LA SCIENZA TROVA “CASA” IN CALABRIA
DULBECCO INSTITUTE, C’È UN ALTRO NOBEL

La scienza trova casa in Calabria: al nascente Renato Dulbecco Institute di Lamezia Terme sono già due i Premi Nobel che hanno dato la loro entusiastica adesione, assieme a quella di decine di scienziati e ricercatori di tutto il mondo che hanno accolto l’invito del prof. Pino Nisticò, commissario della Fondazione intitolata al prof. Dulbecco e del prof. Roberto Crea, padre delle biotecnologie, nonché presidente della Fondazione e direttore scientifico del Dulbecco Institute. Doppia la motivazione di tanto entusiasmo: prima di tutto la possibilità di condividere esperienze e lavorare a fianco di apprezzati colleghi scienziati per formare e specializzare i giovani ricercatori calabresi che usciranno dal Dulbecco Institute, poi il fascino irresistibile della Calabria. All’israeliano Premio Nobel Aaron Ciechanover, si affianca adesso il premio Nobel per la Medicina (2013) il tedesco Thomas Südhof della Standford University della California: entrambi conoscono la Calabria per essere stati ospiti del prof. Pino Nisticò e se ne sono innamorati. Il progetto scientifico della Fondazione Dulbecco, poi, è straordinario e suggestivo e metterà insieme le migliori menti, le più significative competenze in materia medico-scientifica, per realizzare nuove molecole destinate alla cura di malattie ancora inguaribili e di grande impatto sociale. Questo significa che la Calabria, oltre ad essere (o meglio diventare) la California d’Europa, per la mitezza del clima, i paesaggi naturalistici eccezionali, le risorse archeologiche e artistiche d’inestimabile ricchezza (si pensi soltanto ai Bronzi di Riace custoditi nel Museo Archeologico di Reggio) è destinata anche a diventare una regione ad altissimo valore scientifico. Per produrre benessere e cure a malati gravi o terminali, ma anche per formare le classi dirigenti della scienza di domani. Generazioni di studenti e ricercatori calabresi formatisi alla Facoltà di Medicina di Catanzaro e all’Unical hanno avuto modo di mostrare la capacità e l’altissima competenza nella ricerca scientifica, tanto da far apprezzare la Calabria e le sue facoltà scientifiche in ogni parte del mondo (il prof. Luigi Camporota che ha salvato dal Covid il premier inglese Boris Johnson è di Catanzaro e ha studiato all’Università Magna Graecia del Capoluogo). Così, la Fondazione Dulbecco avrà il compito di formare e specializzare le nuove generazioni di scienziati calabresi che, finalmente, non dovranno – se non per fini di specializzazione – andar via dalla propria terra, mettendo a disposizione dei conterranei, ingegno e competenze scientifiche di grandissimo livello.

La notizia dell’adesione di un secondo Premio Nobel all’iniziativa della Fondazione Dulbecco che ha trovato sede nell’immenso spazio (40mila mq degli ex stabilimenti Sir, ora Fondazione Mediterranea Terina) di Lamezia è straordinaria: mai si era vista una tale concentrazione di scienziati e ricercatori di tutto il mondo pronti a venire in Calabria per offrire la propria esperienza, guidare le linee di ricerca, formare nuovi scienziati. Non sembri cosa da poco: è un progetto talmente vasto e importante che rigorosamente dovrà avere la massima attenzione della Regione e di tutte le forze politiche anche nazionali perché offre un’opportunità più unica che rara alla crescita della comunità scientifica italiana. La quale troverà nel Dulbecco Institute le risposte adeguate alla crescente domanda di innovazione nel campo della medicina e della ricerca scientifica. E a scorrere i nomi di quanti a vario titolo sono coinvolti in questo meraviglioso ed eccezionale progetto scientifico si può capire cosa significherà per la Calabria questa iniziativa.

Particolarmente soddisfatto il prof. Pino Nisticò, commissario della Fondazione Renato Dulbecco, già presidente della Regione Calabria, nonché scienziato e farmacologo di levatura internazionale, nel dare la notizia dell’adesione di un altro Premio Nobel al progetto del Dulbecco Institute. «Il Premio Nobel per la medicina Thomas Südhof della Stanford University (California) – ha detto il prof. Nisticò – ha accettato di far parte del consiglio scientifico internazionale (CSI) della Fondazione Dulbecco. Appena finito il periodo di lockdown dovuto al coronavirus egli ha dichiarato che sarà felicissimo di venire in Calabria per visitare i locali della Fondazione Mediterranea Terina in cui sarà allocato il Renato Dulbecco Institute e discutere delle priorità delle linee di ricerca della Fondazione.

Thomas Südhof è stato insignito del premio Nobel nel 2013 per avere scoperto i meccanismi molecolari e ionici (in particolare il ruolo dei canali del calcio) alla base della trasmissione sinaptica nel cervello dovuta alla liberazione di neurotrasmettitori. Ciò ha aperto nuove vie per lo sviluppo di farmaci innovativi nel trattamento delle malattie neurodenegerative.

Per le sue scoperte nel 2018 gli è stato conferito all’Hotel Hassler di Roma il Pericles International Prize, premio condiviso con il dott. Paolo Chiesi per avere quest’ultimo svolto un ruolo straordinario per l’immissione in commercio da parte dell’Agenzia europea del Farmaco (EMA) del primo prodotto al mondo (Holoclar) a base di cellule staminali, capace di riparare lesioni da ustioni degli occhi, restituendo così la vita a persone cieche.

Südhof si è dichiarato molto lieto di poter lavorare in seno al CSI insieme con persone di alto prestigio verso cui nutre grande ammirazione come Aaron Chiechanover, anche lui Premio Nobel, e sir Salvador Moncada, che come diceva Rita Levi Montalcini avrebbe meritato per le sue scoperte (prostaciclina e nitrossido) due premi Nobel. Inoltre, con grande commozione, lo scienziato tedesco ha ricordato la sua collaborazione con Roberto Crea, quando nei laboratori della Neurex svolgeva importanti ricerche su nuove proteine chiave da lui identificate di cruciale importanza per la trasmissione sinaptica che poi furono usate per il controllo del dolore neuropatico. A tal riguardo, ricorda il prof. Crea (presidente della Fondazione Dulbecco di Lamezia) in quegli anni 1996-1997  fu scoperta la conotoxina, un gruppo di neuropeptidi tossici estratti dal veleno del mollusco marino (conus) che poi si è rivelato un farmaco bloccante i canali del calcio di tipo N  provvisto di una attività analgesica mille volte superiore a quella della morfina. Nel 1997 la Neurex fu poi acquistata dall’industria irlandese ELAN per 700 milioni di dollari!

Il Renato Dulbecco Institute parte quindi con il piede giusto, disponendo della supervisione della qualità e originalità dei progetti scientifici da parte di scienziati di altissimo livello, che dovranno valutare le linee di ricerca del CTS regionale composto da qualificati ricercatori dei due Atenei di Catanzaro e di Cosenza e in una fase successiva valutare i risultati delle ricerche condotte in Calabria.

Il CSI comprende ancora, accanto ai due premi Nobel Südhof e Ciechanover e sir Salvador Moncada, altri autorevoli scienziati di chiara fama come l’ex ministro prof. Franco De Lorenzo, pioniere da circa 40 anni nel campo delle biotecnologie, molto stimato nel mondo, così come il prof. Franco Salvatore, uno dei fondatori della Facoltà di Medicina dell’Università di Napoli e di Catanzaro e già presidente del prestigioso Istituto Ceinge dell’Università di Napoli, il prof. Antonino Cattaneo presidente della Fondazione EBRI Rita Levi Montalcini, il dott. Paolo Chiesi, direttore scientifico della Chiesi Farmaceutici di Parma, il prof. Emilio Clementi farmacologo illustre del San Raffaele di Milano che da giovane ha lavorato presso l’Università della Calabria, il prof. Graham Collingridge di Bristol, insignito del The Brain Prize della Lündbeck Foundation, considerato il premio Nobel delle neuroscienze, per la sua scoperta del Long Term Potentiation (LTP), che è l’equivalente neurofisiologico della memoria a livello dell’ippocampo. Oggi queste ricerche sono continuate dal suo allievo prof. Robert Nisticò, preside della Facoltà di Farmacia di lingua inglese dell’Università di Tor Vergata, il quale fa parte del CTS regionale della Fondazione Dulbecco.

Inoltre fanno parte del Comitato Scientifico Internazionale il prof. Silvio Garattini, uno dei leader della farmacologia europea, presidente dell’Istituto Mario Negri di Milano, il prof. Vincenzo Libri, di Lamezia Terme, che ha studiato alla Facoltà di Medicina di Catanzaro e oggi direttore della Farmacologia Clinica dell’Imperial College di Londra, il prof. Serafino Marsico, uno dei padri fondatori dell’Università di Catanzaro e, in particolare della Pneumologia di Catanzaro, maestro del bravissimo pneumologo Mino Pelaia. Marsico è stato allievo della Scuola del prof. Monaldi e del prof. Blasi di Napoli. Nel CSI  sono anche presenti il prof. Giuseppe Novelli, già rettore dell’Università di Tor Vergata e genetista di fama internazionale, il prof. Michael Pirozyinski, direttore della farmacologia dell’Università di Varsavia e, dulcis in fundo, il prof. Giancarlo Susinno, fisico dell’Università della Calabria, il quale oltre a essere uno scienziato di fama mondiale per avere diretto i laboratori del CERN di Ginevra in cui è stato scoperto il bosone di Higgs, la cosiddetta particella di Dio, e per avere collaborato con il premio Nobel Carlo Rubbia e lo scienziato siciliano Antonino Zichichi, ha  dimostrato e continua a dimostrare grande amore per la Calabria e i suoi giovani e grande fiducia nel progetto del Renato Dulbecco Institute.

«Con queste premesse di cui sono orgogliosa – ha dichiarato la Presidente della Regione Calabria Jole Santelli – sono sicura che riusciremo a vincere la sfida che ci attende, cioè avere una Regione che sa valorizzare i propri giovani talenti in sede, evitando la fuga dei cervelli all’estero o in altre regioni. Addirittura, ci si propone con il ritorno in Calabria dello scienziato Roberto Crea dalla California dopo circa 40 anni, di lanciare un progetto per favorire il rientro in Calabria dei migliori cervelli che attualmente lavorano nel campo delle Biotecnologie e delle Terapie avanzate in prestigiosi laboratori internazionali».

D’altra parte, va evidenziato l’impegno  straordinario del sindaco di Lamezia Paolo Mascaro che ha già convocato per domani,  venerdì 31 luglio, una riunione presso i suoi uffici con i membri del Comitato Tecnico organizzatore, presieduto dal prof. Gianfranco Luzzo e con gli esperti più qualificati del settore economico-finanziario del suo staff, per elaborare le linee strategiche del project financing e così rimodulare i fondi comunitari non spesi per poter partire in tempi più brevi con la ristrutturazione dei locali della Fondazione Terina sulla base delle esigenze funzionali del Renato Dulbecco Institute. (sd)

 

 

 

“DULBECCO INSTITUTE”: C’È GIÀ UN NOBEL
«NON VEDO L’ORA DI VENIRE IN CALABRIA»

Nasce sotto i migliori auspici il “Renato Dulbecco Institute”, che sorgerà nel grande complesso industriale di Lamezia terme, un tempo Sir, oggi in gestione alla Fondazione Mediterranea Terina: il premio Nobel israeliano Aaron Ciechanover, uno scienziato famoso in tutto il mondo per le sue ricerche, che è stato nominato nel Consiglio scientifico internazionale, non vede l’ora di venire in Calabria, che ama molto.

Costituito come Fondazione con atto notarile presso il notaio Rocco Guglielmo di Catanzaro lo scorso 15 luglio, il “Renato Dulbecco Institute” ha già cominciato a muovere i primi passi, ricevendo molti consensi dalla comunità scientifica nazionale e internazionale per l’ambizioso e formidabile progetto di ricerca che intende portare avanti nel nuovo insediamento di Lamezia Terme.

Al prof. Pino Nisticò è arrivato, tra gli altri, un telegramma del Premio Nobel Aaron Ciechanover con cui l’illustre scienziato esprime il suo compiacimento di far parte del Consiglio scientifico internazionale della Fondazione Renato Dulbecco. Il prof. Ciechanover è attualmente il Presidente del Technion Integrated Cancer Center (TICC) della Facoltà di Medicina Rappaport del prestigioso Technion Israel Institute of Technology di Haifa, in Israele.

Al prof. Ciechanover è stato conferito il Premio Nobel nel 2004 per la sua geniale scoperta dell’esistenza nel citoplasma delle cellule di proteine enzimatiche dette “ubiquitine”, analoghe agli enzimi presenti nei lisosomi (organuli intracellulari). Orbene, le ubiquitine sono coinvolte nella regolazione dei processi della vita e della morte delle cellule. Così, una alterata funzionalità delle ubiquitine può portare a una abnorme proliferazione cellulare e quindi all’insorgenza del cancro. Analogamente, nel Sistema Nervoso Centrale un’alterata funzione può portare a una eccessiva morte cellulare ed essere alla base delle malattie neurodegenerative, come la malattia di Alzheimer, il morbo di Parkinson, la SLA, etc. Dalla scoperta di Ciechanover si stanno continuamente studiando nuovi strumenti per il trattamento di tali malattie ancora incurabili.

Aaron Ciechanover era molto amico di Rita Levi Montalcini (entrambi di origine ebrea) ma anche di Renato Dulbecco. Ecco perché egli ha accettato volentieri di presiedere il Consiglio Scientifico Internazionale del nascente Renato Dulbecco Institute. Il CSI avrà il compito di concordare con i ricercatori della Calabria le linee di ricerca e dare preziosi suggerimenti sulla priorità dei progetti da portare avanti.

Il prof. Ciechanover è stato ospite negli anni scorsi del prof. Nisticò a Torre di Ruggiero. E si era subito innamorato della Calabria, tanto da dire alla fine del suo soggiorno: «Caro Pino, come sai, io sono ateo, però dopo questi giorni se qualcuno mi dovesse chiedere se credo in Dio io risponderei: credo in Torello e San Brunone di Serra San Bruno che rappresentano per me dei lembi di paradiso!».

Oggi, il premio Nobel è molto rammaricato di non poter essere in Calabria per visitare laboratori della Fondazione Mediterranea Terina di Lamezia in cui sarà allocato il nuovo Renato Dulbecco Institute. Il suo rammarico è dovuto al fatto che in Israele c’è un lockdown essendosi ripresentata una seconda ondata di Covid-19, ma si è ripromesso di tornare in Calabria con la moglie Menucha alla quale ha descritto la Calabria come il vero paradiso in terra. In tale occasione andrà a ringraziare la presidente Jole Santelli alla Cittadella di Germaneto e successivamente il sindaco di Lamezia avv. Paolo Mascaro. Inoltre saranno discusse le procedute per sviluppare al più presto i laboratori del Renato Dulbecco Institute e così tributare gli onori che merita al suo grande amico Renato Dulbecco.

Per quanto riguarda i lavori preparatori del nascente Istituto intitolato a Renato Dulbecco, c’è, intanto, da segnalare un’invidiabile velocità organizzativa: per martedì 21 luglio è stata convocata dal prof. Pino Nisticò, commissario della Fondazione, una riunione presieduta dal Rettore dell’Università Magna Graecia Giovambattista De Sarro dei componenti di Catanzaro del Comitato tecnico-scientifico (i proff. Stefano Alcaro, Maria Mena Arbitrio, Eugenio Donato Di Paola, Alfredo Focà, Michelangelo Iannone, Vincenzo Mollace, Mino Pelaia, Franco Perticone) per definire il progetto scientifico indicando le linee di ricerca, le potenziali sinergie tra i vari gruppi di ricerca e il team del prof. Roberto Crea di San Francisco (presidente della Fondazione).

Analogamente, nei prossimi giorni sarà convocata una riunione dei componenti del CTS dell’Università della Calabria, prof. Sebastiano Andò, già preside della Facoltà di Farmacia, prof. Massimo La Deda, nanotecnologo di fama internazionale, e il prof. Franco Rubino, già preside della Facoltà di Economia.

Tali riunioni consentiranno di preparare entro settembre progetti di ricerca volti a ottenere risorse finanziare dalla Regione, dal Governo centrale e dalla Commissione europea, così da attivare le funzioni scientifiche dell’Istituto.  (rrm)