ROSARNO(RC) – La Uiltec Calabria presenta il progetto sulla moda sostenibile

È stato presentato, all’istituto scolastico Superiore “Piria” di Rosarno, guidata dal dirigente scolastico, Mariarosaria Russo, il laboratorio di moda sostenibile della Uiltec Calabria, per offrire ai giovani calabresi la possibilità di sviluppare in loco una nuova idea professionale.

È questo l’obiettivo del progetto formativo voluto dalla Uiltec Calabria, guidata dal Segretario generale Vincenzo Celi, che è stato adottato con prontezza e sostenuto con grande impegno dall’Istituto scolastico “Piria di Rosarno”, che è stato presentato presso l’aula magna della scuola alla presenza della Segretaria generale aggiunta della Uiltec, Daniela Piras; della commissione straordinaria del Comune di Rosarno; del Segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo e della Segretaria regionale  Uiltec Calabria, Annarita  Mancuso, ideatrice del progetto.

Il progetto di formazione punta sull’economia circolare per stimolare al crescita umana e professionale delle studentesse e degli studenti reggini, con l’obiettivo di trasformare un laboratorio scolastico in una tangibile occasione lavorativa.

Un solco sul quale le donne e gli uomini della Uiltec Calabria, e L’Istituto Piria di Rosarno già da tempo, si stanno muovendo, convinti che il cambiamento possa passare anche dalla rivalutazione delle nostre tradizioni, delle nostre risorse: dal verde, dall’ambiente che ci circonda. Come ad esempio quella della ginestra, una delle colture storiche della Calabria, pianta spontanea definita “l’oro della macchia mediterranea”. 

Alla base della concezione circolare dell’economia c’è il concetto della moda sostenibile che  spinge, infatti, ad una rivalorizzazione delle tradizioni produttive dei vari paesi, portando consapevolezza sulle arti e le risorse che ogni paese può offrire. 

Ovviamente, la riscoperta di produzioni tradizionali e artigianali non avviene se queste ultime non si trasformano e migliorano attraverso un processo di innovazione tecnologica. Appunto il blu, colore che raccoglie tutte le tecnologie digitali, fino alle app e all’intelligenza artificiale. 

A questi due colori abbiamo scelto di accostare il rosa per trasmettere un messaggio positivo verso l’Obiettivo 5: raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e le ragazze. In particolare, offrendo alle giovani generazioni calabresi la possibilità di creare in loco le proprie possibilità di occupazione e crescita economica e sociale.

Per questo siamo convinti che la politica debba assecondare questi processi formativi e sostenere la moltiplicazione di queste esperienza laboratoriali. Per una regione che vuole ripartire, che vuole lasciarsi alle spalle la crisi economica e sociale ingigantita dalla pandemia da Covid-19, una chimica verde, il recupero dei rifiuti e degli scarti dei processi industriali per trasformali in energia, la valorizzazione di produzioni locali, dell’artigianato e del tessile, con la ricchezza del loro deposito storico e culturale, devono essere la via maestra di una ripresa economica e sociale. (rrc)

ROSARNO (RC) – Il 23 febbraio si presenta il progetto scolastico “Moda sostenibile, Verde-Blu-Rosa”

Mercoledì 23 febbraio, a Rosarno, alle 15.30, all’Auditorium dell’Istituto “Piria”, sarà presentato il progetto scolastico formativo Moda sostenibile, Verde-Blu-Rosa, ideato dalla Uiltec Calabria in collaborazione con l’Istituto Superiore “Raffaele Piria”.

Il progetto in questione è utile a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della sostenibilità, dell’economia circolare, dello sviluppo “green”, ma si inserisce altresì sui temi inerenti gli studenti che approcciano gli ambienti di lavoro.

In questo senso si tratta di una iniziativa che può essere collocato nella settimana di assemblee unitarie che la Uil confederale, insieme a Cgil e Cisl, ha deciso di lanciare nei luoghi di lavoro dal prossimo 21 febbraio, tendente principalmente a salvaguardare salute, prevenzione e sicurezza di chi è al lavoro ogni giorno.

Oltre ai vertici scolastici e agli studenti dell’istituto superiore, parteciperanno rappresentanti dell’istituzione comunale e dell’imprenditoria locale, insieme ai dirigenti regionali della Uil confederale e della Uiltec regionale. I lavori saranno conclusi da Daniela Piras, Segretaria generale aggiunta della Ultec nazionale.

«Siamo fermamente convinti – si legge in una nota – che occorra dare risposte certe sul tema degli infortuni sui luoghi di lavoro ed in itinere: questo evento pubblico dedicato ad un importante progetto formativo in ambito scolastico che riunisce studenti, sindacalisti, imprenditori può rappresentare una importante pietra miliare per fermare la strage civile che si registra nel Paese». (rrc)

ROSARNO (RC) – L’Istituto Piria ha celebrato Vincenzo Lacquaniti

L’Istituto di Istruzione superiore “Piria” di Rorsano, diretto dalla Dirigente Scolastica Mariarosaria Russo, ha ricordato la figura dell’illustre letterato di Rosarno, Vincenzo Lacquaniti, in occasione del 50esimo anniversario della morte, con una cerimonia.

Un evento, molto partecipato e ricco di suggestioni, che ha segnato anche la premiazione del concorso, riservato agli alunni della scuola, finalizzato ad onorare la memoria del professor Lacquaniti quale «esempio encomiabile di impegno civile e culturale, nonché di amore profondo per la terra natale». 

All’iniziativa hanno preso parte anche il sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, insieme al consigliere delegato all’istruzione Carmelo Versace. Presenti, tra le autorità, anche la Sottosegretaria al Sud e alla Coesione Territoriale Dalila Nesci, il Presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giovanni Arruzzolo e il Commissario Prefettizio del Comune di Rosarno, Antonio Reppucci.

«Siamo qui per onorare la memoria di un grande uomo – hanno detto il sindaco Falcomatà e il delegato Versace a margine della cerimonia – siamo convinti che la scuola debba svolgere un ruolo fondamentale di aggregazione delle istanze territoriali, esaltando l’identità storica ed il senso di appartenenza dell’intera comunità, in particolare tra i più giovani. Ricordare una figura come quella di Vincenzo Lacquaniti, celebrando le sue molteplici attività culturali, costituisce un’occasione anche per i nostri ragazzi di conoscere meglio le nostre tradizioni e le tante ricchezze storiche custodite sul nostro territorio». 

«Siamo grati all’intera comunità scolastica per la splendida accoglienza – hanno aggiunto – a Pino Lacquaniti, figlio del Professor Vincenzo Lacquaniti, e alla Dirigente Mariarosaria Russo, un sincero plauso per aver voluto organizzare questa splendida cerimonia, offrendo ai ragazzi l’opportunità di confrontarsi attraverso l’arte e la cultura con la figura di colui che consideriamo davvero un calabrese Doc, una persona poliedrica con tanti interessi e capacità, animato da una straordinaria passione e dall’amore per la propria terra. È nostro dovere come Città Metropolitana onorare la memoria di queste figure, perchè da questi esempi dobbiamo essere capaci di trarre ispirazione, da chi attraverso lo studio, l’impegno, il sacrificio ha reso grande questa nostra terra».

«In occasione della ricorrenza del cinquantesimo anniversario della morte del nostro illustre conterraneo – ha detto la sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci – è stato per me un grande onore e privilegio omaggiarne la memoria».

«Come ho avuto occasione di ricordare alla cerimonia – ha aggiunto – la figura di Lacquaniti si pone come un chiaro esempio di impegno civile e culturale, in particolare per i nostri giovani. La ripartenza del Sud e dell’Italia intera sarà possibile solo attraverso una partecipazione attiva dei giovani, i quali hanno dimostrato, più di chiunque altro, sensibilità e lungimiranza per quelle tematiche che inevitabilmente condizioneranno e plasmeranno il nostro futuro – penso ad esempio alla sostenibilità ambientale e alla transizione digitale – e che andranno pertanto debitamente affrontate, nella consapevolezza che alle grandi sfide si accompagnano sempre grandi opportunità: basta saperle individuare e governare». (rrc)

A Camini, Sant’Ilario e Rosarno il progetto “Sguardi incrociati” della Eurocoop Jungi Mundu

Si intitola Sguardi incrociati il progetto itinerante della Eurocoop Jungi Mundu organizzato in collaborazione con Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e in occasione della 17esima Giornata d’azione contro il razzismo, «finalizzato al contrasto delle discriminazione etnico-razziali e alla promozione di valori sociali positivi di rispetto e di inclusione attraverso le arti visuali, favorendo lo scambio interculturale e interrazziale».

Un lungo workshop itinerante, dunque, con momenti teorici e pratici, per raccontare l’immigrazione e le sue tante sfaccettature attraverso gli scatti e le immagini dei beneficiari del progetto di accoglienza della Eurocoop Jungi Mundu. Lo sguardo e la voce dei protagonisti dell’immigrazione per raccontarla da dentro, in prima persona.

«Con questo progetto, che vede protagonisti i nostri beneficiari, si vuole dare spazio alla nuova “arte della presenza” dei cittadini stranieri nello spazio pubblico e nella dimensione privata del nostro territorio – ha spiegato Rosario Zurzolo, presidente della Eurocoop Jungi Mundu –. È anche un’occasione di crescita professionale per i giovani immigrati, attraverso la fotografia, con una partecipazione più attiva nella società di accoglienza e nei territori vicini, amplificando le possibilità di crescita, di interazione e di scambio, aprendo così le porte a un cammino davvero multiculturale, autentica ricchezza per il futuro dei popoli».

«Grazie a Sguardi incrociati – ha spiegato ancora – i nostri beneficiari avranno modo di raccontarsi senza filtri e testimoniare la trasformazione economica, sociale e pure urbanistica di un piccolo borgo come Camini, salvato dallo spopolamento grazie all’accoglienza».

Si parte, domani, con la presentazione del progetto, la consegna delle attrezzature e l’avvio di un corso base di fotografia e approccio all’uso delle attrezzature e della narrazione per immagini. Nei giorni successivi si procederà con scatti fotografici tra Camini e Sant’Ilario, con le tappe nel borgo antico di Condojanni e nelle principali aziende del luogo, e poi Rosarno, nella zona di San Ferdinando: un percorso tra le storie e luoghi attraverso la visione dei migranti, con la guida dei tutor Oreste Montebello, Ernesto Sestito e Ivan Arella, che accompagneranno in maniera professionale gli “sguardi” dei beneficiari attraverso l’obiettivo.

«Lo sguardo è profondo ed eloquente più delle parole – ha detto Oreste Montebello –. Dove non si arriva con la lingua si arrivava con gli sguardi e, quando questi si incrociano, ci si comprende perfettamente. Oggi sono sempre più curioso di indagare, attraverso sguardi differenti ma uguali, i punti di vista che cambiano solo perché il nostro vissuto è stato diverso, ma perfettamente coniugabile attraverso la fotografia che ci accomuna e ci dà la chiave di ingresso dentro esperienze e mondi distanti ma bagnati dalla stessa acqua».

Gli scatti dei partecipanti saranno, poi, selezionati per la stampa e l’allestimento della mostra dislocata per le vie di Camini, visibile anche online, in un tour virtuale, innovativo, fortemente interattivo. Inserti video e audio permetteranno ai beneficiari coinvolti di descrivere la foto realizzata, di raccontare le proprie emozioni e l’esperienza maturata grazie al workshop, oltre alle loro storie di vita; mentre i visitatori online potranno anche lasciare commenti, scrivere porre domande e dialogare con gli autori.

A conclusione della settimana di lavoro, è in programma l’incontro sul tema Media, comunicazione ed immigrazione. Strumenti e tecniche per narrazioni contemporanee e la diffusione di valori inclusivi e il contrasto all’Hate Speech, fake news e stereotipi». (rrc)

Ferrara (M5S): Progetto delle case popolari per migranti e famiglie della Piana ritirato dal Por Calabria

L’eurodeputata del Movimento 5 StelleLaura Ferrara, ha denunciato il ritiro, dal Por Calabria 2014-2020, del progetto degli alloggi dei braccianti stagioni della baraccopoli di San Ferdinando e alle famiglie di Rosarno in condizioni di povertà.

La parlamentare europea, infatti,  lo scorso mese di febbraio, chiedeva delucidazioni circa il mancato collaudo e quindi l’effettiva fruibilità delle abitazioni destinate ai lavoratori migranti della Piana e alle famiglie locali a rischio di esclusione sociale.

«La Commissione conferma – ha scritto la Ferrara – che il progetto non è, in questa fase, fruibile. Le unità abitative non possono essere ufficialmente collaudate, in quanto l’appaltatore non ha adeguatamente completato l’infrastruttura e ha avviato una controversia ufficiale con l’amministrazione aggiudicatrice, quindi il Comune di Rosarno».

«I gravi ritardi sul progetto – ha aggiunto – paventavano il rischio effettivo di un definanziamento dello stesso e, quindi, un taglio al saldo finale al Por Calabria. Ciò ha indotto la Regione Calabria ad escluderlo dal sostegno previsto nell’ambito del Programma Operativo Regionale Calabria 2014/2020 il quale prevedeva, per tale progetto, uno stanziamento di 3,08 milioni di euro, di cui 2,31 milioni provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale».

«L’effettiva fruibilità, e quindi assegnazione delle abitazioni – ha spiegato – avrebbe rappresentato, per i potenziali beneficiari, il riconoscimento di un diritto: quello ad una casa dignitosa e l’inizio di un percorso di vera inclusione sociale, non solo per i migranti ma anche per le famiglie rosarnesi più bisognose. Al contrario, oggi, sono simbolo di un fallimento e così sarà fintanto che gli alloggi non saranno assegnati a chi legittimamente ne ha diritto» conclude la deputata europea». (rrc)

 

Il Movimento 5 Stelle: Regione chiarisca esclusione di Rosarno per finanziamenti del progetto “Su.Pr.Eme”

I parlamentari del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Auddino, Massimo Misiti, Anna Laura Orrico, Laura Ferrara, Alessandro Melicchio e Riccardo Tucci hanno chiesto alla Regione Calabria di chiarire sull’esclusione della città di Rosarno dal finanziamento a valere sul fondo europeo Fami (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione) nell’ambito del progetto Su.Pr.Eme. Italia, “Sud protagonista nel superamento delle emergenze in ambito di grave sfruttamento e di gravi marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle 5 regioni meno sviluppate”.

«Nel bando pubblicato dalla Regione – hanno detto i parlamentari – si legge che il finanziamento complessivo per la Calabria è di oltre tre milioni e mezzo di euro, di cui circa due milioni e 400 mila euro destinati alla Piana di Gioia Tauro. Delle risorse suddette, più di due milioni sono andati al Comune di Taurianova, mentre il Comune di Rosarno non ha percepito un euro nonostante le sconcertanti condizioni di vita e di lavoro di più di mille braccianti stranieri che affollano la cittadina».

«Tra le finalità dei progetti elencate nel bando regionale – hanno continuato i parlamentari – vi sono: migliorare e rafforzare il sistema dei servizi di accoglienza ed integrazione nelle aree agricole e ad alta intensità di popolazione straniera in cui si manifestano fenomeni di grave sfruttamento lavorativo e inadeguate condizioni di vita; favorire il superamento di condizioni di illegalità, attraverso azioni coordinate di prevenzione, vigilanza – controllo, contrasto ed emersione delle situazioni di grave sfruttamento lavorativo in agricoltura. Ebbene, sulla base di queste premesse, ci chiediamo come sia possibile che Rosarno, il comune della Piana di Gioia Tauro con il più alto tasso di popolazione straniera esposta a condizioni di sfruttamento lavorativo non abbia percepito alcun finanziamento. La piaga dello sfruttamento dei braccianti immigrati a Rosarno, costretti a vivere in edifici abbandonati, casolari diroccati o baraccopoli in condizioni drammatiche di totale assenza di servizi e pessime condizioni igienico-sanitarie da anni balza agli onori della cronaca nazionale. Non riusciamo, quindi, a comprendere come la Regione Calabria non si sia adoperata per porre fine al degrado abitativo e all’abbandono di questo territorio».

«Vorremmo sapere – hanno aggiunto – quale sia stata l’impostazione metodologica della Commissione di valutazione regionale, auspicando che l’istruttoria delle domande di finanziamento pervenute sia stata improntata al principio della parità di trattamento tra i partecipanti. Vorremmo sapere quali siano stati i singoli punteggi attribuiti in relazione ai criteri stabiliti dall’articolo 11 del bando regionale, che hanno determinato la formazione della graduatoria finale».

«Vorremmo sapere – hanno concluso – perché la Commissione in base alle risorse finanziarie disponibili, abbia valutato di non destinare alcuna risorsa al progetto presentato dal Comune di Rosarno nonostante l’ammissibilità dell’intervento. Auspichiamo che la Regione Calabria chiarisca tutti i nostri dubbi».

La Regione, attraverso l’assessorato al Welfare, intende precisare anzitutto «di non aver ricevuto mai dagli interessati, per vie ufficiali e nelle sedi deputate, richiesta alcuna di informazioni o chiarimento, esplicitate invece soltanto a mezzo stampa».

«Nel merito – continua la nota – si ricorda che il progetto Su.pr.eme Italia nasce dalla stretta e proficua collaborazione tra cinque Regioni del Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) con l’intento di promuovere azioni di contrasto allo sfruttamento lavorativo. Il progetto, il cui valore è nel complesso pari a circa 33 milioni di euro, vede in campo oltre alle citate Regioni, il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (lead partner), l’ispettorato nazionale del lavoro, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e il consorzio Nova».

«Nella gestione delle risorse assegnate alla Regione Calabria – si aggiunge – ci si è scrupolosamente attenuti alla normativa in materia di affidamento dei servizi, improntata ai principi di trasparenza, economicità e parità di trattamento. Nello specifico, in una procedura competitiva quale quella dell’avviso in questione, la Commissione agisce nell’ambito dei criteri previsti dal bando, con l’unico fine di elaborare una graduatoria che premi le proposte ritenute qualitativamente più valide. Naturalmente, i verbali della Commissione sono agli atti del Settore e visionabili secondo le leggi in materia».

«In ogni caso – continua la nota – nella consapevolezza dell’importanza del coinvolgimento maggiore possibile degli enti locali dell’area, il Comune di Rosarno – già destinatario di un finanziamento di 3 milioni con la precedente programmazione comunitaria (Pisu e Fesr 2007/2013) per la realizzazione di alloggi per gli immigrati – sulla base dell’art. 10 dell’avviso, che prevedeva la riserva per la Regione di procedere allo scorrimento della graduatoria incrementando la dotazione finanziaria in relazione alla disponibilità del finanziamento sul progetto – è stato invitato per due volte (giuste note del 2 e 9 dicembre 2020) a rimodulare il progetto su un finanziamento di 639.321,14 euro con particolare attenzione alle attività non incluse già nel sopra citato finanziamento della precedente programmazione, comunque nel rispetto della tempistica imposta dalla Commissione europea».

«Tuttavia – prosegue la nota – il Comune ha ritenuto di non poter accettare la proposta, rappresentando l’insussistenza delle condizioni per l’accoglimento della stessa».

«Vale la pena evidenziare, infine – è la conclusione – come altre azioni trasversali previste dal progetto abbiano già interessato (vedasi unità di assistenza sanitaria delle ong Medu e ass. Coopisa attivate tra aprile e giugno 2020, e quella dell’Asp di Reggio Calabria attiva a tutt’oggi) e interesseranno (personale di supporto ai Comuni, unità di strada, tirocini formativi e borse lavoro) il territorio di Rosarno». (rcz)

Augias: su Repubblica la lettera dell’ex sindaco di Rosarno

Nella sua rubrica su Repubblica, Corrado Augias, deposto l’inspiegabile livore nei confronti della Calabria, ospita oggi la lettera dell’ex sindaco di Rosarno Giuseppe Lavorato e titola “Rovesciare l’immagine e la realtà della Calabria”.

«La lettera che ho a lungo aspettato – scrive Augias – La storia, non il risentimento. Proprio il ricordo di questa storia conferma però quanto drammatica sia la situazione. Oggi ci sono le cooperative di giovani che mettono a frutto i terreni confiscati ai criminali, gli imprenditori che resistono, un polo di eccellenza tecnologica, isole di resistenza che non esito a definire eroiche. La Calabria però dà nel complesso l’idea che la criminalità sia dilagata. Più ancora che per le infiltrazioni nei Comuni, l’ampio controllo della sanità, le estorsioni, gli abusi sul territorio, la pericolosa vicinanza dei criminali ai politici, la criminalità pare aver fiaccato una voglia e capacità di resistere di tale dimensione da diffondere l’immagine di un territorio dominato. Rovesciare l’immagine in un’epoca come la nostra vuol dire cominciare a rovesciare anche la realtà».

Cos’ha scritto Lavorato ad Augias? Ecco il testo della lettera pubblicata da Repubblica: «Gentile Augias, lei è uno degli scrittori che ascolto e leggo con piacere. Ma le sue parole sulla Calabria non corrispondono alla realtà ed alla storia. Negli anni del secondo dopoguerra, braccianti e contadini poveri calabresi occuparono i latifondi incolti del Crotonese, della Sila, a Rosarno mille ettari del Bosco Selvaggio furono trasformati da sterpaglia in splendidi e fertili giardini che hanno prodotto reddito e permesso a tanti giovani di studiare. Negli anni ’70, le strade centrali dei paesi della Calabria furono attraversate da cortei di migliaia donne, giovani lavoratori e disoccupati che invocavano lavoro, sviluppo civile gridando il loro disprezzo ai più pericolosi boss della ‘ndrangheta che, con i loro complici (uomini delle istituzioni, imprenditori affaristi), rapinavano le risorse dell’intervento pubblico nel Mezzogiorno. Negli anni ’80 e ’90 fu lotta di massa per impedire la costruzione di una mostruosa centrale a carbone che avrebbe compromesso il futuro dell’intero Mezzogiorno. Concludo con un cenno al problema di oggi: il dovere dell’accoglienza verso le moltitudini che fuggono da guerre, violenze, pestilenze, siccità. È Riace il paese simbolo di questo impegno. E Mimmo Lucano il calabrese conosciuto nel mondo per aver accolto nel suo piccolo borgo centinaia di profughi e costruito un rapporto di convivenza laboriosa. Certo, la Calabria è territorio nel quale infierisce la virulenza del sistema dei poteri criminali. I calabresi hanno il dovere di battersi consapevoli che tempi migliori non verranno dalla manna del cielo, ma dall’impegno e dalla lotta».  (rrm)

Anastasi (Iric): Intervenga Commissione regionale competente per l’Ospedale di Rosarno

Il consigliere regionale di Io Resto in CalabriaMarcello Anastasi, ha chiesto che «a questione dell’ospedale di Rosarno venga immediatamente affrontata dalla Commissione regionale competente, anche attraverso l’audizione del commissario Guido Longo».

Anastasi, inoltre, chiede «che si dedichi, inoltre, una seduta consiliare al problema della sanità per un serio confronto sullo status quo, le criticità, nonché le azioni ed i progetti che il Commissario e la Regione intendono portare avanti per il risanamento e la riprogettazione della sanità».

«Sarebbe auspicabile – ha detto Anastasi – procedere ad un bando pubblico per l’affidamento di un progetto di recupero a privati che operano nella sanità, al fine di adibire la struttura a centro specialistico d’eccellenza, complementare alla Sanità pubblica, assicurando servizi mancanti sul territorio contro il calvario del pendolarismo che si aggiunge al già pesante calvario della malattia. Un indirizzo che potrebbe essere replicato per analoghe strutture sanitarie della regione chiuse o dismesse».

L’esponente politico ha reso noto di «aver partecipato ad una manifestazione organizzata dall’associazione ‘Città della Piana’ a sostegno di un’importante iniziativa di denuncia relativa alla situazione dell’ospedale di Rosarno, struttura mai utilizzata ed attualmente in condizioni di degrado e di abbandono».

«Il presidio – ha ricordato Anastasi – era stato pensato per servire l’intera zona della Piana di Gioia Tauro e, persino qualificarsi come centro di traumatologia ed ortopedia funzionale all’area industriale. I lavori di costruzione del nosocomio, iniziati alla fine degli anni ‘70, sono terminati nel 1991 con un costo ben superiore ai 7 miliardi delle vecchie lire. L’ospedale, però di fatto, non è mai stato aperto ed utilizzato né è mai stato elaborato un intervento di riqualificazione o riconversione da parte della Regione e della competente Asp. Una situazione paradossale perché si tratta di una struttura dotata di sale operatorie, pronto soccorso, diversi reparti, ben 120 posti letto nonché, da ultimo, della postazione di elisoccorso». 

«Mi trovo di fronte – ha proseguito il consigliere regionale – ad immagini raccapriccianti, simbolo di una politica, soprattutto nel settore della sanità, completamente fallimentare. La costruzione, infatti, è totalmente abbandonata tra le sterpaglie, i rovi, derubata di tutto, devastata ed ormai ridotta a rifugio, considerata la presenza di coperte, rifiuti e carcasse».

«Ma la cosa ancor più intollerabile è il silenzio della politica – ha aggiunto –. Trent’anni di continui e inascoltati appelli e proposte da parte di cittadini, associazioni ed enti locali che, da tempo, chiedono a gran voce attenzione e soprattutto un progetto di riqualificazione e/o riconversione. In altre parole, storie di grave spreco di soldi pubblici e di totale indifferenza da parte delle istituzioni competenti».

Ancora Anastasi: «Il territorio merita ascolto, ma soprattutto azioni concrete e tempestive. La situazione è ancor più drammatica ed inaccettabile se si pensa che, per fronteggiare l’emergenza Covid, sono stati allestiti ospedali da campo quando appunto ci sono nosocomi abbandonati quali quello di Rosarno, oppure pesantemente ridimensionati o chiusi, come peraltro denunciato anche a livello nazionale da numerose trasmissioni televisive. Lo scandalo dell’ospedale di Rosarno, peraltro non unico nella regione, ci ricorda che la situazione della sanità in Calabria è al collasso. I territori sono sprovvisti di strutture adeguate e, dunque, di posti letto sufficienti a coprire il fabbisogno della popolazione. Realtà abbandonate a se stesse come quella di Rosarno potrebbero diventare centri di eccellenza, anche ricorrendo a procedure di affidamento ai privati».

«Serve, quindi – ha evidenziato – un Piano sanitario articolato che individui criticità e soluzioni. Il Commissario alla Sanità, la Regione e le Asp si attivino con solerzia per elaborare un progetto serio e concreto che possa prevedere la riapertura e la riqualificazione delle predette strutture, creare punti di eccellenza e, in generale, riordinare la rete ospedaliera su tutto il territorio calabrese. È tempo di un riscatto della Calabria e della costruzione di una nuova sanità. Non si può pensare esclusivamente a risanare i debiti che purtroppo gravano sul bilancio della sanità regionale, ma serve una visione futura e validi progetti, grazie anche ai finanziamenti che potrebbero arrivare dal Recovery plan».

«La Calabria, adesso – ha concluso il consigliere regionale – deve e non può perdere l’occasione di essere protagonista attiva di un percorso di ricostruzione. Il benessere di una comunità si evince in primo luogo dall’efficienza ed adeguatezza del servizio sanitario. La salute è diritto fondamentale di ogni cittadino, bene primario ed imprescindibile. Occorre rimuovere, una volta per tutte, le disuguaglianze con le altre realtà dell’Italia, garantendo alla nostra popolazione adeguati livelli di tutela della salute, di assistenza e di servizi»(rrc)

Contro la Zona rossa in Calabria: le reazioni e le iniziative di sindaci e amministratori

Numerose e in costante aumento le prese di posizione e le iniziative firmate da amministratori locali e sindaci contro l’istituzione della zona rossa della Calabria.

«La rabbia di cittadini e commercianti, ormai esasperati, ha trovato la sponda dell’opposizione in Consiglio Comunale a Reggio che ha presentato un Odg con la richiesta di
impugnare il Dpcm. La maggioranza però ha bocciato la proposta, mantenendo la linea proposta dal Governo» – afferma Nino Minicuci, già candidato sindaco per il centrodestra, sottolineando l’amarezza per le decisioni assunte dalla maggioranza. «“Si tratta di un vero e proprio schiaffo sulla pelle dei reggini e delle loro sofferenze.
Reggio Calabria non merita assolutamente di essere inserita in zona rossa, i numeri parlano chiaro al pari di quelli di tutta la regione. Si tratta di una scelta politica
insensata e irresponsabile che ha trovato il favore dell’amministrazione Falcomatà, contraria a impugnare il Dpcm. Come accaduto nel corso degli ultimi sei anni –
sottolinea Minicuci – alle belle parole il sindaco e la giunta non fanno seguire i fatti, aumentando anche in questa occasione la distanza siderale che li separa dai cittadini e
le loro necessità».

Antonino Castorina, a nome della maggioranza di Palazzo San Giorgio afferma che «Il nostro obiettivo è che la Calabria esca al più presto dalla zona rossa e per farlo è necessario che la sanità calabrese, in tutte le sue articolazioni, comprese quelle commissariali, superi gli evidenti limiti che hanno causato la pessima classificazione da parte dell’istituto superiore di sanità e che stanno determinando questo lockdown temporaneo che ha conseguenze pesantissime sul piano sociale ed economico per la nostra comunità». I consiglieri di maggioranza, al termine del consiglio comunale straordinario convocato proprio sul tema dell’emergenza Covid, hanno approvatoun documento che appunto mira al superamento dell’attuale classificazione di “zona rossa” per la Regione Calabria.

«L’atteggiamento strumentale dell’opposizione è assolutamente censurabile – si legge ancora nella nota dei consiglieri di maggioranza – è grave che in un momento delicato come questo, in cui sarebbe auspicabile un atteggiamento responsabile, alcuni consiglieri provino a differenziarsi, per mere finalità politiche, perdendo di vista il ruolo di servizio che la politica dovrebbe tenere nei confronti della comunità. La minoranza quindi non solo ha respinto il documento unitario che avremmo voluto condividere, con grande spirito di apertura, ma si è prodigata in una contrapposizione sterile e strumentale che nei fatti fa perdere l’ennesima occasione per rendersi utile. Zero proposte, zero condivisione, una sterile contrapposizione che non produrrà alcune effetto concreto sulle sofferenze dei cittadini, delle imprese e dei lavoratori. Siamo convinti che il ruolo di una classe dirigente matura e responsabile debba essere quello di individuare soluzioni utili alla collettività. Il nostro obiettivo, in questo senso, è quindi quello di far uscire al più presto la Calabria dalla zona rossa, anche da domani se possibile. Ma per farlo la Regione deve colmare il grave e colpevole immobilismo di questi mesi: come mai non sono stati spesi gli 86 milioni di euro disponibili per l’adeguamento delle strutture sanitarie, che fine hanno fatto le 500 assunzioni che avrebbero dovuto arrivare in questi mesi, perché non sono stati aumentati i posti di terapia intensiva e subintensiva a circa 260, come era previsto? Oltre a dare queste risposte ai cittadini la Regione dovrebbe darsi immediatamente una mossa, affinché siano previste le azioni utili a recuperare il terreno perduto e far uscire la nostra regione dalla zona rossa. Allo stesso tempo chiediamo al governo di intervenire in maniera concreta, attraverso il decreto ristori bis, con indennizzi mirati a risarcire chi subirà gli effetti più pesanti di questo secondo lockdown».

Da Catanzaro, il presidente della Commissione comunale della Attività economiche Antonio Ursino ha detto che dopo «la scelta del Governo di chiudere la nostra regione a causa della presunta insufficiente tenuta del sistema sanitario rispetto alla seconda ondata di contagi covid. Al di là della ragionevolezza o meno di questa decisione politica, su cui personalità anche più titolate di me si sono già espresse, ritengo che non si possano in alcun modo sottovalutare gli effetti che un provvedimento del genere produrranno sul nostro già fragile tessuto economico e sociale. La chiusura delle attività commerciali, così come quelle di ristorazione, rappresenta una mannaia per i tanti piccoli imprenditori che tengono in vita l’indotto locale e che stavano iniziando a respirare dopo il primo drammatico lockdown. Speranze che, dopo i tanti investimenti sostenuti per mettersi in regola rispetto alle disposizioni anticovid e con una stagione turistica ancora in corso, sono destinate a spegnersi non potendo scorgere all’orizzonte delle possibilità di ripresa.

«La Calabria – ha detto Ursino – non merita di pagare lo scotto di una crisi che, alle nostre latitudini, vedrebbe centinaia di famiglie costrette a chiudere le attività per l’impossibilità di sostenerne i costi. Sperando che la zona rossa possa al più presto cambiare colore, e che sulle responsabilità di questa brutta storia si possa comunque fare luce, il Governo è chiamato a non perdere tempo, come purtroppo già successo nei mesi scorsi, nell’erogare gli aiuti alle imprese in difficoltà, velocizzando al massimo l’iter con procedure d’urgenza, anche attraverso il tramite degli enti locali. I cittadini e gli operatori sono stufi di subire solo restrizioni senza tempi certi sui ristori che rimangono l’unico appiglio possibile per non mandare a casa decine e decine di lavoratori e salvare il futuro delle nostre attività».

Secondo il Sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo, «questo territorio non merita un isolamento che rischia di esserle fatale per la già risicata economia regionale. Non a caso, nelle prime ore della mattinata, ho convocato la mia  giunta per discutere sull’attuale situazione e sui provvedimenti da assumere a tutela dei cittadini, nonché per manifestare vicinanza  a tutte le categorie produttive colpite da questo ingiusto provvedimento. L’assise comunale ha deliberato, pertanto,  di dare mandato al proprio ufficio legale per avviare le necessarie azioni legali finalizzate ad  impugnare il provvedimento del Ministro della Salute Roberto Speranza, che istituisce la zona rossa in Calabria.

​«I dati ufficiali – ha detto la Limardo – diramati dalla Regione Calabria, del resto, sconfessano l’incomprensibile scelta ministeriale,  eccessivamente penalizzante per la nostra Regione. Si ricorda che attualmente, i posti di area medica occupati sono il 16%, quelli di terapia intensiva raggiungono invece il 6%. La soglia che dovrebbe far scattare la chiusura è del 30%. È dunque piuttosto arduo comprendere le ragioni che sorreggono l’ordinanza ministeriale. Alla luce dei dati ufficiali sopra riportati, senza trascurare di mettere al primo posto la salute,  appare evidente che, il numero complessivo dei contagi e lo stato attuale del nostro servizio sanitario non giustificano il alcun modo la scelta del Ministero della Salute  di inserire la Calabria nelle zone rosse del Paese. Auspichiamo, pertanto,  una rivisitazione del provvedimento dopo un approfondimento dei giudici a cui verranno sottoposti i dati che riguardano la nostra terra, confidando nell’immediata revoca dello stesso».

Giacomo Francesco Saccomanno, capogruppo consiliare lega a Rosarno, stigmatizza la decisione del Governo: «Siamo “zona rossa” per le difficoltà sanitarie e per essere, molto probabilmente, una regione a guida centrodestra. Ma chiediamo a Conte e Speranza: cosa avete fatto da marzo ad oggi per intervenire sulla pandemia e sul problema sanitario? Nulla, ancora nulla e sempre nulla. Avete lasciato un Commissario incompetente e del tutto inutile per distruggere ulteriormente un comparto già in grande difficolta. Quindi, una grandissima ed unica responsabilità!

«Cosa fare oggi? Intanto reagire a tale aggressione del tutto inaudita. Vi sono problemi sulla sanità? La responsabilità è da addebitarsi unicamente al Governo per aver ripetutamente commissariato tale settore senza alcun risultato positivo. Quindi, i deficit di bilancio devono essere sopportati da Roma e non certamente dai calabresi. Chi ha aggravato le condizioni economiche della Calabria e peggiorato pesantemente il comparto sanità sono stati i commissari nominati dal Governo ed è questo, quindi, che deve sopportare le conseguenze. È possibile classificare la regione “zona rossa” con circa 200 positivi e con 2/3 decessi al giorno? Certamente no. Il problema è il sistema sanitario inadeguato. Ma anche qui la responsabilità ricade sul Governo per aver nominati soggetti completamente inadeguati.

«Quindi – ha dichiarato Saccomanno –, è indispensabile che la Regione assuma delle iniziative energiche e che, dinnanzi al bene comune, vi sia una rivolta di tutta la classe dirigente, senza se e senza ma e senza divisioni partitiche. Siamo stati umiliati ancora una volta. La Calabria deve assumere delle iniziative forti opponendosi sia agli indiscrimati commissariamenti che alla “zona rossa”. Come? Chiedendo per prima cosa che il problema venga gestito da calabresi che hanno tutte le professionalità per affrontare seriamente la problematica. Poi che vengano inviate in Calabria tutte le risorse necessarie per attuare un piano concreto di rilancio e per risanare il sistema sanitario. Se ciò non dovesse avvenire, realizzare tutte quelle misure di contrasto, compresa anche l’azione giudiziaria se necessario, per riprendersi quella autonomia di gestione e, principalmente, di dignità e libertà finora calpestate da un governo pessimo e che non ha idea di cosa sia una pianificazione seria, competente, adeguata, concreta e coraggiosa».

La candidata sindaca di Siderno Mariateresa Fragomeni, già assessore regionale al Bilancio nella Giunta Oliverio, chiede la revisione delle norme: «Senza voler minimamente sottovalutare la crisi sanitaria in atto – ha detto – e la gravità di questa seconda ondata (che ha colpito tutta l’Italia), ritengo indispensabile sottolineare quanto la chiusura della nostra regione sia una misura insostenibile per le piccole e medie imprese che operano sul territorio e che, anche in tempi pre-crisi, operavano con tutta una serie di handicap logistici e strutturali.
«Sono altre le soluzioni da adottare. Lo stiamo predicando da anni ormai. Se il problema è sostanzialmente quello della fragilità del nostro sistema sanitario, è su questo che bisogna agire, per potenziarlo e portarlo ad uno standard in linea con il livello nazionale, senza se e senza ma. Bisogna smetterla di nascondersi dietro l’ipocrisia dei numeri ed abbandonare la visione ragionieristica di questi anni. Una visione, oltretutto, palesemente fallimentare, dal momento che i continui tagli lineari operati in questi anni hanno solo ridotto l’offerta sanitaria globale, senza riuscire a generare alcun risparmio di spesa, anzi, si è verificato l’esatto contrario. Il commissariamento della Sanità, in Calabria, rappresenta uno dei più grossi fallimenti politici degli ultimi cinquant’anni. Il nostro sistema sanitario è inadeguato, oggi, esattamente come prima della pandemia, ed oggi, esattamente come prima del Covid, questa inadeguatezza, genera ancora più costi, sia economici che sociali. I calabresi non possono continuare a pagare il prezzo degli errori degli anni passati e di un totale fallimento del commissariamento della sanità. Quello alla salute è prima di tutto un diritto, che spetta a tutti i cittadini in modo uguale, non può essere graduato in base al luogo di residenza. È necessario utilizzare il MES per investimenti pubblici sulla sanità ed al contempo tornare ad un modello di sistema (e di finanziamento) nazionale, non più regionale. Infine, nel breve periodo, per evitare l’acuirsi di tensioni sociali già, peraltro, alte, tra i nostri concittadini, è opportuno un monitoraggio ed una revisione dello status della regione, da attuarsi già tra sette giorni, in modo da “derubricare” il livello da rosso ad arancione o giallo ed inoltre, misura non meno importante, è necessario che i ‘ristori’ arrivino subito, senza ritardi, così da non mettere ulteriormente a rischio il sistema Calabria». (rp)

ROSARNO (RC) – Successo per il “Fiaba Day”

Grande successo, all’istituto Superiore “R. Piria” di Rosarno, per il Fiaba Day, organizzato in collaborazione con il RotaryRotaractInteract Nicotera Medma.

L’evento è stato organizzato in occasione della 18esima Giornata Nazionale per l’Abbattimento delle Barriere Architettoniche promossa da Fiaba Onlus in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in programma domenica 4 ottobre.

Il Fiaba Day si caratterizza per le tradizionali visite a Palazzo Chigi riservate alle persone con disabilità, agli anziani, ai bambini e ai loro accompagnatori.

Presenti molte associazione, tra cui Maria Campesi dell’Omnia, il Comandante della Stazione dei Carabinieri di Rosarno, Tenente Vincenzo Acampora, il delegato del Provveditore di Reggio Calabria Alessandro Nicodemo, prof. Maria Grazia Italiano, a tanti altri illustri ospiti.

La scuola si è aperta a parecchie iniziative: dalla discussione sulle barriere materiali e quelle culturali, ad oltre 9 laboratori tematici, con workshop interattivi e collegamenti su piattaforma Microsoft Teams, diretta Streaming e radio Web.

Dopo i saluti della Dirigente Scolastica Mariarosaria Russo, che ha voluto rimarcare l’importanza dell’argomento e dell’iniziativa, vi è stato l’intervento del ministro Elena Bonetti, che ha sostenuto la necessità di un lavoro sistematico per raccogliere le necessità delle famiglie e cercare di fornire risposte celeri e concrete. 

Sono, poi, intervenuti Maria Domenica Naso, delegata per il sindaco del Comune di Rosarno, Alberto Morano, sindaco del Comune di Laureana di Borrello, Pietro Di Certo, presidente del Rotaract Nicotera Medma, e Antonio Cambareri, delegato del Consigliere Regionale Giovanni Arruzzolo.

Ha introdotto i lavori Giacomo Saccomanno, vicepresidente Nazionale di Fiaba, ricordando gli oltre 40 anni di attività a difesa delle categorie deboli e della necessità che le Istituzioni diano risposte concrete per evitare alle famiglie un lockdown perenne.

A seguire Rosa Angela Galluccio, responsabile Servizi Sociali Comune di Rosarno, che ha elogiato l’attività dell’Istituto Piria, Francesco Rao, sociologo, che ha rimarcato la necessità che si operi in rete come un’orchestra, Massimiliano Donato, presidente Confederazione Confraternite della Diocesi Oppido-Palmi, che ha spronato i giovani a studiare ed essere pronti a difendere i diritti delle persone deboli, Mons. Francesco Milito, Vescovo della Diocesi Oppido-Palmi, che ha allietato tutti con una Lectio Magistralis.

Ha concluso la manifestazione la senatrice Silvia Vono, che ha lodato la scuola per essere all’avanguardia e la gestione ed organizzazione di questa, chiedendo poi ai ragazzi di predisporre un disegno di legge che la stessa porterà in Senato. (rrc)