A Casabona sta per nascere un Museo di Comunità. Una sperimentazione forse unica in Calabria, avviata dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco, Francesco Seminario, che vuole promuovere e sostenere un processo di sviluppo locale, innovativo, sostenibile e condiviso, fondato sulla valorizzazione dell’identità di luogo e delle risorse materiali ed immateriali disponibili, attraverso la partecipazione attiva della popolazione autoctona ed il potenziamento di reti sociali locali.
Un progetto avviato prima del covid-19, in cui «si sono intrapresi – ha spiegato il sindaco – una serie di incontri con esperti per discutere della realizzazione e del successivo utilizzo produttivo di un Museo Civico, per la cui creazione si poteva contare anche su un finanziamento della Regione Calabria».
«Il Museo Civico – ha spiegato ancora –per il quale si sarebbe potuto contare anche su una donazione di reperti archeologici da parte della Famiglia Tallarico, rappresentava una formidabile opportunità ai fini della conservazione, valorizzazione e fruizione da parte dell’utenza (cittadini, visitatori, turisti, studiosi. Ecc.), dei beni storico-archeologici casabonesi».
«Tuttavia, l’amministrazione comunale, grazie anche al supporto del mondo della ricerca scientifica – ha aggiunto – ha pensato anche all’utilizzo produttivo del Museo, ed al fatto che lo stesso potesse contestualmente rappresentare una opportunità di crescita economica e sociale per la comunità locale».
«Ed è per rispondere compiutamente a questa esigenza – ha proseguito – che il processo di costruzione del Museo Civico è stato inserito dall’amministrazione comunale all’interno di un percorso progettuale di sviluppo locale più ampio, che sposa l’idea del Museo di Comunità, soluzione a cui si pensa, come noto, quando si ha l’obiettivo di attivare le risorse territoriali ed incoraggiare la costruzione di significati e valori rilevanti intorno agli oggetti ed ai luoghi, con la partecipazione della più ampia parte della popolazione locale».
Un approccio che sta registrando la partecipazione diffusa di cittadini e portatori di interesse ai tanti incontri di lavoro fino ad ora realizzati, anche al popolamento del sistema informativo territoriale informatizzato pensato per il turismo e per la valorizzazione identitaria, azione ulteriore che mira al recupero anche delle risorse immateriali meno note.
Nel progetto Museo di Comunità, è compreso anche è il recupero del rapporto con la popolazione di origini casabonesi emigrata. Nel periodo estivo, una decina di giovani casabonesi hanno individuato ed intervistato circa trecento individui definibili “turisti delle radici”, ed i cui risultati sono stati presentati da Simone Palmieri ed Elena Poerio in un recente affollato convegno, alla presenza oltre che della popolazione, del Sindaco e di vari rappresentati dell’amministrazione comunale, anche dei docenti dell’Università della Calabria Tullio Romita, Antonella Perri e Stefania Mancuso.
Insomma, un progetto che, è questo l’auspicio del sindaco, possa rappresentare «una buona pratica estendibile ad altri Comuni calabresi». (rkr)