Una Messa per il prof. Lino Versace all’Università della Calabria

di FRANCO BARTUCCI – La Comunità universitaria dell’Unical si è ritrovata nella chiesa San Paolo Apostolo della parrocchia universitaria gestita dai Padre Dehoniani per celebrare una santa messa, presieduta da padre Emanuele, in suffragio per il prof. Pasquale Versace scomparso lo scorso 5 dicembre.

Una partecipazione nutrita di docenti, non docenti e tecnici dell’area d’ingegneria ed in particolare dei dipartimenti di Ingegneria Civile con il direttore, prof. Roberto Gaudio, di ingegneria per l’ambiente ed il territorio, prof. Giuseppe Mendicino, del Dimes, prof. Stefano Curcio.

A seguire la cerimonia c’erano pure il prof. Giuseppe Frega, già direttore del dipartimento di difesa del suolo e Rettore dell’Unical, con acconto il prof. Paolo Veltri, già preside della Facoltà di Ingegneria; nonché l’ex Rettore Giovanni Latorre e l’attuale pro Rettore con delega al Centro residenziale, prof.ssa Patrizia Piro. Da segnalare la presenza del prof. Mario Maiolo fortemente legato da un rapporto di amicizia, stima e collaborazione con il prof. Versace; nonché il prof. Marcello Maggiolini, presidente del nuovo corso di laurea in Medicina e Chirurgia Td.

Tutti attoniti e vicini ai familiari del prof. Pasquale Versace, che ha lasciato un ricordo di grandi meriti ed apprezzamento per come ci ha detto la prof.ssa Vincenza Calabrò, del Dimes, coordinatrice del progetto Sila per il quale il prof. Pasquale Versace ha dato un puntuale e ricco contributo di esperienza e conoscenza per la sua validità ed importanza per la stessa regione Calabria.

«La scomparsa del prof. Versace, di Lino, inattesa e giunta troppo presto per tutto ciò che con la sua mente vulcanica ed il suo spirito critico e creativo poteva e voleva ancora fare, lascia – ha detto la prof.ssa Vincenza Calabrò – un vuoto. Un vuoto nell’Ateneo, un vuoto in tutti noi che oltre a volergli bene lo stimavamo e ne apprezzavamo le doti e le qualità. Una persona appassionata nel suo lavoro, che riusciva a vedere lontano, a risolvere problemi con geniali intuizioni, spesso critico ma con un modo di essere critico in maniera propositiva».

“Ho imparato a conoscerlo bene e condividerne idee ed attività – ha continuato – con il Progetto Sila. Mi piace pensare che sia riuscito a vedere il buon esito di questo progetto e che abbia fatto un intervento, venerdì, nel corso dell’evento finale, come sempre acuto e mai incline ad eccedere negli elogi, ma proiettato verso il futuro.
La sua intuizione sul progetto SILA ha consentito di realizzare una struttura che ha unito ed aggregato, in una visione che poteva sembrare utopistica e che invece oggi è una realtà, riconosciuta ed apprezzata. Ha saputo da subito cogliere quelle che erano le potenzialità di una aggregazione reale di una rete di ricercatori e laboratori diversi, ha saputo creare un amalgama ed una compagine che è cresciuta, con lui sempre e comunque presente, anche quando non era più responsabile scientifico. In tutti gli incontri le sue idee, le sue critiche, le sue proposte, si rivelavano vincenti e condivise. Sapeva andare oltre ciò che era l’evidenza, appunto sapeva vedere lontano”.

«Ho imparato tanto da Lino, nelle discussioni, nelle condivisioni – ha detto ancora la prof.ssa Vincenza Calabrò – dapprima con quella referenza che si deve ai grandi professori e poi con quel senso di comune ideale, volontà di costruire e creare qualcosa in cui si crede, quel sentirsi “complici” ma sempre riconoscendo i ruoli.
L’entusiasmo che mi ha trasmesso nei giorni in cui costruivamo il progetto Sila è ancora oggi forte in me e se lo trasmetto in ogni occasione è grazie al riconoscimento che mi fece dicendo che avevo avuto una bella idea e ciò che proponevo, la Hall tecnologica, doveva stare in Sila. Per me fu un momento magico. Un apprezzamento dal mitico prof. Versace!».

«Penso di condividere il pensiero di tutti i componenti dell’Ir Sila se dico che ciò che Sila è oggi, lo è grazie alla lungimiranza di idee, di pensiero, alla visione prospettica che il prof. Versace ha sempre avuto. Lo è anche grazie alla sua convinzione di costruire qualcosa di grande e nel modo come lui lo aveva immaginato e pensato, quella certezza di fare le cose in un certo modo, che poi si rivelava vincente. Sono certa che il cordoglio, il profondo dolore che provo sia condiviso da tutte e tutti i componenti dell’Ir cui mancheranno i suoi interventi, i suoi suggerimenti, quel modo di far capire che quello suo era un pensiero, una idea vincente! E lo era davvero! Ho citato Sila, ma sono tanti i momenti e le attività condivise e sempre accanto alle inevitabili discussioni, vi era la possibilità di apprendere, di scoprire cose nuove, di crescere. Ho sempre visto Lino come una persona che pur nel dissenso dava spunti per imparare e per migliorare».

«Penso che dobbiamo molto al prof. Versace e il suo ricordo, la sua figura- ha concluso la prof.ssa Vincenza Calabrò – rimarranno sempre un caposaldo per la nostra Università. Vorrei che questi pensieri siano anche un modo, per i familiari, le persone care esterne all’Unical al cui dolore ci uniamo tutti, di riconoscere quanto grande fosse il valore del Prof, Versace e come sia stato importante per tutti noi. Resta il rimpianto che sia andato via troppo presto e che poteva esserci ancora un’altra chiacchierata… Grazie Lino». (fb)