RENDE (CS) – Riaprono i Musei del territorio

Con l’entrata in zona gialla della Calabria, i musei possono riaprire le loro porte ai visitatori, rispettando, sempre, tutte le regole anti covid.

A Rende, al Museo d’Arte Contemporanea “Roberto Bilotti” nel Castello, si possono ammirare le nuove acquisizioni della sezione Cento Opere e una grande Amicizia, arrivate lo scorso novembre. In altre sezioni permanenti, opere di Giuseppe Gallo, Vettor Pisani, Pietro Ruffo e le sezioni Il disco, u panaru. Inusuali “Abiti d’arte”, creazioni di Andy Warhol, Jannis Kounellis, Emilio Isgró, Gianfranco Limoni, Luca Maria Patella, Nagasawa, Piero Pizzi Cannella, Bruno Ceccobelli, Giosetta Fioroni, Luigi Ontani.

Il Museo Civico, presso palazzo Zagarese, riapre con un nuovo spazio laboratorio di restauro al piano terra, e con le sue due sezioni permanenti: la Pinacoteca con opere di Mattia Preti, Giuseppe Pascaletti, Cristoforo Santanna e altri autori del XVII-XVIII secolo e la e la sezione Demo-etnoantropologica con una collezione di costumi tradizionali arbëreshë, e una ricca collezione di oggetti della cultura contadina calabrese.

Ingressi su  prenotazione e contingentati fino ad un massimo di 20 persone per visite della durata di 60 minuti. Museo Bilotti: 0984/8284402; Museo Civico 0984/8284270

Il Museo del Presente, infine, è pronto a riaprire al pubblico dal 10 febbraio con l’evento Galarte, con la mostra personale di Vincenzo Formica, e con la riapertura della sezione permanente dei Futuristi Calabresi(rcs)

RENDE (CS) – Il Comune celebra la Giornata della Memoria

Oggi si celebra la Giornata della Memoria e, per l’occasione, la Giunta comunale, guidata dal sindaco Marcello Manna, ha voluto dedicare una riflessione.

«Le storie di ordinaria resistenza – ha dichiarato il sindaco Manna – di chi ha subito l’Olocausto sono le stesse di chi, oggi, si trova costretto dalla guerra o dalla fame a varcare i confini della propria nazione o di chi è perseguitato per i propri ideali. Ed è anche tra i corridoi degli ospedali, nei presidi in cui si cerca di contrastare gli effetti della pandemia».

«Se il presente – ha aggiunto – cammina gravido di futuro, è nelle tracce del passato che esso scorge il suo orizzonte. La storia risulta indispensabile per individuare e affrontare le contraddizioni oggettive da sciogliere per non essere costretti ad assistere al ritorno “dell’oscurità senza aurora, l’arcaico senza utopia, il grido confuso o fraudolento senza contenuto umano”, diceva Ernst Bloch».

«La giornata della memoria, e così le doverose riflessioni sulla Shoah e sullo sterminio nazista – ha affermato l’assessore Lisa Sorrentino – rappresentano importanti occasioni anche per mettere in guardia dai pericoli insiti in ogni forma di discriminazione e di intolleranza etnica. Viviamo, purtroppo, in un momento storico caratterizzato da un clima socio-culturale che favorisce atteggiamenti di chiusura, che induce alla paura dell’altro, del diverso. Profonde ed indelebili violazioni dei fondamentali diritti umani continuano a perpetrarsi ogni giorno».

«Dinanzi – ha aggiunto – alle tragedie vissute dai migranti e dai profughi e tutte le volta in cui, parafrasando Hannah Arendt, si assiste alla riduzione dell’uomo a cosa: “oggetto di torture, vessazioni, indifferenza anche nel momento della morte,” abbiamo il dovere morale, etico e civile di appellarci alla memoria recuperandone tutto il suo valore oltre i confini storici o culturali».

«Questo è indispensabile – ha concluso l’assessore Sorrentino – sia per comprendere gli errori commessi in passato, ma anche per capire cosa possiamo imparare per l’oggi e per il domani. Non può esservi giustificazione alcuna verso l’uso della xenofobia e del razzismo che troppe volte diventano veicoli di raccolta di consenso». (rcs)

RENDE (CS) – Nascerà un tavolo tecnico-operativo contro le barriere architettoniche

Sarà istituito un tavolo tecnico-operativo tra l’amministrazione comunale di Rende, l’Uici (Unione italiana ciechi e ipovedenti) e la Sam, organizzazione di volontariato impegnata fortemente sul fronte dell’accessibilità per abbattere le barriere architettoniche.

Lo scopo di questo tavolo di lavoro è quello di realizzare una vasta opera di studio dell’intero territorio comunale, in modo da procedere in maniera tangibile e chirurgica all’abbattimento delle barriere architettoniche e sensoriali rivolte alle persone non vedenti. Ciò, inoltre, consentirà un adeguamento dell’urbanistica e dell’edilizia cittadina alla normativa europea e italiana sulla materia, un obiettivo il cui raggiungimento era richiesto, e si attendeva con ansia, da circa 30 anni.

Infatti, l’attività di ricognizione e monitoraggio svolta dal tavolo tecnico permetterà finalmente la redazione, naturalmente per la parte inerente alla disabilità visiva, dei Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (Peba) finalizzati all’abbattimento delle barriere architettoniche negli spazi pubblici e negli edifici pubblici già esistenti; ma consentirà anche lo svolgimento di attività di accertamento anche sulle nuove costruzioni.

La svolta storica, però, non risiede semplicemente nel pur necessario adeguamento normativo, quanto nell’opera di riflessione dialettica condotta tra l’attuale amministrazione comunale, fermamente attenta alla questione dell’attuazione più ampia possibile dei diritti umani, specie con riferimento ai più svantaggiati in un contesto di realizzazione palpabile dell’eguaglianza sostanziale, e le formazioni associative provenienti dalla società civile.

L’attività di dialogo stringente tra l’amministrazione, condotta soprattutto attraverso le persone del sindaco Marcello Manna e dell’assessore Annamaria Artese, insieme all’Uici, con cui vige da tempo immemore un rapportosolido, e la Sam, costituiscono un esempio di buona politica e di civismo attivo. Un esempio certo fulgido e singolare nell’attuale momento storico, ma che conferma ancor di più l’idea che quando politica e istanze della società civile operano insieme e in sinergia è possibile il raggiungimento di obiettivi di cui ne sono beneficiari in prima persona anzitutto i singoli cittadini.

Perché l’accessibilità, sia chiaro, riguarda tutti, proprio come segno tangibile del conseguimento del carattere civile e democratico dell’intera società, non semplicemente di certi singoli. D’altronde non v’è civiltà senza inclusione e integrazione. (rcs)

RENDE (CS) – Il sindaco Manna e l’assessore Sorrentino aderiscono alla Campagna social del Centro antiviolenza Lanzino

Il sindaco di Rende, Marcello Manna insieme all’assessore alle Pari Opportunità, Lisa Sorrentino, hanno aderito alla campagna social promossa dal Centro Antiviolenza “R. Lanzino” dal titolo #30primavere, a sostegno delle attività promosse in difesa delle donne vittime di violenza.
«Ci lega al Centro Lanzino – ha detto il sindaco Manna – un solido rapporto che ci ha visto impegnati, in questi anni, nel favorire iniziative volte a decostruire pregiudizi e stereotipi di genere per promuovere modelli culturali ed educativi alternativi che tengano conto dei principi d’uguaglianza e rispetto reciproco».
«Nella convinzione – ha aggiunto – che la violenza di genere non si combatta solo con le leggi e l’attenzione mediatica, noi amministratori riteniamo sia nostro preciso dovere riuscire ad individuare tempi adatti e spazi sempre più ampi, soprattutto nei contesti educativi e di socializzazione».
«Per dar voce a questo tema  – ha affermato l’assessore Sorrentino – bisogna sostenere chi, come il Centro Lanzino, è impegnato quotidianamente a tutelare le donne nel percorso di uscita dalla violenza e di ritorno all’autodeterminarsi. Servono, però, maggiori fondi. Abbiamo leggi nazionali e regionali che prevedono il sostegno ai centri, ma sempre più spesso assistiamo ad un immobilismo burocratico che rischia di bloccare il lavoro fin qui svolto ed i programmi futuri».
«Auguriamo alle ragazze del centro Lanzino – ha concluso il sindaco Manna – di continuare il percorso avviato ormai da trent’anni sul nostro territorio: quello sin qui fatto è patrimonio collettivo da valorizzare e sostenere». (rcs)

Unical: residenze e laboratori aperti, ma esami e lauree soltanto a distanza

L’Unical ha deciso di mantenere aperte le residenze e i Laboratori ma si svolgeranno a distanza esami e lauree. Il nuovo decreto adottato dal rettore Nicola Leone disciplina l’attività dell’ateneo fino al 28 febbraio, secondo le indicazioni del Coruc e le nuove disposizioni del Governo. Il nuovo decreto disciplina le attività all’interno dell’ateneo fino al 28 febbraio, nel rispetto delle indicazioni espresse dal Comitato regionale di Coordinamento delle Università calabresi lo scorso 12 gennaio e del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 gennaio, che ha introdotto nuove misure restrittive e limitazioni agli spostamenti per il contrasto all’emergenza Covid.

Restano aperte le biblioteche, per il servizio di prestito, restituzione e consultazione in sala dei libri, continua a essere garantito il servizio mensa ed è possibile il rientro nelle residenze, per il quale è stato definito un accurato protocollo di sicurezza.

Ecco il riepilogo di tutte le misure previste in ateneo:

LABORATORI E TESI – Tutte le attività di laboratorio, tirocinio, tesi possono essere svolte in presenza nelle strutture dell’ateneo, previa autorizzazione del direttore del Dipartimento.

Da qui al 28 febbraio non sono invece previste lezioni, vista la conclusione dei corsi del primo semestre e l’avvio della sessione di esami.

RICERCA – Dall’inizio della pandemia non si è mai fermata. Le strutture restano accessibili ai ricercatori dell’ateneo per le loro attività, nel rispetto di tutte le misure di sicurezza anti Covid.

ESAMI, LAUREE, DOTTORATI – Il quadro epidemiologico e le restrizioni agli spostamenti previste per la regione Calabria (in alcuni comuni ancora più stringenti) richiedono il mantenimento di misure precauzionali. Seguendo le indicazioni del Coruc, l’Unical ha disposto quindi che lo svolgimento di esami, sedute di laurea e di dottorato continui a essere garantito in modalità telematica.

ALLOGGI – Gli studenti che hanno necessità di rientrare nelle residenze potranno farne richiesta, accedendo al portale dei servizi on line del Centro residenziale. Al rientro negli alloggi bisognerà rispettare un periodo di quarantena di quattro giorni: il gestore del servizio mensa provvederà, nella fase di autoisolamento, alla consegna dei pasti nelle residenze. Trascorsa la quarantena, gli studenti saranno sottoposti a tampone antigenico rapido, che sarà effettuato dagli operatori del Centro Sanitario d’ateneo. Ulteriori dettagli sul protocollosono disponibili qui.

BIBLIOTECHE – Restano confermate in questo caso le disposizioni adottate già a dicembre. Le biblioteche di ateneo saranno aperte alla comunità accademica per lo svolgimento dei servizi di prestito e di restituzione dei libri. Sarà consentita anche la consultazione in sala per i libri fuori prestito. L’accesso è regolato su prenotazione, secondo le modalità stabilite dalle Biblioteche, in sale dedicate e nel rispetto delle misure di sicurezza previste per il contenimento del Covid-19. Tutte le indicazioni sono disponibili sul sito del sistema bibliotecario d’ateneo.

MENSA – Il servizio è attivo nella sala A del quartiere Maisonnettes. Il gestore delle mense universitarie, inoltre, sta garantendo anche la consegna a domicilio dei pasti per tutti gli studenti che sono rientrati negli alloggi e osservano, come previsto dal protocollo, un periodo di quarantena prima del tampone.

I pasti consegnati a domicilio attualmente sono circa 70 al giorno, sia a pranzo che a cena. Pasti completi, organizzati in monoporzioni termosigillate e trasportati all’interno di contenitori termici e di furgoni coibentati, autorizzati per gli alimenti. Il Centro Residenziale fornisce al gestore della mensa l’elenco degli studenti che usufruiscono del servizio. Il gestore, a sua volta, comunica ogni giorno agli studenti il menu, così da gestire eventuali esigenze o intolleranza, e l’orario di arrivo a domicilio.

SERVIZI DIDATTICI – L’attività di front office per studenti, laureandi, futuri iscritti, soggetti esterni all’ateneo continua a essere garantita in modalità telematica attraverso un videosportello online implementato col software Teams (qui i riferimenti utili).

AMMINISTRAZIONE – Tutte le attività amministrative non solo proseguono regolarmente, ma grazie all’innovazione introdotta quest’anno nelle procedure di gestione del bilancio, l’anno contabile 2021 è stato aperto già il 7 gennaio, in anticipo di circa due mesi rispetto alle prassi del passato: una novità importante, che evita il blocco amministrativo consentendo a Dipartimenti e strutture di operare e di procedere senza interruzioni all’acquisto di beni e servizi. (rcs)

RENDE (CS) – Le proposte di Innova Rende per il rilancio della Rende Servizi

Nel corso del Consiglio comunale di Rende, l’Associazione politica Innova Rende ha riferito di aver assistito ad un dibattito poco sereno in merito alle prospettive future della Rende Servizi. una discussione distante anni luce dalle esigenze dei lavoratori e della Città».

«La Rende Servizi – si legge in una nota – rappresenta un immenso patrimonio umano e professionale per la nostra città, da valorizzare e da rilanciare attraverso nuove politiche di management integrato per la qualità, l’ambiente, la salute e la sicurezza della comunità. La società deve esser messa nelle condizioni di diventare una moderna realtà aziendale a disposizione di Rende e della “vasta area urbana”, una multiutility in grado di produrre maggiori utili e abbracciare nuovi settori dei servizi pubblici».

«Chiaro – si legge ancora nella nota – che per arrivare a ciò servono dei passaggi intermedi e un approccio graduale e funzionale. Per noi di Innova Rende, è una sfida che rappresenta una grande opportunità, sia per le casse dell’ente che per il personale dipendente».

«Per prima cosa – hanno suggerito – il potenziamento delle sue funzioni non può che avvenire attraverso la modifica ed implementazione dell’oggetto sociale della Rende Servizi, in tal modo la stessa potrà occuparsi di differenti settori quali il welfare e le politiche sociali. Attraverso un robusto piano di potenziamento, valorizzazione e formazione dei suoi dipendenti, avremmo una rete innovativa e capillare sul territorio, riducendo drasticamente le convenzioni con i privati, per servizi sociali che coinvolgono le vite dei nostri cittadini, specialmente quelli più deboli, quindi risparmio di soldi pubblici che potrebbero essere dirottati per altre delicate questioni e maggiore controllo da parte dell’Ente comunale».

«Un rafforzamento dei servizi sociali – ha proseguito Innova Rende –che dovrà interessare anche il trasporto di individui diversamente abili, mediante l’adeguamento del monte ore dei dipendenti che si occupano di tale mansione. Un capitolo speciale riserviamo agli ausiliari del traffico della Rende Servizi, i quali, interpretando in modo estensivo la volontà del legislatore, potrebbero entrare a far parte del corpo dei vigili urbani, vista la preoccupante carenza di organico ed i prossimi pensionamenti nel corpo della polizia municipale».

«Infine, nell’ottica del piano di rilancio della Società – hanno proseguito – e della riduzione delle esternalizzazioni, riteniamo utile e necessario l’acquisto di nuovi strumenti e macchinari moderni per lavori di manutenzione della città e per eventuali nuovi servizi».

«Queste – conclude la nota – sono alcune proposte che poniamo all’attenzione dell’Amministrazione comunale, del managment della Rende Servizi, dei suoi dipendenti e della Città, in vista del nuovo piano industriale e della nuova convenzione tra Comune e società in House, che ci auspichiamo siano un’opportunità di rilancio ed innovazione per la società». (rcs)

 

Il sindaco Marcello Manna scrive a Spirlì: Valorizzare eccellenze dei nostri Atenei per aiutare a fronteggiare emergenza Covid

Il sindaco di Rende, Marcello Manna, ha inviato una lettera al presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì – e per conoscenza al commissario dell’Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina – in cui chiede di «valorizzare le eccellenze presenti all’interno dei nostri atenei, che, attraverso le proprie specifiche competenze, potranno supportare le realtà territoriali impegnate nel fronteggiare quotidianamente la diffusione del virus».

È dei giorni scorsi, infatti, l’incontro del primo cittadino con il professore Unical, Sebastiano Andò, responsabile del laboratorio di biologia molecolare del centro sanitario d’ateneo: «che ha manifestato la volontà dell’Ateneo di voler collaborare attivamente alle prossime fase di intervento poste a tutela della salute dei cittadini, mettendo a disposizione le competenze del laboratorio di chimica clinica e tossicologia, centro all’avanguardia a livello nazionale, le cui strumentazioni possono supportare e limitare quel gap nella processazione dei tamponi che, ad oggi, ha inciso in maniera peggiorativa sulla diffusione del virus».

«Per questo – ha spiegato il primo cittadino – avvieremo da questa settimana, con la collaborazione dell’Università della Calabria, una campagna di screening all’interno degli istituti scolastici rendesi che coinvolgerà, in maniera esclusivamente volontaria, il corpo docente, gli amministrativi e i collaboratori. L’esecuzione dei tamponi rapidi può, infatti, consentire il monitoraggio dell’epidemia e la rapidità di risposta offerta dai tamponi rapidi risulta fondamentale per le operazioni di tracciamento. In questa ottica, il laboratorio di biologia molecolare del centro sanitario dell’Unical, attualmente in attesa del via libera per l’accreditamento da parte della Regione, potrà processare, a pieno regime, fino a 400 tamponi al giorno, offrendo pertanto un valido contributo ai laboratori dell’ospedalità pubblica attivamente operanti sul territorio».

Il sindaco, partendo proprio dalle strategie integrative messe a punto dalla propria amministrazione, ha dunque proposto a Spirlì di: «creare una rete territoriale e un tavolo permanente, in cui ogni componente del sistema pubblico è chiamato ad operare per un cambiamento di rotta necessario a garantire il diritto costituzionalmente garantito alla salute e all’istruzione. É indispensabile in tal senso anche l’intervento e la collaborazione del nuovo commissario alla sanità dell’Asp di Cosenza, dei dipartimenti di prevenzione, della medicina legale, delle Usca e della Protezione civile in supporto alla nostra regione. Solo attraverso un lavoro sinergico e costante sarà possibile garantire tutte le attività necessarie come: il contact tracing, le indagini epidemiologiche, la sorveglianza sanitaria per i casi positivi e per i loro contatti, l’informazione costante ai cittadini, le richieste di tamponi, la gestione di una piattaforma informatica per la raccolta dei dati, le comunicazioni con i medici di medicina generale (Mmg) e con le amministrazioni locali».

«Complementare – cha concluso il sindaco Manna – al fine di conseguire una migliore gestione dell’emergenza Covid è il potenziamento della cosiddetta medicina di prossimità o del Territorio, in collaborazione con l’assistenza domiciliare integrata (Adi) le Usca (Unità speciali di continuità assistenziali) e il 118. Potrebbe essere questa la chiave di volta per un efficace tracciamento e contenimento del Covid». (rcs)

METRO LEGGERA PER LA ‘GRANDE COSENZA’
E IL COLLEGAMENTO CON IL CAMPUS UNICAL

di FRANCO BARTUCCI – Quale prospettiva di realizzazione della “Grande Cosenza”? La metro leggera Università/Rende/Cosenza centro storico è funzionale alla nascita della “Grande Cosenza” o come è stata definita nell’arco di questi  ultimi anni la “Città unica” ed altri la “nuova città” dell’area metropolitana. Il Consiglio regionale adottando la delibera di trasferire i 156 milioni, disponibili e finalizzati alla realizzazione della metro Cosenza/Università entro il 2023, sui fondi assegnati al capitolo di 500 milioni destinati a finanziare le azioni di contrasto all’emergenza Covid-19,  avrebbe commesso un grave errore a danno dello sviluppo dell’area della media valle del Crati, dove si discute dell’opportunità della nascita di una nuova realtà urbana in considerazione dei vari quartieri legati  ormai tra di loro ed estesi sui territori comunali di Cosenza, Castrolibero, Rende, Montalto Uffugo. Tutto questo pur prevedendo da parte del Consiglio regionale un trasferimento dell’idea progettuale della metro Università/Rende/Cosenza, a cui aggiungerei Montalto Uffugo per effetto della stazione ferroviaria di Settimo ancora da realizzare, sul prossimo Fondo Sviluppo e Coesione 2021/2027.

Per troppi anni, generazioni di giovani, adulti, rappresentanti delle istituzioni locali dell’area, del mondo universitario e politici hanno lavorato e lottato per realizzare tale progetto e solo negli ultimi due anni con la costituzione strumentale del Comitato “No Metro” e l’azione politica della parlamentare europea Laura Ferrara si è creato un movimento contrario alla realizzazione dell’opera, convinti che trattasi di un progetto anti economico, ed  al quale il  Consiglio regionale con il trasferimento al futuro Fondo Sviluppo e Coesione 2021/2027 ha dato il colpo di grazia. Tutto questo senza conoscere lo stato di frequentazione ed invasione delle macchine nell’area dell’Università, come la stessa storia per la quale è nata l’idea della metro Università/Cosenza.

L’origine scaturisce con la nascita dell’Università della Calabria e con il lavoro impostato dal Comitato Tecnico Amministrativo, nominato nel  mese di marzo del 1971 dal  Ministero della Pubblica Istruzione, con Ministro l’on. Riccardo Misasi,  (fra tre mesi si entra nel cinquantesimo anniversario) che affronta il problema dell’insediamento delle strutture universitarie sul territorio di Rende ed analizza  come queste debbano essere collegate al centro storico di Cosenza, ai vari centri urbani della provincia, guardando alle potenzialità  storiche culturali ed archeologiche di Sibari, auspicando, in funzione anche del disegno della “Grande Cosenza”, di valorizzare appieno tutte le infrastrutture viarie e ferroviarie esistenti e da programmare.

Sono le prime seicento matricole dell’Università dell’anno accademico 1972/73, ben guidata dal suo primo Rettore, prof. Beniamino Andreatta,  che scoprono le difficoltà di superamento del confine tra le due città di Cosenza e Rende, rappresentato dal fiume Campagnano, che per consentire e facilitare un collegamento di servizio pubblico di trasporto, più economico e funzionale rispetto a quello privato, effettuano una  manifestazione di protesta il 18 gennaio 1973, costringendo l’autista di un  pullman dell’ATAC a portarli all’edificio polifunzionale nei pressi di Arcavacata, abbandonando l’area urbana di Cosenza ed entrando in un’area extra urbana come Rende, con la prospettiva  e l’auspicio di costituire un consorzio intercomunale dei trasporti.

Finanche il concorso internazionale, indetto per la realizzazione della sede dell’Università della Calabria sui territori di Rende e Montalto Uffugo, vinto dal gruppo degli architetti guidato dal prof. Arch. Vittorio Gregotti, individua come porta d’ingresso ed uscita lato Sud la statale 107 Paola/Cosenza/Sila/Crotone; mentre a Nord termina con la stazione ferroviaria sul tracciato Cosenza/Paola/Sibari, accentuando le funzioni di una università aperta al territorio da ogni lato sfruttando tutte le infrastrutture viarie e ferroviarie compreso il disegno di una metropolitana.

Altre manifestazioni ed occupazioni, da parte degli studenti, si susseguono negli anni coinvolgendo le istituzioni, le forze sociali e politiche del territorio maturando varie proposte e tra queste una metropolitana veloce di collegamento dell’Università con Sibari, la metro su gomma Università/Cosenza, la metro su rotaie utilizzando il tracciato ferroviario Cosenza, Castiglione, Rende Scalo, su idea del Sindaco di Rende Sandro Principe, fino ad arrivare al 10 dicembre 1998 con la sottoscrizione dell’accordo raggiunto  dai rispettivi consigli comunali di Cosenza e Rende, riunitisi in seduta straordinaria congiunta.

In tale circostanza vengono approvati i “piani generali”, ovvero lo studio di fattibilità della metropolitana leggera, il quale rappresentava un primo passo necessario per ottenere i finanziamenti previsti nell’ordine di 180 milioni di lire.  In quella occasione il Sindaco, Giacomo Mancini,  attraverso gli organi d’informazione, così si esprimeva: «In questa iniziativa c’è il superamento del municipalismo più deteriore. Le nostre sono città piccole e come tali hanno sempre contato poco. Noi abbiamo l’ambizione di diventare più forti, creando un’autorevole area urbana, quella del Crati, dalla quale è passata la storia. Anche oggi come in passato Cosenza si propone punto di riferimento con un primo progetto, quello della metropolitana, che dovrà costituire un richiamo per il presente ed il futuro». Non di meno si  sono espressi pure in quelle circostanze gli onorevoli Francesco e Sandro Principe, Sindaci di Rende, assidui sostenitori di tale progetto di collegamento, facendo emergere la necessità di creare effettivamente un’ampia area metropolitana.

Ma quasi in contemporanea, sempre nel 1998 e precisamente nel mese di ottobre, attraverso gli organi di stampa nazionale e locale, l’Università della Calabria si vede attribuito un finanziamento di 600 miliardi di lire destinati al completamento delle sue strutture attorno all’asse ponte Pietro Bucci, dalla stazione ferroviaria di Settimo di Montalto Uffugo alla statale 107 con via di percorrenza Cosenza/Paola ecc. Si va verso il completamento dell’idea Campus Universitario di Arcavacata. A remare contro in quella circostanza fu il Sindaco di Cosenza, Giacomo Mancini, cosicché, tra le polemiche e l’intensa campagna mediatica con giudizi pro e contro, quella massa di soldi sparì ed il campus universitario, disegnato da Gregotti, è rimasto tronco sulle colline di Arcavacata con danni gravissimi allo sviluppo del territorio, causando una forte penalizzazione sul  benessere sociale ed economico della popolazione gravitante nell’area, per non parlare del blocco dello stato occupazionale dei lavoratori impegnati nel cantiere di realizzazione dell’opera. Dico questo perché a volte e questo succede spesso a porre freno allo sviluppo della nostra amata Calabria siamo noi stessi perché  non sappiamo guardare alle idee e progetti lungimiranti che ci capitano sul nostro cammino,  rimanendo impelagati nel guazzabuglio dei giochi, interessi e beghe politiche. Lo capiremo ancora di più e meglio proseguendo nel racconto di questa storia che guarda ad un mancato disegno di una metro, di un campus universitario e di una nuova grande città. (fb)

RENDE – Morrone: tutelare l’importantissimo patrimonio arboreo

Rende è una città dotata di un importante patrimonio arboreo che richiede però la massima cura, soprattutto per i pini che caratterizzano le principali strade cittadine. Secondo il capogruppo di Innova Rende al Consiglio comunale Michel Morrone «Per via della natura biologica del pino e a seguito dell’età adulta degli stessi, registriamo marciapiedi, asfalto e sanpietrini dilaniati e divelti, data la naturale crescita delle radici, oltre alla caduta a seguito dell’occlusione del manto stradale sulle radici.

«Ritengo – afferma Morrone – che sia, ormai, improcrastinabile la risoluzione di questa importante questione, che non pochi disagi crea ai cittadini e che sta aggravando, di gran lunga, l’incolumità del nostra patrimonio arboreo, per il quale, di certo, la soluzione non può essere rappresentata dal taglio selvaggio ed indiscriminato degli alberi, a cui stiamo assistendo negli ultimi anni. È necessario adottare misure e soluzioni tecniche che vadano a tutelare l’incolumità dei nostri meravigliosi pini, ad esempio, prendendo spunto da una pratica spesso utilizzata al nord Italia, si possono creare dei substrati artificiali o isole vegetative, che vanno a simulare la conformazione delle radici “corda” frutto dell’evoluzione dell’albero, prestando attenzione a non sovraccaricarle ulteriormente.

«Oppure per i pini più vecchi, si può procedere con la stabilizzazione del piano intorno all’albero attraverso l’uso di barriere, riempiendole di inerti e ghiaia o con materiale tecnico specifico calpestabile, permettendo alle radici di assorbire tutto ciò di cui necessita, coprire le radici “corda”, limitando la fughe delle radici orizzontali e realizzando nuovi e sicuri marciapiedi o piste ciclabili. Per ultimo vi può essere l’opzione del trapianto dell’albero in altro luogo, più dispendiosa sia economicamente che logisticamente e che spesso rischia di portare la pianta alla morte, vista l’importanza delle radici e vista la grandezza degli alberi.
In ogni caso, la soluzione più rapida e meno dispendiosa è quella di limitare i danni, attraverso una potatura programmata annuale e la cura delle radici da parte di professionisti del settore. Per concludere con semplici accorgimenti andremmo ad evitare danni all’ecosistema urbano, salvaguardandolo da politiche scellerate selvagge o peggio ancora affaristiche». (rcs)

 

RENDE (CS) – Il master di I livello in ‘Revisione Aziendale’ dell’Unical

È online il bando del Master di I livello in Revisione Aziendale offerto dall’Università della Calabria – Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridice.

Il Master – il cui direttore è il prof. Franco Rubino è un percorso di formazione di primo livello della durata di 12 mesi, che si rivolge a laureati nelle aree economiche, giuridiche, sociali, a laureandi (la cui sessione di laurea deve essere comunicata con data certa entro 30 giorni della data di scadenza del bando), a tirocinanti nelle professioni, già in possesso almeno di laurea triennale, che intendono elevare ulteriormente il proprio standard conoscitivo in materia di revisione aziendale.

«Le sfide poste da scenari competitivi – ha spiegato il prof. Rubino – sempre più turbolenti e gli scandali finanziari degli ultimi anni, hanno posto in luce l’assoluta necessità di un rafforzamento delle professionalità contabili, amministrative e di revisione all’interno delle imprese. Ed è proprio in relazione a questi bisogni che il Master è stato istituito e progettato, ossia per rispondere alla domanda delle imprese che sono alla ricerca di personale esperto a ricoprire diversi ruoli nelle principali funzioni aziendali (amministrazione, contabilità e auditing), personale che deve operare in un contesto competitivo, gestionale e organizzativo sempre più complesso ed esposto a notevoli mutamenti». 

«In particolare – ha aggiunto – il Master è progettato per offrire ai partecipanti un complesso articolato di conoscenze ed esperienze che riguardano, ad esempio, la gestione aziendale, la contabilità, il bilancio d’esercizio, la verifica dell’applicazione dei principi contabili, la revisione legale dei conti annuali e consolidati, l’impostazione delle procedure di revisione e delle carte di lavoro, le procedure concorsuali, le operazioni straordinarie».

«Il percorso formativo – ha proseguito il direttore Rubino – fatto dalla combinazione di attività di studio, didattica d’aula, discussione di casi, lavori di gruppo, testimonianze aziendali e attività di stage, offre un profilo completo che servirà a migliorare le relazioni comportamentali, ad acquisire e ampliare le conoscenze e sviluppare le competenze e le capacità operative necessarie al fine di assumere posizioni di responsabilità all’interno dell’impresa, nonché di poter operare con successo in società di revisione e, non per ultimo, nel proprio studio di consulenza aziendale e amministrativa. Ed è proprio in relazione a quest’ultimo punto che il Master, considerando la specificità delle materie oggetto del percorso formativo, si propone di essere anche un valido strumento di preparazione per i praticanti che intendono sostenere e superare l’esame di abilitazione professionale per l’iscrizione all’albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili o al registro dei revisori legali. Si tratta di esami di abilitazione fortemente selettivi ed il Master si propone di dare una preparazione interdisciplinare che sarà rafforzata e completata attraverso le competenze acquisite durante lo stage».

Il Master si avvale di un corpo docente composito e di alto profilo che comprende Professori dell’Università della Calabria e di altre Università italiane, oltre a Professionisti ed Esperti di comprovata esperienza.

Consentire un adeguato inserimento lavorativo agli allievi che frequenteranno il Master è un obiettivo fondamentale. L’esperienza di stage, da svolgersi per un periodo di almeno tre mesi presso società di revisione o studi di consulenza aziendale, preferibilmente al termine del percorso formativo in aula, rappresenta non solo l’opportunità per applicare le competenze professionali acquisite e per completare la propria formazione, ma, soprattutto, l’occasione per una concreta esperienza lavorativa. Alcuni di questi stage saranno effettuati presso aziende e studi professionali di primaria importanza operanti nel campo della revisione legale e della consulenza aziendale; nel caso in cui lo stage sia effettuato fuori Regione sarà previsto un rimborso spese che sarà erogato dalle società che ospiteranno gli stagisti. Gli stage fuori Regione verranno prioritariamente assegnati ai corsisti che conseguiranno la votazione media più alta nei moduli oggetto del master.

«Il Master, come anticipato – ha detto ancora – fornisce prioritarmente tutte le competenze necessarie per poter esercitare la Professione di Revisore Legale. Il Revisore Legale, come molti sanno, è un professionista esterno all’impresa, incaricato di controllare la regolare tenuta della contabilità e dei bilanci di aziende private e di enti pubblici. Il percorso necessario per diventare Revisore Legale è articolato».

Occorre, innanzitutto, essere in possesso almeno di una laurea triennale in Scienze dell’Economia e della Gestione Aziendale o in Scienze Economiche, oppure una laurea Magistrale in Economia, Economia Aziendale, Scienze Economiche Aziendali, Finanza, Scienze della Politica, Scienze Economiche per l’Ambiente e la Cultura, Scienze delle Pubbliche Amministrazioni, Giurisprudenza, Scienze Statistiche, Attuariali e Finanziarie.

Vanno bene anche le lauree conseguite con il vecchio ordinamento, cioè quelle in Economia e Commercio, Statistica, Giurisprudenza, Scienze Politiche, Scienze delle Pubbliche Amministrazioni ed equipollenti, oppure un altro diploma di laurea equiparato ad una di esse, anche se conseguito all’estero, purché sia riconosciuto in Italia secondo le vigenti disposizioni.

Successivamente alla laurea, bisogna effettuare un periodo di tirocinio. Il tirocinio è un periodo di addestramento presso un Revisore Legale già in esercizio, che serve a far acquisire all’aspirante le capacità necessarie per poter esercitare la futura professione. Dura tre anni e deve essere svolto o presso un revisore legale o anche presso una società di revisione legale. Se si è in possesso della laurea triennale, ma si sta proseguendo gli studi per conseguire anche la laurea specialistica o magistrale, si potrà iniziare comunque il periodo di tirocinio, in modo da svolgerlo contemporaneamente allo studio e risparmiare tempo: in cambio, ovviamente, di un maggior dispendio di energie per seguire sia i corsi universitari che la pratica di revisore legale. Al completamento del tirocinio, che sarà attestato dal revisore presso il quale si è svolta la pratica, si dovrà sostenere un esame di idoneità, finalizzato all’abilitazione all’esercizio della professione di revisore legale. Sono esentati da una parte di questo esame coloro che sono già avvocati o dottori commercialisti. Superato l’esame, si può richiedere l’iscrizione al Registro Nazionale dei Revisori Legali, tenuto presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef).

Avere i conti ed il bilancio revisionati da un revisore legale, garantisce che essi non presentano errori significativi. Questo aiuta la società o l’ente a garantire trasparenza ai suoi soci ed azionisti e a promuovere la sua immagine sul mercato verso il pubblico dei consumatori e clienti. Per le società quotate o di grandi dimensioni e per le aziende pubbliche, la revisione periodica è un obbligo di legge. La carriera del Revisore Legale si può sviluppare sia come libero professionista autonomo che all’interno di una società di revisione, come lavoratore dipendente o partner. 

Con l’entrata in vigore del nuovo codice della crisi di impresa, inoltre, la professione del Revisore Legale avrà ancora maggior rilievo, perché tale figura e le sue funzioni saranno ancora più marcatamente distinte da quelle del Dottore Commercialista. Si consideri, ancora, che, sempre nel nuovo codice della crisi di impresa, l’obbligatorietà della nomina del Revisore è estesa a società per le quali prima era facoltativa. Ultimo, ma non ultimo, è in corso anche una armonizzazione a livello internazionale delle professioni contabili, per cui le possibilità di lavoro non devono essere guardate limitatamente al mercato italiano, ma in un’ottica di più ampio respiro a livello globale.

Le opportunità di guadagno, specialmente tra i revisori più esperti e qualificati, già attualmente molto interessanti, lo saranno, per i motivi sopra esplicitati. ancor di più in futuro. (rcs)

Il bando