Marcello Anastasi: allarme liquami scaricati in mare a Gioia Tauro

Il consigliere regionale di Io Resto in Calabria Marcello Anastasi ha lanciato un motivato allarme sugli scarichi di liquame in mare nell’area di Gioia Tauro. «Gli episodi di scarichi di liquami in mare – ha detto –, purtroppo non nuovi nella provincia di Reggio Calabria e nella Piana di Gioia Tauro, oltre a un grave danno ambientale comporterebbero conseguenze altrettanto devastanti per un territorio già fiaccato dal punto di vista socio-economico da oltre un anno di emergenza sanitaria. Per questo ho depositato un’interrogazione a risposta immediata rivolta al presidente della Giunta regionale affinché si accendano i riflettori sul tema della depurazione prima che sia troppo tardi». È

«La Iam SpA gestisce, oltre all’impianto di depurazione nella zona della Piana di Gioia Tauro, una rete di oltre 100 km di condotte fognarie ad esso collegate, su cui incidono 28 scolmatori di piena dislocati in tutto il territorio. Sembra però che né la Città Metropolitana, che ne ha la competenza, né l’azienda, abbiano effettuato la manutenzione necessaria, o per lo meno non se ne ha contezza».

In proposito Anastasi ha raccolto le segnalazioni di importanti associazioni come l’Osservatorio ambientale Iride di Gioia Tauro che riferiscono che «alcuni scolmatori pare si attivino anche in assenza di precipitazioni, cosa che non rispetterebbe la normativa vigente sul limite degli scarichi».

Proprio una circostanza simile, se confermata, rischierebbe secondo Anastasi di «comportare un copioso scarico di liquami in mare, ovvero un enorme rischio ambientale, con le conseguenze del caso».

Per tali ragioni il consigliere regionale di IRIC ha chiesto, sempre in un’ottica di collaborazione istituzionale su tematiche rilevanti per la salute dei cittadini e dell’ambiente, «quali misure intenda prendere la Giunta regionale, in particolare l’assessore all’Ambiente, dott. Sergio De Caprio, per monitorare e affrontare di conseguenza la questione della corrispondenza dell’impianto alle normative e dei possibili sversamenti di liquami e se intende intervenire per i ripristino della condotta finale scarico sottomarina dell’impianto di depurazione danneggiata in più punti ed il cui punto finale si trova a meno 100 metri lineari dalla linea di spiaggia rendendo visibile il deflusso in superficie e comunque al di sotto del limite stabilito per legge in 300 metri lineari, al fine di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini della zona». (rp)