Rosella Cerra (Tesoro di Calabria): Quota dei fondi per Sud del Recovery già stabilita

Rosella Cerra, candidata di Tesoro di Calabria alle prossime elezioni regionali, ha dichiarato che i criteri di ripartizione dei fondi del Recovery Fund per il Sud e la Calabria sono già stati stabiliti e definiti «nell’allegato 1 del documento recante il contenuto del cosiddetto Recovey Plan scaricabile dal sito della Commissione Europea».

«Mi riferisco, nello specifico – ha spiegato – a ‘Com 2020 408 Final’ del 28 maggio dell’anno scorso. Ragion per cui, vanno soltanto applicati per come già determinati. Ecco perché, forte dell’appoggio del mio presidente Carlo Tansi che ribadisco ha pienamente condiviso e supportato l’iniziativa da me intrapresa, mi limito a invitare chi di dovere a utilizzare la formula già elaborata da me con i numeri che ho fornito nel comunicato stampa».

«L’interesse – ha detto ancora – si focalizza sul piano nazionale per la Ripresa e la Resilienza che il Governo dovrà presentare entro la fine del mese venturo, con progetti di spesa e piani per gli investimenti. Il ruolo della Calabria rischia, purtroppo, di essere marginale nella fase in corso, mancando di fatto una Giunta regionale in grado di avanzare proposte e realizzare i giusti investimenti. Comunque sia, è utile rimarcare, come già da me specificato in altre occasioni, che i criteri per la ripartizione dei fondi sono tre: popolazione, disoccupazione e reddito medio».

«Riguardo a tali ultimi parametri – ha spiegato Cerra – la Calabria si pone, purtroppo, in testa alla classifica. E dunque, se a tutto il Sud spetta circa il 70% dei 209 miliardi di euro destinati al nostro Paese per tale asset, ossia 147, qui da noi ne dovrebbero arrivare circa 14, limitatamente al solo riferimento sulla popolazione e considerando gli altri due criteri in media uguali per le regioni del Mezzogiorno».

«È di conseguenza chiaro che in Calabria – ha detto ancora – con tali cifre, si possono sistemare moltissime cose. A cominciare da Infrastrutture, Sanità e Ambiente, compresa la depurazione e la bonifica dei siti inquinati ahimè causa di innumerevoli morti. Tutto ciò comporterà inoltre la creazione di numerosi posti di lavoro che, così come indicato dall’Unione Europea, è una delle finalità dello stanziamento dei fondi, ossia l’incremento dell’occupazione per diminuire il macroscopico e crescente divario fra Nord e Sud Italia». (rrm)

Mariateresa Fragomeni: Rivoluzione Verde e transizione ecologica siano protagonisti anche in Calabria

La candidata a sindaco di Siderno, Mariateresa Fragomeni, ha dichiarato che nel Recovery Fund ci sono molti e importanti obiettivi in materia di green new deal, che «potrebbero divenire occasione di riscatto per la nostra regione e per il territorio di Siderno che, proprio per la sua la natura, può offrire grandi opportunità in questa direzione».

«Grazie ad interventi – ha aggiunto – basati sulla sostenibilità ambientale e quindi delle energie rinnovabili, della corretta gestione dei rifiuti e del consumo equilibrato del suolo, della prevenzione da rischi idrogeologici e sismici e dell’idonea gestione delle acque. Interventi che dovranno contribuire ad inaugurare una nuovo modo per abbattere il divario economico e le disuguaglianze del nostro territorio, rispetto al resto dell’Italia, che sono cresciute, man mano, negli anni».

«Le risorse ci sono – ha proseguito – oltre un terzo degli oltre 220 miliardi di euro dei fondi europei, secondo il Piano dell’Ue, dovrà infatti essere destinato ad interventi green nel Paese. Le azioni da mettere in campo in Calabria sono tante e già ben individuate. Ed in particolare a Siderno, come stilato nei punti destinati al tema Ambiente inseriti nel nostro Programma. A partire dalla riqualificazione degli edifici esistenti, anche in termini di prevenzione dai mareggiate e terremoti, visto l’alto livello di rischio sismico della zona».

«Urgenti, poi – ha detto ancora – gli interventi da destinare alla lotta contro il dissesto idrogeologico e l’erosione costiera, fenomeni causati da una condizione geologicamente compromessa dettata dall’alternanza di stagioni “aride” a periodi di brevi, ma intense, e spesso devastanti alluvioni. Come si è verificato proprio ultimamente. Oltre all’abbandono delle aree interne del territorio, ed al conseguente abbandono dei terreni, anche coltivati. Sempre in tema di economia circolare, fondamentale sarà l’avvio di una corretta gestione dei rifiuti, con la necessaria “sistemazione” degli impianti già esistenti, penso a quello di San Leo, e l’eventuale realizzazione di ulteriori nuovi impianti, quali depuratori, lungo le coste».

«Ma anche – ha evidenziato – l’educazione della popolazione al non abbandono dei rifiuti, soprattutto nelle vicinanze di aree paesaggistiche di pregio. E, poi, la tutela dell’enorme patrimonio di boschi e foreste dei quali il nostro territorio è ricco, attraverso la lotta agli incendi boschivi, anche grazie all’uso di strumenti tecnologici per il controllo e la prevenzione dagli atti criminosi di piromani. Infine, importante il tema della rigenerazione urbana, e della lotta all’abusivismo che ha già pesantemente danneggiato molti borghi storici, che vanno opportunamente tutelati».

«Intervenendo – ha spiegato – per la preservazione dei luoghi che rappresentano  patrimonio comune, non solo a uso dei residenti, ma anche di chi viene a visitare i nostri territori, con benefico effetto sul turismo e conseguente ampio indotto economico».

«Un’occasione come quella del Recovery Fund – ha concluso –è un’occasione da non perdere e, riuscire a sfruttarla con interventi in chiave ecologica, rappresenta sicuramente una sfida vincente, per il presente e per il futuro di Siderno e di tutta la Calabria». (rrc)

Tripodi (FI): Parlato al viceministro Fratin delle criticità del tessuto produttivo reggino

La deputata di Forza ItaliaMaria Tripodi, ha incontrato il viceministro allo Sviluppo Economico, Gilberto Pichetto Fratin, e ha evidenziato le profonde criticità che vive il tessuto produttivo reggino.

«Dalle aziende in grande sofferenza – ha spiegato – per la crisi pandemica in atto, totalmente dimenticate dai governi ConteI e Conte II, ai Contratti Istituzionali di Sviluppo già esistenti, riguardanti la Città Metropolitana di Reggio Calabria, che vanno rimessi all’odg dopo anni di oblio».

«Il rilancio del territorio – ha spiegato ancora – passa evidentemente anche dagli Investimenti Infrastrutturali dal potenziamento di quelli già esistenti. Credo che le risorse del Recovery Fund debbano necessariamente essere destinate anche alla nostra area. Penso ad arterie fondamentali come la Bovalino-Bagnara, la Statale106, o minori ma egualmente importanti come la provinciale Melito-Gambarie».

«Sbloccare tali progetti  – ha concluso – e riprendere i Cis significa rilanciare l’economia di centinaia di comuni, altrimenti condannati al cronico sottosviluppo e Calabria e la nostra provincia non possono più permetterselo. Sono fiduciosa per l’attenzione che il viceministro riserverà al nostro territorio». (rrm)

Uil Calabria: La regione rischia di perdere treno della ripartenza

Il segretario generale della Uil CalabriaSanto Biondo, ha espresso grande preoccupazione per la Calabria, che «rischia di perdere il treno della ripartenza, di rimanere isolata dalla questione nazionale e meridionale».

«I dati sulla tenuta occupazionale e quelli sulla crescita economica – ha spiegato Biondo – ci rendono l’immagine di un territorio in forte ritardo, guidato da amministratori che non riuscendo ad interpretare la complessità del momento, hanno smarrito la rotta e la Calabria per conseguenza è in balia delle onde. Purtroppo si naviga a vista e questo non è utile a risolvere le tante problematiche aperte sul territorio». 

«La regione Calabria, drammaticamente – ha spiegato ancora – manca di tre pilastri fondamentali. Intanto, in queste ore è emersa la deludente gestione della riprogrammazione del Por 2014/2020. Un piano deludente sulla quantità delle risorse spese e, soprattutto, di difficile decifrazione in quanto, ad oggi, a causa della totale assenza dei dati di verifica sull’impatto delle linee di intervento non c’è la possibilità di analizzare la qualità della spesa comunitaria».

«Poi – ha proseguito – siamo costretti a sottolineare il fatto che la programmazione del Por 2021/2027 che, è bene ricordarlo, non è stato condiviso con il partenariato economico e sociale, è risultato essere generico e mancante di riferimenti precisi rispetto alla strategia europea di investimenti per il rilancio economico e sociale dell’eurozona».

«A questo, ancora – ha detto il segretario generale della Uil Calabria – si aggiunge la ciliegina sulla torta di una proposta per il Recovery fund, che non è altro se non un elenco di incompiute, un piano che palesa l’assoluta inadeguatezza della Regione Calabria nell’affrontare il delicato momento storico della regione. Questa proposta è una stucchevole duplicazione di opere già finanziate con altri interventi finanziari, opere che dovevano essere già concluse e beneficiate dai calabresi. La nostra idea è precisa: la Calabria ha bisogno di nuove opere e nuovi interventi sul piano delle infrastrutture materiali e immateriali».

«Siamo fortemente preoccupati – ha evidenziato – perché la Calabria manca di una visione strategica, siamo fortemente preoccupati perché sta maturando un vulnus che può mettere, seriamente, a rischio l’aggancio di questa regione al treno della ripartenza».

«Purtroppo – ha spiegato ancora – siamo di fronte ad un governo regionale che non è per Costituzione repubblicana autorizzato ad affrontare la straordinarietà del momento e, per colmo di sventura, non è per costituzione di competenze adeguato a gestire l’ordinaria amministrazione».

«Per questo – ha detto ancora Biondo – il Governo e il ministro per il Sud e della coesione territoriale, Mara Carfagna, devono prestare la massima attenzione nei confronti delle sorti della Calabria. Una disattenzione sul piano delle linee di intervento sul piano per la ripartenza e la resilienza sarebbe il colpo di grazia per una regione da troppo tempo alle prese con un sistema sanitario inefficiente, incapace di liberarsi dal dominio oppressivo delle inefficienze in gran parte criminali che ne frenano lo sviluppo economico». 

«Questa attenzione particolare – ha concluso – non può essere negata ad un territorio che si appresta a giocare una partita difficile avendo al timone della propria cosa pubblica, caso unico in Italia, un governo inadeguato e non legittimato. Serve un Patto per la Calabria di salvezza nazionale, perché il rischio maggiore è quello di consegnare definitamente la regione nelle mani della ‘ndrangheta». (rcz)

Nucera: La Regione organizzi conferenza programmatica per Recovery Fund

Il presidente del movimento La Calabria che vogliamoGiuseppe Nucera, ha criticato il piano presentato dalla Regione Calabria per il Recovery Fund, e chiede al presidente f.f. Nino Spirlì di organizzare una conferenza programmatica incentrata sulle risorse.

La Regione, infatti, ha presentato un piano che prevede 104 progetti per un totale di spesa di 4,3 miliardi di euro: «Non ha senso – ha detto Nucera – parlare ancora di dighe o di faraoniche opere degli anni ‘80 rimaste incompiute, si tratta di uno spreco di tempo e risorse. Manca una reale progettazione, una visione a medio e lungo termine fondata sulle necessità della nostra regione. Leggere di questa lista della spesa stilata senza alcun senso, evidenzia l’inconsistenza del piano inviato alla Conferenza delle Regioni. Questa volta non si può scherzare, in ballo c’è il futuro della Calabria. È un piano che non tiene conto di quanto stabilito dall’Unione Europea, che destina ben 111 miliardi di euro al meridione».

«È una gigantesca opportunità – ha ribadito l’ex presidente di Confindustria Reggio Calabria – da sfruttare nel migliore dei modi e non sprecare con un piano miope e di poco valore. La Regione Calabria non ha pensato all’Alta Velocità o alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, che ha già un progetto esecutivo, o della strada a scorrimento veloce Bovalino-Bagnara (i cui lavori già avviati sono attualmente bloccati per mancanza di fondi) o alla Statale 106. Come già sostenuto in diverse circostanze, si tratta di infrastrutture essenziali per il futuro della Calabria, per togliere dall’isolamento porzioni importanti del nostro territorio, per arrestare l’emorragia relativa alla migrazione dei giovani verso il Nord».

«Il mercato economico europeo e internazionale sta cambiando – ha detto ancora – si guarda al continente africano con estremo interesse e il Mediterraneo diventa una porta d’accesso fondamentale. In questo scenario la Calabria e il mezzogiorno diventano una piattaforma strategica ed essenziale per l’industria europea. È il momento di cogliere appieno queste possibilità, per farlo non esiste alternativa alla realizzazione di tutte le opere necessarie per lo sviluppo della nostra regione. Lo vuole la Commissione Europea che finanzia l’Italia con 209 miliardi di euro con l’obiettivo esclusivo di superare il differenziale infrastrutturale e socio-economico con il Nord».

«La Regione Calabria – ha concluso – attraverso il presidente f.f. Spirlì, deve organizzare al più presto una conferenza programmatica sul fondamentale tema del Recovery Fund. Nel lanciare questa proposta al governo regionale, proponiamo il coinvolgimento di parti sociali e associazioni di categoria per discutere insieme di come proporre un piano serio e lungimirante, che tenga conto di tutte le necessità della Calabria». (rrc)

Il sindaco Salvatore Paone: Recovery Fund e elezioni una grande occasione per la Calabria

Il sindaco di Maida, Salvatore Paone, in un lungo post su Facebook ha sottolineato che «Recovery fund ed elezioni regionali rappresentano per noi calabresi rimasti in Calabria una doppia grande occasione».

Opportunità, per il primo cittadino «che dobbiamo saper far coincidere, non cedendo ad un dibattito sterile, distruttivo e divisorio, ma lasciando spazio ad idee e progetti concreti al servizio del bene futuro della nostra terra. In attesa di conoscere la data del voto regionale ciascuno inizi a fare la propria parte in questa direzione».

«La Calabria, oggi, ha un’occasione storica – ha aggiunto – quella di trasformare la prossima campagna elettorale delle regionali come una grande occasione di discussione collettiva su quale futuro dare alla nostra regione, su quali progetti puntare prioritariamente per utilizzare al meglio le enormi risorse che dovrebbero arrivare dall’Europa, discutendo non solo se fare o meno il ponte sullo stretto, ma di programmare anche il potenziamento autostradale, la ferrovia ad alta velocità, porti commerciali e turistici, Zes e, perché no, ciclovie».

E proprio sul tema della Ciclovia, il sindaco Paone ha riferito di aver «partecipato, a Catanzaro, ad una riunione tecnica che illustrava ai comuni interpellati la bozza dell’ambizioso progetto di fattibilità della ciclovia denominata Magna Grecia. Maida rientra tra i nove comuni invitati perché il suo territorio ricade lungo il percorso tracciato. Una ciclovia lunga 1.130 km che interesserà tre regioni del Sud Basilicata, Calabria, Sicilia e che per il tratto a noi più vicino collegherebbe Lamezia Terme a Catanzaro, con l’obiettivo di intercettare flussi turistici dal nord Europa desiderosi di visitare il Meridione d’Italia e il suo entroterra utilizzando il più classico dei mezzi a due ruote».

«Dico subito – ha proseguito Paone – che mi ha colpito l’assenza di diversi miei colleghi: eravamo presenti solo due sindaci. E ne ho compreso subito il motivo: le perplessità, credo di interpretare, il dubbio che si tratti dell’ennesimo progetto destinato ad essere presto accantonato. Tuttavia, oggi, a differenza che nel passato, la Calabria e il Sud potrebbero contare sulle risorse del Recovery fund, questo nuovo Piano Marshall che rappresenta un’occasione da non perdere, sempre se dimostreremo di avere le capacità per utilizzarlo. Per questo motivo dobbiamo scrollarci di dosso, soprattutto come classe dirigente calabrese, quel pessimismo realista e cinico figlio di troppe promesse mancate e tornare invece a credere di poter sviluppare la capacità di vedere oltre, di pensare in grande qualcuno direbbe».
«Per esempio – ha spiegato – la Calabria deve iniziare a vedere nel turismo in tutte le sue forme l’unica vera “industria” su cui punture per il proprio sviluppo, insieme all’agricoltura e all’enogastronomia. Nel corso dell’incontro ho chiesto agli ingegneri che guidano il progetto di venire sui territori dei nostri comuni per studiare insieme come potenziare i collegamenti tra la viabilità che attraversa il centro della Calabria ai nostri bellissimi borghi storici». (rcz)

 

Marisa Viglianisi: Inserire nel Recovery Fund progetto per alta velocità nella fascia jonica

La consigliera comunale della Lega del Comune di Montauro, Marisa Viglianisi, appoggia l’idea di inserire, nel Recovery Fund, il progetto dell’alta velocità nella fascia jonica e chiede che «si sposi questa idea e si chieda ai soggetti competenti, fra cui Rfi, di procedere con la progettazione».

«Personalmente, nel mio piccolo – ha detto – prendo l’impegno di coinvolgere in questa proposta Matteo Salvini, perché la condivida col nuovo governo Draghi».

«È un’idea – ha spiegato – che la politica deve sposare con decisione e portare avanti con convinzione, soprattutto laddove si pensi alla grave carenza di infrastrutture che segna drammaticamente la nostra regione, segnatamente lungo il suo litorale orientale».

«Quando venne completata nel 1875 la ferrovia Taranto – Reggio Calabria – ha detto – rappresentò un’infrastruttura che oggi non esiteremmo a definire “strategica”. Realizzava il sogno di collegare la Sicilia e la Calabria al resto d’Italia e all’Europa Centrale, che non a caso da allora cominciò a rappresentare un importante mercato di sbocco per la produzione agrumicola. Della ferrovia jonica ne parlava già Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo descrivendo il Viaggio da Napoli a Palermo del  Principe di Salina».

«Purtroppo – ha proseguito la consigliera comunale – il processo di unificazione risorgimentale e, soprattutto, le successive politiche in materia di industrializzazione e infrastrutture innescarono la creazione e l’accrescimento del divario tra Nord e Sud del paese.  Ebbene, non siamo disponibili ad accettare, anzi a subire, altre scelte penalizzanti per il territorio come ad esempio una semplice velocizzazione della tratta ferrata esistente o un tracciato inidoneo».

«Al pari di altre aree geografiche del nostro Paese – ha detto ancora Viglianisi – anche la Calabria deve pretendere strutture e infrastrutture al passo coi tempi. L’alta velocità è un elemento fondamentale per uscire dall’isolamento e proiettare la regione verso l’Europa e verso il futuro.  Una ferrovia con le caratteristiche della direttrice jonica deve essere, altresì, utilizzata come volano di sviluppo turistico in grado di investire le tre regioni che si affacciano sullo Jonio da Taranto a Reggio. È proprio su questa direttrice, infatti, che si ritrovano la maggior parte delle evidenze della colonizzazione greca in Italia meridionale – il  cosiddetto Treno della Magna Grecia -».

«Orbene – ha detto ancora – la proposta avanzata in questi giorni dal Centro studi Politico-Sociali Don Francesco Caporale deve essere accolta in primis dal governo regionale e quindi da Roma, cui spetta la decisione.  Non c’è possibilità di alta velocità sul Tirreno calabrese, e qualsiasi intervento su quel tracciato sarebbe costoso, inutile e non equo rispetto all’area jonica che soffre da decenni per mancanza di infrastrutture e che garantisce condizioni orografiche felici, quindi anche costi di realizzazione e manutenzione inferiori». (rcz)

 

Innova Rende: Col Recovery Fund potenziare ricerca, istruzione e lavoro

Il gruppo Innova Rende, ha ribadito che, per quanto riguarda il Recovery Fund, «uno dei grandi temi da affrontare, soprattutto alle nostre latitudini, insieme alla questione infrastrutturale relativa ai trasporti (leggasi alta velocità), sarà quello del potenziamento dei settori dell’istruzione, della ricerca e innovazione, nell’ottica di una collaborazione virtuosa e di lungo respiro con il mondo del lavoro e dell’imprenditoria».

«La nostra Regione – si legge in una nota – ha estremo bisogno di investimenti corposi in questo settore, il tasso di analfabeti funzionali è uno dei più alti del Paese, le strutture formative, spesso sono vecchie, poco accoglienti e attrezzate, la diffusione della banda larga stenta a decollare e la fuga dei cervelli è da anni una grave piaga per il tessuto economico calabrese. La nascita del corso di laurea Magistrale in “Medicina e Ingegneria” interateneo, tra Unical e Unicz, è un primo importante segnale verso la collaborazione fattiva tra centri di ricerca applicata ed esigenze del tessuto economico e sociale, che fa da apripista all’auspicata localizzazione del nuovo ospedale Hub della provincia di Cosenza nei pressi dell’Unical».

«Una best practice – continua la nota – alla quale la politica calabrese, locale e regionale, dovrebbe guardare con attenzione, in vista degli investimenti del Next Generation Eu che nei prossimi mesi dovranno risollevare l’Italia. Per decenni, la strategia dei finanziamento a pioggia e il conseguente sperpero delle risorse statali ed europee ha tarpato le ali alla già precaria economia calabrese. Con il Recovery Fund bisogna invertire la rotta, ora è il momento di una visione che guardi al futuro favorendo quei settori strategici per la nostra economia, i quali vanno potenziati ed innovati, stimolando la transizione ecologica e digitale per le realtà imprenditoriali disposte a cogliere questa grande opportunità che abbiamo davanti».

«La Calabria – continua Innova Rende – ha grandi potenzialità inespresse in importanti settori economici, quali l’agricoltura e l’enogastromia, l’economia green, il turismo e il marketing territoriale. Senza dimenticare l’enorme gap da colmare con il resto d’Italia per quanto riguarda il settore sanitario carente sia a livello infrastrutturale che di capitale umano. Saranno questi gli asset su cui puntare maggiormente, ponendo le basi per la formazione di figure professionali in grado di rispondere alla domanda del mondo economico e sociale calabrese, nell’ottica di un’innovazione di processo e di prodotto che stimoli la creazione di nuovi posti di lavoro, aumenti il potere d’acquisto delle famiglie, riduca drasticamente l’esodo dei giovani dalla Regione e riporti alla normalità una terra che non può più permettersi di perdere altro tempo». (rcs)

Raffaella Sestito: Si inserisca nel Recovery Fund l’alta velocità anche sulla linea Jonica

La consigliera comunale di Catanzaro, Raffaella Sestito, ha chiesto che  nel Recovery Fund venga inserita la realizzazione dell’alta velocità sulla linea jonica, «che  a differenza di quella tirrenica garantirebbe la possibilità di viaggiare a 300 km orari».

«Poco meno di una settimana fa – ha spiegato – il Centro studi politico-sociali don Francesco Caporale ha proposto la redazione di un emendamento parlamentare che inserisca nel Recovery fund l’alta velocità ferroviaria da Salerno a Reggio Calabria. L’appello del Centro studi, rivolto a tutti i deputati e senatori calabresi, è concreto ed efficace. Non posso non condividere questa proposta facendo miei gli stessi motivi che hanno spinto il Centro studi ad alzare la voce su un problema insieme attuale e annoso».

Per la consigliera, con la realizzazione di una rete ferroviaria ad alta velocità sulla linea jonica «in questo modo la Calabria avrebbe finalmente le condizioni minime per un’apertura territoriale di respiro europeo: solo così diverrebbe davvero competitiva, dunque pronta a entrare nelle dinamiche di uno sviluppo socio-economico poggiato su nuove strategie di fattibilità e di mercato». 

«Soltanto così, inoltre – ha aggiunto – un pezzo del nostro Paese entrerebbe in pieno nel processo di modernizzazione che ha già trovato forma e sostanza a livello nazionale e internazionale. Il miglioramento, come bene ha detto il Centro studi Caporale, renderebbe meno isolata un’area da sempre abbandonata: è sotto gli occhi di tutti che a causa del grave deficit infrastrutturale la Calabria abbia perso, nei decenni, occasioni vere di sviluppo e crescita». 

«Intervenire con urgenza – ha sottolineato – è assolutamente essenziale, considerando l’occasione rappresentata dalle linee guida del Recovery plan, che prevedono 32 miliardi di euro per modernizzare le infrastrutture, di cui 26,6 destinati a opere ferroviarie. Questa richiesta di crescita della nostra regione non può rimanere inascoltata».

«I parlamentari calabresi – ha concluso la consigliera Sestito – facciano presto e inseriscano la Calabria in un percorso da cui non può essere tagliata fuori». (rcz)

DONNE, GIOVANI E SUD COL RECOVERY FUND
OCCASIONE DI FORMAZIONE-OCCUPAZIONE

di MILLY TUCCI – Con il piano ripresa e resilienza si propone un forte sostegno alla creazione di posti di lavoro, alla formazione e alla riqualificazione dei lavoratori. Obiettivo principe: far ripartire l’Italia con azioni interessanti che guardino con attenzione a tre target particolarmente vulnerabili, ma anche tre leve strategiche per il futuro: Donne, Giovani e Sud.

Ciò che più conta è la strategia: per dare più lavoro agli italiani serve creare nuovi mercati, mettere in sicurezza il Paese in un momento in cui anche i perimetri di business si modificano rapidamente e quindi le imprese insieme alle istituzioni devono fare sistema e tutelare i mercati in cui il made in Italy è presente, ma anche esplorare nuovi mercati, nuove modalità di business per garantire una rapida ripresa e nuove fonti di ricchezza per il Paese, ma anche inclusione e pari opportunità. Nella sana competizione naturale sopravvive quindi chi si adatta più velocemente, il piano da questo punto di vista è una guida di riferimento che ci dice che le imprese e le istituzioni più veloci e più flessibili ad adattarsi al cambiamento potranno fruire maggiormente di tutti gli incentivi e le opportunità della transizione digitale e della transizione al verde e anche le donne potranno creare la loro impresa. Per questa ragione se dovessi dare un consiglio al lettore che sia una impresa, o aspirante tale o un funzionario pubblico suggerirei di cogliere le opportunità di Next Generation Italia per potenziare le competenze informatiche e linguistiche e di tenersi sempre aggiornati e connessi a servizi e sportelli informativi e iniziative offerte da università, associazioni di categoria e fondazioni che semplifichino questa trasformazione in atto.  Grazie al piano si prevede una ulteriore integrazione di fondi già previsti in Bilancio e nuove linee dedicate.

OCCUPAZIONE FEMMINILE E IMPRENDITORIA FEMMINILE

Nel 2020 abbiamo perso 444mila posti di lavoro di cui 312mila di donne. “Più che una recessione rosa c’è stata una espulsione rosa.”(Ferruccio De Bortoli) Il Governo dovrà urgentemente intervenire quindi per il sostegno occupazione e imprenditoria femminile oltre al Fondo a sostegno dell’imprenditoria femminile” già previsto in Legge di Bilancio 2021 saranno affiancate con il PNRR misure di accompagnamento (mentoring, supporto tecnico- gestionale, misure per la conciliazione vita-lavoro, ecc.), campagne di comunicazione multimediali ed eventi e azioni di monitoraggio e di valutazione. A tal fine è importante come dice Sheryl Sandberg scegliere il proprio mentor per potenziare competenze digitali e commerciali, ma anche fare un assessment delle proprie competenze da potenziare e quindi iniziare per se stessi o per la propria organizzazione un programma di mentorship e aggiornamento.

Tra le iniziative particolarmente innovative del piano si inseriscono le iniziative infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore.

Perché Il ripensamento degli spazi urbani è una leva strategica?  Le infrastrutture sociali nei comuni finanziata con una nuova dotazione di oltre 2 miliardi e mezzo di euro  genereranno nuovo benessere sociale, perché proprio la mancanza di luoghi di aggregazione aggrava disagio, povertà, esclusione e rischi sociali. La rigenerazione urbana consentirebbe il miglioramento della qualità della vita per anziani, donne e bambini e la possibilità di una migliore conciliazione dei tempi di lavoro e sarebbe in linea con un nuovo stile di vita, meno inquinante, con meno ore nel traffico e piu servizi per tutti a kilometro zero. In un modello facilitato di questo tipo sarebbe anche possibile migliorare l’offerta culturale dei quartieri, favorire un invecchiamento attivo e offrire una maggiore attenzione ai tempi per la cura, attività di Care giving che spesso ricade sulla donna limitandone la partecipazione attiva al lavoro e alla politica.

Con il piano si investe quindi il quel modello virtuoso ben descritto da Maurizio Carta nel saggio Futuro, che rimandava a un nuovo modello di sviluppo 4.0 con attenzione a Identità, territorio e Comunità. In questo quadro molto utile sarà quindi il potenziamento dell’Housing sociale che con il PNRR raggiunge una dotazione di 2,8 miliardi, una iniziativa keynesiana che include investimenti infrastrutture, ma anche cultura, lavoro e lotta al degrado urbano. Progetti di recupero territoriale e d’incremento della disponibilità di alloggi pubblici potranno certamente sostenere le persone vulnerabili e le famiglie a basso reddito e incentivare investimenti pubblico privati per ampliare l’offerta di edilizia residenziale pubblica e di alloggi a canone calmierato, anche per studenti (cd. Housing Sociale). (mt)

[courtesy Aidr – L’autrice è responsabile dell’Osservatorio Donne Digitali]

La fotografia di copertina di Milly Tucci è di Antonio Leo