È stato presentato, a Gerace, il progetto di rievocazione e celebrazione dei moti reggini del 1847 e dei cinque Martiri di Gerace, con. l’obiettivo di sottolineare l’importanza dell’insurrezione mazziniana nel reggino e creare un laboratorio di comunità che possa ridare centralità alla storia comprensoriale.
L’incontro, moderato dal direttore responsabile del quotidiano online Métis Jacopo Giuca, è stato aperto dall’esecuzione dell’Inno di Mameli per celebrare la ricorrenza della Festa della Repubblica, quest’anno particolarmente sentita in quanto concomitante con il 75º anniversario della Costituzione Italiana, e dai saluti istituzionali del vicesindaco di Gerace Salvatore Galluzzo.
È stato dunque dato spazio agli interventi del presidente dell’agenzia di formazione accreditata dalla Regione Calabria Focs e agente di sviluppo territoriale, coach, mentore e orientatore scolastico Pierfrancesco Multari, dello storico e componente del Comitato Tecnico Scientifico del Progetto Vincenzo Cataldo e del coordinatore del progetto e responsabile del centro studi Focs Piero Multari, che hanno illustrato le modalità di svolgimento e le finalità del progetto, che si dipanerà attraverso un ciclo di incontri settimanali in programma tra il 2 settembre e il 2 ottobre.
Durante il suo intervento di saluto, il vicesindaco Galluzzo ha sottolineato l’importanza di un progetto che intende non solo rievocare la rilevanza dei moti risorgimentali del XIX secolo, ma anche, grazie alla prevista partecipazione delle classi dell’Istituto Comprensivo Cinque Martiri di Gerace, stimolare la conoscenza di un importante capitolo della storia comprensoriale tra gli studenti e sensibilizzare all’inserimento di un sezione dedicata a tali moti nei programmi ministeriali di apprendimento.
Pierfrancesco Multari, dunque, ha spiegato come, grazie al partenariato di Promocultura Edizioni e Promovideo, dell’accademia Ars Musicæ di Gioiosa Ionica, del Caffè Letterario Mario La Cava di Bovalino e all’importante contributo degli esperti, quali il presente professore Cataldo o l’avvocato Mimmo Romeo, anch’egli componente del Comitato Tecnico Scientifico, il progetto intenda sviluppare un’analisi a 360° della realtà storico/sociale locridea al tempo dei moti risorgimentali, in un percorso di studi che, in un’ottica di sviluppo territoriale, si dipani attraverso incontri organizzati nel periodo compreso tra la rievocazione dell’inizio dell’insurrezione Mazziniana di Reggio Calabria del 2 settembre 1847, e quella dell’esecuzione dei Cinque Martiri del 2 ottobre del medesimo anno.
A Cataldo è naturalmente toccato intervenire sull’incasellamento documentale dei moti reggini e sulle motivazioni che hanno spinto il Comitato Tecnico Scientifico a organizzare tale iniziativa proprio in questo periodo storico, in cui la società italiana pare essere chiamata alla realizzazione di un nuovo e deciso moto di stampo risorgimentale che, all’esito delle crisi politiche, sanitarie e sociali che hanno martoriato l’Europa e il Mondo, deve garantire alle nuove generazioni di poter guardare con rinnovata fiducia al futuro.
Di tutto questo, come dell’esito tragico della storia dei Cinque Martiri e delle vicende che hanno portato al ritrovamento dei loro presunti resti mortali, si parlerà ovviamente nel corso degli incontri del progetto, ha dunque concluso Piero Multari, che nel suo intervento ha voluto rimarcare l’importanza sociale dell’iniziativa e la volontà di rivolgersi in maniera particolare ai giovani del comprensorio, così convinti di fare parte di una realtà sociale marginale da non rendersi conto di quale ruolo di primo piano abbia invece rivestito la Calabria in generale e la Locride in particolare nelle vicende storiche della nostra Penisola.
Numerosi e sempre puntuali gli interventi della platea, che ha dimostrato, con domande pertinenti, quali e quanti possano essere i nodi da sciogliere in merito alla storia dei Cinque Martiri e, soprattutto, quanto fertile possa risultare il terreno socio-politico geracese per i semi di un confronto che coinvolgerà il capitale umano comprensoriale anche attraverso la creazione a Gerace di un laboratorio di comunità che possa stimolare i cittadini di domani anzitutto a riscoprire l’orgoglio dell’appartenenza a una realtà straordinaria, ma anche a svelare le opportunità che si possono cogliere imparando a “guardare oltre. (rrc)