Mammoliti (PD): Da Bilancio 2025 nessuna visione per crescita della Calabria

Il consigliere regionale del Pd, Raffaele Mammoliti, ha evidenziato come nella manovra di bilancio 2025 non c’è «nessuna visione di sistema per la crescita e lo sviluppo sostenibile della Calabria».

Una manovra che per il dem «non riuscirà affatto ad affrontare le numerose criticità di contesto. Tra l’altro anche le risorse disponibili si assottigliano per effetto del nuovo contributo di finanza pubblica a carico degli enti territoriali, previsto nella manovra di bilancio nazionale, che per la Calabria comporterà un accantonamento di 12,5 mln di euro per il 2025 e di ben 37, 5 mln per gli anni successivi».

«Un ulteriore e letale colpo per il tessuto produttivo calabrese – ha aggiunto – già in affanno e che nei primi mesi del 2024 ha registrato un aumento di richieste di misure salariali del 33,8% con 4,5 milioni di ore autorizzate».

«Pertanto – ha proseguito – se con le risorse libere del bilancio, non si riuscirà ad attivare una indispensabile integrazione, facendole interagire con l’altra componente cospicua delle risorse disponibili (fondi europei, Pnrr, Fse, ecc.), non si potranno introdurre scelte adeguate in grado di aggredire il deficit regionale di sviluppo produttivo e dei diritti di cittadinanza».

«Sarebbe stata utile – ha detto Mammoliti – una più puntuale e mirata pianificazione degli interventi, che nella manovra non riusciamo a vedere. Ci preme, inoltre, sottolineare l’assenza di una efficace azione riformatrice, assai utile e necessaria per razionalizzare la spesa, alleggerendo il bilancio e le risorse disponibili da obblighi strutturali».

«In tal senso vorrei evidenziare – ha proseguito – la stridente discrasia tra le intenzioni del governo regionale, che suggerisce la necessità di ridurre per quanto possibile le spese di funzionamento della giunta e del consiglio, e la volontà della maggioranza di volere reintrodurre il consigliere supplente andando in tutt’altra direzione».

«Siamo ormai al terzo bilancio di questo governo – ha ricordato il dem – e al quinto del centro destra alla guida della Calabria e non si intravedono concreti segnali di effettivo miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei cittadini, né in direzione della crescita e dello sviluppo sostenibile, né azioni adeguate a governare le transizioni energetiche, climatiche, digitali e ambientali».

«La Calabria resta ultima regione d’Italia per crescita – ha evidenziato – nonostante l’incremento del settore delle Costruzioni e del Terziario, sono in calo il settore Agricolo ed il settore Industriale che registrano un netto calo – 4,8%, infatti, l’aumento di richiesta di integrazione salariale evidenzia una preoccupante sofferenza del tessuto produttivo calabrese».

«L’accantonamento di una cifra monstre di oltre 1 mld e 300 mln di risorse – ha concluso – rappresenta il segnale incontrovertibile di una regione che continua a spostare i problemi in avanti, senza affrontare i nodi reali, non riuscendo a scalfire il pregresso, ma addirittura continuando ad aumentare. Bisognerà valutare ancora in modo più dettagliato, se le risorse destinate alla forestazione, TPL, politiche sociali, precariato- LSU-LPU, daranno risposte sufficienti e adeguate. Valuteremo insieme al gruppo la presentazione di appositi emendamenti migliorativi di una manovra che non ci trova assolutamente d’accordo». (rrc) 

L’OPINIONE / Tonino Russo: Rivedere alcuni aspetti della manovra di Bilancio

di TONINO RUSSOLa manovra di bilancio per il 2025 va per alcuni aspetti incontro alle richieste formulate dalla Cisl; per altri, che valutiamo in modo critico, è necessario continuare il confronto con le forze politiche perché ci sono i margini per un miglioramento in fase di discussione e approvazione da parte delle Camere.

Scontiamo, sicuramente, i limiti finanziari imposti dal Patto europeo di stabilità. Tuttavia, per quasi due terzi, cioè circa 17,5 miliardi di euro, la manovra contiene misure che vanno incontro a cittadini e famiglie; misure per le quali possiamo esprimere soddisfazione anche perché accolgono proposte formulate dalla Cisl.

Pensiamo, ad esempio, alla conferma dell’accorpamento delle aliquote Irpef per sostenere i redditi bassi e l’estensione del taglio del cuneo contributivo-fiscale, reso strutturale ed applicato fino a 40mila euro. Pensiamo alla continuità della defiscalizzazione per i salari di produttività e welfare contrattuale per il triennio 2025-2027 e della detassazione sui fringe benefit allargata anche a nuove platee.

Importante la stabilizzazione della decontribuzione per le lavoratrici madri e, per quanto riguarda il Sud del Paese, il rifinanziamento per il prossimo triennio degli incentivi alle assunzioni per giovani, donne, lavoratori svantaggiati. 

Per le famiglie, è importante la conquista dell’assegno di 1.000 euro per i nuovi nati e il prolungamento dei congedi parentali all’80% per tre mesi, come pure l’esclusione dell’Assegno Unico dal calcolo dell’Isee per il bonus asilo nido.

Per quanto riguarda la sanità, l’incremento di 2,3 miliardi, di cui 1,3 aggiuntivo e il restante a legislazione vigente, deve essere finalizzato al rafforzamento della medicina territoriale e alla riduzione delle liste d’attesaInoltre, riteniamo che le  risorse debbano essere  ulteriormente aumentate per favorire assunzioni e stabilizzazioni del personale sanitario.

Un valore rilevante rivestono, per la Cisl, sia la conquista dello stanziamento di 5,5 miliardi per i rinnovi contrattuali del settore pubblico nel triennio 2025-2027sia l’impegno del Governo di recuperare risorse anche per il ciclo 2028-2030: vengono così assicurati il diritto alla contrattazione e l’incremento delle retribuzioni.

Il ripristino dell’indicizzazione delle pensioni all’inflazione, secondo le norme introdotte dal Governo Draghi, è un passo rilevante che la Cisl invocava da un anno. Bene per l’introduzione di un primo contributo di solidarietà da parte di banche e assicurazioni, auspicando che questo strumento sia esteso ad altri settori, come logistica, digitale, energia e farmaceutico.

Ci sono poi per la Cisl aspetti critici da rivedere perché siano migliorati: l’incremento delle risorse per le pensioni minime e per la non autosufficienza, il rafforzamento degli sgravi fiscali per il ceto medio. E devono essere respinti sia l’ipotesi di un taglio strutturale degli organici nella scuola, sia il blocco parziale del turnover nella PA, nell’università e nella ricerca.

La Cisl chiede, inoltre, la riapertura del confronto su una riforma organica della previdenza e un maggiore impegno nella lotta all’evasione fiscale quale elemento cruciale per finanziare il welfare e le politiche attive per il lavoro, il rinnovo di tutti i contratti pubblici e privati scaduti, l’accelerazione della messa a terra delle risorse del Pnrril rilancio delle politiche industriali ed energeticherisorse adeguate per l’evoluzione partecipativa delle relazioni industriali, secondo quanto previsto dall’Articolo 46 della Costituzione.

Il confronto con il Governo e le forze politiche, dunque, deve continuare, secondo lo stile del nostro sindacato che privilegia a tutti i livelli la corresponsabilità e il dialogo, la concertazione e la partecipazione, senza escludere, quando necessarie azioni di protesta determinate e incisive. In Calabria, in coerenza con quanto la Cisl farà in tutta Italia, promuoveremo assemblee e iniziative sui luoghi di lavoro sia per spiegare le conquiste registrate nella manovra di bilancio nonostante i ristretti limiti di azione sul piano delle risorse, sia per valutarne gli aspetti critici, sia per rilanciare, oltre la manovra 2025, le nostre proposte su crescita economica, lavoro, coesione sociale, salute e sicurezza, salari e fisco, politica dei redditi, innovazione contrattuale, democrazia economica.

La Segreteria regionale è disponibile ad essere presente in tutti i territori della Calabria per accompagnare questa fase». (tr)

[Tonino Russo è segretario generale Cisl Calabria]

Manovra, Confartigianato Imprese Calabria: Potenziare strumenti per sostenere le imprese

«Nonostante i margini stretti della manovra, è necessario potenziare, anche con maggiori risorse, alcuni strumenti utili per sostenere gli investimenti e la liquidità delle micro e piccole imprese». È quanto hanno evidenziato in una nota il presidente regionale e segretario regionale di Confartigianato Imprese Calabria, rispettivamente Roberto Matragrano e Silvano Barbalace.

«Tra questi – hanno spiegato – il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, il Fondo di garanzia per le Pmi, il Fondo per il sostegno alle filiere produttive made in Italy. Servono misure di sostegno alle reti d’impresa e alla trasmissione delle aziende, l’inclusione degli artigiani e delle piccole imprese della filiera agroalimentare nelle azioni previste dal Fondo per la sovranità alimentare. E poi, occorrono interventi per accompagnare lo sviluppo delle imprese del Sud garantendo continuità a quelli ad oggi previsti».

«Sulla Legge di bilancio approvata dal Governo guidato dal presidente Giorgia Meloni – hanno spiegato – si è aperto un ampio dibattito, ricco di visioni e contributi soprattutto da parte delle associazioni di categoria che deve, comunque, tener conto di un dato incontestabile: la priorità è data all’urgenza di ridurre l’impatto dei rincari dell’energia su imprese e famiglie, oltre che determinate linee di intervento finalizzate a misure a sostegno dello sviluppo delle imprese e del Paese».

«Questo è il punto di partenza – hanno spiegato – di un percorso che deve guardare ad affrontare con urgenza però alcuni aspetti fondamentali per l’attività degli imprenditori, con una particolare attenzione anche alle esigenze delle imprese del sud. Governo e Parlamento devono attuare azioni concrete per riconoscere il ruolo delle piccole imprese e valorizzarne il talento e le ambizioni, eliminando gli ostacoli sulla loro strada. Basta con l’idea che il problema sia la dimensione d’impresa. Il problema è il contesto nel quale le imprese operano: il peso del fisco e della burocrazia, i rincari dell’energia, il costo del lavoro, le difficoltà di accesso al credito”, si legge ancora nella nota di Confartigianato Calabria che riprende e rilancia la posizione dei vertici nazionali guidati dal presidente Massimo Granelli dopo l’audizione di venerdì presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato».

Soddisfazione per l’allargamento del regime forfetario e per la tassazione agevolata dei redditi incrementali, ma è necessaria una riforma del sistema tributario all’insegna della semplificazione degli adempimenti e della riduzione della pressione fiscale sugli imprenditori.

«L’obiettivo – prosegue ancora la nota – è definire un livello di prelievo tendenzialmente uniforme a parità di reddito, indipendentemente dalla natura del soggetto che gestisce l’impresa e dalle dimensioni di quest’ultima».

Tra le richieste, sul fronte delle politiche del lavoro, Confartigianato ritiene fondamentale «ridurre il costo del lavoro a carico delle imprese, anche tramite la detassazione e decontribuzione degli aumenti salariali e delle voci retributive derivanti dalla contrattazione territoriale di secondo livello. È necessario potenziare l’utilizzo dell’apprendistato professionalizzante per favorire la formazione di competenze e l’occupazione giovanile».

«Come ha sottolineato il presidente nazionale Massimo Granelli nel corso dell’assemblea nazionale alla presenza della presidente Meloni, confidiamo in un nuovo patto di fiducia tra lo Stato e le imprese, per lo sviluppo economico e sociale del Paese», conclude Matragrano. (rcz)