Riaperto il Reparto di Medicina di Trebisacce

È con i primi tre ricoveri registrati che ha riaperto, ufficialmente, il Reparto di Medicina del presidio Ospedaliero di Trebisacce torna ufficialmente in funzione. Con l’attivazione di 21 posti letto ordinari e 4 in day hospital, si concretizza ulteriormente il progetto di riapertura del Chidichimo.

Lo ha reso noto la consigliera regionale Pasqualina Straface, presidente della Terza commissione sanità del Consiglio regionale, esprimendo soddisfazione per questa importante opportunità che tutto il territorio può finalmente festeggiare.

L’attivazione dei codici per il ricovero e la dismissione dei pazienti fa seguito alla deliberazione del Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza Antonello Graziano avvenuta esattamente un mese fa.

«Grazie all’attenzione e all’impegno mai venuto meno del Commissario e Presidente della Giunta Regionale Roberto Occhiuto – ha detto Straface – la possibilità di potersi curare all’interno del nosocomio trebisaccese diventa finalmente realtà. Così come reale sarà presto il funzionamento di altri reparti e servizi».

«Nei prossimi giorni – ha aggiunto la Presidente Straface – inizieranno anche i lavori di ristrutturazione del Pronto Soccorso e della sala operatoria del reparto di Chirurgia, che al termine dei lavori disporrà di 12 posti letto e 4 posti in day surgery. Trattandosi di lavori di rifacimento ex novo, il servizio del Pronto Soccorso, in particolare, sarà trasferito temporaneamente in un’altra ala dell’ospedale». (rcs)

Tavernise (M5S): Sanità della fascia ionica deve partire dalla riapertura degli ospedali di Trebisacce e Cariati

Davide Tavernise capogruppo in Consiglio regionale della Calabria, dopo la visita al Punto di Primo Intervento di Trebisacce, ha sottolineato come «la sanità della fascia ionica deve partire dalla riapertura degli ospedali “Chidichimo” di Trebisacce e “Vittorio Cosentino” di Cariati».

Per Tavernise, infatti, «Il Presidente Roberto Occhiuto ha avuto il pregio di restituire alla politica calabrese la gestione della sanità. Ora ha l’onere di cambiare le cose».

«La sanità in Calabria – ha spiegato Tavernise – è stata gestita in modo maldestro e da incapaci patentati. Abbiamo strutture e macchinari che oggi vanno messi a regime e fatti funzionare, per restituire salute e dignità ad un territorio abbandonato, rivendicante assistenza sanitaria, degna delle persone umane. La ricetta è unica: assumere l’occorrente personale sanitario, in grado, tra le altre cose, di rispondere alle rinnovate esigenze dettate dal post Covid. E’ inaccettabile che il piano straordinario per l’assunzione di personale medico, sanitario e socio-sanitario sia fermo causa il redigendo Programma operativo 2022 -2023».

«Se fino a pochi mesi fa – ha proseguito Tavernise – sembravano un’enormità ventidue minuti, quale tempo medio da una chiamata di soccorso all’arrivo dell’ambulanza, oggi i fatti di cronaca ci restituiscono, in alcune parti della Calabria, tempi triplicati per un’ambulanza che arriva senza medico. Una circostanza, questa, gravissima e anticipata nel 2015, nella prima delle tre sentenze, che disponevano la riapertura dell’ospedale di Trebisacce, nel quale il Consiglio di Stato ha denunciato “il deficit strutturale delle reti di trasporto, nel territorio, l’orografia e i tempi necessari per arrivare agli ospedali vicini rendono impossibile un efficace trattamento di un’emergenza sanitaria partendo da Trebisacce o dai comuni del suo distretto”».

Una situazione intollerabile, che Trebisacce condivide con Cariati, resa più critica dall’assenza del personale medico sui mezzi di soccorso, contribuendo a rendere la nostra regione insufficiente su tutti i livelli essenziali di assistenza. Sentenze, poi, quelle citate, in attesa, ancora, di una piena esecuzione.

«Gli ospedali di Trebisacce e Cariati – ha concluso Tavernise – unitamente a quelli di Corigliano Rossano, hanno rappresentato in passato il fiore all’occhiello della sanità ionica. È tempo di restituire ai cittadini calabresi salute e dignità. E’ tempo di riparare torti ingiusti. Che sia nel redigendo Programma operativo 2022-2023, o nell’assimilabile nuovo piano di rientro, più rispettoso dell’autonomia regionale, come specificato recentemente dalla Corte Costituzionale». (rrc)