CROTONE – La mostra “Axioma” di Andrea Valleri

Fino al 16 agosto, al Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna di Crotone si potrà visitare Axioma, la mostra di pittura-scultura di Andrea Valleri.

“Axioma”, da cui in italiano assioma o postulato, rinvia etimologicamente a ciò che ha una dignità, è degno di essere considerato nel suo valore, pone un ponte bidirezionale tra cultura scientifica e cultura umanistica, porta il visitatore a riconnettersi con la matrice storica unitaria da cui provengono le differenze.

Andrea Valleri ha scelto Crotone e nello specifico il Museo Archeologico di Capo Colonna, perché è il naturale percorso di tre sue precedenti mostre, negli anni 2022 e 2023, nell’isola di Samos in Grecia, l’isola dove nacque e visse inizialmente Pitagora; Crotone quindi rappresenta il luogo di destinazione dove Pitagora insegnò e fondò la scuola fino a terminare la sua vita nella vicina Metaponto. Costituisce un chiaro richiamo al pitagorismo ma, simultaneamente, anche a tutta quella tradizione connessa alle figure di Parmenide e Platone, figure che rappresentano ancora oggi il richiamo alla fondatezza del mondo intellegibile.

L’artista è un autentico esponente del linguaggio della pop art. Utilizza immagini familiari, dando loro un significato profondo. Mette in relazione le sue opere contemporanee con opere e sculture del nostro patrimonio culturale. La prospettiva di Andrea Valleri evidenzia il valore universale della antichità greca, vista come imprinting di una cultura dinamica in continua evoluzione.

Le opere di pittura, dense di archetipi e segni alfabetici, esprimono una memoria contemporanea comunicativa e modulare, offrono al pubblico occasioni di reinterpretare in modo sempre originale e sempre nuovo i frammenti del passato.

Le opere di scultura, nel richiamare ai miti antichi attraverso decostruzioni, permettono anche allo spettatore di avere conoscenza dei materiali della loro composizione, svelano autenticamente il messaggio che il senso della realtà è la stessa critica del presente.

Il senso fondamentale delle sue opere richiama al senso dell’esistenza e del pensiero autentico che, nella giusta combinazione, ci danno il senso della vera bellezza. Le sue opere di scultura e pittura si ispirano a grandi modelli del passato, contenuti nella letteratura e nelle arti visive del mondo classico. Questi prototipi sono di per sé evolutivi si dispiegano nella storia, affondano le loro radici in Omero ed Esiodo, attraverso le opere dei grandi maestri del pensiero (Platone, Fidia, Policleto), essi culminano nel dinamismo del periodo ellenistico e passano quindi nella civiltà romana, che li ha resi archetipi della stessa civiltà in tutto il mondo.

Egli ritiene che l’archeologia sia idonea a promuove un confronto tra la storicità del pensiero e l’arte contemporanea. Le sue opere, che indagano sistematicamente nell’antichità e interpretano aspetti della storia e della tradizione, offrono al visitatore un contesto intimo per il dialogo tra creatività antica e contemporanea. (rkr)

Riapre il Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna

Domani riapre il Museo Archeologico Nazionale di Capo Colonna, dopo un periodo di importanti e complessi lavori di manutenzione.

La riapertura del Museo anticipa anche alcune interessanti novità nell’allestimento, di cui parlerà il direttore Gregorio Aversa nella visita guidata prevista alle 11.

Fra i principali siti archeologici della Calabria, l’area di Capo Colonna è da sempre legata alla storia di Crotone e sta progressivamente marcando la sua risonanza come uno dei grandi attrattori dell’Italia meridionale. In tale prospettiva, negli ultimi anni il Museo ha proposto di offrire ai visitatori un’esperienza sempre più coinvolgente, per meglio comprendere il ruolo centrale del santuario di Hera Lacinia nella storia dell’antica città di Crotone e dell’intero bacino mediterraneo.

Il Museo è stato realizzato nel 2006 sulla base di un complesso progetto degli architetti Italo Insolera e Paolo Spada Compagnoni Marefoschi che ha affrontato un insieme di problematiche a partire da quelle più generali del territorio. Il percorso espositivo è articolato in tre sezioni, all’interno di ampie sale open-space disposte su un unico piano a livello strada, privo di barriere architettoniche.

È adiacente all’area archeologica per esaltare il legame tra storia, archeologia, natura e paesaggio sul promontorio che gli antichi Romani consideravano sacro limite del golfo di Taranto e i Greci veneravano quale uno dei principali centri mediterranei, consacrato al divino e destinato a rivelarne il soprannaturale per la sua peculiare collocazione geografica.

A garanzia di una visita in piena sicurezza, nel rispetto della normativa anti Covid-19 si invita ad indossare la mascherina, rispettare la distanza di sicurezza e seguire le indicazioni fornite dal personale e dai pannelli informativi. (rkr)