Il peperoncino di Calabria e la questione IGP

di BRUNELLA GIACOBBEIl peperoncino è l’oro rosso della nostra regione. Apprezzato e stimato in ogni parte del mondo, sia in purezza che come ingrediente principe di preparati come la famigerata ‘nduja, a lui dedicati eventi gastronomici e anche artistici che lo utilizzano a mo di mascotte (vedi il Peperoncino Jazz Festival).

Oltre ad essere un ingrediente fondamentale nella cucina calabrese, con una storia secolare e una grande varietà di tipologie, la sua coltivazione e successiva lavorazione rappresentano un’importante risorsa dall’indotto economico, preservando anche un importante aspetto culturale della gastronomia di regione.

In questi giorni si sta diffondendo la notizia del peperoncino rosso di Calabria verso l’acquisizione del marchio IGP. In realtà alcune varietà hanno già acquisito il marchio IGP, e queste sono:

  • Ciliegino: Dalla forma tonda e dal sapore non troppo piccante.
  • Guglia: Riconoscibile per la forma allungata, con un sapore ben specifico e piccante. 
  • Naso di cane: Dalla forma conica e il sapore intensamente piccante.
  • Sigaretta: Sottile e allungato, con un gusto molto piccante.

Il riconoscimento dell’IGP è un marchio di qualità e garanzia che tutela l’origine e la qualità (garantendo che il peperoncino provenga dalla Calabria e sia prodotto secondo un disciplinare specifico); valorizza il prodotto (aumentando la visibilità e il prestigio del peperoncino di Calabria sui mercati nazionali e internazionali); protegge dalle contraffazioni (impedendo che prodotti di altre origini vengano venduti come peperoncino di Calabria); sostiene la filiera produttiva (favorendo lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile e la creazione di posti di lavoro).

Ad occuparsi e seguire i percorsi che portano al riconoscimento IGP è  il Consorzio dei produttori della Calabria, che funge da ponte tra produttori e istituzioni ponendosi al centro anche delle operazioni finalizzate al riconoscimento IGP del peperoncino, dialogando con le istituzioni, in primis con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, una sinergia fondamentale per affrontare le trafile burocratiche.
Ovviamente il Consorzio ha redatto un disciplinare rigoroso che stabilisce le precise norme per la coltivazione, la lavorazione e il confezionamento da far applicare ai produttori e consegnare al ministero.

Quindi di quale IGP si sta parlando in questi giorni?

Il Consorzio dei produttori della Calabria ha presentato ufficialmente al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) il disciplinare per il riconoscimento dell’IGP “Peperoncino di Calabria”, un prodotto identificativo al di là delle varietà già riconosciute. Questo aprirà le porte alle commercializzazioni con l’estero e ad una migliore disciplina tra i produttori calabresi.
Un ulteriore passo in avanti dunque ad opera del Consorzio, dal punto di vista della valorizzazione di questo prodotto simbolo della regione. (bg)

Verso il riconoscimento Igp del Peperoncino di Calabria

Il Consorzio dei Produttori del Peperoncino di Calabria ha presentato al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, con il parere favorevole della Regione, il Disciplinare di Produzione per il riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta (Igp) del Peperoncino di Calabria.

Lo ha reso noto Pietro Serra, presidente del Consorzio dei Produttori del Peperoncino di Calabria, annunciando che mercoledì 5 marzo, a San Marco Argentano, nell’Aula Consiliare del Comune, si terrà la riunione di pubblico accertamento.

Nell’ambito dell’iter di riconoscimento, il Ministero procederà ora alla verifica pubblica del Disciplinare attraverso una Riunione di Pubblico Accertamento.

Durante l’incontro, i Funzionari Ministeriali verificheranno la conformità del disciplinare ai metodi leali e costanti praticati sul territorio, leggeranno integralmente il Disciplinare e raccoglieranno eventuali osservazioni da parte degli operatori interessati. Il Peperoncino di Calabria non è solo un’eccellenza gastronomica regionale, ma anche un simbolo della cultura e della tradizione calabrese.

La sua produzione valorizza il territorio nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio locale, contribuendo al sostegno dell’economia regionale. (rcs)

A Roma una mini-festa “piccante” con il Re del peperoncino Gianni Pellegrino

Piccoli segnali di ripartenza: all’insegna di “peperoncino passione” si è svolta ieri a Roma una mini-festa del peperoncino promossa dall’Unpli, con la partecipazione di stand gastronomici in viale Europa, all’Eur. Un piccolo incontro (lo scrittore Francesco Maria Spanò, autore del fortunato volume dedicato a Gerace, ha annunciato la prossima pubblicazione proprio sull’oro rosso di Calabria che sarà presnetata a Diamante nel corso del prossimo Festival del peperoncino) con la “benedizione” regale (e anti-pandemia) del re del peperoncino, alias Gianni Pellegrino. Roma – dove vivono circa 500mila calabresi – è sempre stata una città sensibile al piccante originale della regione Calabria. Tra gli ospiti anche Antonio Bartalotta, in rappresentanza dell’Accademia del Peperoncino di Roma “Ipse Dixit”.  (rrm)