A Reggio Consiglio comunale aperto su brogli e piazza De Nava

Sono arrivate moltissime richieste per la partecipazione al Consiglio comunale “aperto” in programma oggi a Reggio: associazioni, comitati e singoli cittadini, ma la capienza – causa covid – sarà limitata. Ciò non toglie che quest’atteso appuntamento con la Città, che ha all’ordine del giorno i brogli elettorali dell’ultima votazione per le Comunali e la riqualificazione di piazza De Nava, avrà un’attenzione particolare da parte di tutti i cittadini. Sono 15 gli interventi già richiesti e programmati (durata max 3 minuti) dal presidente del Consiglio comunale Enzo Marra.

Il Consiglio comunale aperto sarà presieduto ovviamente dal sindaco ff Paolo Brunetti, il quale nei giorni scorsi ha concordato una linea comune del Consiglio in merito alle richieste che perverranno, soprattutto per la vicenda brogli.

Diverse le prese di posizione su quest’appuntamento. Il Comitato “Reggio non si broglia” stigmatizza in una nota che «A distanza di quasi un anno dalla nostra richiesta, corredata a norma di legge dalle firme di centinaia di reggini e fino quando evidentemente non è stato più possibile cincischiare, finalmente, avrà luogo – prendono atto i componenti del Comitato ‘Reggio non si broglia’ – il tanto richiesto Consiglio comunale aperto sui brogli. Stiamo ovviamente riferendoci a quella pagina nerissima della storia di questa già martoriata città che ancora non è stata affatto chiarita dal punto di vista giudiziario, nonostante i tanti riscontri, ammissioni e confessioni».

Il Comitato si augura che: «tanti cittadini siano presenti a questo momento di partecipazione popolare, utile per fare chiarezza su una vicenda torbida che fa male all’intera città, ma allo stesso tempo siamo ben consapevoli che il tutto rischi di essere comunque una pantomima, atteso in primis che si è fatto trascorrere tanto tempo, troppo probabilmente, e varie e pessime vicende si sono succedute, così che i reggini oggi, stanchi e raffreddati non solo dal freddo pungente, ma anche da una politica inesistente e da un mala amministrazione, tendono a rimanere distanti da quel Palazzo San Giorgio che non può essere più il punto di riferimento della città. Se poi vogliamo aggiungere a questo il fatto che dalle notizie che ci giungono in queste ore il dibattito rischia di essere svolto in una sorta di ‘camera caritatis’ per via dell’emergenza Covid che ridurrà notevolmente l’afflusso dei cittadini in aula, nonostante i continui e ripetuti appelli a far svolgere in altro luogo la seduta, allora risulta ancora una volta ben chiara l’intenzione di questa Amministrazione di fare svolgere il tutto in sordina e di voler mantenere, al netto di vuoti proclami, una situazione di piatto silenzio su tutte le malefatte che questa città deve subire, quasi a volerci abituare a quel quieto vivere nel quale gli unici ad avere vantaggi sono i potentati di turno».

Critico anche il Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) secondo cui questa convocazione «non è un passo in avanti reale per contrastare la profonda crisi» dell’Amministrazione comunale di Reggio. Da decenni, la Città – secondo il PCL – «versa in un coma politico profondissimo che parte dall’epoca in cui prese vita il cosiddetto “modello Reggio”. Un famelico blocco di potere di stampo massonico e mafioso consolidò allora un coacervo di oscuri interessi facilitato da una crisi profonda della sinistra reggina e dal collasso del movimento dei lavoratori. Privatizzazioni, aziendalismo, liberalizzazioni volute dalla sinistra riformista ne hanno facilitato una devastante ascesa. E quando la sinistra riformista è tornata alla guida di Reggio non si è registrata nessuna inversione di marcia».

Nella nota si legge che «Sono continuati assi programmatici, metodi di governo, rapporto con la società, si sono consolidati affarismo e interessi consociativi  Le frizioni di vari segmenti di uno squallido ceto politico hanno dato vita a una permanente lotta fra bande che ritengono che tutto sia loro permesso (anche portare a votare i morti). Oggi Reggio si trova succube di Scilla e Cariddi che si scannano per contendersi la guida di questa devastazione. Da una parte i responsabili recenti di uno scempio profondo, dall’altra coloro che agitano strumentalmente e provocatoriamente il vessillo della democrazia per ritornare in sella e riprendere in mano le redini della situazione lasciando inalterata la direzione di marcia e il dominio dei soggetti forti della città. È questa una chiara dimostrazione dei processi più ampi e profondi in cui anche a Reggio si svela il volto ipocrita della democrazia borghese e l’incedere di una marcia reazionaria di vasta portata. La vicenda pandemica e l’ascesa del movimento dei no vax confermano drammaticamente questa dinamica».

Secondo il PCL la convocazione del consiglio comunale aperto «è uno squallido espediente di chi vuole dare più forza al montare di questa crisi. Il PCL ritiene che un consiglio comunale partorito da un gigantesco broglio non sia legittimato ad aprirsi per segnare una reale inversione politica. Il punto centrale è invece ricostruire una cultura e una prassi di campo sociale in cui i/le lavoratori/trici e gli/le oppressi/e di Reggio Calabria ritrovino un punto di riferimento chiaro e non equivoco. Lo sforzo del PCL di costruire e di sviluppare il coordinamento delle forze della sinistra di opposizione va nettamente in questa direzione. I comunisti conseguenti non debbono mai perdere questo orientamento classista non cedendo a populismi, democraticismi e a forme di interclassismo comunque camuffate. Al di là degli sviluppi della vicenda elettorale il PCL chiama alla raccolta tutti coloro che sono animati da questa esigenza. Il PCL sa che la crisi di Reggio Calabria potrà essere risolta dalla Reggio dei lavoratori. Nessuna energia si tiri indietro da questa battaglia epocale».

Per quanto riguarda l’altro punto all’ordine del giorno, sulla riqualificazione di piazza De Nava, si registra il commento di Enzo Vitale, Presidente della Fondazione Mediterranea: «Ho molte perplessità sui risultati pratici: è difficile che il Comune faccia marcia indietro, anche a seguito delle rinnovate assicurazioni da parte del Segretariato regionale. L’unica possibilità di bloccare l’iter, prescindendo dal procedimento penale in corso, che comunque potrebbe riservare brutte sorprese ai travet ministeriali, a mio avviso è quella di mettere con le spalle al muro la Soprintendenza».

«So che questa posizione – afferma il prof. Vitale – non è condivisa da tutti, in quanto osteggiata fortemente anche da un membro del Comitato civico piazza De Nava, solo uno per fortuna, ma è l’unica che potrebbe essere percorsa, anche con mezzi giudiziari, ove il nuovo Soprintendente non rispettasse i suoi doveri di ufficio. È una posizione scomoda, ma ritengo che tutti gli aderenti al Comitato dovrebbero mettere da parte interessi personali o della propria associazione che collidano con la mission del Comitato. Comunque sia, avanzerò la proposta, condivisa dal prof. Salvatore Settis, da me sentito, che il Comune indica una consultazione popolare sul tema». (rrc)