Uil Calabria e Uil Scuola lancia l’allarme per i tagli alla scuola

Mariaelena Senese, segretaria generale di Uil Calabria e Andrea Codispoti, segretario generale Uil Scuola Calabria, hanno espresso preoccupazione per i tagli previsti dalla nuova Legge di Bilancio ai danni dei docenti e del personale Ata, che rappresentano una minaccia grave per il sistema scolastico calabrese e per il diritto allo studio degli studenti della regione.

«Sono tagli che colpiscono il cuore dell’educazione – hanno evidenziato –. Il piano del Governo di ridurre il numero di docenti e collaboratori scolastici appare come una vera e propria scure che si abbatte sulla scuola. Questi tagli non solo compromettono il normale funzionamento delle istituzioni educative, ma mettono a rischio l’intera struttura dell’offerta formativa, in particolare nelle aree interne della Calabria».

«Qui, le scuole non sono solo luoghi di istruzione – hanno proseguito – ma autentici presidi di legalità, centri di aggregazione sociale per le famiglie e un simbolo tangibile della presenza dello Stato in territori spesso afflitti da infiltrazioni mafiose».

«Si tratta di un rischio reale per le comunità locali – hanno ribadito –. Il taglio dei collaboratori scolastici rischia di portare alla chiusura di molti plessi scolastici nelle zone più remote della regione, costringendo gli studenti a lunghe trasferte per raggiungere scuole più distanti. Questo non solo priverà le comunità locali del loro punto di riferimento educativo, ma avrà anche ripercussioni sul sistema dei trasporti pubblici e sulle infrastrutture stradali regionali, già in difficoltà. Il danno sarà duplice: da un lato la desertificazione scolastica, dall’altro un sovraccarico del sistema viario e dei trasporti».

«La Uil Calabria e la Uil Scuola Calabria sottolineano, con forza – hanno detto ancora – che questi tagli vanno a compromettere il diritto fondamentale allo studio, negando agli studenti calabresi l’accesso a un’istruzione di qualità. La scuola deve rimanere un presidio sul territorio, capace di garantire non solo l’apprendimento, ma anche la sicurezza e la coesione sociale».

«In qualità di rappresentanti dei lavoratori del settore scolastico – hanno concluso – chiediamo al Governo di rivedere queste decisioni, evitando che a pagare siano, come sempre, le fasce più vulnerabili della popolazione, e di riconoscere il ruolo centrale della scuola nella costruzione di un futuro più equo e solidale». (rcz)

Gemoli (Lega): Nella Legge di Bilancio introdotto rafforzamento capacità amministrativa degli Enti Locali

Il responsabile Comunicazione della LegaFranco Gemoli, ha reso noto come «l’articolo 1 comma 39 della Legge di Bilancio 2024 ha introdotto importanti novità per il rafforzamento della capacità amministrativa degli enti locali nella regione Calabria».

«Queste misure – ha spiegato – mirano a migliorare l’efficienza e l’organizzazione delle amministrazioni pubbliche, estendendo le facoltà assunzionali precedentemente riservate solo alle amministrazioni comunali e prorogando i termini per la comunicazione delle esigenze di personale. In questo articolo, esamineremo nel dettaglio le disposizioni dell’articolo 1, comma 39 e il loro impatto sul sistema amministrativo calabrese»

Estensione delle facoltà assunzionali

«La Legge di Bilancio 2024 – ha spiegato Gemoli – ha esteso le facoltà assunzionali precedentemente riservate solo alle amministrazioni comunali della Calabria a tutte le amministrazioni pubbliche con sede nella regione. Ciò significa che anche gli enti locali di altre tipologie, come province e città metropolitane, potranno beneficiare di queste facoltà per rafforzare la propria capacità amministrativa. Questa estensione delle facoltà assunzionali rappresenta un importante passo avanti per migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche calabresi».

Proroga dei termini di comunicazione delle esigenze di personale

«Inoltre, la Legge di Bilancio 2024 – ha proseguito – ha prorogato il termine entro il quale le amministrazioni pubbliche devono comunicare le proprie esigenze di personale alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della Funzione pubblica. Il termine, inizialmente previsto per il 31 luglio 2023, è stato spostato al 31 agosto 2024. Questa proroga offre alle amministrazioni pubbliche calabresi più tempo per valutare le proprie necessità di personale e pianificare le assunzioni necessarie per migliorare la capacità amministrativa».

Obiettivi e benefici attesi

«L’introduzione di queste misure – ha detto ancora – mira a migliorare il funzionamento delle amministrazioni pubbliche in Calabria, riducendo i tempi di attesa e migliorando i servizi offerti ai cittadini. L’estensione delle facoltà assunzionali consente alle amministrazioni di reclutare personale qualificato e competente, adeguato alle specifiche esigenze e capacità amministrative. La proroga dei termini di comunicazione delle esigenze di personale offre inoltre una maggiore flessibilità alle amministrazioni nel pianificare e gestire le assunzioni».
«L’articolo 1, comma 39 della Legge di Bilancio 2024 – ha concluso – rappresenta un importante passo avanti per il rafforzamento della capacità amministrativa degli enti locali in Calabria. L’estensione delle facoltà assunzionali a tutte le amministrazioni pubbliche della regione e la proroga dei termini per la comunicazione delle esigenze di personale offrono opportunità per migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi offerti alle comunità calabresi. È fondamentale che le amministrazioni locali approfittino di queste disposizioni per reclutare personale qualificato e garantire una migliore gestione amministrativa a beneficio di tutti i cittadini della regione Calabria». (rrm)

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Il Governo ha approvato la Legge di Bilancio 2023: Prorogate le agevolazioni per investimenti nel Sud

Il Senato ha dato il via libera alla Legge di Bilancio 2023. Tantissime le misure previste nel pacchetto della manovra del Governo. In particolare, sono stati prorogati al 2023 le agevolazioni (credito d’imposta e incentivi) sugli investimenti effettuati nelle regioni del Mezzogiorno, nelle Zone economiche speciali (Zes) e per gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione in favore delle imprese localizzate al Sud.

E, ancora, è prevista la riattivazione della società “Stretto di Messina spa”, attualmente in liquidazione, per riavviare il progetto di realizzazione del Ponte sullo Stretto.

Grande soddisfazione è stata espressa dal ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti: «sono soddisfatto di questa prima manovra economica. La considero una missione compiuta. Scritta in tempi record e in una situazione di contesto eccezionale non positivo, il bilancio che abbiamo presentato rispetta gli impegni presi con gli elettori e ha maturato prima la fiducia dei mercati e delle istituzioni europee e ora ancora più importante, quella del Parlamento. Prudenza, coerenza e responsabilità costruiscono fiducia. Avanti così». (rrm)

Fai Cisl: Nella Legge di Bilancio manca attenzione per forestazione calabrese

Il segretario Generale della Fai-Cisl nazionale Onofrio Rota e il Segretario della Federazione calabrese, Michele Sapia, hanno denunciato come nella Legge di Bilancio «vi è, senz’altro, la mancanza di attenzione verso il comparto idraulico forestale, in particolare quello calabrese, che dal 2017 ad oggi è passato da un finanziamento di 130 milioni di euro ai 10 milioni previsti dal Pnrr per il 2023».

«Il tema dei tagli alla forestazione calabrese – hanno aggiunto i due sindacalisti – purtroppo non è una novità, ma la manovra del Governo è un’opportunità imprescindibile per salvare il comparto: siamo al fianco dei lavoratori e della Regione nel denunciare l’insufficienza delle risorse stanziate, emersa anche all’assemblea nazionale dei delegati Cisl, e ribadiamo che gli investimenti mancati nella cura del suolo e delle foreste si traducono sempre in costi moltiplicati per tutta la collettività».

«Servono modifiche e correzioni – hanno denunciato Rota e Sapia – attraverso il confronto e la concertazione con il Governo nazionale, la Regione, i gruppi parlamentari, e va messa in campo una visione riformatrice del settore coinvolgendo gli enti strumentali e le strutture competenti. In Calabria si contano ormai poco più di quattromila lavoratori forestali, gran parte monoreddito e con un’età media di circa 60 anni, conseguenza della legge del 4 agosto 1984, n. 442, un vero e proprio unicum che, nella sola Calabria, impedisce il necessario ricambio generazionale. Servono investimenti in prevenzione, cura del territorio e attività di rimboschimento da governare tramite il confronto e la buona contrattazione, mentre invece continuiamo a constatare l’abbandono delle aree interne, l’eccessiva cementificazione e il conseguente incremento del dissesto idrogeologico».

1«Chiediamo al Governo e a tutte le forze parlamentari e politiche – hanno concluso i leader della Fai-Cisl nazionale della Fai-Cisl regionale – di sostenere in Commissione e in Aula l’emendamento alla Legge di bilancio per il finanziamento della ‘prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e idraulico in Calabria’ per garantire le giuste risorse al comparto forestale». (rcz)

 

Lunedì Cgil e Uil scendono in Piazza contro una manovra che penalizza il Sud

Lunedì 12 dicembre, Cgil Calabria e Uil Calabria scenderanno in Piazza, a Catanzaro, per dire no «a una legge di bilancio che “manovra” contro il Sud».

Lo hanno reso noto i segretari generali, Angelo SposatoSanto Biondo.

«La legge di bilancio non destina al Mezzogiorno quelle risorse necessarie a ridurre drasticamente il divario con il resto del Paese – ha ricordato Biondo –. È una manovra che manovra contro il Sud e la Calabria in particolare. Sono diverse le dimenticanze del Governo Meloni. Nella manovra di bilancio, solo per fare qualche esempio, non si affronta il tema del fondo nazionale della forestazione, mancano interventi per la cura del suolo e per la lotta al dissesto idrogeologico».

«Non ci convince – ha detto ancora il Segretario generale della Uil Calabria – la scelta di reintrodurre i voucher ed il loro aumento a 10 mila euro. Non è presente, ancora, il finanziamento del fondo nazionale per le assunzioni nel settore sanitario, si introduce con l’articolo 143 una norma che, spingendo l’acceleratore sul federalismo fiscale e l’autonomia differenziata, finirebbe per allargare i divari di cittadinanza per il Nord ed il Sud del Paese».

«Sulle infrastrutture, in particolare su Alta velocità e Strada statale 106 – ha concluso Santo Biondo – si è rivelato il bluff di un governo che toglie ai poveri per dare ai ricchi, che manovra contro il Sud e la Calabria, che stanzia fondi che non possono bastare a completare importanti infrastrutture e quando lo fa non pensa al futuro perché distratto da opere faraoniche. Per questo chiediamo alla Calabria di scendere in piazza insieme a noi”.

«Quella attuale è una manovra antimeridionalista e contro il Sud – ha detto il Segretario generale della Cgil Calabria – una manovra regressiva che ci allontana dall’Europa. Con la reintroduzione dei voucher precarizza il lavoro nero e sottopagato e se la prende con i poveri avvantaggiando gli extraprofitti».

Per Angelo Sposato, poi, «togliere il reddito di cittadinanza senza politiche attive significa andare a penalizzare chi è in difficoltà. Al contrario, invece, il governo ha previsto misure che vanno ad aiutare i ricchi e le multinazionali».

«Ecco perché – ha spiegato Sposato – è anche una manovra classista. Ma non solo. Non prevede nulla su scuola, giovani e università. Il nostro è uno sciopero legittimo, mi dispiace per chi non ha capito che l’unione sindacale in questo momento è importante. Chiediamo rispetto perché lo sciopero è un diritto legittimo e non ci è piaciuto il giudizio che altri sindacati hanno dato».

«Il nostro non è uno sciopero politico. A dimostrarlo – ha concluso Angelo Sposato – anche il fatto che lo scorso anno abbiamo di questi tempi scioperato contro il governo Draghi. Chiamiamo a raccolta lavoratori e lavoratrici, anche delle altre sigle, tutta la cittadinanza, le piccole e medie imprese, gli studenti». (rcz)

Sposato (Cgil) e Biondo (Uil): La legge di bilancio non dà risposte significative per i lavoratori

Il giudizio sulla manovra di bilancio, da parte dei segretari generali di Cgil Calabria e Uil Calabria, rispettivamente Angelo SposatoSanto Biondo, è negativa.

Questo perché «la legge di bilancio, intanto – hanno spiegato i sindacalisti – non dà risposte significative per sostenere i redditi delle lavoratrici, dei lavoratori e dei pensionati, non prevede un taglio del cuneo fisale, la detassazione delle tredicesime, la detassazione degli aumenti contrattuali e la detassazione degli accordi di secondo livello».

«Nella Legge di bilancio poco, ancora – hanno spiegato ancora – c’è sulle future pensioni dei giovani, mentre sbagliata appare la modifica di opzione donna. Sbagliata è anche l’idea di abolire il Reddito di cittadinanza, così come quella di bocciare l’ipotesi di adottare anche in Italia, dopo il via libera dell’Unione europea, il salario minimo, due scelte che finiscono per penalizzare il Sud. Mancano risorse per investimenti nella scuola, nella ricerca e nella sanità, che sono settori strategici per lo sviluppo del Paese. Ma, soprattutto, la legge di bilancio non destina al Mezzogiorno quelle risorse necessarie a ridurre drasticamente il divario con il resto del Paese».

«In particolare, poi – hanno proseguito Sposato e Biondo – per quanto attiene alla Calabria sono diverse le dimenticanze del Governo Meloni. Nella Manovra di bilancio, infatti, non si affronta il tema del fondo nazionale della forestazione, mancano interventi per la cura del suolo e per la lotta al dissesto idrogeologico. Non ci convince la scelta di reintrodurre i voucher ed il loro aumento a 10 mila euro. Non è presente, ancora, il finanziamento del fondo nazionale per le assunzioni nel settore sanitario, si introduce con l’articolo 143 una norma che, spingendo l’acceleratore sul federalismo fiscale e l’autonomia differenziata, finirebbe per allargare i divari di cittadinanza per il Nord ed il Sud del Paese».

«È del tutto assente, infine – hanno concluso – una traccia di politiche industriali per il Mezzogiorno e per la Calabria che prestino attenzione al rilancio della Zona economica speciale e al potenziamento produttivo del porto di Gioia Tauro. Per chiedere al Governo di modificare le scelte in corso di discussione in Parlamento, quindi, Cgil e Uil Calabria sono pronte ad avviare un percorso di mobilitazione regionale che prenderà le mosse nella giornata di lunedì 12 dicembre 2022 a Catanzaro, con la proclamazione di quattro ore di sciopero generale». (rrm)

Barreca (Giovani Unindustria): Con legge di bilancio a rischio il credito d’imposta per il Mezzogiorno

Con la nuova legge di bilancio, sfuma la proroga del credito d’imposta per gli investimenti al Sud. È l’allarme lanciato da Umberto Barreca, presidente dei Giovani Imprenditori di Unindustria Calabria, insieme ai presidenti di Campania Vittorio Ciotola, Sardegna Roberto Cesaraccio, Puglia Alessio Nisi, Sicilia Gianluca Costanzo ed il neoeletto Presidente della Basilicata Domenico Lorusso.

«Era uno strumento utile a stabilizzare il sistema produttivo nel Mezzogiorno – ha spiegato –. Una mano tesa da parte dello Stato verso le imprese che invogliava gli imprenditori ad investire al Sud. La Legge di Bilancio 2021 aveva prorogato il bonus investimenti in beni strumentali nel Mezzogiorno al 31 dicembre 2022. Ma oggi, tutto è a rischio».

«Il regime di aiuti che premia le imprese che acquistano macchinari, impianti e attrezzature destinate a strutture produttive nuove o esistenti, garantendo un credito di imposta liquidità immediata mediante compensazione in F24, rappresentava un vero aiuto verso le aree del Sud ‘svantaggiate – ha proseguito Barreca –. Purtroppo, però, questo sistema di agevolazioni non è stato inserito legge di bilancio 2023».

«E, difficilmente nel testo della nuova manovra si leggono le parole ‘Sud’, ‘Mezzogiorno’ e ‘Meridione‘ che, incredibilmente, spariscono dal vocabolario della politica – ha detto ancora –.  Il credito d’imposta per gli investimenti e il bonus assunzioni Sud, che hanno avuto il miglior incentivo e il miglior impulso al lavoro degli ultimi anni, è stato cancellato con un colpo di spugna. Il Sud non può permettersi ulteriori gap e dunque risultano necessarie azioni di rilancio per sostenere le politiche per il Mezzogiorno come il credito d’imposta, gli investimenti Sud, la decontribuzione Mezzogiorno e le agevolazioni ‘Zes’, senza trascurare il tema dell’autonomia differenziata».

«Se davvero si intende aiutare il Sud – ha ribadito – si devono eliminare una volta per tutte le disparità storiche ed economiche tra il nord ed il Mezzogiorno. L’Italia intera e l’Europa hanno bisogno di un Sud Italia ricco di innovazione ambientale, digitale, umana ed economica. É necessario dunque far rientrare nuovamente, e al più presto, all’interno della versione finale della manovra, quei provvedimenti utili alle imprese, come il credito d’imposta per gli investimenti al Sud».

«La speranza – ha concluso – è che un nuovo decreto possa nuovamente prevedere azioni vitali per le imprese del Sud. Eppure il nuovo Governo ha un ministero ‘ad hoc’, ovvero il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr. Non trovare nemmeno una volta la parola ‘Sud’ risulta davvero un paradosso». (rrm)

L’OPINIONE / Santo Biondo: Nella Legge di Bilancio si cela l’ultimo danno a discapito del Sud

di SANTO BIONDO – Nella parole si nasconde la fregatura. Questo il legislatore lo sa bene e, spesso, soprattutto su materie controverse, con le parole ci gioca pro domo sua, per celare l’ennesimo inganno. È questo il caso dell’ultima Legge di bilancio licenziata dal Consiglio dei ministri lo scorso 21 novembre che, in uno dei suoi articoli, recita: “Determinazione dei Lep ai fini dell’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”.

L’approvazione di questo articolo in legge di Bilancio, non deve passare in silenzio. Esso nasconde l’ansia da prestazione di una forza politica, ritornata al governo del Paese lo scorso settembre, che vuole portare a casa una riforma identitaria.

Ma non solo, la norma cela un inganno per tutte le regioni del Mezzogiorno. Se, infatti, fosse approvata la manovra dal Parlamento senza essere emendata sul punto, la norma in questione prevede che i Lep, (gli ormai famigerati Livelli essenziali delle prestazioni), verranno definiti da una Cabina di regia, istituita sulla base della stessa previsione normativa, in funzione non dei reali fabbisogni dei territori, del Sud in particolare, ma in rapporto alle risorse disponibili da parte dello Stato e “a legislazione vigente”.

Questo tema, infine, fondamentale per le prospettive del Mezzogiorno, unito alla scarsa attenzione che la legge di Bilancio pone su materie quali: lavoro, stato sociale e fisco, basta per chiamare alla mobilitazione le piazze ed i territori.

Il legislatore cosi facendo, quindi, manderà in soffitta la Perequazione, rispetto alla quale la Costituzione prevede l’istituzione di un fondo statale, utile a garantire una omogeneità nella distribuzione della spesa pubblica da parte del tanto delicato e complesso meccanismo del Regionalismo asimmetrico.

L’articolo in questione, poi, si spinge addirittura fino al punto di prevedere che, laddove la Cabina di regia non dovesse definire i Lep, entro un anno dall’entrata in vigore della legge di Bilancio, sarà un Commissario a portare avanti e completare il lavoro propedeutico all’attuazione del Regionalismo differenziato.

Dunque, rimanendo così le cose, l’attuazione di un capitolo della Costituzione, così complesso e delicato come quello dell’Autonomia differenziata, piuttosto che essere definito attraverso il circuito democratico della discussione in Parlamento, aprendo la stessa alle parti sociali e alla cittadinanza attiva, sarà affidata all’operato di un organo monocratico, quale è un Commissario nominato da un governo che, tra le altre cose, sul tema è un esecutivo oggettivamente di parte.

Il futuro del Mezzogiorno, pertanto, sarà  determinato da un “monarca” che deciderà per noi e per le future generazioni.

E tutto questo mentre lo Svimez, non più tardi di 48 ore addietro, ci ha ricordato che il Sud sta vendendo accentuarsi, rispetto al Nord della Nazione, i divari di cittadinanza.

Far passare in sordina questa norma sarebbe l’ennesimo errore, dopo quello commesso sulla legge 42/09, quella che ha introdotto il concetto di federalismo fiscale, sulla quale in passato si è consumata una colpevole distrazione da parte della classe dirigente meridionale. Un errore macroscopico che, oggi, è reso evidente a tutti anche dagli atti sottoscritti, negli anni, dalle commissioni parlamentari competenti in materia..

Distarsi adesso per una seconda volta non è ammissibile. Se sbagliare può essere considerato umano, anche se a certi livelli di responsabilità non è consentito, perseverare può trasformarsi in diabolico per l’Unità Nazionale, per la Coesione sociale del Paese e in particolare per il futuro del Mezzogiorno.

Su questo non ci si può dividere, anzi occorre una forte azione unitaria che si sforzi di aprire il confronto con chi amministra la cosa pubblica, per evitare l’ennesima beffa per le regioni del Sud Italia, ma non si preoccupi di richiamare la piazza laddove fosse necessario. (sb)

Cgil, Cisl e Uil Calabria in mobilitazione per chiedere la modifica della legge di bilancio

Cambiare la bozza della legge di bilancio. È l’obiettivo delle mobilitazioni di Cgil, CislUil Calabria, che hanno definito la legge «inadeguata a contrastare le diseguaglianze sociali, economiche, intergenerazionali e territoriali, che l’emergenza sanitaria ha acuito».

Dopo Villapiana( cantiere SS106), Crotone(Ospedale civile) e ieri a Gioia Tauro( Porto), i sindacati hanno organizzato tre assemblee a Reggio, Cosenza e a Vibo Valentia, dove si è discusso di lavoro, fisco e pensioni.

Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria, nel corso dell’assemblea a Vibo, ha sottolineato come «il Governo su fisco, pensioni, lavoro e giovani, Pnrr non da risposte adeguate al Paese ed alle fasce sociali deboli. Non si intravede una visione di sviluppo e crescita, il tema del Sud è marginale. La Calabria ha bisogno di interventi ed azioni concrete. È partito un confronto importante con la giunta regionale, auspichiamo che dopo i primi giorni non si ritorni a vecchi schemi corporativi del passato», mentre Tonino Russo, segretario generale della Cisl Calabria, da Cosenza ha rimarcato la necessità di cambiare la legge di bilancio «per lo sviluppo del territorio».

«È fondamentale – ha ribadito Russo – puntare sulla progressività e soprattutto sull’equità soffermandosi sul lavoro e sulla sua precarietà», e che è «necessario tagliere le tasse e formulare una riforma fiscale per alleggerire le tasche dei lavoratori e dei pensionati».

«Noi in Calabria  – ha concluso – abbiamo una realtà scollegata con il resto del paese per questo vogliamo che la spesa del Pnrr venga affrontata in un clima di confronto al fine di creare, in una terra come la Calabria, occasione di crescita, di sviluppo oltre che di lavoro e di dignità del lavoro». (rrm)

Scutellà (M5S): Nella legge di Bilancio decontribuzione per chi assume al Sud

La deputata del Movimento 5 StelleElisa Scutellà, ha riferito che, nella Legge di Bilancio, ci sono significativi interventi attraverso i quali tagliamo il costo del lavoro per le aziende che assumono al Sud».

«In particolare, ha spiegato – proroga della decontribuzione al 30% per chi assume al sud. Questo sgravio dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro viene esteso fino al 2029, con una riduzione del 30% fino al 2025, del 20% nel 2026-27 e del 10% al 2028-29; decontribuzione al 100% per chi assume under 35 fino al 2023. Le assunzioni che avverranno entro il 2022 nelle Regioni del Mezzogiorno beneficeranno di uno sgravio contributivo del 100% nel limite di 6mila euro l’anno per i primi quattro anni quindi per ogni nuova assunzione effettuata da un’impresa del Sud sarà possibile avere uno sgravio contributivo di 24 mila euro totali in quattro anni; decontribuzione al 100% per chi assume donne disoccupate al sud oltre ad un Fondo per l’imprenditoria femminile per la concessione di contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati e altri incentivi alle imprese condotte da donne».

«Le conseguenze della pandemia – ha concluso Elisa Scutellà – stanno mettendo in ginocchio aziende e lavoratori che erano già prima in difficoltà ed il Mezzogiorno, che ancora non aveva recuperato i livelli pre-crisi 2008 in termini di prodotto e occupazione, è stato ulteriormente penalizzato da questa epocale crisi economica. Il nostro impegno per il Sud continuerà ad essere sempre più incisivo per dare risposte concrete ed un diritto di rivalsa che non può più attendere». (rp)