di FRANCESCO RAO –Le povertà educative, per il Meridione e per la Calabria in particolare sono un’emergenza da non trascurare. L’Istat, già nei dati relativi al 2018-2019, aveva individuato alcune criticità che il Covid ha ulteriormente aggravato. Per brevità, in questa sede, condividerò alcuni spunti rilevati dell’istantanea fornitaci dall’Istituto di statistica. In primis la questione afferente al digital divide che colpisce molti studenti, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia. Basti pensare che il 12,3% degli studenti Italiani tra 6 e 17 anni, a marzo dell’anno scorso, non possedeva un computer o un tablet presso la propria abitazione (850 mila in termini assoluti), la quota raggiunge quasi il 20% nel Mezzogiorno. Il 57% degli studenti che possiede un computer lo deve condividere con altri componenti della famiglia e solo il 6,1% vive in famiglie dove è disponibile almeno un computer per ogni componente. Tra le famiglie con minori (0-17 anni) circa 1 su 7 non ha un computer o un tablet a casa (il 14,3%), con differenze geografiche nette: al Sud sono il 21,4%, mentre sono l’8,1% nel Nord-Ovest. Quindi, anche se quasi tutte le famiglie con figli hanno accesso ad internet, magari attraverso il cellulare di un genitore, risulta molto difficile seguire le lezioni online e svolgere bene i compiti a distanza. Diventa invece difficilissimo, per i segmenti sociali più fragili, stampare e scansionare le schede da inviare ai docenti quale attività di restituzione per gli studi compiuti. Un’altra criticità riscontrata in passato, divenuta più evidente nella prima fase della pandemia, afferisce alle competenze in ambito informatico tanto dei discenti quanto dei familiari. L’Istat stima che tra gli adolescenti (14-17enni), impegnati in questa fase con la didattica a distanza in varie forme e livelli di complessità, solo il 30,2% presenta alte competenze digitali, mentre il 3% non ha alcuna competenza digitale e la rimanente parte presentano competenze digitali basse o di base. È particolarmente interessante notare come le ragazze, mediamente con rendimenti scolastici più elevati ed esposte a minor rischio di fallimento formativo rispetto ai ragazzi, presentano complessivamente livelli più elevati per le competenze digitali. In questo caso, il 32% dichiara alte competenze digitali contro il 28,7% dei coetanei maschi.
Il nostro sistema scolastico ancora oggi è invaso da molte sacche di esclusione, soprattutto nelle scuole delle aree interne che definirei come uno tra i pochissimi presidi dello Stato e simbolo della legalità. L’emergenza sanitaria e la protratta chiusura delle scuole hanno fatto sparire dal radar molti studenti a rischio seppur vi sia stato un costante impegno svolto da insegnanti e dirigenti scolastici e dalle associazioni impegnate ad affiancare le scuole e i loro alunni per garantire quel supporto al conseguimento degli obiettivi che caratterizzano le Comunità educanti. La dispersione scolastica, implicita ed esplicita, oggi più che mai, sembra essere inarrestabile anche perché alla crescente affermazione del learning loss, ossia la perdita dell’apprendimento, registratosi nel periodo estivo e consistente nella perdita di competenze e conoscenze accademiche rilevabili alla conclusione delle vacanze estive nei paesi che hanno pause lunghe durante l’anno scolastico si aggiunge quest’ennesima fase di sospensione delle attività didattiche che potrebbe trasformarsi in un altro lockdown nazionale.
In questi mesi, il Covid, oltre alle vite umane sta mietendo il futuro dei giovani ed oggi, la penuria di una letteratura di prossimità riconducibile a questo fenomeno sociale non ci consente di poter avere contezza immediata del dato per poter elaborare risposte e la didattica a distanza, seppur praticata con impegno e dedizione da parte dei docenti, non può certo sopperire alla quotidiana azione educativa e formativa della scuola, che si fonda tra l’altro sulla relazione, sull’accoglienza e l’organizzazione della vita dei suoi alunni giorno dopo giorno.
Il mancato adeguamento tecnologico e la lenta risposta delle Istituzioni, in buona parte ha amplificato le numerose difficoltà strutturali: nelle aree interne della Calabria, ancora oggi la qualità della rete internet è identificabile più come un ostacolo che un valido alleato. A ciò si aggiunge la qualità della dotazione informatica da parte di moltissime famiglie. Nei segmenti sociali più umili, dovendo procedere all’acquisto di computer o tablet, spesso hanno scelto una qualità medio bassa soprattutto viste le limitate risorse economiche tendendo a risparmiare, la mancata competenza in ambito informatico porterà a non considerare come prioritaria la ricaduta reale sull’efficienza del computer o il tablet acquistato quando poi verrà utilizzato. In tal senso, seppur vi siano stati interventi straordinari da parte del Ministero dell’Istruzione, le porte di una Scuola Smart, posta in linea con il sistema industria 4.0 resta chiusa soprattutto per i poveri i quali rischiano ancora per una volta di essere gli esclusi. Il mondo scolastico calabrese, durante la fase di lockdown, ha ricevuto 3,6 milioni di euro e questi fondi saranno stati un valido supporto teso a superare le prime difficoltà vissute dalle numerose famiglie e soprattutto un piccolo punto di forza per gli studenti più esposti alle difficoltà. Il problema dei problemi continua ad essere la qualità della rete considerata ancora dall’utenza il vero limite da superare. (fr)
Francesco Rao è sociologo e docente, vive a Cittanova.
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Sto lavorando ad una ricerca tesa a rilevare le dinamiche trattate in questa breve riflessione. È possibile chiedere ai lettori di Calabria.Live di far partecipare a tale studio i loro figli? Il questionario è compilabile da tutti gli studenti con almeno 12 anni d’età utilizzando il seguente link