Magorno (IV): Recovery Plan, serve svolta dal Governo

Il senatore di Italia VivaErnesto Magorno, ha dichiarato che «sul Recovery Plan serve un’accelerazione importante da parte del Governo Draghi».

«È necessaria – ha sottolineato – una svolta sui progetti, un cambio di passo che dovrebbe coinvolgere anche i Sindaci del Sud. Ogni giorno che passa è una possibilità in meno e noi non vogliamo sprecare questa opportunità». (rp)

Pitaro (Gruppo Misto): La Calabria si aspetta che col Recovery siano colmate storiche lacune infrastrutturali

Il consigliere regionale del Gruppo MistoFrancesco Pitaro, ha dichiarato che «resta preoccupante che nessuna Istituzione abbia finora assicurato che il Recovery plan non discriminerà la Calabria» e che dal Recovery «la Calabria si aspetta che siano colmate le storiche lacune infrastrutturali e rimosso il divario di cittadinanza con il resto del Paese».

«Ma per farlo – ha aggiunto – è fondamentale, come ha ribadito il segretario della Cisl regionale Tonino Russo, che nella ripartizione dei fondi del Recovery sia contemplato il principio dell’addizionalità delle risorse al cui rispetto la Commissione europea ha richiamato l’Italia già nel 2019, sottolineando che le risorse europee devono aggiungersi a quelle nazionali perché si possa conseguire un effettivo riequilibrio territoriale».

Pitaro, poi, ha parlato della Trasversale delle Serre, dicendo che «non dubitiamo – pur ricordando che non di rado molti interventi sui lotti della Trasversale delle Serre nel passato sono stati interrotti, oltre che per   minacce ai cantieri, cave abusive e morti bianche, anche per ritrovamenti archeologici – che l’Anas presterà l’attenzione dovuta per la definizione del tracciato di 2.8 Km che collegherà la fascia costiera ionica (Soverato e la ‘106’) allo svincolo di Gagliato».

«Auspicando – ha proseguito – che si includano in questa progettualità le esigenze del territorio come rappresentate dai sindaci, dal Comitato ‘Trasversale delle Serre’ e dai cittadini,  sarebbe necessario che su una delle incompiute più scandalose d’Europa, fondamentale per valorizzare l’imponente patrimonio naturalistico, storico e culturale nel centro-meridionale della Calabria, si facesse  il punto con tutti i soggetti che sull’argomento hanno voce in capitolo, anche a seguito di alcuni segnali poco incoraggianti».

«Non si comprende, per esempio – ha concluso – come segnala la Fillea-Cgil, perché mai la Trasversale delle Serre (e altri monumenti allo spreco di risorse pubbliche) non sia rientrata tra le 130 opere del ‘Decreto semplificazioni’». (rrc)

I Comuni Anci del Sud chiedono un incontro al Governo per il Recovery

Il Coordinamento delle Anci del Sud ha chiesto un incontro al presidente del Consiglio, Mario Draghi, al ministro per il Sud e la Coesione Sociale, Mara Carfagna e al ministro per le Autonomie Locali, Mariastella Gelmini, un incontro per discutere del Recovery Plan per il Sud.

L’incontro, dunque, servirà per discutere sulle criticità e sulle opportunità del Mezzogiorno d’Italia che coinvolga, successivamente, anche  i diversi dicasteri, per l’avvio di un processo di transizione ecologica, ambientale ed economica  che dia pari opportunità a tutti i cittadini italiani.

È quanto è emerso dalla riunione del Coordinamento per discutere di Recovery Plan per il Sud, criticità e  proposte di sviluppo per i territori dell’Italia meridionale.

All’incontro hanno preso parte, fra gli altri, il presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando, promotore dell’iniziativa, il delegato Anci per la Coesione territoriale e per il Mezzogiorno, Giuseppe Falcomatà,  il presidente di Anci Abruzzo, Gianguido D’Alberto, il presidente di Anci Basilicata, Salvatore Adduce, il presidente di Anci Calabria, Francesco Candia, il presidente di Anci Campania, Carlo Marino, il presidente di Anci Molise, Pompilio Sciulli,  il presidente di Anci Puglia, Domenico Vitto e il presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana.

«L’incontro di oggi (mercoledì 10 marzo ndr) – riferisce Anci Sicilia  – rappresenta un’ulteriore tappa  di un percorso, avviato nei mesi scorsi, che ha visto anche momenti di interlocuzione con il Governo precedente e che nasce dall’esigenza di porre rimedio ad una profonda  diseguaglianza fra il livello comunale e gli altri livelli di governo nazionale, come più volte evidenziato dall’Anci, che riguarda l’ambito finanziario, le  procedure e l’organizzazione oltre alla capacità progettuale e organizzativa delle realtà comunali. A questo primo grande divario istituzionale si aggiunge, però, la cosiddetta  “questione meridionale”  che consiste in una vera e propria condizione di diseguaglianza territoriale   ed economico-sociale che è caratteristica del Mezzogiorno d’Italia».

«Nel corso dell’incontro – viene ancora riportato – è emersa la necessità di avviare un processo di riforma del sistema delle Autonomie locali che consenta agli amministratori locali  di poter utilizzare competenze, risorse e procedure adeguate alla grande sfida europea ed  eviti che il Recovery Plan confermi ed aumenti il divario tra i territori e, sul versante dei diritti e dei servizi, le disuguaglianze tra i cittadini italiani. Oggi l’Europa, con il nuovo ciclo di programmazione 2021-2027   (Next Generation Eu (Nngeu), ricorda l’esigenza di superare le diseguaglianze e di garantire il diritto alla salute e il Sud  rappresenta un enorme bacino di risorse culturali, umane e naturali che chiede di diventare una grande opportunità per l’intera nazione». (rrm)

Comitato Magna Graecia: La politica spieghi perché la 106 non è inclusa nel Recovery Plan

Il Comitato Magna Graecia denuncia il silenzio, da parte della politica, sul mancato inserimento della statale 106 nel Recovery Plan.

«Nei giorni scorsi – ha ricordato il Comitato – è stata recapitata una mail dall’Associazione Basta Vittime Sulla Strada Statale 106 alla Commissione Europea, avente come oggetto chiarimenti circa l’utilizzo dei fondi del Recovery Plan e la destinazione d’uso delle opere ammissibili a finanziamento. Dalla risposta alla missiva, è stato palesato che anche le nuove opere stradali, se comprese nella rete Ten-T, possono essere soggette a finanziamento qualora corredate da attenzioni verso il cambiamento climatico e sensibile riduzione dell’inquinamento».

«In sintesi – è stato spiegato – come indicato nelle linee guida per gli Stati Membri pubblicate dalla Commissione Europea lo scorso 22 gennaio, gli investimenti nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, oltre ad adempiere agli obiettivi generali del dispositivo di finanziamento, dovranno rispettare il principio del “non arrecare un danno significativo”, come incluso nella comunicazione della Commissione del 18 febbraio scorso».

«Detto ciò – ha proseguito il Comitato – appare lampante come la politica, soprattutto quella nostrana, dovrebbe rispondere sul perché non si è proceduto a studiare le documentazioni prima di bollare gli investimenti, in nuove opere stradali, come non finanziabili in quanto impattanti dal punto di vista ambientale. È bene chiarire che gli investimenti sono possibili in aree non già sovraccaricate da altre opere infrastrutturali a forte impatto ambientale e, soprattutto, quando queste potenziali opere siano comprese nei corridoi Transeuropei di mobilità intermodale, principale e complementare. Non è un caso, infatti, che la tratta da Taranto a Catanzaro Lido della statale 106 (E90) e le traverse SS534 e SS282 siano parte integrante della rete Ten-T Comprensive e collegate alla Ten-T Core E45 (A2). Va da sé che la tratta Sibari-CZ Lido della Jonica sia assolutamente finanziabile con monetizzazione d’investimento proveniente dal monte miliardario del Recovery Fund, rispondendo a tutte le su indicate prerogative».

«A conferma di ciò – ha proseguito il Comitato – il responsabile della Commissione, Oliver Silla, risponde testualmente:”Se quindi investimenti in infrastrutture stradali rimangono possibili (ammodernamento e/o nuove costruzioni), come nel caso della Strada Statale 106 “Jonica” parte della rete Ten-T, questi ultimi dovranno essere accompagnati da dettagliate misure attenuanti per quanto riguarda l’attenzione verso il cambiamento climatico, la prevenzione e riduzione dell’inquinamento, la transizione verso un’economia circolare, e altre».

«Chiaro è che sia compito della politica – ha aggiunto il Comitato – presentare opere da inserire nel piano che rispondano a tali prerogative. Non è dato sapere, ad oggi, come la Politica abbia potuto glissare su un aspetto di così vitale importanza per una fetta di popolazione Jonica, ma di riflesso per la Calabria tutta, che, grazie agli investimenti Ue, potrebbe finalmente uscire dall’atavico isolamento in cui beceri centralismi l’hanno relegata».

«Il silenzio della Politica – ha detto ancora il Comitato – equivale all’accertamento di una responsabilità di una gravità inaudita. Non vorremmo che, dietro tali condotte, si celi la solita manina centralista che da oltre mezzo secolo ha condannato l’Arco jonio a luogo di periferia, con infrastrutture e servizi da terzo mondo. Ora, resta da capire quale sarà la volontà di questo nuovo Governo. Avrà il coraggio di raddrizzare le storture e le abominevoli manchevolezze politiche che nel Recovery Plan non hanno incluso la SS106, o si limiterà, come i precedenti, a passare un colpo di spugna mettendo in pratica quanto già, volutamente ignorato, dal precedente Governo?».

«Come Comitato – conclude la nota – saremo vigili affinché le istanze delle popolazioni dell’Arco Jonico Magnograeco non siano, ancora una volta, schiacciate sotto i piedi in barba a qualsivoglia principio d’equita rispetto ad altre Aree, da sempre tenute in considerazione ai vari livelli istituzionali.  Siamo ancora in tempo! Le omissioni circa i mancati investimenti infrastrutturali per l’asse Jonico possono essere integrate. Il treno dei Recovery non passerà due volte, e lo Jonio non ha più tempo a disposizione per permettersi ulteriori sciatterie legate ad una classe politica calabrese poco attenta e rispettosa delle popolazioni che ne hanno permesso la loro emancipazione». (rkr)

FenealUil e Uil Calabria: Nel piano della Regione per il Recovery manca visione del futuro

Mariaelena Senese, segretario generale della FenealUil CalabriaSanto Biondo, segretario generale della Uil Calabria, hanno espresso disappunto per il piano in campo dalla Regione per i fondi del Recovery Plan, definendolo «incompiuto, un progetto incapace di perseguire l’idea di un rinnovamento infrastrutturale del nostro territorio».

«Sul tema delle infrastrutture non ci siamo proprio – si legge in una nota –. Se il piano delle opere pubbliche che la Regione ha portato all’attenzione del Governo Draghi è quello che è stato rappresentato stamani su un importante organo di stampa regionale non possiamo che sentirci offesi, prima come calabresi e poi come rappresentanti sindacali, dalla sciatteria con la quale chi amministra la cosa pubblica in questa regione affronta queste problematiche. Se fossimo stati interessati, se fossimo stati consultati lo avremmo detto direttamente ai nostri interlocutori: la Calabria sta commettendo l’ennesimo errore che, questa volta, rischia di condizionarne seriamente il futuro».

«I fondi del Recovery plan – viene sottolineato – questo lo stiamo dicendo da tempo, sono una occasione unica ed irripetibile per trasformare profondamente la nostra regione, renderne efficienti i servizi e moderne le infrastrutture, aprirla al mondo e smettere di sacrificare la sua voglia di crescita economica, sociale e culturale».

«Manca – continua la nota – questo è amaro dirlo, una visione del futuro della Calabria e dei calabresi. Si rinnova, modestamente, solo l’elenco di opere incompiute, già finanziate con altre fonti di investimento, e che, se la politica non avesse disatteso alle proprie responsabilità, dovrebbero essere già pienamente fruibili dalla cittadinanza calabrese».

«Non si parla – spiegano Biondo e Senese – del completamento della Strada statale 106, nel tratto ionico reggino ed oltre quello della Sibaritide, per collegare la Calabria al resto dell’Italia ed ai corridoi europei degli uomini e delle merci. Ci si dimentica della Zone economica speciale e si stroncano le velleità di sviluppo del porto di Gioia Tauro, dimenticandone la funzione essenziale per il rilancio economico della Calabria. Non viene considerata l’alta velocità ferroviaria, sbagliando e assumendo una posizione di radicale differenziazione rispetto al dibattito aperto su tutto il territorio nazionale, come un’opera essenziale per la ripartenza di questa regione».

«Vorremmo ricordare – concludono – a chi amministra la Regione Calabria, infine, che è su questi temi che si basa lo sviluppo della nostra regione». (rcz)

Santo Biondo: Il Governo trovi spazio nel Recovery Plan per ammodernamento della Statale 106

Il segretario regionale della Uil CalabriaSanto Biondo, dopo che la Commissione Europea ha dichiarato importante la strada statale 106, ha dichiarato che «non ci sono più alibi a frenare l’ammodernamento della Strada statale 106».

«La Commissione europea direzione generali mobilità e trasporti – ha spiegato – ha rimandato la palla nel campo della politica, quella politica che, nei mesi scorsi, ha scelto di fare spallucce alle richieste provenienti dal territorio calabrese, quella politica che, nel progettare il Recovery plan, ha volutamente dimenticato di inserire la Strada statale 106 – se non per un maquillage inutile – dai piani di sviluppo e resilienza del territorio calabrese e nazionale».

«Oggi, invece – ha proseguito – sappiamo che Bruxelles reputa questa infrastruttura importante e, come da noi sostenuto da anni, determinante per lo sviluppo della Calabria e per la proiezione della sua economia verso i mercati europei e mondiali. Istituzioni locali, politica regionale e parlamentari calabresi, forze sociali e produttive, chiesa, associazionismo: Facciamo quadrato. Il momento giusto è adesso per la Ss106».

«Al Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, quindi – ha concluso – adesso occorre chiedere, di ripensare il Piano di resistenza e resilienza e trovare al suo interno lo spazio giusto per assecondare le indicazioni provenienti dalla Commissione europea e, allo stesso tempo, segnare una svolta concreta nelle politiche di sviluppo infrastrutturale della Calabria». (rrm)

Il sindaco Franco Mundo chiede incontro sul Recovery Plan al presidente Iacucci e ai sindaci Stasi e Lo Polito

Il sindaco di Trebisacce, Franco Mundo, ha richiesto un incontro con i sindaci di Castrovillari e Corigliano Rossano, Domenico Lo PolitoFlavio Stasi e col presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, per definire le proposte attinenti al Recovery Plan.

«Il Recovery Plan di cui si discute – ha scritto ai colleghi amministratori il primo cittadino di Trebisacce – la cui bozza originaria è stata già approvata dal Governo precedente, e che sicuramente sarà oggetto di ulteriore programmazione da parte del nuovo governo, dovrebbe rappresentare una svolta storica, economica e sociale per le possibilità di sviluppo per la nostra regione, la quale di fatto non solo è limitata nella destinazione dei fondi, ma è anche ignorata e penalizzata oltremodo, senza che la Regione, quale ente di programmazione,  abbia inteso proporre e /o valutare ipotesi di progettazione e di sviluppo comprensoriale, regionale e provinciale».

«È necessario – ha evidenziato il primo cittadino – un coinvolgimento intensivo e generale promuovendo anche altre iniziative politiche. Le carenze sono tante! Ogni giorno ci confrontiamo con esigenze e aspettative insoddisfatte dei nostri concittadini. La sanità, ormai l’eterna malata, è al collasso, ma anche le infrastrutture sono carenti, per non parlare della mobilità, dei trasporti e portualità. Il turismo, anche per bellezze naturali, archeologiche, storiche, artistiche e paesaggistiche, unitamente all’agricoltura, rappresenta la più grande risorsa della Calabria e dell’intera Sibaritide, che si è sviluppata soprattutto grazie all’intraprendenza di oculati e lungimiranti imprenditori, senza interventi di sostegno pubblico».

«Una regione con 800 km di costa – ha proseguito Mundo – non può avere solo cinque porticcioli turistici. In tale contesto, sarebbe utile inserire anche l’aeroporto di Sibari e altre infrastrutture della Sibaritide e del Pollino nell’ambito di un progetto di sviluppo complessivo di area Nord della Calabria, privilegiando anche interventi diretti a favorire e rilanciare il turismo,   l’agricoltura e sinergia con il Parco del Pollino».

«In tale contesto – ha detto ancora il sindaco Franco Mundo – il Recovery Plan è una grande opportunità e gli enti locali devono farsi promotori, uscendo dalla logica dei municipi, unitamente alla Regione Calabria, di proposte coerenti e realizzabili con programmi di interventi di aerea, prescindendo dalle singole  esigenze comunali. Per tale motivo, è opportuno avviare le giuste iniziative, coinvolgendo tutti i sindaci della fascia ionica e della zona del Pollino, con  il Presidente della Provincia di Cosenza, al fine di avviare un confronto dal quale far scaturire proposte e progetti».

«Si chiede, pertanto – ha concluso –  la disponibilità ad organizzare un incontro in presenza con tutti gli altri rappresentanti delle comunità, per poter predisporre e/o programmare interventi di area vasta da inserire eventualmente nell’ambito del Recovery Plan. Sarà mia cura dopo le adesioni fissare e concordare un incontro». (rcs)

Il sindaco Giuseppe Falcomatà: Ripresa post pandemica sia occasione per rilancio del Sud

Il sindaco di Reggio e delegato Anci per il Mezzogiorno e la Coesione Territoriale, Giuseppe Falcomatà, a seguito del discordo del presidente del Consiglio Mario Draghi in Senato, ha sottolineato che «l‘uscita dalla crisi pandemica deve essere un’occasione per il Sud, un’opportunità per riprendere un discorso interrotto 70 anni fa».

«Ho apprezzato il discorso del presidente Draghi – ha detto –. Il richiamo all’unità è certamente un valore. Il presidente ha ragione: uscire da questa pandemia non sarà semplice come riaccendere la luce. Molte cose cambieranno, e la politica ha il compito di accompagnare questa fase di ripartenza sostenendo soprattutto chi è rimasto più indietro. A cominciare dal tema del lavoro, con la promozione di un nuovo paradigma di giustizia sociale».

«Il Sud – ha proseguito – può essere il motore della ripartenza italiana. E gli investimenti del Recovery plan il carburante per tornare in pista, ripensando il modello di sviluppo in un’ottica più equa e più sostenibile. Su questi temi, il nuovo Esecutivo ha un compito gravoso, ma non più rinviabile». (rrc)

Davide D’Amico: Recovery Plan un’occasione per le riforme

di DAVIDE D’AMICO* – In questa fase complessa per il nostro Paese, di avvio di un nuovo Governo a guida Draghi, circolano diverse voci sul Recovery plan italiano, o meglio sul piano Next generation Eu varato alla luce delle conseguenze economiche e sociali della pandemia da Covid-19.

Alcuni credono che si procederà ad una nuova stesura, altri che ci saranno solamente delle piccole modifiche. L’unica cosa certa, al momento, sono le risorse finanziarie, circa 210 miliardi di euro e gli obiettivi strategici condivisi a livello europeo che riguardano gli ambiti della digitalizzazione e innovazione, della transizione ecologica e dell’inclusione e coesione sociale.

Il Recovery plan rappresenta un’occasione davvero importante per affrontare, in modo efficace, le complesse trasformazioni delle inevitabili transizioni ecologiche e digitali, e lo deve fare sostenendo tra l’altro meccanismi di  partnership pubblico-privato che siano  basati su obiettivi di effettivo miglioramento del sistema Paese, nel pieno rispetto dei diversi  e riconosciuti ruoli. Inoltre, parte degli obiettivi sono tesi a rafforzare il ruolo della donna e contrastare le discriminazioni di genere, favorire lo sviluppo delle competenze, attraverso una formazione continua, assicurare la capacità e le prospettive occupazionali dei giovani, prestando particolare cura al riequilibrio territoriale e allo sviluppo del Mezzogiorno.

Il Recovery plan rappresenta, quindi, un’occasione da non sprecare e dovrà utilizzare i relativi fondi per innescare un processo di crescita economica “sostenibile”. Per questo deve essere basato su riforme, che caratterizzano la parte strutturale dell’intervento e, al contempo, da investimenti, da risorse finanziarie concepite come veri e propri “acceleratori straordinari” dell’implementazione delle stesse riforme.

Quindi, occorre focalizzare l’attenzione su quegli ambiti e quei temi che siano in grado di generare, con tempestive “iniezioni di liquidi” nel breve medio periodo, il massimo ritorno per il nostro Paese, in termini di crescita economica, coesione ed inclusione sociale. È evidente che un piano così ambizioso risenta, inevitabilmente, del Governo di turno, nonostante siano chiari e ben definiti i vincoli imposti dalla Ue sui macro ambiti di intervento. 

È altrettanto evidente che, una volta chiuso il capitolo “piano”, occorre garantire che la sua messa a terra sia effettivamente attuata nei tempi previsti rispettando milestone e target  definiti e, soprattutto, assicurare quella capacità amministrativa e gestionale che consenta il tempestivo impiego di queste ingenti risorse finanziarie. Saper spendere 210 miliardi nel medio periodo significa avere strutture organizzative, nelle pubbliche amministrazioni, con professionisti in grado di gestire gare e appalti pubblici, di seguire progetti, di rendicontare le azioni e le attività intraprese con una velocità maggiore rispetto a quanto è richiesto in genere per i progetti europei con i fondi strutturali.

Vi è, quindi, la necessità di assumere velocemente figure professionali adeguate che non siano necessariamente solo  giovani neolaureati, ma attingendo anche e preferibilmente figure con  una certa “seniority”  provenienti dal settore privato dell’assistenza tecnica ai fondi europei e veri e propri project manager.

Più saremo in grado di investire nel coinvolgimento di  risorse professionali con elevata competenza nella fase di “messa a terra” del Recovery plan, e più avremo chance di realizzare le relative riforme e progetti stabiliti. L’auspicio è che l’implementazione del Recovery plan sia, anche, l’occasione per avviare un networking permanente tra pubbliche amministrazioni a beneficio dello sviluppo continuo del capitale professionale della PA, per costruire una nuova cultura nel Paese, basata su concrete sfide progettuali che si fondano su obiettivi reali e risultati effettivamente misurabili. (rrm)

*membro del Consiglio direttivo Aidr e dirigente
Ministero Istruzione

Fabio Pugliese: SS 106, neanche un centesimo dal Recovery Fun

In una lettera aperta al sindaco di Corigliano Rossano, Flavio StasiFabio Pugliese, ex presidente dell’Associazione Basta Vittime sulla Statale 106 e autore Chi è Stato? – Il primo libro sulla strada Statale 106 in Calabria, denuncia la mancanza di investimenti, con il Recovery Fund, per la Statale 106.

«Nel “Piano per il Sud” – si legge nella lettera – presentato lo scorso mese di febbraio 2020 a Gioia Tauro dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sono riportati gli investimenti previsti per i prossimi 20 anni in Calabria: sulla Statale 106 vi è solo il tratto già finanziato compreso tra Sibari e Roseto Capo Spulico (Megalotto 3), e basta; Nel Recovery Fund già approvato dal Consiglio dei Ministri non vi è neanche un centesimo di euro sulla Statale 106».

«In tutti gli esiti delle sedute Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) – continua la lettera – afferenti ai governi “giallo-verde” con Ministro delle Infrastrutture Toninelli del M5S e “giallo-rosso” con Ministro delle Infrastrutture De Micheli del Pd non vi è nessuna Delibera Cipe che finanzia anche solo un centesimo sulla Statale 106 in Calabria negli ultimi due anni. Sono documenti, questi, che certamente potrai trovare facilmente sui siti internet ufficiali del Governo, del Ministero delle Infrastrutture e del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), e che, quindi, potrai leggere e verificare».

«Così come potrai verificare che sul tratto Sibari – Roseto Capo Spulico (Megalotto 3) – continua Pugliese – di fatto ancora non sono partiti i lavori per la realizzazione delle 4 corsie peraltro già inaugurate dal ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli e dal viceministro Giancarlo Cancelleri, il 19 maggio scorso in una passerella offensiva della memoria delle vittime della “strada della morte” ma anche della dignità di tutti i calabresi in quanto quella stessa Opera inaugurata è oggi, da queste stesse Istituzioni dello Stato, vergognosamente commissariata. Ho appreso, lo scorso 4 febbraio, dell’iniziativa “Appello per il Sud”: il documento inviato al Presidente della Repubblica ed alle più alte cariche dello Stato oltre che alle organizzazioni sindacali nazionali dall’Associazione dei Sindaci della Locride, dal Tavolo Permanente di Concertazione, dalle Associazioni di Cittadinanza Attiva e dal Corsecom».

Ancor prima, il 29 gennaio scorso, il presidente f.f. della Provincia di Crotone, Simone Saporito, ha riunito i sindaci in un incontro molto partecipato con la volontà – ha spiegato – “di aprire e stimolare in dibattito con i Comuni della provincia di Cosenza che abbia ad oggetto il tratto Crotone-Sibari”. Tra due giorni, invece, è prevista a Corigliano Rossano l’iniziativa organizzata dall’on. Rosa Silvana Abate – la stessa che salì sui trattori della Coldiretti nella piana di Sibari nel 2018 insieme all’On. Nicola Morra – per “bloccare il treno in corsa” del progetto di ammodernamento della Statale 106 tra Sibari e Roseto Capo Spulico».

Questo attivismo, questo protagonismo e, soprattutto, questo ritrovato senso della ragione se da una parte è offensivo dell’intelligenza di tutti e di ciascuno perché non si comprendono le ragioni per le quali si interviene oggi, alle soglie della nascita di un nuovo Governo, mentre si è persa l’opportunità di farlo ieri quando, invece, si era parte attiva e determinante e, addirittura, “si aveva in mano” un Ministro delle Infrastrutture del proprio partito politico dall’altra parte è però ammirevole: perché comunque apre un dibattito su un problema che per noi tutti è importante e, soprattutto, determina di fatto un’azione».

«Direi senza dubbio un’azione risibile, demagogica, insignificante. Ammeto che sia anche offensiva, lo ripeto, e pretestuosa per certi versi. Però resta un’azione. È, quindi, già qualcosa di più rispetto al tuo immobilismo ed alla tua totale incapacità di mantenere un patto che non è mai stato siglato su un palco solo con tutti quegli elettori che nel giugno 2019 ti hanno concesso la fiducia permettendoti di diventare Sindaco di Corigliano Rossano e, ancor prima, di questo territorio».

«È un patto che hai siglato con te stesso: quando in più comizi pubblici avevi detto di voler formare un “tavolo tecnico operativo sulla Statale 106” e quando, in più comizi pubblici, hai detto che ti saresti battuto affinché la realizzazione del progetto del Megalotto 3 venisse avviato e completato al più presto. Caro amico sindaco, ti scrivo oggi questa lettera aperta non per contestarti. Sarebbe troppo facile visto e considerato che l’Amministrazione da te guidata gode di una popolarità così estremamente bassa che, credimi, non avrei fatto altro che risultare – come si dice oggi – “populista”.Tutt’altro. Ti scrivo perché restino, pubblicamente, agli atti una serie di riflessioni ed osservazioni personali che ritengo meritino rispetto e considerazione».

«Innanzitutto, fin qui, non hai mantenuto gli impegni che avevi assunto prima con te stesso e poi con i cittadini circa la Statale 106, i diritti negati alla mobilità di questo territorio e la necessità di affrontare una battaglia politica e istituzionale contro una ingiustizia e una disuguaglianza che merita rispetto, impegno e serietà. Poi, non ritengo sia opportuno che il sindaco della Terza Città della Calabria (e del territorio), partecipi ad inutili, insignificanti e demagogiche iniziative inconsistenti mortificando prima di tutto il proprio ruolo istituzionale e politico e poi i diritti negati dei cittadini…».

«Semmai, sono convito che siano necessarie azioni più stringenti e, soprattutto, serie e concrete che riescano finalmente a porre all’attenzione del Governo dello Stato una situazione che è divenuta ormai insostenibile! Questo, però, può farlo chi ha un minimo di credibilità istituzionale e politica. Può farlo chi può vantare, quanto meno, una coerenza. Deve farlo chi ha l’ambizione di lasciare un segno concreto al proprio territorio. Puoi farlo tu. Insieme, ad esempio, ai presidenti delle Province di Cosenza e Crotone ed a tutti i sindaci che sono d’accordo».

«Pretendendo da tutti i partiti politici di cui fate parte, di avere un incontro con il prossimo Presidente del Consiglio Mario Draghi. Non una delegazione!!! Ma tutti, nessuno escluso… Qui, nel nostro territorio! Al fine di far comprendere al presidente Mario Draghi quanto la Statale 106 non sia solo la famigerata e tristemente nota “strada della morte” bagnata, da oltre un secolo, dal sangue umano spesso innocente e vittima d’una ingiustizia e di una disuguaglianza, ma anche la ragione principale per la quale questo territorio è complessivamente destinato a morire nel prossimo futuro per colpa di un divario infrastrutturale non più sostenibile con le altre regioni italiane ed europee. Al fine di far comprende, soprattutto, che noi siamo stanchi delle solite passerelle e promesse risibili, demagogiche, insignificanti, offensive e pretestuose».

«Perché questa volta pretendiamo sin da subito investimenti concreti attraverso il Recovery Fund e fondi statali immediatamente impegnati attraverso Deliberi Cipe che impegnano il prossimo Consiglio dei Ministri a stanziare quanto necessario per completare la Sibari Catanzaro ed almeno uno dei tratti compresi tra Catanzaro e Roccella Jonica o tra Locri e Reggio Calabria. Insomma, caro Sindaco Stasi, ti scrivo perché ti ritengo un Amico e credo sia venuto il momento di fare appello prima che al politico, oppure al rappresentante Istituzionale, alla coscienza di una persona che reputo intelligente e che nel passato recente ha dimostrato, quando ha voluto, di saper intraprendere azioni forti, dirompenti e, soprattutto, vere…».

«Questo territorio jonico in Calabria non ha più bisogno di chi nel passato inutilmente ha cercato alleanze con i potentati politici di turno ma ha necessità di gente preparata e competente che con senso di umiltà e serietà riesca a stringere una nuova alleanza con la propria coscienza e con la gente per battersi affinchè vengano rispettati e difesi i nostri diritti e la nostra dignità! Provaci. Fallo. Evita di perdere tempo ad esporre la fascia tricolore seduto al tavolo dell’ennesima inutile ed insignificante iniziativa di propaganda e demagogia politica d’altri tempi…».

«Parla con il cuore e con passione a tutti i tuoi colleghi sindaci del territorio, coinvolgi i presidenti delle Province, l’Anci, i sindacati, le Associazioni e fai partire la più bella rivoluzione dal basso di cui abbiamo bisogno: un movimento culturale, civile e sociale che può e deve cambiare il destino inesorabile che abbiamo di fronte a noi e che stiamo tutti insieme lasciando in eredità alle future generazioni… Ti abbraccio idealmente e con sincera riconoscenza perché conoscendoti bene sono certo che destinerai non poca attenzione a ciò che ti ho scritto». (rcs)