Ha compiuto 30 anni Puliamo il mondo per un clima di pace, la campagna di volontariato per ripulire strade, aree verdi, spiagge e sponde dei fiumi dai rifiuti abbandonati di Legambiente.
L’iniziativa, infatti, ha animato tutta la Penisola lo scorso weekend, ad eccezione di alcune date in programma per tutto il mese di ottobre che, nello specifico, si terranno in Calabria: l’8 ottobre a Corigliano Rossano per pulire le aree dove sono collocate tre canali di acqua potabile; il 21 ottobre a Roseto Capo Spulico (Cs). Inoltre, altre date, su Tropea, Ricadi, Rombiolo, Nicotera, Isola Capo Rizzuto, sono ancora in via di definizione.
«Legambiente Calabria, grazie alla passione dei suoi soci volontari, prosegue nella propria azione di sensibilizzazione portando avanti un forte messaggio di rispetto e cura del territorio e dell’ambiente e lottando contro l’incuria ed il degrado – ha dichiarato Anna Parretta, presidente regionale dell’Associazione –. Dinnanzi alla crescente consapevolezza dell’importanza delle questioni ambientali è essenziale ed inderogabile che le Amministrazioni competenti diano risposte incisive, concrete e celeri».
«La Calabria ha, purtroppo – ha spiegato – ancora grandi problemi nella gestione del ciclo dei rifiuti che dovrà essere migliorata puntando su un deciso incremento non solo della raccolta differenziata in termini percentuali ma soprattutto in termini di qualità della raccolta, per raggiungere nel minor tempo possibile l’obiettivo europeo del 65% di riciclo netto di materiali e per evitare l’avvio di procedure di infrazione a livello comunitario».
«La priorità calabrese – ha proseguito – è quella di programmare e realizzare gli impianti necessari al recupero e riciclo delle frazioni di rifiuto più importanti e strategiche massimizzando il riciclo ed il riuso dei materiali e riducendo al minimo i materiali indifferenziabili. Si tratta di una strada obbligata per uscire, finalmente, da quella logica delle discariche e dei termovalorizzatori ancora così viva nella nostra Regione ma assolutamente contraria ai principi dell’economia circolare e dello sviluppo ecosostenibile».
Tra le iniziative di Puliamo il mondo, c’è anche l’indagine Park Litter, che denuncia il problema dei rifiuti abbandonati nei parchi urbani: sono 31.961 rifiuti raccolti e catalogati da 697 volontari di volontari di Legambiente nei 66 transetti eseguiti in 56 parchi urbani di 28 città, circa 5 rifiuti ogni metro quadrato monitorato.
A farla da padrone i mozziconi di sigarette che rappresentano il 42,2% dei rifiuti raccolti (13.483 su 31.961 totali), seguiti da tappi di bottiglia o di barattoli e linguette lattine (3.005 pezzi trovati pari al 9,4% del totale), pezzi non identificabili di carta (2.575, l’8,1%), pezzi non identificabili di plastica (1.838, il 5,8%), bottiglia di vetro e pezzi di bottiglie (1.710, il 5,4%), e sacchetti di patatine e dolciumi e caramelle (1.009, il 3,2%). Per quanto riguarda i DPI (dispositivo di protezione individuale), le mascherine sono state ritrovate in 25 dei 56 parchi monitorati (44,6% dei parchi) mentre i guanti in 7 dei 56 parchi (12,5% dei parchi).
La maggior parte dei rifiuti rinvenuti, oltre alla categoria dei rifiuti da fumo, sono riconducibili a quella dei prodotti “usa e getta” e quelle degli “imballaggi” che rappresentano rispettivamente il 21% (6.622 pezzi) e il 26% del totale (con 8.189 pezzi).
Al centro di Park Litter 2022 anche i cestini per la raccolta differenziata dei rifiuti presenti in 62 dei 66 transetti monitorati: solo nel 24,2% dei casi (15 su 66 transetti) sono predisposti per la differenziazione dei rifiuti secondo materiali. La presenza di tombini e canali di scolo è stata rilevata in 45 dei 66 transetti monitorati (68,2%). Questo parametro è stato rilevato in quanto studi a livello mondiale hanno stabilito che uno dei principali vettori di rifiuti in ambiente marino sono proprio i canali e i corsi d’acqua spesso collegati con la rete fognaria urbana e la principale fonte dei rifiuti è la cattiva gestione di quelli di origine urbana. (rcz)