di PINO NANO – Da sempre cittadino di Martone, paesino della Locride dove lui è nato 41 anni, tra sabato e domenica Marco Lombardo, appena eletto senatore della Repubblica Italiana, è tornato in paese per una grande festa in suo onore.
In realtà Marco Lombardo, nella vita di tutti i giorni, è diventato non solo un grande esperto di Diritto Europeo, professore amatissimo all’Università di Bologna, cosa che da ragazzo sognava vivendo in Calabria, ma da un mese a questa parte è anche Senatore della Repubblica Italiana, protagonista di Azione e pupillo di Carlo Calenda, tra i più giovani inquilini di Palazzo Madama. Un record che va a sommarsi ai tanti altri brillantissimi record del suo corso di studi.
L’occasione ufficiale di questo suo rientro in Calabria è stata la sua partecipazione alla Sagra della Castagna, una tradizione storica della gente di Martone, ma in realtà è stata per la comunità locrese l’occasione ideale per rivederlo, ritrovarlo, riabbracciarlo, e sentirlo ancora più vicino di quanto non lo sia stato vivendo lui ormai da anni tra Bologna e Milano.
Una sorta di rientro a casa del “Figliol prodigo” che per crescere è stato costretto a lasciare la Calabria e per diventare la personalità eminente del suo mondo quale poi lui è diventato, è stato costretto a diradare sempre di più il suo legame ombelicale con la casa dei genitori. Attorno allo stesso tavolo le massime autorità istituzionali della Locride, in testa per tutti mons Francesco Oliva vescovo della diocesi di Locri Gerace, e naturalmente lui il vero padrone di casa, Giorgio Imperitura, sindaco di Martone
La sua storia personale è in realtà la storia di una saga, la storia una straordinaria dinastia di “uomini di legge”, suo padre Antonio Vincenzo Lombardo, indimenticabile magistrato calabrese, Procuratore della Repubblica a Palmi, poi a Catanzaro, e sempre con la delicatezza dei signori di un tempo, borghese saggio equilibrato e attentissimo anche nelle sue inchieste più difficili, un personaggio a cui la Calabria avrebbe dovuto dare molto di più di quello che probabilmente gli ha già dato, se non altro per l’immagine austera fiera e decisamente equanime che ha saputo dare della giustizia, e che lui esercitava con rigore sempre nel nome della modestia e della semplicità, dettagli personali e caratteriali che a volte pare siano scomparsi per sempre dalle aule di giustizia.
Oggi suo figlio, il senatore, usa i social per descrivere la sua immensa emozione per questo suo rientro a casa: “Alla città di Bologna devo la mia crescita professionale, lavorativa e politica. A Milano ed agli amici che mi hanno sostenuto, devo la mia elezione a Senatore della Repubblica. Ma le mie radici le devo alla Calabria, alla Locride, ed in particolare al Comune di Martone, piccolo e incantevole paese che ieri ha voluto festeggiare la mia elezione con una grande festa. Sono orgoglioso di poter rappresentare una comunità onesta e laboriosa che studia, fatica e lavora, ed un territorio che, pur con tante difficoltà, merita di essere rappresentato in modo diverso dai soli fatti di cronaca.
Sono stato onorato e felice di tutto questo affetto: ringrazio tutti i Sindaci della Locride che hanno partecipato, il Sindaco di Martone e tutta la comunità martonese. Con la promessa che, come sempre, ovunque andrò non dimenticherò mai chi sono e da dove vengo”. Bellissima dichiarazione d’amore. Solo chi è emigrato, chi è partito e magari chi non è più ritornato a casa sa quanta emozione possa esserci in questo romanzo d’amore che Marco Lombardo dedica oggi alla sua gente e alla sua infanzia. Perché l’infanzia di chi è partito rimarrà per sempre legata al ricordo della gente del Paese dove si è vissuta. Bentornato a casa professore. (pn)