L’OPINIONE / Franz Caruso: Impianto normativo di scioglimento dei Comuni da rivedere e da riformare

di FRANZ CARUSO –  Tutti i sindaci d’Italia devono stringersi attorno al sindaco di Bari Antonio De Caro che ci rappresenta al vertice dell’Anci, l’associazione di tutti i primi cittadini. L’invio della commissione d’accesso Antimafia a Bari rappresenta una linea di frontiera oltre la quale non si può più andare e che anzi deve servire a noi tutti per indurre alla riflessione ponendo un argine al più presto.

L’impianto normativo che fa da genesi allo strumento dell’avvio delle procedure di accertamento e scioglimento antimafia è assolutamente da rivedere e necessita di riforme urgenti.

Non è più tollerabile che indistinti indizi probatori preliminari, confusi e generici, finiscano senza contraddittorio in una richiesta di commissione d’accesso e da qui, sempre senza contraddittorio e conoscenza stratificata di atti completi e acclarati, in un comitato per l’ordine e la sicurezza che quasi sempre chiede e decreta di fatto lo scioglimento dei Comuni per mafia. È accaduto e accade sempre più spesso in Calabria, con destini giudicanti che poi smentiscono quasi sempre lo stesso scioglimento, e stavolta accade e mette a rischio una grande città del Mezzogiorno come Bari. Un faro per tutto il Sud.

Non si conoscono carte e retroscena dell’inchiesta della Dda di Bari, ma è appena il caso di ricordare che anche la procura distrettuale di Bari ha tenuto a precisare che l’attività del sindaco ha anzi eventualmente posto un argine alle possibili derive criminali, così lasciando intendere di esserne estranea se non parte lesa rispetto ad eventuali reati. Noi sindaci siamo quotidianamente in prima linea contro le infiltrazioni mafiose, questo è, al contrario, il vero tema. E un rivisitato e onesto impianto normativo dovrebbe semmai fornire più poteri e strumenti di difesa ad un primo cittadino piuttosto che lasciarlo in balìa di norme ambigue spesso e volentieri rese muscolari da questa o quella parte politica in Parlamento.

Generando ulteriori ambiguità e pensieri maliziosi. Noi siamo convinti, invece, che oggi quello che De Caro definisce “attacco” è frutto di un impianto normativo che si presta alle degenerazioni. Non vogliamo nemmeno immaginare che un governo e dei ministri si prestino alla parte politica in commedia colpendo un bravo sindaco, prossimo candidato alle Europee, mettendo a repentaglio una grande città come Bari. (fc)

[Franz Caruso è sindaco di Cosenza]

L’Associazione Giù le mani dai Sindaci: Bisogna rivedere legge su scioglimento dei Comuni

L’Associazione politico-culturale Giù le mani dai sindaci ha ribadito come il caso del Comune di Bari, che rischia lo scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose, «mette in evidenza la necessità urgente di rivedere l’Articolo 143 del Testo Unico degli Enti Locali (Tuel).

«Questa disposizione, così com’è formulata attualmente – viene spiegato dall’Associazione – crea un clima di sfiducia e incertezza che coinvolge anche la parte sana della politica, quella che dovrebbe impegnarsi per il bene comune. La possibilità di sciogliere un comune basandosi su sospetti, denunce o persino pressioni politiche da parte delle forze di opposizione, senza garantire un adeguato processo di difesa, mette in discussione i fondamenti stessi della democrazia».
«È urgente trovare un equilibrio tra la protezione dei diritti individuali, la certezza del diritto e la promozione di valori come trasparenza – viene ribadito – equità e rispetto dei diritti fondamentali, soprattutto nelle realtà complesse del Sud Italia. Non possiamo più tollerare l’abuso arbitrario di una normativa che consente lo scioglimento di un comune su basi così fragili e inconsistenti, se non addirittura inesistenti. Questo non solo mina la democrazia, ma danneggia significativamente l’intero Mezzogiorno».
«Tale disposizione potrebbe scoraggiare chiunque voglia candidarsi per un incarico amministrativo – continua la nota – creando un clima di timore costante legato alla possibilità di essere coinvolto in indagini senza fondamento, mettendo a rischio il proprio lavoro e la propria reputazione agli occhi dei cittadini. Il legislatore deve intervenire immediatamente per correggere una legge e una prassi che sembrano appartenere a epoche passate. Solo attraverso un approccio basato sull’equità, la giustizia e il rispetto dei principi fondamentali del diritto possiamo sperare di riscattare l’immagine del Sud Italia e contribuire a ristabilire un senso di unità nazionale più inclusivo e prospero». (rrm)