A Lamezia riunito il Pd Calabria: Focus su rete ospedaliera, autonomia ed elezioni europee

Si è parlato della rete ospedaliera, dell’autonomia differenziata e delle elezioni europee nel corso della riunione, a Lamezia Terme, del gruppo del Pd in Consiglio regionale.

La riunione, introdotta e moderata da Mimmo Bevacqua, si è aperta con un approfondimento sulla situazione in cui versa la rete ospedaliera regionale, anche alla luce della deludente informativa resa in Consiglio dal governatore Occhiuto. I consiglieri dem hanno deciso di intraprendere, durante le prossime settimane, una serie di iniziative legate al tema, partendo dal confronto diretto con i sindacati e gli ordini dei medici.

I consiglieri hanno, poi, approfondito e discusso i temi che saranno oggetto della Conferenza programmatica del partito prevista per metà mesa e espresso soddisfazione per l’annunciata visita del Presidente Sergio Mattarella, vista come un segnale della presenza dello Stato che è indispensabile per il Sud in questa fase.

Il gruppo dem ha anche ribadito l’auspicio che il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, mantenga l’impegno assunto in occasione dell’ultima riunione dell’Assemblea e inserisca all’ordine del giorno dei lavori della prossima seduta la discussione sull’autonomia differenziata.

«Un momento indispensabile – si legge in una nota – perché ognuno si assuma le proprie responsabilità davanti a una riforma che rischia di dividere l’Italia e che gli stessi Vescovi calabresi hanno definito “secessione dei ricchi”».

Il gruppo, infine, si è confrontato anche in vista delle prossime elezioni europee, preparandosi a fornire il proprio contributo a sostegno delle candidature che saranno individuate di concerto con il partito regionale e nazionale. (rcz)

Rete ospedaliera, Occhiuto: Sarà diluita diminuzione delle unità complesse

«Con il Ministero della Salute abbiamo ottenuto l’adesione ad una proposta di ridurre di meno le Unità operative complesse (Uoc) presenti sul territorio e di diluire questa diminuzione nel prossimo quinquennio». È quanto ha reso noto il presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, nel corso dell’informativa sulla rete ospedaliera in Consiglio regionale.

Il Governatore ha ricordato come «è vero che il Decreto ministeriale 70 ha dei vincoli, ma è anche vero che c’è una specificità che appartiene alla Calabria, secondo anche quanto ha affermato la Corte Costituzionale che a proposito del Commissariamento della sanità Calabria e, quindi, ha bisogno di risposte eccezionali»

«E queste possibilità eccezionali dovevano risiedere anche in una ipotesi di nuova rete ospedaliera», ha aggiunto Occhiuto, ripercorrendo gli effetti – che ha definito ‘nefasti’ – che il lungo commissariamento ha prodotto sulle sorti della Calabria, ed ha ricordato che nella definizione delle reti ospedaliere anche le Regioni non commissariate sono sottoposte alla valutazione del Ministero della Salute e del Ministero di Economia e Finanza, ministeri affiancanti secondo i criteri fissati dal Dm 70.

Il governatore, poi, ha parlato dei nuovi ospedali, ricordando di aver aperto «una vertenza con il Governo nazionale e cerco di essere un presidente autorevole, presentandomi né con il cappello in mano, né con una azione che non sia nell’interesse di questa regione» che, come ha ricordato ancora, non è nelle stesse condizioni delle altre regioni «non solo a causa del Commissariamento, ma anche per il deficit che ha” e ha ricordato che “abbiamo ereditato circa 350 milioni di euro non spesi proprio sull’art. 20».

Con la nuova organizzazione, è stata inserita una Uoc di Cardiologia Pediatrica a Catanzaro, nella prospettiva di potenziare la pediatria in Calabria, anche in collaborazione con il Bambin Gesù di Roma.

«Ad aprile è previsto un tavolo sul Dm 70. Spero che anche il Mef – ha riferito– tenga conto di queste obiezioni», assicurando come «se non lo farà avrò lo stesso atteggiamento che ho verso il governo quando ritengo che non si faccia carico delle ragioni della Calabria. Ma, state certi, che se il Commissario non fosse stato anche il presidente della Giunta regionale in carica, avremmo da subito perso 35 unità operative complesse».

Il presidente, poi, ha espresso il desiderio di fare «un dibattito sulla sanità in Consiglio regionale, e su cosa è stato nei 14 anni prima di me e negli ultimi due anni».

«Io per primo sono cosciente che quanto fatto in questi due anni è pochissimo, ma fate la contabilità di quello che è stato fatto negli ultimi 20 anni e negli ultimi 2 anni. Si diceva che la sanità calabrese una contabilità orale, ma abbiamo fatto la ricognizione dei debiti, dimostrando che non c’è un debito mostruoso, abbiamo pagato tutti i debiti tranne gli extrabudget perché vogliamo capire quello che è successo: anche questo è in annuncio o un fatto? Per me è un fatto», ha detto Occhiuto, ripercorrendo tutte le polemiche in merito ai suoi annunci sulla sanità.

Il Governatore, infatti, vorrebbe «stimoli dall’opposizione ma anche onestà intellettuale», oltre che «un dibattito ma che sia un’operazione verità».

Infine, Occhiuto ha informato che i tre grandi ospedali, ossia quelli della Sibaritide, di Vibo Valentia e della Piana si faranno. I primi due, inoltre, saranno conclusi «entro la fine della mia legislatura, quello della Piano di Gioia Tauro vedrà le fondamenta nel mio auspicio il prima possibile». (rrc)

Comitato Magna Graecia: La riorganizzazione della rete ospedaliera tra discrasie e incoerenze

Le 70 pagine del “Documento di Riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza-urgenza e delle reti tempo-dipendenti” profilano una Regione caratterizzata dall’applicazione di principi non universali e viziati dalle solite dinamiche centraliste. Le medesime dinamiche che, ormai, da più di due lustri, connotano meccanismi di mancata equità territoriale tra le strutture sanitarie calabresi.

Senza voler entrare nei dettagli tecnici di ogni presidio, che pur meriterebbero una riflessione, ci concentriamo su una serie di incoerenze che caratterizzano l’area jonica e che spalancano il campo a dubbi e perplessità.

Partiamo da una semplice analisi relativa all’allocazione dei reparti in base alla classificazione cosiddetta “caldo/freddo” dello Spoke di Corigliano-Rossano. Il recente documento conferma le specifiche già stabilite dal Dca 64/2016, ovvero la vocazione chirurgico-inteventistica (caldo) per il Giannettasio e quella medica (freddo) per il Compagna. In virtù di tale classificazione, mal comprendiamo come possa un reparto di ostetricia restare allocato in uno stabilimento ospedaliero sguarnito di terapia intensiva.

Ad avvalorare quanto sopra sostenuto è lo stesso ducumento programmatico che, relativamente lo spoke Paola-Cetraro, stabilisce: “Previsione del percorso nascita presso lo stabilimento di Cetraro in ragione del rispetto degli standard di sicurezza che prevedono la presenza della terapia intensiva all’interno dei presidi in cui insiste il punto nascita”.

Ecco, ci chiediamo come sia possibile che quanto previsto per l’area tirrenica, realtà in cui esiste uno spoke suddiviso su due plessi parimenti quello jonico, sia invece disatteso per Corigliano-Rossano. Nello spoke jonico, infatti, persiste una commistione ingiustificata ed ingiustificabile di reparti d’area chirurgica e d’area medica (caldo/freddo) in entrambi gli stabilimenti ospedalieri. Tutto ciò non contribuisce a garantire efficienza ed efficacia delle cure mediche. Vieppiù, certifica la totale inadeguatezza di entrambi gli ospedali alle raccomandate e severe prescrizioni disposte.

Non ci appassiona sindacare quale dei due stabilimenti debba includere l’area calda piuttosto che quella fredda. Tuttavia, chiediamo alla politica di prendere decisioni coerenti e di avere il coraggio di perseguirle fino in fondo. Senza più lasciarsi trasportare dai desiderata del personale ospedaliero, piuttosto che da simpatie campanilistiche tra versanti della stessa città. Non è più tollerabile che si renda ancor più precario un sistema già, ampiamente, deficitario.

Altra questione che risalta dalla lettura delle disposizioni programmatiche è la destinazione d’uso del futuro ospedale della Sibaritide. Intanto, per il presidio unico, si delinea una classificazione come ospedale Spoke. Quanto detto appare già come una sonora sconfitta per le locali Classi Dirigenti; evidentemente inabili a far valere e rispettare una forza demografica che, per l’ambito jonico, permetterebbe ben altri utilizzi dell’auspicata struttura sanitaria. Tanto più, se consideriamo i motivi alla base dei ritardi nell’esecuzione dell’opera. Non è un mistero, infatti, che le raccomandazioni strutturali, intervenute a seguito della pandemia, abbiano previsto prescrizioni più stringenti nel ricalcolo dei percorsi “sporco/pulito” nelle corsie degli ospedali.

Trattandosi poi di una nuova costruzione, quanto dichiarato diventa ancora più incalzante. È paradossale, e raggiunge livelli grotteschi, immaginare quella che si presenterà come la struttura ospedaliera più moderna della Regione non già quale Hub all’avanguardia, ma come sostanziale clone delle strutture esistenti. Ci chiediamo, a questo punto, se sia valsa la pena, ammesso e non concesso venga mai terminata, di investire in una nuova struttura piuttosto che pensare ad un sostanziale restiling dell’esistente.

Sicuramente, sarebbero bastati investimenti più contenuti. Inoltre, non ci sarebbe stata la sensazione di aggiungere al danno dell’illusione di un servizio sanitario più rispondente alle esigenze di una fetta consistente della popolazione jonica, anche la beffa di ritrovarsi con una struttura non adeguata ai bisogni demografici dell’area. Insomma, senza altri giri di parole, a struttura ultimata, potrebbe palesarsi la sensazione di essere davanti ad una scatola vuota. Quanto riportato si esplicita in virtù di quelli che dovrebbero essere i Lea (livelli essenziali assistenza), quindi il numero di posti letto parametrati sui bisogni demografici degli ambiti sui quali si pianifica. Ebbene, i tre futuri ospedali (Sibaritide, Piana e Vibo) presentano, ad oggi, inspiegabili discrasie e contraddizioni.

L’ambito demografico ricadente sul previsto ospedale della piana di Gioia è dimensionato in 154mila ab. Per tale nosocomio si prevedono 314 posti letto. Nel caso vibonese, invece, a fronte di un bacino di 167mila abitanti, la struttura ospiterà 350 posti letto. Il presidio sibarita, infine, dall’alto della domanda demografica di 178mila ab., sarà composto da soli 334 posti letto.

Fermo restando il sottodimensionamento dei posti letto nei tre ospedali rispetto alle aspettative prospettate dal documento (3.43 p.l. per 1000 ab.), risalta l’ulteriore mortificazione inflitta al presidio jonico. Quest’ultimo, infatti, a differenza degli altri due in cui il rapporto tra i posti letto per abitanti si assesta su 2×1000 e 2.1×1000, si presenta con un rapporto di soli 1.88 posti letto per 1000 ab.

Chiaramente, quanto descritto certifica plasticamente il consueto trattamento da figli e figliastri che una incallita politica centralista perpetra a danno dello Jonio. Differenze che, ancora una volta, certificano la Calabria come contesto fortemente caratterizzato da profonde sperequazioni fra ambiti concorrenti a formare il mosaico sistemico regionale.

Il dramma si acclara poiché le richiamate pratiche si consumano nella più completa indolenza della politica e dei cittadini. Vieppiù, ad appurate difformità territoriali nella erogazione dei servizi, — lo ribadiamo — il prelievo fiscale operato sui cittadini resta uguale per tutto il contesto regionale. Quanto dichiarato determina un aggravio di spesa per gli abitanti dello Jonio. Costoro, infatti, a differenza dei residenti in altri contesti regionali, sono costretti, per fruire dei servizi mancanti nel proprio territorio, a spostarsi in altri ambiti intraregionali.

Sarebbe ora che lo Jonio si svegliasse dal torpore. Sarebbe necessaria, altresì, una presa di coscienza da parte della popolazione affinché sia consapevolizzato lo stato di degrado in cui, lustri di servilismo politico (talvolta neppure richiesto) ai desiderata dei centralismo storico, hanno relegato il contesto dell’Arco Jonico. (Comitato Jonia Magna Graecia)

Pd Calabria: Fare chiarezza su rete ospedaliera in Consiglio regionale

I consiglieri regionali del Partito Democratico hanno espresso preoccupazione per le dichiarazioni del presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, in merito alla rete ospedaliera.

«Occhiuto vuole revisionare – hanno spiegato i consiglieri dem – un atto che la Calabria attende da lungo tempo e che l’Ufficio del Commissario ha studiato per lungo tempo prima di approvarlo. Normale che ci siano stati dei rilievi da parte del Ministero competente e che la Regione li debba recepire, ma è del tutto singolare che il presidente adesso valuti ulteriori approfondimenti. A questo punto diventa difficile capire anche chi sia stato a sbagliare, se l’Ufficio del Commissario nello stilare il piano, il Ministero nell’apportare modifiche o i sub commissari nel valutare le richieste formulate da Roma».

«Un vero e proprio teatro dell’assurdo –  hanno detto ancora i dem – al quale i calabresi non meritano di assistere. In occasione della riunione della Conferenza dei capigruppo di mercoledì il capogruppo Mimmo Bevacqua chiederà di inserire all’ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale una informativa sulla rete ospedaliera calabrese, con successiva discussione, in modo che il governatore possa fare chiarezza su quanto avvenuto e sui tempi previsti per provare a rimettere ordine in un sistema che continua a fare acqua da tutte le parti, a dispetto degli annunci e delle riforme sbandierate dal centrodestra». (rrc)

 

Bruni (PD): Riorganizzazione rete ospedaliera penalizzerà presidio di Lamezia

La consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni, ha evidenziato come il nuovo dca che recepisce le osservazioni dei ministeri «non si tratta, per come recita lo stesso decreto, della nuova rete ospedaliera, bensì di un aggiornamento, necessitato dalle norme richiamate».

L’aggiornamento, infatti, è avvenuta prima con il Cda 194/2023 e con il supporto richiesto e ottenuto al Ministero della salute, siamo in presenza di un nuovo Dca che revoca il precedente.

«La stessa relazione al decreto conferma quanto da noi denunciato in questi anni: siamo alla sanità degli adempimenti non dei servizi – ha detto Bruni –. da una parte abbiamo gli atti, i decreti, dall’altra la realtà dei fatti. Si annunciano roboanti iniziative ma, non si riescono a garantire i servizi già programmati. La rete ospedaliera in vigore è attuata a poco più dell’80% con uno scostamento sensibile tra quella pubblica e quella accreditata. Si annunciano nuovi posti letto ma non si dice con quale personale saranno attivati».

«Si tagliano decine di Unità organizzative complesse in ospedali hub e spoke per destinarli ad “Azienda Zero”, senza che quest’ultima, sia entrata nel vivo della funzionalità. Il depauperamento del presidio di Lamezia è inaccettabile, quanto decretato è molto grave: si assumono decreti così delicati senza alcuna informativa, nessun confronto di merito. Si mortificano tutte le rappresentanze a partire dal consiglio regionale, le organizzazioni sindacali, gli operatori sanitari, i territori».

«Sullo specifico dell’area centrale, per come già evidenziato più volte, bisogna affrontare il tema del ruolo tra Azienda Dulbecco e il resto dei presidi, a partire dall’ospedale di Lamezia – ha concluso la dem –. Non possiamo farci passare questo atto sulla testa: a farne le spese sarebbero solo i calabresi». (rcz)

Riordino Rete ospedaliera, Bevacqua e Iacucci (PD): Il Piano è lacunoso

I consiglieri regionali del Pd, Mimmo BevacquaFranco Iacucci, hanno evidenziato come «il cosiddetto riordino della rete ospedaliera calabrese, da qualche giorno ufficializzato da parte del commissario Occhiuto, ha suscitato forti  preoccupazioni e decise prese di posizione da parte delle Comunità interessate, rappresentate dai rispettivi sindaci, oltre che dai movimenti spontanei nati nelle varie realtà».

«Nei prossimi giorni – hanno annunciato – saremo a fianco di queste Comunità e dei primi cittadini, cominciando  da Acri e Paola. Un modo concreto per dimostrare sul campo che il Partito democratico calabrese e i suoi consiglieri regionali ci sono e sono pronti a sostenere e supportare iniziative utili a difendere le ragioni e i diritti dei cittadini calabresi».

 «Sono diverse le criticità contenute in questo riordino della rete ospedaliera – continuano i due consiglieri dem –. Il piano presentato da Occhiuto è antistorico, già visto e lacunoso. Alcuni suoi aspetti sono poi del tutto incomprensibili e privi di razionalità. Ad esempio non si trovano motivazioni plausibili per comprendere il motivo per il quale alcune realtà della provincia di Cosenza siano state così fortemente penalizzate».

«Ascolteremo i territori e i loro bisogni – hanno rimarcato Bevacqua e Iacucci  – e ci faremo carico di chiedere conto alla struttura commissariale regionale per ogni inadempienza e ogni grave disservizio creato alla collettività dei quali dovrà assumersi la piena responsabilità».

«Una responsabilità che appare ancora più grave in quanto il Commissario Occhiuto si è sottratto ad ogni forma di confronto con i rappresentanti delle Comunità interessate e con lo stesso Consiglio regionale – hanno concluso – davanti al quale il governatore non si è mai presentato per illustrare il suo piano di riordino, nonostante le reiterate richieste di informativa che abbiamo formulato senza avere nessun riscontro». (rrc)

 

Il PD Calabria: Occhiuto riferisca in Consiglio regionale su sanità

Il gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale ha chiesto al presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, di riferire in merito alla sanità.

Una richiesta che arriva a seguito della decisione, da parte del ministero della Salute, di cambiare il dm 70, «il vecchio impianto normativo su cui si basa l’organizzazione delle reti ospedaliere», ha spiegato il Pd, ricordando che «è già stata nominata la commissione tecnica per far questo eppure proprio negli ultimi giorni il commissario alla sanità ha presentato in pompa magna la nuova rete ospedaliera e territoriale. Di nuovo, però, può esserci davvero ben poco perché il dm 70 è già preistoria e sta per essere cambiato e la rete ospedaliera di Occhiuto non può che ricalcare, a tratti in fotocopia, l’ultima possibile e cioè quella di Scura».

«Niente di nuovo quindi sotto il sole – continua il gruppo Pd –. Per non dire dei posti letto spostati da una parte e infilati in un’altra, un po’ come avviene nel gioco delle tre carte. I posti letto c’erano già prima, una parte di questi inattivabili per mancanza di personale. Ora che (sulla carta) aumentano a parità però di personale come andrà a finire? Crescerà l’elenco dei posti letto fantasma e senza medici? A ben vedere, e senza farsi assalire dal pregiudizio, ci sembra tutto un po’ surreale».

«Gli spazi degli ospedali sono sempre gli stessi quindi dal punto di vista logistico sempre con gli stessi problemi. In questo senso anche “l’annunciazione” dell’apertura degli ospedali di Trebisacce e Praia è un film già visto. Erano già aperti e con posti peraltro assegnati anni fa da Urbani. Quanto ai posti letto di terapia intensiva – prosegue il gruppo Pd – la struttura commissariale anche qui è stata “costretta” a ricopiare quelli previsti nel Dca 91 del 2020 inseriti nella rete ospedaliera Covid, perché è in vigore sempre la stessa norma. Sono quei posti di terapia intensiva finanziati dal ministero della Salute con l’allora commissario nazionale Arcuri che ha fatto già le gare ed appaltato i lavori».

«Semmai, e qui veniamo a qualche barlume di novità ma niente affatto positiva, in questa rete ospedaliera è stata tolta qualche Unità operativa complessa e un po’ di Unità operative semplici alle altre aziende sanitarie per darle ad Azienda Zero. Peraltro utilizzando calcoli errati tanto per le Unità semplici che per quelle complesse. Ecco, questo sì che è un film non visto fin qui. Per tutto il resto – conclude il gruppo Pd in consiglio regionale – una “pellicola” ben nota ai calabresi». (rcz)

Rete ospedaliera, il Pd Calabria: Il piano di Occhiuto rischia di essere un fallimento

Il Pd Calabria ha evidenziato come «il piano della Rete Ospedaliera presentato dal presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, rischia di essere un fallimento micidiale come quello del suo predecessore Scopelliti, se non sarà risolta la questione dei debiti sanitari, su cui il presidente della Regione continua a fare pura propaganda».

««Il commissario governativo Roberto Occhiuto – hanno evidenziato i dem – ha voluto stupire l’opinione pubblica con i soliti effetti speciali, presentando alla stampa le reti dell’assistenza ospedaliera e territoriale benché non ancora decretate e annunciando che mai le condividerà con il Tavolo Adduce».

I dem, infatti, hanno espresso una posizione «molto critica nei riguardi dei comportamenti del presidente e commissario Occhiuto, che «continua a preferire il fumo alla sostanza, la comunicazione alla programmazione, il protagonismo mediatico alla responsabilità politica».

«Occhiuto – ha osservato il Pd della Calabria – ha commesso evidenti errori di metodo e di merito, segno che la sua “annuncite” si è ormai cronicizzata; che non sa domare il vizio di raccontare ciò che ancora non esiste; che gioca a sfidare il Tavolo Adduce, organismo interministeriale responsabile del controllo dei conti della sanità calabrese e dunque della fattibilità delle reti assistenziali in questione».

«In quanto al merito, a parte la confusione delle schede diffuse da Occhiuto, registriamo – hanno concluso i dem calabresi – una mancanza di contezza e coraggio rispetto alle zone montane, che potevano avere molto di più, stando al regolamento vigente sugli standard ospedalieri, e alla fascia ionica, che va da Trebisacce a Melito Porto Salvo e meritava una programmazione più razionale e rispondente ai bisogni del territorio». (rcz)