Le seconde e terze generazioni di calabresi che vivono lontano dalla terra che ha visto nascere i loro genitori o i loro nonni, parlano due lingue: quella locale, per loro lingua madre, e il dialetto. Conoscono poco, pochissimo l’italiano ma sono in grado di chiacchierare in dialetto, la lingua appresa in famiglia. L’occasione della Settimana della lingua italiana, alla sua ventesima edizione, che si apre oggi e si svolge fino a domenica con varie iniziative in ogni parte del mondo, può essere propizia per avvicinare le centinaia di migliaia di connazionali nati all’estero, ma italiani a tutti gli effetti, alla lingua di Dante, considerando che è in arrivo il prossimo anno il 700 anniversario della morte (1321) del sommo poeta. Sono calabresi, ma prima di tutto italiani, che amerebbero conoscere la propria lingua, ma non sempre trovano condizioni favorevoli per seguire corsi dedicati all’apprendimento dell’italiano. E per loro questa settimana di eventi può davvero diventare lo sprone per individuare associazioni, circoli e gruppi di connazionali che organizzano lezioni (quasi sempre gratuite) per diffondere l’italiano e mantenere alto il rispetto della tradizione linguistica, senza per questo svalorizzare l’utilizzo del dialetto, che è una grande risorsa di cultura popolare e di tradizioni da preservare.
Non a caso, la missione di questa XX edizione è quella di coinvolgere le comunità italiane all’estero sul tema “L’italiano tra parola e immagine: graffiti, illustrazioni, fumetti. Una tematica che potrà essere declinata sia in chiave storico-linguistica, sia ponendo l’accento su forme espressive come il fumetto, la novella grafica e l’editoria per ragazzi: in fondo, l’italiano non è solo quello scritto sui libri, ma appare nei fumetti, persino sui muri, con graffiti spesso dall’improbabile grammatica. E i social aiutano non poco alla diffusione dell’italiano nel mondo, una lingua molto amata dagli stranieri, e molto di frequente “massacrata” dai nostri connazionali che non hanno avuto modo di impararla correttamente.
Grande importanza – affermano al Ministero degli Esteri – dovrà essere data al coinvolgimento della comunità italiana all’estero, sul piano divulgativo e progettuale: a tal fine è stata discussa la possibilità di lanciare, con la collaborazione della RAI, un concorso di idee, rivolto agli italiani all’estero, sul tema della Settimana della lingua. Naturalmente, data l’emergenza mondiale per il covid, quasi tutti gli eventi in programma saranno su piattaforma online: un incentivo in più per collegarsi e seguire cosa si dice della nostra lingua a Buenos Aires, come a San Francisco oppure a Melbourne. Nelle iniziative sono coinvolti i Comites (Comitati degli italiani all’estero) che sono presenti praticamente in tutte le città dove ci sono in gran numero le comunità di nostri connazionali, ma anche il CGIE (Consiglio generale degli Italiani all’estero) le ambasciate e gli Istituti italiani di cultura, in modo da offrire un’ampia prospettiva sulla bellezza della lingua italiana, che fa da corollario, evidentemente, alla ricchezza artistica e paesaggistica del Paese, alle sue tradizioni e, non da ultimo, alla sua lunga e sempre più apprezzata offerta enogastronomica.
Ma non solo italiani: anche se la nostra lingua, secondo la classifica stilata nel 2018 da Ethnologue, è al 21° posto come lingua parlata nel mondo (madrelingua degli emigrati italiani in 26 Paesi del mondo), in realtà risale al quarto posto come lingua studiata. Nell’Unione europea lo studia solo l’1,1% degli studenti delle scuole secondarie, ma facendo una classifica che comprende tutto il mondo la nostra lingua risulta più studiata del francese e viene dopo l’inglese, lo spagnolo e il cinese.
Nel contesto delle iniziative della Settimana della Lingua si può dire che la Calabria ha un ruolo da protagonista: è la regione che vanta il maggior numero di emigrati sparsi in ogni angolo della terra, ma soprattutto conta oltre 200 associazioni che riuniscono i calabresi promuovendo con molte iniziative, anche staccate dalla Settimana della Lingua, per incentivare lo studio e l’approfondimento dell’italiano. Iniziative che hanno raccolto sempre un vasto interesse facendo sentire la vicinanza dell’Italia e della Calabria a svariate centinaia di migliaia di italiani ormai residenti in Australia, in Canada, in Argentina e in tutto il Sud America, senza poter contare sull’opportuno, nonché necessario, supporto della Regione Calabria. Supporto che la compianta presidente Santelli aveva in mente di assicurare per valorizzare la grande risorsa dei Calabresi nel mondo: milioni di conterranei con cui riaprire in modo organico un dialogo, lanciando un ponte di contiguità e di reciproci interessi, per il bene della regione e del suo popolo ovunque esso si trovi. C’è da augurarsi che la futura assemblea regionale e la nuova giunta che verrà prosegua su questa via, promuovendo iniziative e attività che puntando sulla lingua – dialetto e italiano – riescano a raccogliere l’attenzione di chi vive lontano e stimolare la curiosità di conoscere la terra dei propri avi e apprenderne la lingua.
Le tante iniziative sulla lingua, avviate dalle associazioni dei calabresi nel mondo, hanno trovato ampi consensi perché, come si è detto, le nuove generazioni di calabresi, figli e nipoti di quanti sono arrivati a partire dall’inizio del secolo scorso nelle Americhe e un po’ dovunque, conoscono il dialetto e troppo poco l’italiano. Ma vorrebbero impararlo. C’è da riconoscere ai tanti promotori e presidenti delle associazioni calabresi di avere sempre tenuto nella massima considerazione la responsabilità di salvaguardare l’identità linguistica degli emigrati, mantenendo le tradizioni del dialetto e delle espressioni gergali di cui c’era il rischio che si perdessero le tracce. Il dialetto è stato nobilitato negli ultimi trent’anni perché contiene le tracce della tradizione linguistica e della caratterizzazione locale, così diversa anche tra aree poco distanti tra loro, che rappresenta una ricchezza culturale da preservare e custodire.
La Settimana della lingua italiana nel mondo è stata tenuta per la prima volta nell’ottobre 2001 – anno europeo delle lingue – su iniziativa di Francesco Sabatini, allora presidente dell’Accademia della Crusca e dal maggio 2008 presidente onorario, assieme alla Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del Ministero degli Affari Esteri. (dc)
Lo spot del Ministero degli Esteri della XX Settimana della Lingua italiana: