Parentela (M5S): 10 milioni dal Governo per le arance della Calabria

«È stato approvato in Conferenza Stato-Regioni il decreto per il Fondo nazionale agrumicolo. Con una dotazione di 8 milioni, da incrementare, il governo sostiene gli investimenti per il rinnovo varietale». Lo afferma, in una nota, il deputato M5s Paolo Parentela, capogruppo della commissione Agricoltura, che prosegue: «Con 2 milioni a parte, su nostro impulso, recepito dal governo, verrà promosso il consumo di agrumi con campagne di comunicazione istituzionale mirate a valorizzare le produzioni di eccellenza Dop e Igp. Rammento, peraltro, la recente intesa con la Cina per la spedizione aerea delle nostre arance».

«A favore del comparto agrumicolo meridionale, poi, c’è una risoluzione che ho firmato con diversi colleghi del Movimento 5stelle, volta a ottenere importanti interventi governativi; a partire dalle previste misure di salvaguardia del mercato nazionale, che risente dall’aumento di importazioni dal Marocco».

«Con questo atto in commissione Agricoltura – continua il deputato – vogliamo, poi, che l’esecutivo rafforzi il sistema dei controlli sui prodotti provenienti dai mercati esteri e che valorizzi i nostri prodotti agrumicoli; ad esempio con incentivi alla stipula di convenzioni tra aziende, enti, scuole ed ospedali finalizzate a rifornire di arance e di spremute i distributori automatici. Infine abbiamo chiesto l’impegno del governo per lo sviluppo di una certificazione della provenienza italiana degli agrumi». 

«Si tratta di un’azione politica ad ampio raggio. Ricordo, infatti, che la Calabria – conclude Parentela – detiene circa un quarto della produzione italiana e ha il 24% dell’intera superficie agrumicola del Paese. Di qualità straordinaria, nella regione vengono prodotti le clementine, circa il 63% del totale nazionale, e il bergamotto, la cui polpa è impiegata per sciroppi, canditi, preparati farmaceutici e la colorazione di tessuti. Dalla buccia del frutto, invece, si estrae l’essenza base dei profumi pregiati, esportata in tutto il mondo». (rp)

Una giornata storica: finalmente Reggio beve l’acqua del Menta

Il sito celebrativo della Diga del Menta

Come funziona l’impianto ?

I discorsi dell’inaugurazione

28 ottobre 2018 – La giornata di oggi resterà nella memoria storia della Città di Reggio, ma anche di tutta la Calabria: l’apertura della Diga del Menta che, dopo trent’anni di attesa, rifornirà di acqua potabile Reggio rappresenta sicuramente un segnale che, se c’è la volontà politica, le cose si possono fare. Per questo oggi a Reggio si festeggia: la città per lunghissimi anni – soprattutto d’estate – ha sofferto una crisi idrica senza precedenti, con acqua non solo scarsa ma addirittura “sporca”, ovvero imbevibile.
I lavori della Diga del Menta, che ricade nel comune di Roccaforte del Greco, sembra non avrebbero mai trovato fine. Bisogna dare atto alla Regione e al suo presidente Mario Oliverio di un impegno concreto, in tandem con il sindaco della Città Metropolitana Giuseppe Falcomatà che, in quest’occasione, ha mostrato la determinazione necessaria per portare a termine il progetto. Un’opera di alta ingegneria – una delle più imponenti di tutto il Meridione, la più grande opera pubblica nell’ambito dell’acqua mai realizzata negli ultimi 40 anni in Calabria – che sarà in grado di trattare 1250 litri d’acqua al secondo, con 17,9 milioni di metri cubi d’acqa alla massima regolazione. Finalmente cesserà la sete di Reggio?
Occorre ricordare che i lavori sospesi da tempo erano ripresi nel 2015 e in appena tre anni l’opera è arrivata al traguardo dell’operatività completa.


«Un fondamentale impegno, assunto con i cittadini di Reggio Calabria fin dal mio insediamento, è stato onorato – ha detto il Presidente Mario Oliverio. La vicenda della Diga del Menta è uno delle metafore, forse la più significativa, della mia esperienza di governo regionale. Ho ereditato la sfascio, un cantiere fermo e vandalizzato, ho programmato le risorse e seguito la redazione dei progetti e dei lavori. Sono stato più volte sui cantieri. Un lavoro spesso nascosto, che oggi produce fatti. Sono tante le situazioni di opere incompiute o abbandonate che sono state recuperate e riattivate come, per citare le più significative, l’apertura della cardiochirurgia, i cantieri di adeguamento sismico delle scuole, la strada Gallico-Gambarie, il finanziamento della metropolitana, i finanziamenti sul rischio idrogeologico e così via. Per questi motivi il 28 ottobre sarà una data storica e un’occasione di festa per la città di Reggio Calabria».
Il sindaco Falcomatà ha annunciato la fine della grande sete di Reggio: «Con l’apertura del nuovo sistema idrico della Diga sul Menta finalmente si risolve in maniera definitiva un problema che esiste da sempre nella nostra Città. Siamo davvero di fronte ad un passaggio epocale, una sorta di “rivoluzione copernicana” che inciderà in maniera determinante nella vita quotidiana dei reggini che, finalmente, avranno la possibilità di utilizzare l’acqua in casa secondo i propri bisogni domestici senza dover “sperare” che non manchi. Quando ci siamo insediati il cantiere della diga risultava fermo e vandalizzato. Sono serviti anni di duro lavoro, costante e silenzioso, nella proficua sinergia attivata con il Presidente Oliverio e con Sorical, per arrivare a questo punto. Nulla di tutto ciò era scontato, ma oggi possiamo finalmente affermare che l’acqua della Diga non è più un miraggio».


Per dovere di cronaca bisogna riferire di un allarme lanciato dai deputati pentastellati Paolo Parentela e Luigi D’Ippolito relativo a una discarica vicina alla diga che conterrebbe pericolosi inquinanti su cui la Sorical ha chiesto interventi di bonifica. Circostanza smentita dal commissario liquidatore della Sorical, Luigi Incarnato: «Indagini, analisi e approfondimenti fatti per tempo dagli organi competenti – ha detto Incarnato – hanno escluso ogni collegamento tra la problematica sollevata dai rappresentanti del Movimento 5 Stelle e l’utilizzazione dell’acqua della Diga del Menta. La fornitura idrica è garantita, tra l’altro, da un impianto di potabilizzazione tra i più avanzati d’Italia, soprattutto nel campo del monitoraggio, controllo e sicurezza». (rrm)

Il programma degli eventi celebrativi di oggi: alle 11 ad Armo di Gallina la benedizione degli impianti da parte dell’arcivescovo di reggio Giuseppe Giorini Morosini e avvio della fornitura idrica, con la partecipazione del presidente della Regione Mario Oliverio, del sindaco Giuseppe Falcomatà e del commissario Sorical Luigi Incarnato.

Alle 16 riattivazione della fonte delle Tre Fontane, alimentata dall’acqua che proviene dalla Diga del Menta. Don Giacomo D’Anna, parroco della Chiesa di San Paolo, ha benedetto il complesso. E’ la prima fontana pubblica di Reggio Calabria che viene alimentata direttamente con l’acqua della Diga del Menta. I tantissimi cittadini presenti, nonostante l’inclemenza del tempo, muniti di borracce appositamente prodotte per l’evento, hanno potuto e voluto constatare personalmente, insieme agli amministratori e ai rappresentanti istituzionali, l’alta qualità e la bontà del prezioso liquido. Inutile aggiungere che è stato un momento di grande partecipazione e gioia collettiva a cui hanno partecipato, con suoni di clacson, anche gli automobilisti che in quel momento si sono trovati a transitare per la zona. Grande soddisfazione hanno espresso con i loro volti e attraverso gli abbracci soprattutto gli anziani, molti dei quali mai avrebbero creduto di poter vedere riattivata questa antica e storica fontana.

Alle 17.30 il convegno a Palazzo San Giorgio “Dalla Diga del Menta al sistema idrico integrato dell’acqua a Reggio Calabria” con la partecipazione del sindaco Falcomatà, del presidente Oliverio, di Luigi Incarnato, Paolo Brunetti, Domenico Penna (sindaco di Roccaforte del Greco) e Domenico Creazzo (presidente f.f. del Parco d’Aspromonte).
Le manifestazione si sono chiuse con un concerto al Teatro Cilea diretto dal m° Alessandro Tirotta con l’Orchestra e il Coro del Teatro Cilea (quest’ultimo diretto da Bruno Tirotta). Lo spettacolo previsto in piazza Italia di Otello Profazio e Francesca Prestia è stato rinviato per maltempo. (rrc)

 

 

M5S: L’ABBAZIA FLORENSE CON LA CASA DI RIPOSO DENTRO

Sul singolare caso dell’Abbazia florense di San Giovanni in FIore che ospita al suo interno una casa di riposo i deputati M5S Francesco Sapia e Paolo Parentela hanno diffuso una nota assai polemica nei confronti della regione.
«Da anni – scrivono i due deputati – denunciamo il caso, ormai nazionale, dell’Abbazia florense di San Giovanni in Fiore, dentro cui si trova una casa di riposo benché i relativi locali siano del comune, che ne concesse l’agibilità e rilasciò un parere rivelatosi falso, servito all’autorizzazione e all’accreditamento della struttura da parte della Regione Calabria. L’Abbazia florense è monumento simbolo della spiritualità di Gioacchino da Fiore, il teorico dell’affermazione della giustizia nel mondo terreno. Ciononostante, per quanto persone vicine al governatore Mario Oliverio pubblicizzino oltremodo loro libri su Gioacchino, citato da Dante Alighieri fino a Gianni Vattimo, nulla si muove per risolvere il paradosso della presenza della rsa nel complesso badiale».
«È come se – proseguono i deputati 5stelle – nel Duomo di Milano si consentisse l’attività di un centro scommesse o dentro Santa Croce si permettesse di tenere una palestra. La Calabria è fatta di enormi contraddizioni, che Oliverio, ora gasato col suo codazzo di sindaci in attesa di “mance”, non ha mai voluto risolvere. Nello specifico, alla burocrazia regionale egli doveva chiedere conto dell’autorizzazione e accreditamento in questione».
«Oltretutto – incalzano i parlamentari 5stelle – il vicino sito di Jure vetere sottàno è sempre in abbandono. Di queste ferite alla cultura della Calabria, per iniziativa del Meet up locale, attento al rilancio dell’Abbazia florense e del territorio, si parlerà alle ore 17,30 di sabato 22 settembre, all’interno del complesso religioso e insieme ai colleghi Alessandro Melicchio e Margherita Corrado; l’uno componente della commissione Cultura della Camera, l’altro dell’omologa del Senato». «In ogni caso – concludono Sapia e Parentela – a San Giovanni in Fiore come nel resto della Calabria bisogna cambiare gli uomini che gestiscono la cosa pubblica». (rp)

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