Nasce il board scientifico del Sila Science Park & FATA Museum di Taverna

Prima riunione ufficiale del board scientifico del Sila Science Park & FATA Museum a Taverna (CZ). SI tratta di una realtà straordinaria, nata nel settembre del 2019, grazie ad una sinergia tra comune di Taverna e Provincia di Catanzaro, finanziata dalla Regione Calabria, e realizzata su progetto scientifico del CNR, il parco e il museo ricadono in una vasta zona di 80 ettari della Sila catanzarese che include anche altre strutture adibite per l’accoglienza e l’intrattenimento del pubblico.
Un progetto davvero all’avanguardia di parco esperienziale basato sul “Wellness”, il Parco dopo la battuta d’arresto dovuta alla pandemia, può finalmente augurarsi di dare concretezza al suo potenziale, e a quanto ideato finora ma non solo, afferma il Sindaco Sebastiano Tarantino.
Grazie alla costituzione di un ampio comitato scientifico di altissimo profilo nazionale presieduto dal Direttore di Palazzo Reale di Milano, Domenico Piraina, intende rilanciare il territorio mediante uno strategico piano di sviluppo turistico e culturale, e promuovere l’intera regione a partire dalla Sila piccola anche attraverso una serie di attività interdisciplinari tra cultura, sport, educazione, turismo e ambiente, a carattere dunque, non soltanto scientifico.
FATA, infatti, è l’acronimo di FUOCO, ACQUA, TERRA, ARIA, ed è finora l’unico museo italiano incentrato sui 4 elementi naturali.
Ma il suo è un progetto a più ampio respiro rispetto ad un comune museo, che si pone tra gli obiettivi principali quello di creare un modello avanzato di realtà museale, fruizione innovativa, valorizzazione e gestione di un bene naturalistico, paesaggistico e scientifico -culturale dell’area interna calabrese e del territorio circostante, in grado di rinvigorire fattori di competitività dell’intera area montuosa e promuoverne la crescita in termini di nuovi pubblici e flussi turistici. Sempre partendo dall’unicità del Territorio.
Ed è esattamente alle domande anche inespresse del territorio che rispondono i molti progetti e gli eventi già in essere o in programma, dal Festival sull’Astronomia all’adesione alla Ciclovia dei Parchi, dalla realizzazione di sistemi di accoglienza innovativi, ai tavoli didattici multimediali, dalle mostre di arte antica e contemporanea all’estensione dell’area espositiva, dalla Forest therapy al bosco esperienziale, senza dimenticare il maneggio e la fattoria didattica.
Tutti elementi questi, che puntano ad un aggiornata metodologia di fruizione museale tali da intersecare concetti come “Esperienza” e “Edutainment” ma che, è nella Mission del museo, non dimentichino, in chi vive il territorio di rinnovare il senso d’“Identità”, e in chi lo visita offrire la possibilità di conoscerne e apprezzarne gli aspetti d’“Unicità”.
Entusiastici sono stati i feedback di tutti i membri del comitato riunito in video conferenza e che è stato moderato da Luca Mazzetti, Project manager del Parco,«Abbiamo un sogno ambizioso, il FATA deve diventare promotore e centro propulsore per tutta la nostra Regione».
Stefano Alcaro, docente di chimica all’UMG. «Sarò felice di condividere gli esiti di una delle nostre ultime ricerche sull’innovazione museale. E in qualità di Direttore dei corsi di Alta Formazione, attiveremo dei corsi specifici con il FATA di Master di Formazione e Perfezionamento».
Elena Console, imprenditrice, «Il metodo che abbiamo approntato con la società sull’accessibilità e inclusione si lega al museo FATA e può offrire uno scenario nuovo sul tema. Anche la tecnologia è uno strumento indispensabile».
Stefano Zuffi, storico dell’arte, «Gli scenari che prospetta il museo FATA sono estremamente interessanti. Il concetto di Benessere, un tema caro e una prospettiva da guardare con attenzione. I 4 Elementi sono una Via Maestra per un approccio interdisciplinare».
Maurizio Vanni, docente all’Università di Pisa, «Il FATA un progetto avveniristico. Una nuova analisi proveniente dal Canada definisce la Calabria la regione a più margine di crescita culturale in Italia».
Florindo Rubbettino, editore, «La Calabria è fuori dalle maggiori rotte turistiche, ma questo non è un aggravante è un vantaggio. Il FATA è un progetto eccezionale e ha tutti gli assets giusti per la creazione di una rete di saperi condivisi con ricadute fondamentali su tutto il territorio».
Carmine Lupia, etno-botanico, «Il legame arte, architettura e natura è imprescindibile. Dove si trova il FATA persiste il pino laricio, che sappiamo essere stato il legno utilizzato per la costruzione della Chiesa di San Paolo flm e persino della Basilica di San Pietro. Le competenze incrociate del cts possono fornire degli strumenti preziosi per la crescita del nostro territorio ancora da far conoscere e valorizzare».
Angela Mungo, responsabile Coldiretti, «La Coldiretti non lavora esclusivamente per le aziende agricole. Ambiente e territorio sono i nostri riferimenti base. Uno dei nostri progetti sull’agricoltura sociale può essere un ottimo contributo per il museo FATA».
Anna de Fazio Siciliano, critica d’arte, addetta alla comunicazione del museo, «Un progetto lungimirante e del tutto all’avanguardia, soprattutto a queste altezze geografiche. La Calabria lo merita».
Domenico Cerminara, funzionario Ente Parco della Sila, incalza su quanto sia importante restare vicini agli abitanti. “Dobbiamo accogliere le loro domande culturali e di miglioramento della quotidianità. La Ciclovia e la montagna sono delle risorse da sfruttare per uno sviluppo reale del territorio».
Domenico Piraina, Presidente del cts del museo FATA e Direttore Polo Mostre Milano, «Punto di riferimento del museo, ormai designato come “Bene essenziale”, devono essere le persone, un museo è davvero tale, quando sa aprirsi alla società e con essa dialogare nella costruzione comune di un progetto di vita culturale».
Giovanni Carlo Federico Villa, storico dell’arte e docente Università di Bergamo, «Il progetto FATA incarna valori altissimi di tutela, promozione e valorizzazione del Patrimonio naturalistico e paesaggistico della Calabria una regione dalla bellezza struggente».
Preziose anche le parole finali di Giovanni Pugliese, amministratore delegato della società Natura Pura che ha in gestione il Parco, «Oggi è un giorno nuovo. Questo comitato scientifico è il fiore all’occhiello di tutto il lavoro svolto finora, un grande risultato che dà valore del nostro progetto».

TAVERNA (CZ) – Inaugurato il Fata Museum

È stato il presidente Mario Oliverio ad inaugurare, nella giornata di ieri, a Taverna, in località Carbonello, il Fata Museum, dedicato ai quattro elementi della natura: Fuoco, Acqua, Terra, Aria.

Il nome del Museo, immerso in un’area naturale di oltre 80 ettari limitrofa al Lago del Passante, è l’acronimo dei quattro elementi naturali ai quali si rifà il progetto de La città delle scienze ambientali.

L'immagine può contenere: 4 persone, persone in piedi

In una superficie di oltre 2.500 mq, la struttura si sviluppa su due piani ed è il frutto di una grande sinergia che ha visto protagonisti la Regione Calabria, la Provincia di Catanzaro, il Comune di Taverna, con il coordinamento scientifico del Cnr ed ha un’importante valenza strategica per lo sviluppo turistico locale.

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«Questa importante struttura scientifica – ha detto il Presidente Oliverio – ben si colloca nel disegno di valorizzazione e recupero delle aree interne della nostra regione. Qui siamo in un’area bellissima della Sila. La Sila cresce, se cresce insieme, anche attraverso iniziative come questa che possono contribuire a bloccare il processo di spopolamento dello stesso altopiano silano e di tantissimi piccoli comuni che da decenni sono stati abbandonati a se stessi».

«Quello che inauguriamo oggi – ha proseguito il presidente Oliverio – è, quindi, un altro tassello di un progetto più grande che guarda con grande attenzione al ripopolamento delle nostre aree interne. Abbiamo lavorato molto e stiamo lavorando intensamente perché nella nuova Programmazione Comunitaria 2021-2027 l’Unione Europea assuma una forte linea di intervento volto a contrastare lo spopolamento delle aree interne. Non è facile, ma dobbiamo provarci, siamo obbligati a provarci, ma per sbloccare il processo di svuotamento e spoliazione delle nostre realtà di montagna occorre una cura da cavallo, evitando assolutamente tentazioni assistenziali. L’assistenzialismo è stato il nemico più acerrimo del Sud e delle nostre aree interne».

«La cura – ha proseguito il presidente Oliverio – deve basarsi sul sostegno e la valorizzazione di attività produttive, di servizi che riqualificano il territorio, di nuove e innovative attività turistiche, di nuovi insediamenti scientifici e culturali come questo. In questi anni noi abbiamo lavorato sodo in questa direzione. Per quanto riguarda il turismo abbiamo puntato su due direttrici: rendere più accessibile la nostra regione avvicinandola al Paese e all’Europa ed investendo sui collegamenti aeroportuali che dagli 8 del 2014 sono passati agli oltre 60 di oggi e tentando di allargare la stagione turistica anche agli altri mesi dell’anno che non siano solo quelli estivi. Abbiamo investito risorse cospicue sui beni culturali, sui borghi, sulla valorizzazione delle nostre identità e delle peculiarità enogastronomiche dei nostri territori. Oggi cominciano ad arrivare i primi risultati».

«Il futuro – ha concluso il Presidente della Regione – non si costruisce con la bacchetta magica che nessuno possiede, ma giorno dopo giorno, con fatica e impegno, attraverso un percorso, in una visione complessiva capace di guardare allo sviluppo e alla crescita armoniosa della nostra regione sganciata dai particolarismi, localismi e campanilismi che tanti danni hanno causato alla nostra terra». (rcz)