Il Rotary Calabria premia Livio De Luca

Il Distretto Rotary Calabria 2102 premia Livio De Luca «architetto e ricercatore di Amantea, chiamato a far risorgere la Cattedrale di Notre-Dame» di Parigi. Un riconoscimento dovuto, quello all’architetto calabrese, che sarà premiato con il Paul Harris nella Sala Vanvitelli dell’avvocatura romana.

Saranno presenti Gabriella Palmieri Sandulli, avvocato generale e i 14 Governatori dei Distretti Rotary di Italia, San Marino e Malta.

«De Luca – ha dichiarato Fernando Amendola, governatore del Distretto Calabria – incarna lo spirito di una iniziativa che vede ogni Distretto insignire un italiano del proprio territorio che si sia distinto all’estero, lasciando il segno nella comunità in cui ha operato, anche al di fuori di quei confini».

«Di certo – ha concluso – la nostra regione fa scuola con le sue intelligenze che arricchiscono ogni angolo del mondo, restando poi fortemente legate alle radici calabresi». (rrm)

Livio De Luca, l’architetto calabrese a capo dei lavori per ricostruire Notre-Dame

Il Corriere della Sera ha dedicato un bell’articolo, a firma di Stefano Montefiori, su Livio De Luca, l’architetto calabrese che è stato chiamato dal Governo francese per creare il modello digitale necessario per ricostruire la cattedrale di Notre-Dame, gravemente danneggiata nell’incendio del 15 aprile del 2019.

De Luca, infatti, laureatosi all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, è direttore di ricerche nel Cnrs, ed è a capo dell’unità di ricerca mista Map (Modelli e simulazioni per l’architettura e il Patrimonio) di Marsiglia – città dove vive tutt’ora – e guiderà il gruppo di 30 ricercatori per ricostruire Notre-Dame.

«I tempi del restauro e della ricerca scientifica sono diversi — dice De Luca al Corriere della Sera —. Possiamo scegliere soluzioni pragmatiche per riaprire entro il 2024, e proseguire poi il lavoro di studio. L’incendio ha creato le condizioni per accumulare una conoscenza straordinaria su materiali e saperi dietro ogni reperto. Ma capisco il bisogno di dare un segnale ai cittadini, come è stato per il ponte di Genova».

«La fase di diagnosi, di ricognizione dei danni – si legge nell’articolo di Montefiori – è ormai quasi conclusa, e l’impalcatura esterna, che faceva temere un crollo, è stata smontata».

«Ora si devono prendere decisioni cruciali per la fase successiva, quella della ricostruzione», sulla base del modello digitale. (rrm)