Il presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, ha annunciato che in Cittadella regionale sarà realizzata un’unica centrale operativa del 118, «così come il 112, numero unico per le emergenze».
«Sarà un lavoro complesso, anche perché abbiamo trovato un sistema con cinque centrali operative, con software diversi, in molti casi neanche collegati alla rete internet, ma ci stiamo lavorando. Credo che il lavoro di ricognizione fin qui compiuto sia già a buon punto», ha detto ancora il Governatore, a margine dell’incontro con il ministro dell’Economia, Daniele Franco.
«Ci vorranno ancora alcuni mesi – ha spiegato – perché abbiamo due software diversi e dobbiamo fare un unico software, quindi stiamo lavorando a questo, dobbiamo selezionare i tecnici che dovranno stare nella centrale regionale e poi dobbiamo organizzare bene il 118 tra ambulanze medicalizzate e mezzi avanzati non medicalizzati perché è chiaro che in un 118 che non funziona tutte le ambulanze devono essere medicalizzate perché quando un mezzo si muove in un sistema inefficiente non è facile capire che paziente va a prendere».
«I medici ci servono per il 118 – ha spiegato ancora – ma ancora di più per i pronto soccorso. La vera carenza di medici l’abbiamo nei pronto soccorso. Certo c’è anche nel 118 ma se avessimo un 118 organizzato si sentirebbe di meno perché non tutti i mezzi dovrebbero necessariamente medicalizzati. Nei pronto soccorso – ha concluso Occhiuto – abbiamo davvero la necessità di intervenire perché altrimenti, così com’è il funzionamento del sistema non è garantito».
Il Governatore, poi, ha discusso della mancanza di medici nella regione e del fatto che «il nostro sistema è, purtroppo, meno attrattivo di quelli di altre regioni e quindi abbiamo un problema nel problema».
«Ho spiegato – ha proseguito – che se i carabinieri, i poliziotti, i magistrati che vengono a lavorare in Calabria hanno il riconoscimento economico e di carriere perché la Calabria è “zona disagiata”, lo stesso dovrebbe avvenire anche per i medici. Se c’è un sistema ampiamente disagiato da 12 anni di commissariamento è proprio quello calabrese».
Sulla questione, Occhiuto ha riferito che col ministro ci si è dati appuntamento alla prossima settimana, con l’obiettivo di «stabilire delle condizioni straordinarie per il reclutamento dei medici».
«Non so se ce la faremo, è un percorso stretto, difficile – ha spiegato ancora – ma ci proviamo perché il nostro sistema sanitario ha bisogno di medici. Mi fa arrabbiare la circostanza che le altre Regioni chiedono di sfondare i tetti di spesa per assumere più medici e noi potremmo assumere circa 2.000 tra medici e infermieri e negli anni passati non è stato fatto. In questi ultimi mesi anche i bandi che si stanno facendo stanno andando deserti, anche quando sono per posti a tempo indeterminato».
Il commissario, poi, ha spiegato che si sta svolgendo una ricognizione dei bandi, in quanto «i nostri sono meno attrattivi rispetto a quelli delle altre regioni».
Un lavoro a 360 gradi per rimettere a posto la sanità calabrese, quello del presidente Occhiuto, che ha evidenziato come non sia facile «dopo sostanzialmente 20 anni di inattività».
«Il risultato di gestione certificato al Tavolo Adduce non è – ha spiegato – dovuto, come molti dicono, all’assenza della mobilita’ passiva perche’ questa si contabilizza negli anni successivi, ma e’ dovuto al fatto che finalmente abbiamo dato risposta ai quesiti del tavolo Adduce, al quale le precedenti gestioni commissariali non avevano dato risposta».
«Quindi – ha detto –abbiamo sbloccato la premialità riferita agli anni precedenti e abbiamo rimesso in ordine i conti delle Aziende sanitarie, dimostrando di avere addirittura un avanzo di amministrazione. È una cosa buona? Secondo me no perché significa che le nostre Aziende sanitarie hanno risorse ma non erogano i servizi».
«Certo – ha aggiunto – è meglio rispetto al passato, quando non erogavano i servizi e c’era anche il deficit. Però fa arrabbiare ancora di più il fatto che ci sono risorse accantonate nei bilanci delle Aziende sanitarie e poi ai calabresi non e’ assicurato il diritto alla cura».
E, sul rischio chiusura dei pronto soccorsi periferici come conseguenza della riforma della rete dei nosocomi, il Governatore ha assicurato che ciò non avverrà, in quanto «la Calabria, in questo momento, è appresentata da un commissario alla sanità che è anche il presidente della Regione, che ha un buon rapporto con il Governo nazionale».
«Tra qualche settimana– ha spiegato – l’esecutivo dovrebbe approvare il Programma operativo che abbiamo proposto, ma intanto stiamo lavorando anche alla modifica del Dca 64, quello che fece l’ex commissario Scura, per ridisegnare l’offerta ospedaliera della regione».
«Intanto credo di poter dire – ha concluso – che sicuramente saranno inseriti nella rete ospedaliera i presidi di Praia a Mare, Trebisacce, Cariati ed anche quello di Gioia Tauro, che abbiamo aperto come ospedale Covid. Ma poiché il Governo regionale sta facendo un grande investimento sul porto di Gioia Tauro e sulla Zes, è utile che anche lì ci sia un ospedale a tutti gli effetti». (rcz)