Addio al papà del Presepe dei Netturbini di Roma. Era di Bagnara Calabra

Roma piange un calabrese di cui molti ignoravano le origini (era nato 88 anni fa a Bagnara Calabra), ma ne ammiravano la creatività e la straordinaria carica vitale. Giuseppe Ianni, ex spazzino (un tempo si chiamavano così) della Capitale, creatore e custode dello storico Presepe dei Netturbini romani a Porta Cavalleggeri. Una vera e propria istituzione, visitata da papi e tantissimi esponenti delle istituzioni, una tappa obbligata durante le festività natalizie, per l’originalità e l’accuratezza della realizzazione.

Era il 1972, esattamente 50 anni fa, quando l’allora spazzino Giuseppe Ianni realizzò in un ex deposito dell’ AMA un presepe in muratura raffigurante una piccola Palestina di duemila anni fa. L’opera riproduce nei minimi dettagli lo stile tipico delle costruzioni presenti in Palestina oltre 2000 anni fa. 

Giuseppe Ianni ha continuato anche dopo essere andato in pensione a curare il presepe tutti i giorni. Custodiva, curava, restaurava e arricchiva la sua opera aggiungendo, pietre provenienti da tutto il mondo. «Questo è il presepe dei netturbini – amava ripetere – ma anche il presepe di tutti e resterà per ». L’idea gli era venuta vedendo uno spazio adeguatopresso la sede di via Cavalleggeri e visto che allestiva già da tempo un presepe nella vicina chiesa di via Monte del Gallo, propose di allestirne uno perché diventasse una solida testimonianza di fede anche presso quegli umili lavoratori delle nettezza urbana. Non voleva offerte, ma chiedeve a chiunque di portare una pietra dal luogo di provenienza: alla fine ne ha raccolte quasi tremila, inclusi frammenti di sassi provenienti dalla Luna e addirittura da Marte.

Il presepe è costituito da 100 case tutte illuminate, costruite in pietra di tufo e sanpietrini, curate nei minimi dettagli con porte finestre e balconcini, un caminetto acceso, 54 metri di strade in lastre di selce, tre fiumi lunghi complessivamente 9,50 metri con 7 ponti e 4 acquedotti lunghi 18 metri e sostenuti da ben 38 arcate. L’acquedotto più piccolo è realizzato in tufo romano, gli altri 3 con frammenti di marmo del colonnato e della facciata della Basilica di San Pietro ricevuti da Ianni nel 1979 in occasione del restauro del colonnato berniniano. Nella straordinaria opera figurano 4 sorgenti d’acqua, 2 pareti umide che formano stalattiti, un pozzo con acqua sorgiva, 730 gradini, realizzati, oltre che in marmo proveniente dal colonnato di San Pietro, da marmi della Birmania, di Betlemme e dei Santuari di Greccio e San Giovanni Rotondo. Infine, completano il presepe 24 grotte scavate nella roccia adibite a stalle o ripari per i pastori, magazzini contenenti damigiane di vino e olio; 50 sacchi cuciti con maestria da una nobile romana con dentro cereali, sale e farina. 

Ricorda l’ing. Nicola Barone, calabrese di Cerchiara, attualmente presidente di Tim San Marino e promotore di diverse iniziative per valorizzare la straordinaria realizzazione di Ianni: «il Presepe dei Netturbini raffigura la Natività come idea di pace e fratellanza tra tutte le popolazioni della terra e riproduce, anche negli accurati dettagli, le tipiche costruzioni della Palestina di 2000 anni fa. Si tratta insomma di un mirabile Presepe, un luogo veramente spirituale e unico che, soprattutto in prossimità di Natale, viene visitato e ammirato in tutti i suoi suggestivi particolari che creano suggestioni ed emozioni, che sublimano l’anima e inducono al raccoglimento ed alla preghiera».

Il Presepe dei Netturbini è, difatti, uno dei luoghi più visitati a Roma nel periodo di Natale. Negli anni oltre 2 milioni e mezzo di persone, tra turisti e pellegrini, hanno visitato Il Presepe creato dal netturbino-artista che negli anni ha instaurato un legame particolare e ricco di spiritualità con i Pontefici. Il presepe è stato inaugurato e riconosciuto ufficialmente nel 1981 da Papa Giovanni Paolo II che per 24 volte si è recato al presepe. Hanno visitato l’opera anche San Paolo VI nel 1974, Papa Benedetto XVI nel 2006. Tra le innumerevoli personalità religiose e civili che hanno ammirato questa opera vanno citati anche Madre Teresa di Calcutta nel 1996, il Presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2007  e i tutti i sindaci della Capitale. Realizzò anche un presepe per Carlo Azeglio Ciampi, e due presepi donati al Vaticano, un altro presepe è stato donato al Comune di Roma. Giuseppe Ianni è stato aiutato sempre dall’artista Dandolo Foglietta e da altri colleghi. 

Giuseppe Ianni diceva spesso a chi si complimentava per l’incredibile e straordinario lavoro, che era espressione di fede autentica: «qui sono venuti i più grandi personaggi dei nostri tempi, ma non c’è persona più grande di chi sa amare Dio».

La camera ardente sarà allestita ed aperta dalle 9.30 alle 15.30 di oggi, lunedì 20 giugno, in via dei Cavalleggeri 5 all’interno della storica sede del Presepe, che verrà poi intitolata proprio al suo creatore Giuseppe Ianni. 

Le esequie verranno celebrate oggi pomeriggio alle 16 presso la Chiesa Parrocchiale di San Gregorio VII Papa in via Gregorio VII, 6. (rrm)

Dalla Terrasanta in visita al presepe romano dei Netturbini (del calabrese Ianni)

Visita del viceparroco di Betlemme fra Emad Kamel, minore francescano in terra Santa, al Presepe dei Netturbini di Roma, la bella e storica realizzazione del calabrese Giuseppe Ianni (originario di Bagnara Calabra). 49 anni fa Ianni ebbe la felice intuizione di impiantare un presepe presso un deposito dei servizi di Nettezza Urbana vicino a piazza San Pietro, una rappresentazione della Natività cristiana che nel tempo ha avuto un crescente e lusinghiero successo con presenze importanti da ogni parte del mondo: si sono recati in visita tre Santi (tra cui Madre Teresa di Calcutta), diversi pontefici (ancora manca la visita di papa Francesco), Capi di Stato e milioni di pellegrini. Riproduce un angolo di Palestina e racconta esattamente la storia della nascita di Gesù.

Il presepe, nato nel 1972, festeggerà il prossimo anno i 50 anni anni. Ha scritto sul blog di Osservatorio Roma Maria Teresa Rossi: «Papa Giovanni Paolo II, oggi Santo, lo amava in modo particolare e per 24 anni consecutivi vi si è recato in visita, valutando con attenzione ogni particolare che si aggiungeva, in un continuo work in progress, ad un luogo che ha accolto e accoglie pietre provenienti da tutto il mondo, perfino dalla luna, incastonate una ad una sulle pareti esterne e sul basamento del presepe. Quando le sue condizioni di salute non gli hanno più permesso di visitarlo, i netturbini hanno realizzato un presepe in miniatura, identico all’originale, consegnato in Vaticano a Papa Wojtyla da uno di loro che era stato da lui miracolato proprio dopo un incontro di preghiera nella grotta della Natività di via dei Cavalleggeri».

Alla visita del viceparroco di Betlemme hanno presenziato, tra gli altri il Presidente di Osservatorio Roma ing. Nicola Barone e il cardiochirurgo prof. Franco Romeo, due calabresi illustri che vivono a Roma. (rrm)