le due lingue; arricchire il lessico.

Le attività proposte, svolte anche con la metodologia del cooperative learning e con l’utilizzo di risorse digitali, hanno puntato a creare un’atmosfera di collaborazione e di scambio, per suscitare quella “libera curiositas” utile a far nascere un interesse autentico per laradice della nostra lingua.

Il potenziamento delle conoscenze e l’accrescimento della consapevolezza del percorso di studi da intraprendere contribuiscono a prevenire il rischio di dispersione scolastica, che è una delle finalità perseguite dall’istituto, grazie al lavoro dei docenti e con la guida del dirigente scolastico, prof.ssa Daniela Quattrone.

Così al termine del corso, tenuto dalla prof.ssa Gabriella Catroppa, insegnante di italiano, storia e geografia nella scuola secondaria di Pianopoli, concluso a fine gennaio, è stato augurato agli studenti di proseguire con successo il percorso di studi negli anni futuri, con un auspicio… ad maiora! (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Trame sostiene l’associazione Porcinai per salvare il villaggio di Nicotera

La Fondazione Trame Ets a sostegno dell’associazione Porcinai per salvare il Villaggio Gioia del Tirreno di Nicotera Marina.

«In queste ore – è scritto in una nota – l’associazione Pietro Porcinai sta facendo appello al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e alle Soprintendenze con una lettera in cui si esprime preoccupazione per le sorti di un bene, quello del Villaggio Gioia del Tirreno, sottoposto a tutela negli anni passati rischiando di essere svenduto e di finire in mani per niente affidabili, ricordando che già un anno fa veniva segnalata al Ministero l’urgenza di adempiere agli obblighi di tutela previsti».

L’appello ha raccolto l’adesione della Fondazione Trame e quella di altre organizzazioni e associazioni sul territorio, come “Libera Calabria”, “DaSud”, “Legambiente Calabria”, “Arci”, “Avviso pubblico”, “Rete delle culture”, “Libera”, “Slow food aps”.

«Le scriviamo per esprimere la nostra preoccupazione e il nostro allarme per le sorti di un bene sottoposto a tutela dal suo Ministero negli anni passati e che rischia al contempo di essere svenduto e finire in mani per niente affidabili – recita l’appello – Abbiamo appreso infatti nei giorni scorsi, tramite gli annunci economici, che il Fondo Hospitality & Leisure segnala l’intenzione di avviare la procedura di vendita del complesso immobiliare turistico in Nicotera (Vv) alla frazione Marina, noto come ex “Villaggio Gioia del Tirreno” ed ex villaggio Valtur, assegnando il prezzo base di appena 1.282.500 euro e scadenza per le offerte il prossimo 4 marzo. Parliamo di un villaggio turistico con 1200 posti letto e che contava negli anni di attività più di 500 dipendenti, inaugurato nel 1971, situato in uno dei tratti più belli della costa tirrenica calabrese, e chiuso da oltre dieci anni».

E ancora: «Purtroppo, ad oggi, mentre non abbiamo avuto ancora alcun riscontro dagli Uffici del suo dicastero su quanto segnalato e richiesto a suo tempo, la situazione rischia di precipitare e compromettersi definitivamente nelle prossime settimane a seguito dell’alienazione del bene. Nell’avviso della messa in vendita si ricorda la possibilità del diritto di prelazione da parte della Pubblica amministrazione proprio in virtù della dichiarazione di interesse culturale che dovrebbe tutelarlo e che con la presente la invitiamo ad esercitare. Non è quindi il momento di indugiare e assistere inerti al degrado e alle possibili manovre dettate da interessi di natura criminale. È il momento di prendere piena consapevolezza dei pericoli che la vicenda ex Valtur segnala per la tutela di diritti costituzionali fondamentali: la difesa del patrimonio naturale e culturale e la piena libertà di goderne grazie a un sistema economico sano e sostenibile».

«A supporto di questa sollecitazione – conclude l’appello – intendiamo fornire un contributo costruttivo che potrebbe costituire un riferimento per eventuali interventi nel rispetto del bene, facendo presente che il gruppo di lavoro dell’associazione Pietro Porcinai ha collaborato con la Sovrintendenza e il segretariato regionale del MiC per la Calabria e l’allora direttore Salvatore Patamia alla redazione di un “Documento preliminare di indirizzo per sostenere un percorso di riqualificazione e valorizzazione del complesso architettonico e paesaggistico ex villaggio turistico di Marina di Nicotera (Vv)”».

Già in occasione di Trame.10 la Fondazione aveva sostenuto la causa promuovendo la raccolta firme “Salviamo una perla della costa tirrenica calabrese” lanciata dall’Associazione Porcinai nell’incontro di venerdì 3 settembre 2020 “Il villaggio della speranza: la bellezza contro la ‘ndrangheta” con Mara Filippi Morrione, Ilaria Rossi Doria (Associazione Pietro Porcinai aps onlus) e il presidente della Fondazione Nuccio Iovene (già Commissione parlamentare Antimafia).

Oggi come allora «la battaglia per salvare il villaggio e il suo habitat – scrive Trame – è aperta e occorre che le istituzioni, i partiti, i movimenti politici, le forze economiche e sociali, le associazioni e le energie interessate al riscatto e alla crescita della Calabria si pronuncino e si impegnino con determinazione per sottrarre all’abbandono il bene; si battano per proteggere le bellezze di questa terra e per valorizzarne le potenzialità rispettando con scelte lungimiranti e coerenti il suo patrimonio storico, culturale e ambientale». (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Il messaggio del vescovo Parisi per la mostra su Livatino

Monsignor Serafino Parisi è intervenuto all’inaugurazione della mostra “Sub tutela Dei”, in memoria del giudice Rosario Livatino, ucciso nel 1990 e proclamato beato nel 2021, svoltasi ieri nell’atrio del Palazzo di Giustizia di Lamezia Terme. «L’amore, che è compimento della legge, aiuta la norma ad andare oltre se stessa e trovare il suo vero scopo per il bene dell’uomo», è stato uno dei passaggi chiave del vescovo Parisi.

Monsignor Parisi, partendo proprio dalla frase che Livatino disse ai suoi assassini «picciotti che cosa vi ho fatto?» e riprendendo il passo del Vangelo secondo Matteo di non opporsi a chi è malvagio e di porgere l’altra guancia, ha sottolineato che «mettendosi di fronte al volto dell’altro che percuote, senza reagire con il suo stile aggressivo, anzi porgendo l’altra guancia, si da una grande lezione. È come se dicesse: c’è un modo diverso di vivere rispetto al tuo, c’è uno stile alternativo, non violento, e tacitamente te ne sto dando testimonianza. È un modo per rendere giustizia e risolvere uno squilibrio. Col dono della vita, che è l’amore più grande indicato da Gesù, si ristabilisce la giustizia, la norma va al-di-là di se stessa e realizza in pieno il suo senso trovando il suo compimento. Così, con gli occhi negli occhi del proprio assassino, quella tacita testimonianza non è solo il più grosso e il più tragico dei giudizi, ma diventa anche parola che stimola alla conversione».

«La prospettiva all’interno della quale bisogna collocare la visione della vita e anche del lavoro di questo magistrato – ha detto il vescovo – non può che essere quella della martyrìa (testimonianza), idea che si trova all’interno della tradizione biblica che coincide a volte col martirio. Cioè è quella testimonianza, usque ad effusionem sanguinis, che ti porta oltre, fino a donare la vita». Idea di giustizia che non può riguardare solo il credente.

Per monsignor Parisi, infatti, che ha incentrato la sua riflessione sulla «ratio intrinseca che ha condotto il giudice Livatino nel suo percorso credente e da credente per interpretare il suo ruolo/servizio di magistrato» ci sarebbe, appunto, «una ratio di fondo, un nucleo incandescente costitutivo, fondativo, primordiale che richiama ad un certo ordine sia chi crede sia chi non crede”. Anche se “chi crede, addirittura, è più vincolato e si sente più legato a questa ratio fondamentale non tanto e non solo da una dichiarazione di imparzialità, ma anche da un fatto di professione di fede». E sarebbe, appunto, l’amore. (rcz)

Al Tribunale di Lamezia inaugurata la mostra sul giudice Rosario Livatino

È stata inaugurata, al Tribunale di Lamezia Terme, la mostra Sub Tutela Dei dedicata a Rosario Livatino, primo magistrato beato nella storia della Chiesa Cattolica e visitabile fino al 1° marzo.

L’esposizione, allestita su impulso della Diocesi di Lamezia Terme, dell’Azione Cattolica e dell’Ordine degli Avvocati di Lamezia Terme, in collaborazione con l’Associazione Do Well, è stata realizzata nel 2022  per il Meeting di Rimini da Libera Associazione Forense, Centro Studi Rosario Livatino e Centro Culturale Il Sentiero, scandaglia attentamente ogni aspetto della formazione, dell’operato professionale e del costante accostamento alla fede.

L’esposizione si compone di pannelli dedicati alla formazione ed al contesto in cui il giudice Livatino è vissuto (un contesto connotato dall’imperversare di una diffusa e feroce criminalità a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90), al suo lavoro come magistrato presso la Procura di Agrigento prima e presso il Tribunale penale della medesima città poi, al suo martirio – ampio spazio è dedicato anche alla figura di Piero Nava, il testimone che con il suo insostituibile contributo consentì alla magistratura inquirente la rapida individuazione degli autori materiali dell’omicidio ed in seguito dei mandanti. Ed infine alla beatificazione e al lascito che Livatino consegna a tutti noi con la sua testimonianza di vita.

«La disfatta dello Stato italiano l’abbiamo vista ieri mattina in fondo ad una valle senza alberi. (…) Era un giudice, uno di quei giudici siciliani che aveva onore e non conosceva paura. E adesso eccolo qui, disteso tra gli arbusti, gli occhi sbarrati, i capelli neri sporchi di terra, la faccia insanguinata. Ha scelto lui di morire quaggiù, rotolando nella scarpata, cercando la fuga con la disperazione dell’uomo braccato e ferito», ha dichiarato la presidente vicaria della Corte di Appello di Catanzaro, Gabriella Reillo, prendendo in prestito le parole del primo paragrafo dell’articolo scritto dal cronista Attilio Bolzoni, all’indomani dell’uccisione del giudice Rosario Livatino, per i suoi saluti istituzionali nel convegno Fede e Giustizia, che ha inaugurato l’esposizione.

«Quei macellai che l’hanno ammazzato gli sono corsi dietro, hanno giocato al tiro al bersaglio. Il giudice è morto al rallentatore, inseguito per almeno tre o quattro minuti, finito sul letto del torrente in secca con una scarica di pallettoni. Gli hanno sparato in bocca. La mafia siciliana anche questa volta non ha colpito a caso. Rosario Livatino non solo era un magistrato che conosceva i segreti dei clan, era soprattutto un magistrato che da dieci anni faceva il suo dovere. La morte di un giudice incorruttibile è stata segnata al km 10 della statale Caltanissetta-Agrigento, una veloce che somiglia ad un otto volante, incroci ad alto rischio, un mazzo di fiori sempre freschi dietro ogni curva», ha concluso.

Della figura di Livatino in quanto magistrato “giusto”, e non “giustiziere”, ha parlato il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro, dott. Giuseppe Lucantonio, ricordando quella convinzione sempre perseguita secondo cui «la redistribuzione della materia illecita a chi è stata ingiustamente sottratta deve essere un dovere dello Stato, della magistratura e delle Istituzioni».

Il convegno ha dato il via a quattro giorni di eventi dedicati a conoscere ed esplorare l’esperienza umana, professionale e spirituale del magistrato ucciso dalla mafia.

Dopo i saluti istituzionali della Presidente Reillo e del Procuratore Lucantonio, sono intervenuti il Presidente del Tribunale dott. Giovanni Garofalo, il Procuratore della Repubblica dott. Salvatore Curcio, il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati dott. Giuseppe Pandolfo e il Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme Mons. Serafino Parisi. L’incontro, alla presenza delle autorità civili e militari e ad una nutrita rappresentanza di studenti, è stato moderato dal dott. Luca Torcasio, presidente diocesano dell’Azione Cattolica.

«Una testimonianza di fede e giustizia quella del giovane Livatino che ha molto da dire ancora oggi a tutti noi, e in particolare a chi lavora nel mondo del diritto. Il suo è stato un magistero polare – ha dichiarato il presidente Pandolfo –. I sentimenti di carità e compassione che guidavano le sue azioni e persino i suoi rapporti con indagati e pregiudicati dovrebbero essere alla base dei comportamenti umani e professionali adottati da ciascuno di noi».

Il Presidente del Tribunale Garofalo ha ripercorso la vita professionale del giudice fino alla sua uccisione violenta, «da solo e senza scorta sulla sua utilitaria», la medesima riservata ad altri servitori dello Stato (“anche Lamezia ebbe la sua vittima”), lui che apparteneva alla stessa generazione di giudici definiti “ragazzini”. Un uomo, Livatino, che ha trasformato l’ordinarietà della sua vita in un’esperienza di fede e testimonianza. Abbiamo fortemente voluto ospitare questa iniziativa, per affermare ancora di più che anche il tribunale rappresenta la città ed è al suo servizio.

La riflessione è ruotata intorno al tema dell’attualità della sua figura, offrendo un quadro esaustivo delle qualità umane e professionali. La sua esistenza immolata per il bene comune è l’esempio suggerito ai tanti giovani studenti presenti come colui che ha indicato la via per operare in totale onestà ed osservanza delle leggi e delle regole.

«Livatino è un modello di riferimento non soltanto per i magistrati, ma per tutti coloro che operano nel campo del diritto, per la coerenza tra la sua fede e il suo impegno di lavoro, e per l’attualità delle sue riflessioni – ha detto nel suo intervento il Procuratore Curcio –. Non appartiene alla città di Canicattì o Agrigento, ma è un patrimonio di tutti. Rappresenta quei valori e quei principi a cui tutti dobbiamo affidare le nostre scelte per dare un contributo concreto in termini di miglioramento alla nostra società».

«La sua storia, al di là della sua professione di magistrato – ha aggiunto – ci insegna l’importanza di perseguire determinati valori. Fu ucciso non solo perché magistrato integerrimo, irreprensibile e inavvicinabile ma in quanto testimone di una scelta di vita che sottraeva terreno e consensi alle organizzazioni malavitose di tipo mafioso. Ricordando le parole di Paolo Borsellino in occasione del trigesimo dei caduti nella strage di Capaci, con tutti loro abbiamo un debito d’onore che dobbiamo pagare gioiosamente continuando la loro opera, restituendo agli stessi il loro sacrificio e dimostrando a noi stessi che vivono ancora con il loro esempio».

Al Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme Mons. Serafino Parisi sono state affidate le conclusioni del convegno, dopo una lunga e approfondita analisi del rapporto tra Fede e Giustizia, un chiaro riferimento alla conferenza “Fede e diritto” tenuta dal Beato Livatino a Canicattì presso le suore vocazioniste il 30 aprile 1986 in cui spiegava l’importanza del Diritto canonico per la vita della Chiesa. Mons. Parisi ha parlato di «giustizia capace di andare oltre, per mezzo della Carità, che dà alla norma la possibilità di superare sé stessa per potersi esprimere pienamente».

Il messaggio forte è sicuramente un invito alla coerenza, a essere testimoni credibili del Vangelo e del messaggio della vita buona che scaturisce dall’esempio della vita di un uomo martire della giustizia e indirettamente della fede.

Tra gli eventi collaterali, venerdì 1° marzo il Tribunale ospiterà la tavola rotonda Il bene comune e il prendersi cura, perché anche sull’ambiente e sull’educazione si parte sempre dal mettersi in gioco per primi», ha illustrato il Presidente diocesano dell’Azione Cattolica Luca Torcasio.

A Lamezia arriva la mostra sul giudice e beato Rosario Livatino

S’inaugura domani, a Lamezia Terme, al Tribunale, s’inaugura la mostra Sub tutela dei – Il giudice Rosario Livatino, dedicata a Rosario Livatino, assassinato dalla mafia nel 1990 e proclamato beato nel 2021.

A lui, al suo esempio di rigore morale e professionale, al suo sacrificio e al suo impegno nella lotta a Cosa nostra e alla corruzione sono dedicate quattro giornate di eventi accolte dal Tribunale di Lamezia Terme e promosse insieme alla Diocesi di Lamezia Terme, all’Azione Cattolica e all’Ordine degli Avvocati di Lamezia Terme, in collaborazione con l’Associazione Do Well.

Insieme all’inaugurazione,, si terrà il convegno Fede e giustizia, alla presenza delle autorità civili e religiose e delle istituzioni scolastiche locali. Interverranno il Presidente del Tribunale dott. Giovanni Garofalo, il Procuratore della Repubblica dott. Salvatore Curcio, il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati dott. Giuseppe Pandolfo e il Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme Mons. Serafino Parisi.

Saluti istituzionali della Presidente Vicaria della Corte di Appello di Catanzaro dott.ssa Gabriella Reillo e del Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro dott. Giuseppe Lucantonio. A seguire, mercoledì 28 febbraio, un appuntamento riservato agli studenti delle scuole superiori lametine, con il Presidente Garofalo e il Procuratore Curcio, per far conoscere ai più giovani i valori che hanno mosso la vita del giudice assassinato a soli 37 anni in “odium fidei”, come riconosciuto dalla causa di beatificazione.  Gli incontri saranno moderati dal dott. Luca Torcasio, Presidente diocesano dell’Azione Cattolica.

Giovedì 29 febbraio, a partire dalle 17, è prevista la visita della Vita Consacrata alla mostra del beato Livatino. Infine, venerdì 1° marzo il Tribunale ospiterà la tavola rotonda Il bene comune e il prendersi cura sui temi del cambiamento climatico, della povertà educativa e delle disuguaglianze, temi al centro dall’enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco.

«Abbiamo aderito entusiasticamente all’iniziativa promossa dall’Azione Cattolica, che segue analoghe attività già promosse in altre realtà giudiziarie – ha dichiarato il presidente Garofalo – la figura dell’ex collega Livatino mi è molto cara, c’è un’affinità personale: alla nostra generazione fu affidata la giustizia da giovanissimi. Come lui appartengo alla generazione dei “giudici ragazzini”, avendo partecipato al concorso del 1990. Ci piace poi molto l’idea di dare valore al suo martirio religioso che ha indubbiamente una valenza anche civile, oggi attuale più che mai».

La mostra, realizzata dal Meeting di Rimini e riproposta in diverse città italiane, non ricostruisce soltanto la sua vicenda umana e professionale, ma mette in luce come il giovane giudice, animato da una fede profonda, abbia saputo fare della sua vita “ordinaria” qualcosa di “straordinario”.

«Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili scriveva Livatino nei suoi appunti – ha ricordato il Procuratore Curcio sposando il progetto – al di là dell’attività giudiziaria forse la caratura di Livatino era tutta qui: il rovesciamento dei pregiudizi da cui non riusciamo a liberarci è il primo passo di ogni rivoluzione culturale. Anche di giustizia. La repressione giudiziaria non basta, ha una deterrenza di carattere generale ma non è risolutiva del problema. Bisogna presidiare gli spazi educativi perché solo da lì è possibile azionare processi autentici di cambiamento».

Sub tutela Dei era il motto adottato fin da giovane da Livatino. La mostra, che richiama nel titolo la locuzione latina, prevede un percorso diviso in cinque parti con testi, video, immagini ed un audio rievocativo. La prima parte evocherà l’agguato e l’uccisione, oltre a ricordare una o più frasi particolarmente significative di Rosario Livatino. La seconda parte sarà dedicata alla formazione personale di Livatino ed al contesto sociale ed umano in cui è cresciuto e vissuto. Vi sarà poi un video in cui varie persone, soprattutto parenti e amici, condividono i loro personali ricordi di Rosario Livatino.

La terza parte sarà invece dedicata alla figura di Livatino in qualità di giudice, dando anzitutto enfasi alla sua concezione del magistrato quale operatore di giustizia. Verranno, inoltre, spiegati il particolare contesto storico-criminale entro il quale Livatino era chiamato ad operare ed il contesto normativo allora esistente, quando le armi a disposizione degli inquirenti per combattere la malavita in genere, e la mafia in particolare, erano ancora piuttosto spuntate, mancando strumenti fondamentali. Verrà infine esplicitato come al difficile contesto sociale ed alla scarsità di mezzi egli abbia risposto mettendo tutta la sua intelligenza, la sua passione, il suo impegno ed il suo estremo rigore professionale nella ricerca della verità e della giustizia, al servizio del bene comune, tanto da attirare l’attenzione dei mafiosi, che decisero di eliminarlo.

Nella quarta parte si tratterà del martirio e della beatificazione di Livatino e, con l’occasione, si riferirà anche di Piero Ivano Nava, una persona che è stata testimone chiave nei processi per l’assassinio del giudice e che, avendo scelto di testimoniare contro la mafia, ne ha avuto la vita sconvolta ed è tutt’ora costretto a vivere sotto copertura.

Nella quinta parte, infine, si darà atto dell’eredità lasciataci da Livatino. Sarà presente un video di testimonianze di donne e uomini che in vari modi hanno conosciuto ed incontrato (chi fisicamente, chi attraverso i suoi scritti) Rosario Livatino. Inoltre, le foto di due lettere, l’una scritta da uno dei mandanti dell’omicidio, Salvatore Calafato, l’altra scritta da uno degli esecutori, Domenico Pace. (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Grande interesse per il convegno di Gemmoterapia

Si è svolto, in una gremita sala Giovanni Paolo II del Seminario vescovile di Lamezia Terme, il convegno “Gemmoterapia. Le virtù terapeutiche delle piante officinali”, organizzato dalla presidente dell’associazione lametina Le Città visibili, Anna Misuraca.

Dopo i saluti iniziali, quest’ultima ha ricordato le due importanti realtà dei Conservatori etnobotanici, primi in Italia e in Europa: quello Mediterraneo di Sersale e quello di Castelluccio in Basilicata, entrambi diretti dal dottor Carmine Lupia. Si tratta di laboratori, centri di ricerca e documentazione con annesso un erbario, che permetteranno di far conoscere la flora locale e promuovere lo studio della botanica e dell’etnobotanica a servizio della protezione, catalogazione, ricerca, valorizzazione e studio delle piante in relazione con l’uomo. Le Città Visibili hanno visitato entrambi i Conservatori e da lì è scaturito il grande interesse che ha portato all’ideazione di questo convegno.

Il moderatore, dottor Lupia, ha poi introdotto le tematiche che sarebbero state affrontate, lasciando la parola a Egidio Salamone della Fondazione Vos, che ha fortemente voluto e realizzato il Conservatorio Etnobotanico di Castelluccio, coinvolgendo il dottor Lupia. Subito dopo, il professor Giancarlo Statti, ordinario di Biologia Farmaceutica all’Unical, ci fa entrare, con grande competenza e al contempo leggerezza, nel regno della chimica, spiegandoci il ruolo e l’importanza delle piante officinali.

Il dottor Giovanni Canora, dietista e co-Founder dell’Unesco Chair Salerno, conclude gli interventi raccontando, con la sua amabile verve partenopea, le magie della Meristemoterapia. Essa studia le proprietà terapeutiche di gemme, germogli, amenti, infiorescenze, boccioli, linfa, semi, giovani radici, cortecce, quali tessuti vegetali embrionali ancora indifferenziati in via di accrescimento, quindi ricchi di tessuti meristematici, che possono essere utilizzati a fini terapeutici. I meristemoderivati stimolano, regolano, riordinano, e non hanno mai azione inibente; possiedono azione antiossidante, detossinante, immunomodulante, immunostimolante, rigenerante, tonificante, e drenante.

In sala, tra le autorità invitate, erano presenti il sindaco della città di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, il deputato Domenico Furgiuele e il consigliere regionale Pietro Raso, che tramite la IV Commissione Regionale per l’Ambiente, di cui è presidente, ha dimostrato grande attenzione e sensibilità verso la Natura e la sua salvaguardia anche attraverso l’istituzione del Parco riserva del Vergari di Mesoraca (Kr). (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Torna il cinema in centro città al Teatro Grandinetti

Torna il cinema in centro città al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme con il progetto “Cinema in teatro”. Si tratta della nuova rassegna cinematografica lametina promossa dalla collaborazione sinergica tra l’amministrazione comunale di Lamezia terme e l’ats formata dalle realtà artistiche di Ama Calabria, Teatrop e Vacantusi, che gestiscono il teatro. Dopo anni di vuoto, sarà di nuovo possibile godere del cinema in centro città.

Soddisfazione espressa da parte di tutti gli attori che lo hanno reso possibile, intervenuti alla conferenza stampa di presentazione presso il foyer del Teatro Grandinetti: il sindaco Paolo Mascaro, il vicesindaco Antonello Bevilacqua, il presidente del consiglio comunale Giancarlo Nicotera, il direttore artistico della compagnia I Vacantusi Nico Morelli, il direttore artistico di Ama Calabria Francescantonio Pollice, il direttore artistico della compagnia Teatrop Pierpaolo Bonaccurso e l’assessora Luisa Vaccaro.

«Stiamo lavorando insieme per poter dare alla nostra città e alle giovani generazioni una proposta culturale a 360°. Abbiamo accolto le istanze e i desideri espressi dai cittadini. È stato un lavoro lungo e complesso. L’invito rivolto a tutta la comunità è di venire a teatro e godere di tutte le proposte messe in campo» hanno concordato i tre direttori artistici, che con orgoglio hanno riconosciuto che: «Grazie a questo ulteriore sforzo compiuto dall’ats, Lamezia sta vivendo una stagione ricchissima. L’offerta complessiva è unica in tutta la Calabria per teatro, musica, cinema, letteratura».

“Cinema in teatro” si inserisce infatti all’interno di un cartellone già fitto di iniziative e spettacoli, con tre differenti stagioni di altissimo livello.

Nove le pellicole selezionate, adatte a pubblici diversi e di tutte le età: dai film d’essai a quelli per bambini, «per appassionare tutti al cinema, dal momento che ci sono intere generazioni cresciute senza» come sottolineato da Nicotera.

Si partirà con il film più visto e apprezzato delle ultime settimane, “Povere creature” di Yorgos Lanthimos, in corsa per undici premi Oscar. A seguire, il nuovo film di Paolo Castelitto “Enea”, “Io Capitano di Matteo Garrone che corre per l’Oscar ed è stato premiato già dall’Aasc – l’Associazione dei critici cinematografici appartenenti alla comunità afroamericana – come miglior titolo internazionale, la commedia “Pare parecchio Parigi” di Leonardo Pieraccioni, l’ultimo lavoro di Woody Allen “Un colpo di fortuna”. E ancora, la commedia “Succede anche nelle migliori famiglie” di Alessandro Siani, il film d’animazione Disney “Wish”, la commedia romantica “Tutti tranne te” di Will Gluck, il primo film della regista Celine Song “Past Lives” e, infine, un’altra pellicola candidata agli Oscar 2024 “Perfect Day” di Wim Wenders.

«Stiamo cercando di essere di nuovo accreditati e credibili nei circuiti di distribuzione, stiamo puntando su prezzi competitivi per cercare di favorire maggiore adesione possibile» ha annunciato Pollice.

Intanto, il costo del biglietto intero per una singola proiezione è di 7 euro, ridotto (over 65 e under 18) 6 euro. Il costo dell’abbonamento comprensivo di 10 ingressi è invece di 50 euro, ridotto (over 65 e under 18) 45 euro.

«Si tratta di un’altra occasione per vivere in pienezza la città, per arricchire la vita culturale già vivace di Lamezia Terme e incoraggiare l’interesse per l’arte» – è il messaggio del sindaco Mascaro. «Ci aspettiamo una adeguata risposta da parte del pubblico» l’auspicio di tutti.

La programmazione è così prevista: 1, 2 e 3 marzo “Povere creature”; 13 e 14 marzo “Pare parecchio Parigi”; 20 e 21 marzo “Un colpo di fortuna”; 27 e 28 marzo “Succede anche nelle migliori famiglie”; 4 e 6 aprile “Tutti tranne te”; 12 e 13 aprile “Wish”; 15, 16, 17, 18 e 19 aprile “Io Capitano”; 1 e 2 maggio “Past lives” e 8 e 10 maggio “Perfect days”. (rcz)

A Lamezia Terme il Conpait premia i giovani pasticceri calabresi

A Lamezia Terme il Conpait premia i giovani pasticceri calabresi. «Il settore della pasticceria è pieno di talenti ed è sempre meraviglioso vedere giovani emergere e ottenere il riconoscimento che meritano». Il presidente nazionale Conpait, Angelo Musolino, venerdì ha incontrato i colleghi della confederazione dei pasticceri calabresi a Lamezia Terme rappresentati da Rocco Scutellà.

Una riunione formale, diversi punti tracciati e soprattutto tante nuove iniziative da proporre. L’incontro di Lamezia è stato anche il luogo giusto per premiare i giovani pasticceri calabresi, ma non solo, che hanno ottenuto riconoscimenti nel corso dell’ultimo Sigep, a Rimini.

«Crediamo molto nelle giovani leve, investiamo su di loro, li spingiamo a formarsi continuamente ed a percorrere percorsi verso la qualità. Solo in questo modo, puntando sulla competenza e sulla propria volontà di crescere, si ottengono risultati e successi», ha ribadito il maestro Musolino premiando i pasticceri calabresi.

Tanta soddisfazione è stata ovviamente espressa dal presidente regionale Conpait, Rocco Scutellà, e dall’intero direttivo calabro che ha voluto fortemente dare la giusta considerazione, oltre che i singoli riconoscimenti, a chi sta cercando di ritagliarsi uno spazio importante in questo settore. «La nostra Confederazione di pasticceri è sempre presente sul territorio ed è pronta ad accompagnare nel cammino lavorativo i giovani colleghi che necessitano di supporto e attenzioni», hanno voluto evidenziare da Conpait Calabria.

Una bella giornata, dunque. Tra foto, riconoscimenti e sorrisi in mezzo al meraviglioso mondo dei dolci.
Oltre a Rocco Scutellà, come detto, presenti anche Fabio Taverna, Mario Lanzillotta, Antonio Cicciù, Gaetano Vincenzi, Domenico Cirianni, Katia Viola, Davide Destefano, Marco Carelli, Emanuele Scionti Demetrio Romeo, Nicola Musolino e Luigi Bonfiglio insieme, anche, a Michelangelo Garruzzo, presidente Apga, Lillo Giordano e Antonio Fragomeni presidente Apar.

I riconoscimenti sono andati a Giuseppe Bonfiglio, vincitore campionato italiano juniores e Fiorella e Antonio Staglianò nella categoria Seniores. Mentre Francesca Lisi e Anna Ciliberto per la “juniores” e poi Pierluigi Ravese, Francesco Sottilaro e Francesco Buccafurni per “Gelato d’oro”, manifestazioni organizzate proprio da Conpait e Sigep. (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Nuova strumentazione oculistica per l’Ambulatorio solidale

Una nuova strumentazione oculistica per l’ambulatorio solidale Prima gli ultimi odv. «Si tratta – spiega il dottor Michele Sergi, oculista facente parte dell’équipe dell’ambulatorio solidale – di 2 apparecchi che hanno 4 funzioni completamente automatizzate per la misura della refrazione in automatico, l’astigmatismo, la pressione dell’occhio, lo spessore corneale. La macchina per la refrazione è una TopCon Modello KR800; lo strumento per la pressione e lo spessore corneale è un Modello CT1P».

Nicolino Panedigrano, presidente dell’ambulatorio solidale, esprime la sua soddisfazione per la nuova dotazione acquistata grazie ai finanziamenti regionali. «Questa strumentazione ci mette alla pari con gli ambulatori dotati di mezzi moderni, di ultimissima generazione. Lavoriamo costantemente per non fare sentire alle persone che si rivolgono a noi lo stigma di essere emarginati».

La gestione dell’ambulatorio, fin dal primo momento, è stata orientata alla creazione di un ambiente sanitario al passo con i tempi. La finalità precipua è quella di ridurre la vulnerabilità delle persone che vivono ai margini della nostra società facilitando l’accesso a servizi di prima necessità, in particolare ai servizi riguardanti la tutela della salute che è bene primario per la persona.

L’ambulatorio solidale, gestito a titolo del tutto volontaristico da medici e infermieri laici, è punto di riferimento per tanti utenti che vivono l’emarginazione, nella povertà materiale e sociale. Una realtà importante per la sua attività in continua crescita che diventa di supporto fattivo e concreto alla sanità pubblica. (rcz)