CALABRIA RESTA TRA I CATTIVI PAGATORI
1 COMUNE SU DIECI SALDA ENTRO 30 GIORNI

La Calabria, che già risultava fanalino di coda nel 2020 nello studio sulle abitudini di pagamento della Pubblica Amministrazione condotto da Cribis, società del gruppo Crif specializzata nella business information, con un ritardo nel pagare i propri fornitori del 52,6%, oggi continua a essere indietro, anche se con un piccolo miglioramento: il 44,6% del Comuni calabresi, infatti, paga oltre i 60 giorni, 26,3 punti superiore alla media nazionale, che è del 18,3%.

È quanto emerge dal report dell’’Osservatorio Mpi di Confartigianato Imprese Calabria in merito all’Analisi tempi di pagamento dei comuni calabresi nei primi tre trimestri del 2020, esaminando i dati disponibili dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dove viene rilevato che la quota dell’importo delle fatture ricevute è particolarmente elevata: il 47,1%, a fronte del 13,0% medio nazionale.

Secondo quanto emerge nel report, solo un Comune pagante su dieci (10,6%) è virtuoso e, come previsto dalla direttiva comunitaria recepita come legge in Italia, salda le fatture dei fornitori entro 30 giorni: si tratta di 42 Comuni dei 395 su cui è svolta l’indagine, che concentrano però solo il 7,7% dell’importo pagato dai Comuni (38 milioni di euro). Anche in tal caso si rileva una peggiore prestazione dei comuni calabresi in quanto la quota di fatture pagate entro il limite di legge risulta inferiore di 46,1 punti, rispetto alla quota media nazionale (53,8%).

Nel complesso, sono al di fuori dei limiti di legge, pagando sopra ai 30 giorni, l’89,4% dei Comuni della Calabria (353 Comuni). In media, nei primi tre trimestri del 2020, a fronte di un importo totale di 831 milioni di euro di fatture ricevute, i Comuni della nostra regione hanno pagato 500 milioni di euro (59,3% del totale fatture ricevute), mediamente in 60 giorni (prima regione della classifica nazionale per tempi medi di pagamento dei comuni più elevati): il dato è superiore a quello medio nazionale (36 giorni) e supera di 30 giorni il limite fissato nel 2013 dalla direttiva comunitaria sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali (30 giorni).

 «Tali ritardi sono di particolarmente gravità nel pieno della crisi da pandemia che ha portato il 44,4% delle imprese calabresi in crisi di liquidità – ha spiegato il presidente di Confartigianato Imprese Calabria, Roberto Matragrano –. Nonostante un dimezzamento delle tempistiche negli ultimi anni, i ritardi sono ancora evidenti e i tempi vanno necessariamente accorciati».

«L’effetto delle misure –  ha aggiunto – sarebbe sicuramente un incremento di liquidità e lo smobilizzo dei crediti, elementi fondamentali per favorire l’operatività delle imprese, soprattutto le più piccole, messe in ginocchio dal ping pong delle aperture e delle chiusure determinate dalle misure di contenimento alla diffusione della pandemia. Le procedure necessarie per giungere al pagamento dei debiti devono essere tali consentire il rispetto dei termini imposti dalla normativa». (rrm)