La Marcia mondiale della Pace fa tappa a Riace

di MARIO MURDOLO – È stata scelta Riace tra le tantissime tappe della  terza marcia mondiale della pace. È stato il sindaco ed europarlamentare Mimmo Lucano a fare gli onori di casa, ospitando illustri personaggi politici, della cultura e delle istituzioni. Molto emozionato ma, nello stesso tempo, felice e orgoglioso di questo privilegio dopo avere ascoltato i preziosi e e importanti interventi dei graditi ed esperti ospiti, come lui impegnati nel sociale e nelle battaglie per i diritti umani è stato invitato a prendere la parola dal noto giornalista della Rai Pietro Melia, moderatore dell’evento, nonché affettuoso amico di Mimmo.

La manifestazione è stata arricchita e resa molto interessante dai validi e concreti contributi di Luigi Manconi, già parlamentare, Mario Oliverio, ex presidente della Regione Calabria, Domenico Cersosimo, docente universitario, Vito Teti, antropologo, docente universitario, e dalla giovane e coraggiosa Maysoon Majidi, attivista curda-iraniana .

Ovviamente hanno tutti riconfermato la giustezza e la nobile e lodevole azione solidale portata avanti con grande impegno e determinazione da Mimmo Lucano ed espresso la loro vicinanza e stima e sostegno in merito. Molto commovente, interessante ed applaudito il discorso della giovane Maysoon Majidi, perseguitata e accusata ingiustamente di scafismo, che è ospite gradita di Riace e che pochi giorni fa ha avuto conferita la cittadinanza onoraria di questa cittadina da parte del sindaco Lucano, alla presenza, tra gli altri, dell’ex presidente della camera Boldrini. Lei, nonostante la sua giovane età con le sue parole ha dimostrato una invidiabile maturità e ottima conoscenza degli annosi e terribili problemi che danneggiano , distruggono, e abbrutiscono il nostro pianeta quali le guerre, le discriminazioni razziali, il semitismo, il terrorismo, le persecuzioni e la distruzione della natura. Della sua tormentata vita e del suo coraggioso attivismo parlerò in un successivo scritto.

Lucano, a conclusione dell’interessante e indimenticabile incontro, ha voluto fare una breve cronistoria della sua esperienza “Riace, paese dell’accoglienza”. «Non ho  mai pensato di fare di Riace un centro collinare e interno, ma l’idea geniale mi è stata suggerita improvvisamente assistendo ad uno dei primi sbarchi di profughi sulle nostre coste. Stavo pensando prima alla fine che avrebbe fatto il mio piccolo paese quando il continuo ed inarrestabile spopolamento dovuto all’emigrazione e alla mancanza di lavoro, le sue case disabitate e abbandonate, le scuole chiuse per mancanza di bambini e tutte le altre amare conseguenze in tutti i settori della vita sociale. Queste seppure tristi riflessioni mi portarono a ricevere un barlume di genio e che mi illuminò e mi fece intuire che, quella dell’accoglienza, poteva essere un duplice vantaggio. Primo, di dare a me una grande gratificazione e gioia perché accogliendo profughi fuggiti dalle guerre, dalla fame e dalle sofferenze  realizzavo i miei ideali di benefattore e altruista e secondo ciò mi consentiva di ripopolare Riace, riaprire l’asilo e le scuole, utilizzare le case abbandonata dopo averle messe a nuovo, creare attività lavorative, ravvivare la vita sociale del paese e abituare le persone a convivere con simili di etnie e usi e costumi diversi».

«E così è stato, fino a quando non sono stato considerato un pericolo contagioso essendo subito diventato famoso con incontri continui in Italie e all’estero, molte comparizioni e interviste nelle televisioni, visite di importanti personalità politiche, culturali del cinema e dello spettacolo nonché di singoli cittadini e allora l’intervento della magistratura. E sono stati anni terribili e duri con processi, arresti domiciliari divieto di soggiorno a Riace perché bisogna va bloccare un processo innovativo e unico del genere  considerando l’accoglienza un reato e non un atto umanitario».

Giustamente la vicenda giudiziaria si è conclusa con l’assoluzione e così ora Lucano, più deciso e convinto di prima anche se deve ricominciare daccapo. E questo nuovo inizio è imbellito da una commovente e bellissima vicenda che Mimmo ci ha voluto raccontare. Ebbene, in una stazione un poliziotto si trova davanti ad una scena pietosa e triste. Su una panchina stavano dormendo una donna con dei bambini coperti con dei cartoni. Quando si svegliano trovano l’agente che dopo aver dialogato un po’ con loro gli porge un foglio con la scritta Riace. I casi della vita. da questo si deduce che anche il poliziotto sapeva che Riace è il paese dell’accoglienza e, così, questa bella famiglia si trova a vivere tranquillamente e decentemente nel paese di Mimmo Lucano. (mm)