Lucia Anita Nucera, presidente Commissione Pari Opportunità del Comune di Reggio Calabria, ha auspicato che, in merito alla discriminazione nei confronti delle donne, si apra «un dibattito a livello nazionale, regionale e locale, e che coinvolga più soggetti, al fine di evidenziare un problema che emerge solo quando ci sono episodi di discriminazione ma che poi, torna nell’oblio».
Nucera, infatti, si è detta d’accordo con la giornalista e scrittrice Rula Jebreal in merito alla presenza, sopratutto maschile, in molti contesti a discapito delle donne: «si chiamano manels ma, in realtà, si tratta di discriminazione nei confronti delle donne che continuano ad essere considerate inferiori agli uomini».
«È una battaglia culturale – ha evidenziato Nucera – che dobbiamo portare avanti. Infatti, anche se in apparenza sembra che le donne siano considerate al pari degli uomini, purtroppo in molti ambienti, come in politica, sono emarginate, escluse, delegate a ruoli minori e la proporzione di rappresentanza maschile rispetto alle donne è sempre a vantaggio dei primi. La parità di genere, purtroppo, resta ancora un baluardo, una frase di circostanza a cui non seguono però, azioni concrete».
«Non è pensabile – ha proseguito Lucia Anita Nucera – che in un Paese civile siano necessarie le quote rosa per tutelare i diritti delle donne che, altrimenti, sarebbero messe da parte ad appannaggio degli uomini, per qualcosa che dovrebbe essere automatico anziché tutelato. Le disparità che emergono, spesso trovano una corsa ai ripari o vane giustificazioni del momento, ma la verità è che siamo ancora culturalmente molto lontani dal raggiungere la parità di genere, che resta un monito solo di facciata senza avere un effettivo riscontro. Come se le donne debbano dimostrare sempre la loro competenza e capacità, quando per gli uomini vengono date per scontate». (rrc)
È sconfortante il quadro dipinto dall’ultima ricerca Eurispes sulla regione Calabria. Ad affermarlo è Lucia Anita Nucera presidente Commissione pari opportunità del comune di Reggio Calabria. «Quanto emerso nell’ultimo report dell’Istituto Eurispes – aprile 2021 evidenzia un quadro desolante per la nostra Regione in termini di spopolamento, abbandonata soprattutto dai giovani in cerca di un’istruzione universitaria che possa dare loro maggiori opportunità lavorative rispetto la nostra terra. Sono sempre di più anche le giovani famiglie che decidono di spostarsi e lasciare la Calabria per cercare un’ opportunità lavorativa solida. Se questa evoluzione dovesse continuare – dice la Nucera – l’Istat ha calcolato che nel 2050 la popolazione calabrese scenderebbe a 1,2 milioni per lo più composta da anziani. All’alto tasso di disoccupazione si aggiunge la mancanza di servizi e la cattiva gestione dei fondi europei che per la nostra Regione rappresentano una risorsa fondamentale da non perdere. Invece, da un rapporto dell’Eurispes emerge non solo che la percezione della spesa dei fondi europei sul territorio è molto bassa, ma è soprattutto l’efficacia della spesa delle risorse europee sul territorio ad essere molto scarsa. Se guardiamo poi, agli obiettivi posti dalla Regione per la spesa dei fondi emerge che nei sette anni della programmazione (2007-2014) la Regione non si è impegnata nella gestione per dare maggiori possibilità ai calabresi. La mancanza di progettualità e di impiego dei fondi europei-prosegue la presidente-hanno contribuito ad aumentare lo spopolamento della regione e la sfiducia nei confronti degli amministratori regionali. Una falla preoccupante che si riversa anche sui livelli di formazione degli studenti. La Calabria ha una dispersione scolastica del 20,3% e, mentre negli ultimi dieci anni la situazione è migliorata in tutta Italia, in Calabria è peggiorata dell’1,8%. A questo si aggiunge che donne e giovani donne risultano avere meno opportunità lavorative e più alte probabilità di abbandono scolastico».
Una situazione desolante e fallimentare che chiede un immediato cambiamento di rotta nella gestione regionale: «A questo si aggiunge – conclude Lucia Anita Nucera – che il Recovery Plan doveva rappresentare un’ancora di salvezza in questo momento drammatico per i territori del Meridione, invece dei 70% previsti solo il 40% saranno destinati, sottraendo 60 miliardi. Su tutto questo non si può rimanere inermi. Il popolo calabrese deve vedere garantiti i propri diritti e deve trovare nella politica locale e regionale un interlocutore dei loro bisogni». (rrc)
In occasione del Ferragosto, il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Reggio Calabria avv. Giovanna Russo e l’Assessore alle Politiche sociali Lucia Anita Nucera si sono recate in visita agli istituti penitenziari di Reggio Calabria, Arghillà e “G. Panzera”.
«Dovere istituzionale, oltre che umano e personale – ha dichiarato il Garante – di recarsi presso gli istituti penitenziari di Reggio Calabria, Arghillà e “Panzera”. Sulla scorta di un pensiero soprattutto umano oltre che in qualità di garante del comune di Reggio Calabria in ragione delle funzioni che esercito al fine di dare un segno di non dimenticanza, di presenza e vicinanza a quanti si trovano nei due istituti penitenziari reggini si è volutamente dedicato un momento di attenzione agli “ultimi” agli “invisibili” della società. La visita in carcere nel giorno di ferragosto è una consuetudine consolidata in seno al coordinamento nazionale dei garanti territoriali, sulla scorta delle iniziative promosse dai radicali.
«Ringrazio, innanzitutto, la dottoressa Patrizia Delfino in rappresentanza del dott. Calogero Tessitore ed il personale di sorveglianza penitenziario tutto di Arghillà per l’accoglienza riservataci, l’ispettore del plesso “Panzera” di Reggio Calabria che ci ha accompagnate durante la visita.
«Silenzio, isolamento e solitudine dei cuori, perfino di chi sa di avere sbagliato, sono stati i sentimenti che hanno accompagnato questa prima visita ufficiale all’interno degli Istituti penitenziari”.
La visita è senz’altro un gesto di umanità, nel solco senso cristallizzato dall’art.27 del dettato costituzionale: “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. «Certo le situazioni dei detenuti dei due istituti reggini – prosegue l’avv. Russo – meritano un approfondimento di analisi e d’ individuazione del trattamento rieducativo più efficace al fine di poter garantire a tutti un concreto e reale reinserimento sociale una volta esaurito il periodo di detenzione.
L’occasione della visita odierna è stata proficua al fine ascoltare una serie di istanze, già note all’Ufficio del Garante di cui si è fatto carico il collega Avv. Agostino Siviglia durante tutto il suo mandato.
Da donna sento di voler dedicare un pensiero e particolare attenzione alla sezione femminile del “Panzera” per il quale sono già state realizzate negli scorsi anni attività mirare alla realizzazione di percorsi di reinserimento delle stesse nella società.
«Infine sento di cuore di voler ricordare e ringraziare il segno di una presenza costante e momento di preghiera grazie al cappellano e ad una sorella della Fraternità Maria Immacolata – Piccoli Fratelli e Sorelle dell’Immacolata di Bagnara Calabra (nel braccio femminile) proprio in un caldo giorno festivo a testimoniare supporto e vicinanza ai detenuti. È qui che cogliamo l’importanza dei gesti. Azioni per le quali forse una nuova strada rieducativa è possibile: quella per cui il carcere non sia una parte sconnessa dalla società quanto piuttosto una parte della stessa. Oggi più che mai – ha concluso il Garante – risulta necessario vincere la sfida della rieducazione penale, creando opportunità di vita alternative». (rrc)
13 ottobre – Già, dalle premesse, appariva come l’evento motoristico più importante del Mezzogiorno, ma l’improvvisa cancellazione del MotorShow di Bologna ha fatto diventare il MotorShow 2Mari di Saline Joniche, in provincia di Reggio, l’evento clou del 2019 per gli appassionati di auto e moto. Sarà perciò una manifestazione che attirerà appassionati da ogni parte d’Italia, mettendo la Calabria al centro dell’interesse del vastissimo circuito auto-moto. L’evento, programmato dal 1° al 9 giugno, si estenderà su una superficie di 350mila metri quadrati, nell’area portuale di Sant’Elia, a Saline Joniche, nel comune di Montebello Jonico, e – cosa non meno importante – sarà una rassegna aperta anche alla nautica.
La notizia della cancellazione del tradizionale evento bolognese ha spiazzato l’organizzazione calabrese che si sente ora incaricata di rendere la manifestazione di giugno degna di raccoglierne l’eredità: «Siamo sinceramente dispiaciuti che una tradizione così importante come quella bolognese sia destinata ad un ridimensionamento, con lo spostamento a Modena. Abbiamo visitato molte volte il MotorShow e per noi ha sempre rappresentato un punto di riferimento serio. È per questo che auguriamo agli amici bolognesi di poter presto tornare ai fasti di un tempo».
L’idea del MotorShow – che alla luce del default bolognese diventa la più importante manifestazione motoristica d’Italia – si deve all’Associazione Dilettantistica Sportiva omonima presieduta da Vincenzo Moscato, con i vice presidenti Michele Cucinotti e Carlo Giuliani e l’architetto progettista Erika Galimi. Il presidente Oliverio che ha incontrato i vertici si è detto entusiasta dell’iniziativa e ha concesso il patrocinio della Regione.
La location prescelta è oggi in stato di completo abbandono e, grazie al costante e paziente lavoro degli organizzatori, sarà completamente riqualificata e resa centro nevralgico di un circuito turistico e culturale di primissimo piano. Non sfugge come il porto di Saline Joniche si trovi in un territorio ricadente in quell’area “greco-calabra” che rappresenta una miniera inesauribile di cultura e tradizioni che non solo vanno preservate ma incrementate il più possibile. Non a caso, il motto scelto dagli organizzatori – “Pame ambrò”, che in lingua greco-calabra significa “andiamo avanti” – vira proprio in questa direzione. E, in tal senso, non potevano mancare le sinergie istituzionali già siglate con il Comune di Montebello Jonico, guidato dal sindaco Ugo Suraci che subito creduto nell’iniziativa assieme alla Capitaneria di porto, con la Città Metropolitana e il sostegno del sindaco Giuseppe Falcomatà e vice sindaco Riccardo Mauro, con l’assessorato alle Minoranze linguistiche del Comune di Reggio Calabria retto da Lucia Anita Nucera. Ed ancora, un ruolo essenziale è quello che, da tempo, stanno già svolgendo la Capitaneria di Porto e l’ufficio del Demanio marittimo.
Per quanto riguarda la kermesse reggina, si è già rilevato il forte interesse delle più importanti aziende di settore, le stesse che in precedenza avevano una presenza fissa a Bologna ed oggi prossime a concludere accordi preliminari sulla loro partecipazione al Motorshow 2Mari. È un interesse che lusinga moltissimo gli organizzatori consapevoli di trovarsi di fronte ad una ineludibile responsabilità: essere capaci di dimostrare che qui in Calabria si possono organizzare dei grandi eventi in modo serio e pulito. Da qui nasce l‘appello dell’ASD Motor Show 2Mari rivolto alle istituzioni presenti nel territorio, affinché, una tale occasione venga con serenità e responsabilità condivisa ed affrontata da tutti, poiché tale apporto sarà fondamentale ed indispensabile; non è pensabile che il peso del più importante evento motoristico nazionale con annesso settore nautico, possa essere garantito esclusivamente dal lavoro di squadra della sola associazione organizzatrice nonostante la stessa abbia, già da qualche settimana, raddoppiato ogni propria risorsa a disposizione. «Non accontentiamoci – rimarcano dalla direzione – e soprattutto dimostriamo di saper sfatare quel mito che vorrebbe i calabresi bravi solo a gestire le emergenze e mai a programmare per tempo».
Sarà un evento “mafia free”: il “Motorshow 2Mari” vuole sfatare diversi luoghi comuni. Ad iniziare da quello per il quale al Sud ed in Calabria non sia possibile organizzare eventi di livello nazionale tenendo ben lontane quelle realtà mafiose, da sempre attirate dalla prospettiva di denaro. Posto, infatti, che la kermesse ha una prioritaria finalità solidaristica (rilevanti fondi saranno destinati alla ricerca riguardante la cura del cancro al seno, nonché per altre importanti patologie), il Motorshow 2Mari si caratterizza anche per la sua ferrea volontà di essere “mafia free”. Già da tempo, infatti, sono stati avviati contatti con uffici competenti ed a breve saranno anche stipulati importantissimi accordi che sanciranno, una volta per tutte, lo stop a qualsivoglia tentativo di infiltrazione mafiosa tanto nella scelta delle imprese, quanto in quella del personale a vario titolo impegnato.
DI grande rilievo la sinergia con Anas. Una decisione che nasce anche dal calibro dei partner impegnati nella realizzazione dell’evento. Uno per tutti è Anas spa che, con i suoi oltre 27mila chilometri di strade e autostrade rappresenta un patrimonio nazionale di professionalità e competenza. Anas sta lavorando già da tempo con l’associazione “Motorshow 2Mari” in un’ottica di sinergia tesa al raggiungimento dei più alti standard di qualità e sicurezza delle piste che saranno allestite.
Colore d’obbligo: Rosso Ferrari. C’è stata una corposa corrispondenza tra gli organizzatori e la casa automobilistica di Maranello emblema dell’italianità nel mondo. Il rosso Ferrari, infatti, sventolerà alto sui 350mila metri quadri dell’area del porto di Saline Joniche. Ed anche in tale ottica, nelle prossime settimane, l’associazione “Motorshow 2Mari” dovrebbe svelare una sorpresa che lascerà senza fiato i milioni di appassionati del cavallino rampante.
Il MotorShow 2Mari significa anche spettacoli, turismo ed occupazione. Saline Joniche, dal 1° al 9 giugno del prossimo anno, sarà al centro dell’attenzione della Calabria e non solo: sono attese centinaia di migliaia di persone anche provenienti d’oltre Regione, per assistere a spettacoli motoristici, musicali e nautici di importanza mondiale, assolutamente inediti. È quindi prevedibile un indotto di grande rilievo sia in termini di opportunità turistiche che di occupazione. L’associazione Motor Show 2Mari spera che, «dopo anni di duro ed importantissimo lavoro, mirato al ripristino della legalità in alcune aree della nostra provincia, questa kermesse indichi la strada a tante altre realtà associative a promuovere iniziative ed insieme costruire importanti tasselli per la positiva rinascita della nostra Calabria». (rrc)
12 settembre – La città di Reggio potrà contare presto su un centro d’eccellenza di servizi sperimentali per il controllo dei disturbi dello spettro autistico. La struttura di rilevanza sociale, che sorgerà nella zona nord della città, nel quartiere di Archi, è frutto del dialogo partecipativo avviato dall’Amministrazione Falcomatà e sfociato nella primavera 2016 nella sottoscrizione della convenzione tra la Città di Reggio Calabria, il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti “Eduardo Caianiello” (CNR-ISASI) e la Regione Calabria – Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie. Sarà un grande aiuto per famiglie, associazioni e ricercatori, quotidianamente impegnati nell’assistenza e nella cura dei soggetti affetti da autismo.
L’impegno preliminare di Giuseppe Marino e la successiva dedizione di Lucia Anita Nucera, che si sono avvicendati nel ruolo di Assessore alle Politiche sociali del Comune, hanno permesso di dare risposta concreta alle esigenze di diagnosi e supporto della condizione di disabilità emerse nella comunità.
Nei giorni scorsi si è costituito il Tavolo di progettazione presieduto dall’assessore alle politiche sociali Lucia Anita Nucera , alla presenza del delegato alla sanità Valerio Misefari, dei progettisti e dei rappresentanti del CNR.
«La realizzazione di un polo di eccellenza per la ricerca, la prevenzione e la cura dell’autismo – ha affermato l’Assessore Lucia Anita Nucera – è finalizzata a coniugare sinergicamente tutti gli aspetti legati alla patologia, allo scopo di promuovere le diverse dimensioni della salute, come la dignità della persona e la qualità della vita».
L’immobile, infatti, sarà riadattato in modo funzionale, secondo le indicazioni del CNR, per integrare l’erogazione dei servizi di cura e diagnosi precoce dell’autismo con spazi destinati a laboratori, a un piccolo parco giochi e ad una sala per eventi pubblici.
«Saranno attivati lo Sportello Autismo, il Servizio di diagnostica, la Struttura di assistenza specialistica ambulatoriale e la Struttura di riabilitazione ambulatoriale – ha continuato Nucera – con interventi personalizzati che supereranno l’approccio specialistico tradizionale per focalizzarsi sui bisogni del paziente con una valutazione multidisciplinare e globale, che tenga conto del contesto familiare, sociale e relazionale di riferimento».
La struttura, quindi, sarà il punto di raccordo di azioni complementari rivolte a famiglie e associazioni che operano nel campo dell’inclusione sociale delle persone colpite da questa condizione di disabilità.
«L’azione ‘proattiva’ messa a disposizione dal centro reggino – ha concluso l’Assessore alle Politiche sociali – consentirà di superare il ‘vuoto’ assistenziale, percepito spesso come abbandono istituzionale, che caratterizza le fasi in cui sono coinvolti molteplici interlocutori e diverse modalità socio-assistenziali».
Il progetto finanziato dal POC Metro 2014/2020, programma complementare al PON Metro, abbraccia trasversalmente più settori di intervento per la riqualificazione e l’innovazione del territorio, ha già mosso i primi passi. (rrc)
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