Questo weekend doppio appuntamento a Mendicino con la rassegna “Sguardi a Sud”

Il prossimo weekend, al teatro comunale di Mendicino, andranno in scena due spettacoli che faranno vivere al pubblico la magia del Natale: “Natale in casa Cupiello” e “Musical of the night- Broadway e altre storie”.

I due spettacoli rientrano nell’ambito della rassegna “Sguardi a Sud” della Compagnia Porta Cenese con il patrocinio del Comune di Mendicino, che ha registrato diversi sold out, regalato innumerevoli emozioni e accompagnato gli spettatori alla scoperta di rappresentazioni teatrali che hanno perfettamente combinato tradizione e innovazione grazie all’uso di tecnologie d’avanguardia, come il videomapping.

Il 10 dicembre, alle ore 18, il sipario si aprirà su “Natale in casa Cupiello” di Eduardo De Filippo, con la regia di Gino Capolupo. A calcare il palcoscenico sarà la compagnia de “I Commedianti” con Gino Capolupo (Luca Cupiello), Rita Pargalia (Concetta), Salvatore Capolupo (Tommasino), Paolo Bonacci (zio Pasqualino), Valeria Capolupo (Ninuccia), Gioacchino Sirianni (Nicola), Magda Bonelli (Carmela), Danilo Perri (Vittorio). Scenografie a cura di Creazioni Santangelo. Tecnico luci e suoni: Cenzino Perri. La compagnia teatrale proporrà uno spettacolo in vernacolo calabrese. Il motore del lavoro de “I Commedianti” è la passione per l’arte in tutte le sue forme.

Il regista e attore Gino Capolupo ha precisato che: «Il lavoro che presentiamo ha una particolarità: sarà in dialetto ed i personaggi avranno le caratteristiche dei calabresi e del nostro vivere quotidiano. Il nostro scopo principale è presentare un grande testo del teatro italiano in maniera differente. Ovviamente, la trama è quella originale. La compagnia propone questo spettacolo in due versioni: una di tre atti e una di due atti. Al teatro comunale di Mendicino, porteremo la versione in tre atti con l’epilogo finale che fu tanto contestato dal fratello di Edoardo, Peppino De Filippo, per via della trasformazione di un testo teatrale brillante in una chiave drammatica. Con la morte del personaggio, la commedia era diventata un dramma. L’unione tra i due fratelli si ruppe anche per questo. Stiamo portando questo spettacolo in giro per la Calabria, ma anche fuori Regione».

Domenica 11 dicembre, sempre alle ore 18, andrà in scena “Musical of the night- Broadway e altre storie”, a cura di Antonio Fratto, con Marianna Esposito e Mirko Iaquinta. Assistente di palcoscenico: Patrizia De Luca. Un viaggio affascinante tra i ricordi ed i luoghi cari all’infanzia. Sette racconti che farà planare il pubblico sulle ali della fantasia, ripercorrendo i più grandi successi che hanno conosciuto la gloria di Broadway e il suo luccichio.

L’artista Antonio Fratto ha precisato che: «Sul palcoscenico, Marianna Esposito e Mirko Iaquinta ri-costruiranno l’importanza della speranza, celebrando il sogno in alcune delle sue declinazioni più significative. Così, le ambizioni di piccole donne e di piccoli uomini, scontrandosi ripetutamente con la realtà, cercheranno di volta in volta il riscatto nella favola, rigenerandosi alla fonte della sua inesauribile magia. Un’altalena di testi e note per accarezzare i mondi incantati che ben abbiamo imparato a riconoscere da bambini, pur rimanendo ancorati alla terra, la nostra».

Il direttore artistico della rassegna Sguardi a Sud, Mario Massaro, ha dichiarato di essere «Felice di programmare due spettacoli che ravvivano un po’ le festività in teatro. È il nostro modo di congedare i numerosi spettatori della stagione e dargli appuntamento all’anno prossimo con tante nuove sorprese». (rcs)

MENDICINO – Domenica in scena “Ppp Amore e Lotta – Dico il vero”

Domenica 4 dicembre, a Mendicino, alle 18, al Teatro Comunale, in scena PPP Amore e Lotta – Dico il vero. Si tratta dell’ultimo appuntamento della rassegna di teatro contemporaneo Sguardi a Sud, a cura della Compagnia “Porta Cenere” con la direzione artistica di Mario Massaro e il patrocinio del Comune di Mendicino, prima degli spettacoli natalizi.

PPP Amore e Lotta – Dico il vero è una rappresentazione teatrale diretta da Matteo Tarasco, primo e unico regista italiano nominato membro del Lincoln Center Theatre Directors Lab (New York City), in cui ha lavorato nel 2006 e 2007.

In una drammaturgia di Katia Colica, lo spettacolo nasce da un delicato innesto che mescola ai testi originali alcuni passi della poetica di Pier Paolo Pasolini. A ricoprire il ruolo del celebre scrittore, regista, poeta e intellettuale sarà l’attore Americo Melchionda. Maria Milasi interpreterà la madre e Andrea Puglisi vestirà i panni del fratello Guido Pasolini. Costumi a cura di Malaterra, scenografia di Melis-Lazzaro, musiche di Antonio Aprile. Lo spettacolo “PPP Amore e Lotta – Dico il vero” è una produzione Officine Jonike Arti.

Il regista Matteo Tarasco ha dichiarato che «questo Primo Studio di un percorso più articolato, che vedrà un debutto nel futuro prossimo, non vuole essere semplicemente un omaggio alla memoria di Pier Paolo Pasolini, ma si configura come un viaggio nella memoria di tutti noi. L’autrice Katia Colica ci chiede di ricordare e ci rammenta il valore della memoria e la forza della poesia.  In bilico su un delicato equilibrio, si indaga l’universo familiare mettendo in luce per la prima volta sulla scena Pier Paolo Pasolini poeta, figlio, fratello e il rapporto con la madre Susanna e il fratello Guido, morto ammazzato nella guerra partigiana ancora giovinetto. “PPP Amore e lotta – Dico il vero”, ci invita a lottare per il nostro amore e ad amare la lotta, sempre».

In una dimensione atemporale e metafisica, il Pasolini delle Officine Jonike Arti si racconta tra la confusione del tempo perduto, annebbiato, e la certezza di una grinta che mescola amore e lotta. Vi sono voci e visioni che si mescolano confondendo i piani temporali, fino a divenire allucinazioni, o verità allucinate.

L’ambiguità non ambisce a essere chiarita. Potrebbe essere appena stato ucciso, Pier Paolo Pasolini, all’interno di quella confusione senza tempo che immaginiamo addosso ai defunti che non riescono a lasciare il corpo mortale per avviarsi verso il metafisico:

«Le parole che si perdono e non si trovano più, questa luce dei fari. L’ultimo bacio di mia madre, la strada giusta, la strada giusta per mio padre. Puzzo di frenata. Correre in sogno. Le vetrinette in salotto, le pacche sulla spalla. I fanali che pizzicano gli occhi, un riparo qualunque. Il freddo preso da chi ti aspetta alla stazione. Alzo il finestrino ché piove».

La madre Susanna aspetta alla finestra, in attesa del suo ritorno: «È che ti aspetto ancora. Vi aspetto tutti e due, per capire come vi siete smarriti, qual è la mia colpa, in quale strada del bosco vi ho perduti. Vi aspetto per farmi raccontare la faccia dei lupi che vi hanno sbranato».

Il fratello partigiano Guido, ucciso da giovanissimo nel 1945 durante i fatti legati all’eccidio di Porzus, non è rassegnato alla scomparsa di quel rapporto simbiotico: «Dicono di te che hai perduto la strada di casa, che ti sei fermato in un posto, dovevi vedere qualcuno, e alla fine non ti sei più mosso da lì… Dicono che hai appeso ai tergicristalli della tua automobile una bandiera con cui volevi coprirmi per non farmi prendere freddo, di notte».

Con entusiasmo, il direttore artistico di “Sguardi a Sud” Mario Massaro osserva che: «Ancora una volta ospitiamo la compagnia Officine Jonike Arti con le quali lavoriamo ormai da anni. La drammaturgia originale e la collaborazione di Matteo Tarasco, uno dei più noti e insigniti registi moderni, rendono imperdibile l’appuntamento di questa domenica». (rcs)

MENDICINO (CS) – Domenica in scena “Panza, creanza, ricordanza”

Domenica 27 novembre, a Mendicino, alle 18, al Teatro Comunale, in scena lo spettacolo Panza, crianza, ricordanza di e con Giancarlo Cauteruccio.

Lo spettacolo rientra nell’ambito della rassegna Sguardi a Sud  curata dalla Compagnia “Porta Cenere” e patrocinata dal Comune di Mendicino.

L’ennesima proposta teatrale della kermesse che, dal mese di settembre, continua a conquistare consensi grazie ai suoi spettacoli di elevato pregio artistico. Il 27 novembre a calcare il palcoscenico del teatro comunale di Mendicino con Panza, crianza, ricordanza sarà Giancarlo Cauteruccio, autore, attore, scenografo nonché uno dei registi più innovativi nell’area della seconda avanguardia teatrale italiana. Assistente alla regia: Massimo Bevilacqua. Immagini ed elaborazioni video a cura di Stefano Fomasi, contributi letterari di Augusto Petruzzi. Una produzione del Teatro Studio Krypton.

Lo spettacolo si sviluppa partendo dai due poemetti di Giancarlo Cauteruccio, “Fame, mi fa fame” e “M’arricuardu”, in dialetto calabrese, incentrati sulla condizione di disagio del mondo contemporaneo e sulle sue molteplici problematiche. La fame a cui fa riferimento l’autore è una condizione disperata, un rifugio che si trasforma in un’occasione di dirompente denuncia contro l’orrore. “Fame, mi fa fame” è un lamento, un grido che lentamente si fa poesia per raccontare la guerra del cibo, la guerra dei ricchi e dei poveri, attraversando l’immaginario letterario e artistico medievale e rinascimentale (paese di cuccagna, guerra di quaresima e carnevale) e le opere di Artaud, Celine e, specialmente, Hamsun.

Cauteruccio crede nelle “creature” che abitano il teatro; in un teatro in cui debba esprimersi la propria identità, in un corpo vivo che abbia la capacità di interpretare sé stesso. Infatti, “Panza, crianza, ricordanza” è un lavoro che nasce dalla necessità di «far ritornare la mia esistenza nel ventre materno; dunque, nella mia terra madre e nella mia lingua madre».

Cauteruccio è un emigrato calabrese che ha vissuto 45 anni a Firenze. Ad un certo punto della sua luminosa carriera, dopo aver lavorato in città internazionali e grandi teatri, ha sentito forte la necessità di chiedere “aiuto” alle sue origini. Il regista precisa che «“Panza, crianza, ricordanza” è un testo che ho voluto creare per concretizzare il rapporto con la mia terra. L’ho scritto in dialetto calabrese; in particolare, nella lingua delle Serre Cosentine di cui Mendicino fa parte. Questa occasione, per me, è profondamente sentimentale perché racconta le mie vicende personali, che poi sono le vicende di tutti. In “Fame, mi fa fame”, metto in evidenza la mia patologia, in quanto sono obeso. Il secondo poemetto è incentrato sul ricordo perché ritengo che la memoria sia molto importante per definire la nostra identità».

Il lavoro di Cauteruccio fa leva sulla fame onnivora che tutto ricorda. In scena, affiancato dai suoi fantasmi e dai suoi sensi, il regista/attore affronta lo smembrarsi del tempo, dei fatti, dei luoghi portando su di sé i segni della sua condizione di ammalato di una fame insaziabile. I suoi versi esaltano la possibilità di un ritrovato equilibrio con la natura da cui raccoglie elementi semplici, come quelli evocati dalle ricette culinarie della sua terra, come la sua lingua, ristoro, risorsa e piacere. «Un’alchimia di suoni e sapori da contrapporre al puzzo mefitico di infera memoria che uccide la natura corrompendone la bellezza».

Il direttore artistico della rassegna “Sguardi a Sud”, Mario Massaro, ha dichiarato che «è un onore per noi ospitare una delle personalità più importanti del teatro italiano. L’esperienza e l’umanità di Giancarlo Cauteruccio ci travolgeranno in questo spettacolo cult che riprende un viaggio poetico e personale autentico e di grande impatto». (rcs)

MENDICINO (CS) – Domenica 13 in scena “Quanto resta della notte”

Domenica 13 novembre, a Mendicino, alle 18, al Teatro Comunale, in scena Quanto resta della notte di e con Salvatore Arena.

Lo spettacolo rientra nell’ambito della rassegna Sguardi a Sud, curata dalla Compagnia Porta Cenere e patrocinata dal Comune di Mendicino.

La compagnia, diretta da Massimo Barilla e Salvatore Arena porterà al teatro comunale di Mendicino uno spettacolo intenso, emozionante, ricco di riflessioni. Quanto resta della notte è un racconto incentrato sulla morte di una madre e sulla necessità di ogni uomo di superare i drammi della vita attraverso i ricordi. Ed è proprio il susseguirsi di ricordi a risvegliare nel cuore del protagonista una verità nascosta.

Quanto resta della notte è un urlo muto, quieto-inquieto, cosparso di lacrime e rimorso, sacrifici inevitabili. È un appellarsi alla coscienza, all’ascolto degli altri per consegnarsi al perdono. L’anima del protagonista, Pietro, è attraversata da innumerevoli sentimenti da cui emerge l’esigenza di andare alla ricerca della fede. Il testo nasce dalla necessità di andare oltre la notte per immaginare un tempo dedicato all’amore, per vivere la malattia come guarigione. La morte della madre rappresenta il riavvicinamento di un figlio alla vita.

In scena, l’attore resta immobile su una sedia, ancorato in quello spazio; non ha alcuna via di fuga. L’immobilità è un confronto estremo con la vita che si muove; è un confronto è con sé stesso.

L’autore e attore Salvatore Arena precisa che «Questo racconto nasce dal bisogno di capire da dove partiamo, dove arriviamo e, soprattutto, dall’esigenza di comprendere che cosa ci attraversa quando viviamo determinate esperienze negative e di scoprire in che modo quelle esperienze ci accompagnano per tutta la vita. In questo spettacolo, emerge il bisogno di riappropriarsi di una coscienza».

«Bisogno – ha proseguito – che il protagonista Pietro avverte nel ritornare da sua madre in fin di vita a causa di una malattia. Malattia che rappresenta l’elemento di riappropriazione della memoria e l’invito ad una riflessione sulla vita. Stando accanto al figlio, è come se la madre partorisse due volte. La prima quando il figlio nasce, la seconda per rimetterlo al mondo. “Quanto resta della notte” è un viaggio che porta il protagonista dalla Sicilia alle campagne di Reggio Emilia, dal sole siciliano alla nebbia di quella terra».

Il direttore artistico della rassegna “Sguardi a Sud” Mario Massaro ha dichiarato che «La compagnia Mana Chuma è una delle più importanti del panorama teatrale italiano. Li ospitiamo per la seconda volta con il bravissimo attore Salvatore Arena. È uno spettacolo particolare nella costruzione perché vede un solo personaggio in scena. Tratta un argomento molto delicato che riguarda la mancanza di una persona cara. Consiglio vivamente di venire a teatro per emozionarsi». (rcs)

MENDICINO (CS) – Domenica in scena “Il pesciolino d’oro”

Domenica 6 novembre, al Teatro Comunale di Mendicino, in scena lo spettacolo Il pesciolino d’oro con Mirko Iaquinta ed Elisa Ianni Palarchio. Scene e regia a cura di Natale Filice, elementi scenici realizzati da Eros Leale, videomapping di Gianpaolo Palumbo e Valerio Massimo Filice.

Lo spettacolo rientra nell’ambito della rassegna Sguardi a Sud, curata dalla Compagnia Porta Cenere e patrocinata dal Comune di Mendicino.

Il 6 novembre, la compagnia teatrale Porta Cenere tornerà a calcare il palcoscenico con una produzione innovativa della celebre fiaba dello scrittore russo Aleksandr Sergeevič Puškin. Riconosciuta nel 2021 dal Fondo Unico dello Spettacolo del Ministero della Cultura e dalla Regione Calabria come compagnia professionistica di produzione per l’innovazione e l’infanzia e la gioventù, Porta Cenere offrirà al pubblico uno spettacolo dal forte impatto visivo grazie all’uso di tecnologie visive di ultima generazione.

Il videomapping coinvolgerà totalmente gli spettatori rendendoli parte integrante della storia. I presenti saranno catapultati nella curiosa avventura di un povero pescatore che trova nella sua rete un pesciolino magico a cui decide di restituire la libertà. Dopo essere stato liberato, in segno di gratitudine, il pesciolino concederà al pescatore la possibilità di esprimere un desiderio. Soddisfatto della sua vita, il pescatore non avanza alcuna richiesta, mentre la sorella lo esorta a ritornare dal pesciolino d’oro chiedendogli sempre di più. Le richieste aumentano a dismisura, cosicché alla fine tutto ritorna come prima. Morale della fiaba: “chi troppo in alto va cade sovente, precipitevolissimevolmente”.

Lo spettacolo rientra nell’offerta di teatro ragazzi che la compagnia teatrale porta avanti da molti anni e vuole lanciare un messaggio importante: bisogna essere contenti di ciò che si ha, perché chi troppo vuole spesso rischia di rimanere con un pugno di mosche in mano. Un avvertimento importante che invita alla riflessione.

Il direttore artistico di “Sguardi a Sud”, Mario Massaro, ha dichiarato che «lo spettacolo è già in scena per le scuole nelle matinée e rientra nell’offerta della compagnia Porta Cenere per le nuove generazioni insieme al teatro racconto di “Momotaro, il figlio delle pesche” e i “Racconti in valigia”, e ai prossimi spettacoli di dicembre dedicati proprio ai più piccoli. Speriamo che domenica numerose famiglie possano assistere a questo spettacolo, molto particolare da un punto di vista scenografico grazie all’uso del videomapping».

Il regista Natale Filice ha precisato come «il testo è stato riscritto da noi, come facciamo sempre, con una tecnica di drammaturgia a braccio. La tradizione è veramente vasta nel folklore. Punto di partenza: il testo di Puškin. Ho preso in considerazione la tradizione russa, ma anche le trascrizioni in ambito germanico. Poi, c’è tutta una parte di tradizione che abbraccia l’Eurasia. In questo spettacolo, abbiamo affrontato diverse tematiche: il rispetto del mare, il rispetto delle creature marine e, più in generale, il rispetto dell’ecosistema».

«Ho tentato di mantenere un equilibrio nella storia – ha proseguito – proprio per evitare che vi fossero interpretazioni troppo servite, quindi univoche. In essa, sono racchiusi anche aspetti esoterici. Per quanto riguarda l’aspetto visuale, c’è un importante sforzo pittorico».

L’attore Mirko Iaquinta ha sottolineato di essere felice di «collaborare nuovamente con Sguardi a Sud e di lavorare con artisti, amici e colleghi per cui nutro tanta stima e affetto. In questo spettacolo, ricoprirò il ruolo del protagonista di una fiaba per ragazzi. Uno spettacolo a cui, a mio parere, dovrebbero assistere anche gli adulti perché gli argomenti trattati interessano proprio tutti a partire dall’incontentabilità fino ad arrivare all’amore».

«Nel personaggio che interpreto – ha aggiunto – sto mettendo tutta la mia umanità. Il teatro ci dà la possibilità di arricchirci e regalarci tutta la bontà e la genuinità che ci serve per costruire un mondo migliore».

L’attrice Elisa Ianni Palarchio ha evidenziato che «abbiamo tirato fuori una drammaturgia originale. Ho l’onore e l’onere di ricoprire tre personaggi: il narratore, il pesciolino e Petunia, cioè la sorella del nostro protagonista. Sono messa vocalmente alla prova con tre registri differenti: quello medio del narratore; quello alto e sottile del pesciolino; quello forte, profondo e rauco di Petunia».

«Per lo spettatore sarà come avere davanti un cartone animato – ha concluso – con l’attore in carne e ossa sul palco. Ma l’idea è ancora più complessa e interessante. Ci tenevo moltissimo a sperimentare questa tecnica del videomapping. È stato importante provare, sbagliare e riuscirci». (rcs)

MENDICINO (CS) – Domenica 23 in scena “La guerra di Paulinuzzu Millarti”

Domenica 23 ottobre, al Teatro Comunale di Mendicino, in scena lo spettacolo La guerra di Paulinuzzu Millarti, un monologo scritto e interpretato da Andrea Puglisi con la regia di Benedetta Nicoletti, con la partecipazione di Christian Bruno (attore) e Marta Naccarato (assistente alla regia).

Lo spettacolo rientra nell’ambito della quinta edizione della rassegna Sguardi a Sud, curata dalla Compagnia Porta Cenere e patrocinata dal Comune di Mendicino.

Vincitore della XIII edizione della rassegna nazionale “Premio Più a Sud di Tunisi”, lo spettacolo racconta le vicissitudini di Paolo Montalto, abitante della cittadina marinara di Portopalo di Capo Passero, in Sicilia, reduce della Seconda Guerra Mondiale. Il monologo teatrale nasce dopo l’incontro avvenuto il 2 agosto 2017 con il signor Paolo Montalto che, all’età di 98 anni, con un’incredibile lucidità mentale, racconta all’attore Andrea Puglisi la sua vita, la sua guerra.

Supportato dal libro di memorie Le avventure di Paulinuzzu Millarti, realizzato dal figlio Francesco Montalto, e grazie alla testimonianza diretta di Paolo Montalto, l’attore Andrea Puglisi ha dato vita ad un testo teatrale struggente e brillante. Perché “Paulinuzzu Millarti”? Millarti, ovvero mille-arti, fa riferimento alla straordinaria capacità del reduce di guerra di adattarsi alle varie circostanze e di praticare una serie infinita di arti e mestieri.

La rappresentazione teatrale consente allo spettatore di rivivere alcuni episodi drammatici della Seconda Guerra Mondiale, nonché i timori per la spagnola (la pandemia di quei tempi). Uno spettacolo che permette di leggere la speranza e la gioia negli occhi di chi è sopravvissuto, nel volto di colui che riesce a tornare a casa per riabbracciare i suoi cari. “La guerra di Paulinuzzu Millarti” è un’esplosione di emozioni. Obiettivo di Andrea Puglisi (attore e autore del testo) e Benedetta Nicoletti (regista) è preservare la memoria in un periodo storico che sembra aver dimenticato gli errori del passato. Nello spettacolo sono presenti registrazioni audio di eventi storici, dichiarazioni originali di guerra (audio istituto Luce), registrazione dei comunicati ufficiali in lingua originale della fine del conflitto. La colonna sonora dello spettacolo ripercorre cronologicamente la storia; si passa così dalle musiche dei primi anni ’10 fino alle musiche del ventennio fascista per arrivare fino a Spring Waltz di Chopin con cui si chiude il sipario.

L’attore e autore Andrea Puglisi ha dichiarato che «La guerra di Paulinuzzu Millarti compie quattro anni. Da quando abbiamo cominciato il nostro viaggio sono accadute moltissime cose. Abbiamo portato la storia di Paolo Montalto in scena e, soprattutto, nel cuore. L’emozione è sempre quella della prima replica. Lo stesso accade per questo appuntamento a Mendicino: teatro amico, spazio necessario, crogiolo di incontri e luogo di “medicamento” culturale radicato in un Sud Italia che, dopo essere stato azzoppato, non può far altro che volare. Il ringraziamento più grande va al direttore artistico Mario Massaro, artista di spiccata sensibilità».

La regista Benedetta Nicoletti ha sottolineato che «Dagli occhi di un reduce passano le storie di coloro che non ce l’hanno fatta, passano interrogativi che pesano come macigni, risposte da chiedere al vento o a Dio, se pure lui ancora resiste. La morte chiama morte, irridendo la vita, ma la vita si attacca a sé stessa, tenace, anche quando sembra non ci sia più nulla da fare. E come ci insegna la guerra di Paulinuzzu Millarti, a volte, vince».

Il direttore artistico di “Sguardi a Sud”, Mario Massaro, ha osservato che lo spettacolo «testimonia le atrocità che la guerra porta con sé a livello mesosociale, di connessione tra l’individuo e il macrosistema. Un racconto sincero, nel quale Andrea Puglisi dimostra tutta la sua capacità attoriale e che consiglio vivamente di venire a vedere». (rcs)

A Mendicino al via “Sguardi al Sud”

È stata presentata la quinta edizione di Sguardi al Sud, la rassegna di teatro contemporaneo a cura della bCompagnia Porta Cenere che, da domani, 25 settembre, fino all11 dicembre, animerà il Teatro Comunale di Mendicino con 10 spettacoli.

La nuova stagione è stata presentata durante la conferenza stampa tenutasi presso Palazzo Campagna, in presenza dell’ingegner Antonio Palermo (sindaco di Mendicino), di Rossella Giordano (assessore al teatro e agli eventi del Comune di Mendicino), Mario Massaro (direttore artistico della rassegna) e di Elisa Ianni Palarchio (Teatro comunale di Mendicino). A moderare l’incontro, l’ufficio stampa della rassegna Denise Ubbriaco. Il sindaco di Mendicino, Antonio Palermo, ha dichiarato che «“Sguardi a Sud” è una rassegna teatrale a cui teniamo molto. Una kermesse che, in tutti questi anni, abbiamo portato avanti grazie al nostro direttore Mario Massaro. È grande la soddisfazione per questa quinta edizione che sugella un lungo percorso di programmazione. Siamo molto contenti che, per l’ennesima volta, il teatro comunale di Mendicino possa offrire una proposta culturale di alto livello. L’invito rivolto a tutti è di venire nel nostro borgo per questa bellissima rassegna».

L’assessore al teatro e agli eventi del Comune di Mendicino, Rossella Giordano, ha osservato che: «L’anno scorso è stata una stagione straordinaria. Abbiamo avuto tante presenze. La cosa più bella è stato constatare la felicità del pubblico per gli spettacoli portati al nostro teatro. Dietro questa stagione c’è tanto lavoro. Ringrazio tutta la compagnia Porta Cenere per la realizzazione di questa rassegna. Quest’anno, avremo compagnie provenienti da tutta Italia. Andiamo a teatro perché abbiamo bisogno di ricominciare, abbiamo bisogno di svago dopo due anni di pandemia. È arrivato il momento di vivere in maniera gioiosa».

La proposta teatrale di “Sguardi a Sud” punta alla qualità, accoglie compagnie nazionali e internazionali che, nel corso degli anni, hanno conquistato il plauso di pubblico e critica. Il direttore artistico della rassegna Mario Massaro ha infatti evidenziato l’importanza di «portare sul territorio spettacoli che altrimenti non vedremmo. Il teatro contemporaneo sta andando un po’ a morire qui in Calabria. Occorre dare un segnale. Il primo spettacolo andrà in scena domenica 25 settembre. La scelta di questa data non è un caso. La gente potrà andare a votare e poi venire a teatro per assistere ad uno spettacolo che invita a riflettere sulla situazione attuale in Italia».

Gli appuntamenti della stagione teatrale “Sguardi a Sud”.

Si parte domenica 25 settembre con la prima nazionale dello spettacolo 4×25, scritto, diretto e interpretato da Lorenzo Praticò in una produzione di Rossosimona di Rende (CS), vincitrice del Premio Scenario nel 2001. Un monologo a più voci, o meglio un dialogo per voce sola, con personaggi diversi che si raccontano e vengono raccontati in uno spazio simbolico e in un tempo che potrebbe definirsi “essenziale”. Una narrazione che lascia poco spazio alla speranza. Le isole di leggerezza rappresentano un semplice tentativo di prendere fiato, senza smarrire la propria identità. Uno spettacolo che si focalizza su temi attualissimi come il lavoro e ripercorre la storia di lavoratori senza nomi e senza volti, parla di muri da scalare, di dignità calpestata e di lunghe strade da percorrere.

Domenica 9 ottobre, andrà in scena lo spettacolo Medea, Desìr, scritto e diretto da Fabio Tolledi, con Roberta Quarta, Simonetta Rotundo, Matteo Mele. La compagnia “Astragali Teatro” di Lecce racconterà la storia di Medea, donna, straniera e selvaggia, creatura altra che resiste e ama.

Il 23 ottobre ci sarà lo spettacolo La Guerra di Paulinuzzu Millarti, vincitore del Premio “più a Sud di Tunisi”. Lo spettacolo, con la regia di Benedetta Nicoletti, è nato dall’incontro tra il signor Paolo Montalto, reduce dalla Seconda guerra mondiale, e l’attore Andrea Puglisi. Tra aneddoti e storie inverosimili realmente accadute, la rappresentazione teatrale fa rivivere allo spettatore le atrocità della guerra, il timore della pandemia spagnola, le emozioni dei sopravvissuti.

Il 6 novembre, la proposta teatrale di “Sguardi a Sud” è rivolta ai più piccini con lo spettacolo di teatro ragazzi “Il pesciolino d’oro”, con la regia di Natale Filice e con Elisa Ianni Palarchio e Mario Massaro. Una fiaba antica e divertente che verrà resa accattivante e innovativa grazie al videomapping.

Il 13 novembre, la compagnia Mana Chuma (compagnia vincitrice nel 2019 del premio della critica ANCT) porterà al Teatro Comunale di Mendicino Quanto resta della notte, lo struggente racconto di e con Salvatore Arena. Lo spettacolo parla della morte di una madre e del bisogno di ogni uomo di superare i drammi della vita attraverso i ricordi, le parole del quotidiano.

Il 20 novembre, il sipario del Teatro Comunale di Mendicino si aprirà per la nuova produzione di Porta Cenere, Le bureau de porc – la stanza del maiale. Testo scritto e diretto da Natale Filice, già portato nei primi anni 2000 e che, adesso, verrà riproposto in una nuova veste. Lo spettacolo racconta la storia di Barbablù, ma anche la storia di come viene trattato il maiale nel nostro territorio. Uno spettacolo innovativo dal punto di vista scenografico.

Il 27 novembre andrà in scena lo spettacolo Panza, crianza, ricordanza di e con Giancarlo Cauteruccio, noto in Italia e all’estero per la sua particolare poetica basata sul rapporto tra arte e tecnologia. Lo spettacolo verte sulla condizione di disagio del mondo contemporaneo e sulle sue molteplici problematiche.

Il 4 dicembre si chiuderà la rassegna del teatro contemporaneo con uno spettacolo su Pasolini, PPP, amore e lotta. Drammaturgia di Katia Colica, con Americo Melchionda, Maria Milasi e Kristina Mravcova. Uno spettacolo a cura di Officine Jonike delle Arti, un testo originale e una nuova produzione.

Per gli appuntamenti Natale a teatro, il 10 dicembre andrà in scena Natale in casa Cupiello, in vernacolo calabrese, a cura della compagnia de “I commedianti” di Soveria Mannelli. L’11 dicembre la rassegna “Sguardi a Sud” chiuderà con il concerto a cura di Antonio Fratto e Marianna Esposito dal titolo Musical of the night- Broadway e altre storie.

MENDICINO (CS) – La quinta edizione di Sguardi al Sud

Il 22 settembre, a Mendicino, alle 18, a Palazzo Campagna, si presenta la quinta edizione della stagione teatrale Sguardi al Sud, la rassegna di teatro contemporaneo che si terrà dal 25 settembre all’11 dicembre al Teatro Comunale di Mendicino e la direzione artistica di Mario Massaro.

Nel corso della conferenza stampa, interverranno l’ingegner Antonio Palermo (sindaco di Mendicino), Rossella Giordano (assessore al teatro e agli eventi del Comune di Mendicino), Mario Massaro (direttore artistico della rassegna) ed Elisa Ianni Palarchio (Teatro comunale di Mendicino). A moderare l’incontro, l’ufficio stampa della rassegna Denise Ubbriaco.

Sguardi a Sud è una stagione teatrale unica sul territorio, curata dalla compagnia Porta Cenere, con il patrocinio del Comune di Mendicino. Una compagnia composta da professionisti del settore teatrale, musicale e artistico che sperimenta nuovi linguaggi, lancia i giovani attori, promuove il territorio ed è presente nei più importanti festival nazionali.

Già nelle precedenti edizioni, Sguardi a Sud ha dato risalto a tutte quelle compagnie nazionali e internazionali che hanno conquistato il plauso di pubblico e critica, offrendo così agli spettatori una proposta teatrale variegata che punta all’eccellenza, che intreccia continue relazioni con professionisti insigniti di numerosi premi e che coltiva un pensiero critico radicale sull’esistente interpellando nuovi immaginari. Indimenticabile “La Lettera” di Paolo Nani, uno degli spettacoli più rappresentati al mondo. Un vero successo che ha conquistato il pubblico del territorio calabrese con le sorprendenti trasformazioni del formidabile artista.

Sguardi a Sud è un contenitore di idee, di iniziative e di incontri finalizzati a riportare la gente a teatro, che prevede anche teatro ragazzi e laboratori con alcuni dei più importanti enti pubblici e privati. La compagnia Porta Cenere ha vinto numerosi premi per i cortometraggi realizzati con PartecipaAzione Aps.

Nel 2021, è stata inoltre riconosciuta “Compagnia di innovazione e del teatro per l’infanzia e la gioventù” da parte del ministero della Cultura e Compagnia di Produzione della Regione Calabria. L’attenzione rivolta alla contemporaneità del teatro e all’educazione di giovani professionisti del settore ha reso la stagione un punto di riferimento per gli appassionati e non solo.

Il direttore artistico Massaro ha dichiarato che «anche quest’anno, siamo riusciti a realizzare una stagione di teatro contemporaneo mettendo insieme compagnie nazionali che si alterneranno con spettacoli rinomati. Cerchiamo di dare continuità a un evento ormai consolidato negli anni, difficilissimo da organizzare, che ha il suo fulcro centrale nel lavoro di tanti artisti e tecnici del mondo dello spettacolo».

«Una stagione ricca – ha concluso – che offre svariati appuntamenti e che ci permette di riprendere le attività con la solita determinazione e con l’entusiasmo di chi crede ancora che il teatro sia una delle più alte forme artistiche di comunicazione da salvaguardare e tutelare».

L’assessore al teatro e agli eventi del Comune di Mendicino, Rossella Giordano, ha evidenziato che «La scorsa stagione teatrale ha visto una partecipazione di pubblico davvero consistente e sono certa che questa nuova stagione non sarà da meno. Così come sono certa che tutti gli spettacoli che andranno in scena avranno un alto gradimento in quanto tutti realizzati da apprezzate compagnie teatrali su scala nazionale e tutti di elevata qualità. E proprio per questo motivo invito tutti gli amanti del teatro a venire a Mendicino certa che ne rimarranno soddisfatti».

La stagione teatrale “Sguardi a Sud” si aprirà domenica 25 settembre con la prima nazionale dello spettacolo 4×25, scritto, diretto e interpretato da Lorenzo Praticò in una produzione di Rossosimona di Rende (CS), vincitrice del Premio Scenario nel 2001.

Un monologo a più voci, o meglio un dialogo per voce sola, con personaggi diversi che si raccontano e vengono raccontati in uno spazio simbolico e in un tempo che potrebbe definirsi “essenziale”. Una narrazione che lascia poco spazio alla speranza. Le isole di leggerezza rappresentano un semplice tentativo di prendere fiato, senza smarrire la propria identità. Uno spettacolo che si focalizza su temi attualissimi come il lavoro e ripercorre la storia di lavoratori senza nomi e senza volti, parla di muri da scalare, di dignità calpestata e di lunghe strade da percorrere. (rcs)

MENDICINO (CS) – In scena “La maglia nera. Malabrocca al Giro d’Italia”

Domani pomeriggio, a Mendicino, alle 18, al Teatro Comunale, in scena La maglia nera. Malabrocca al Giro d’Italia, di e con Alberto Barbi.

Lo spettacolo, che rientra nell’ambito della rassegna Sguardi a Sud della Compagnia Porta Cenere, è scritto da Alberto Barbi insieme  a Paolo Cecchetto e Laura Quaglia e prodotto da E20inscena di Torino.

l ciclismo è un’epopea, con i suoi eroi, i suoi vincitori, i suoi caduti. Per anni nei bar ci si divideva tra Coppi o Bartali, Moser o Saronni. E poi d’estate tutti in spiaggia a sfidarsi con le biglie e le figurine dei grandi campioni. Il giro d’Italia è un racconto, una storia di come siamo cambiati. Di come la società si evolve e si modifica, del culto del vincitore e del perdente. Negli anni intorno alla Seconda guerra mondiale due sfide affascinarono i tifosi. La lotta per il primo posto, Coppi e Bartali, e lo scontro per l’ultimo posto, Carollo e Malabrocca.

Luigi Malabrocca, la maglia nera del giro d’Italia. Un piccolo campione che capisce che non potrà mai lottare con i grandi del suo tempo, e allora decide di essere l’ultimo: la maglia nera del giro. La sua diventa un’epica sfida per arrivare ultimo contrucchi, nascondigli e fughe in solitaria all’incontrario. E la sua scelta gli attira la simpatia in un’Italia appena uscita dalla guerra, che ancora sa schierarsi con il più debole. A volte gli estremi si toccano. Coppi e Malabrocca furono amici dall’inizio della carriera. Un racconto di una Italia molto diversa. Un racconto poetico e divertente, difficile e avventuroso come sa essere il ciclismo. Come è in fondo la vita. (rcs)

MENDICINO (CS) – In scena “Antigone. Il sogno della farfalla”

Domani sera, a Mendicino, alle 18, al Teatro Comunale, in scena Antigone. Il sogno della farfalla, della Compagnia Officine Jonike delle Arti.

Lo spettacolo, con tratto da La tomba di Antigone, romanzo di Maria Zambrano, è con Maria Milasi e Americo Melchionda che ne ha curato la regia, ed è il secondo appuntamento della rassegna Sguardi a Sud, organizzata dalla Compagnia Porta Cenere con il patrocinio della Città di Mendicino.

Antigone – Il sogno della Farfalla” dà voce a tutte quelle donne – eroine/martiri – che lottano contro le leggi prevaricatrici generate dall’abuso del potere, dalla violenza della guerra e dall’annichilimento del concetto stesso di “Umanità”. Antigone rinchiusa dentro il buio di una prigione fisica e metaforica, accende e spegne una torcia come ad illuminare i volti degli spettatori.

Nel delirio scatenato dalle pillole PMKZeta che invano tenta di ingurgitare per dimenticare, crede di rivedere gli affetti negati della sua esistenza (Ismene, Giocasta, Edipo, la nutrice Anna), e li oltrepassa dentro la propria psiche come fossero ombre, fino a scontrarsi prima con l’Arpia – ragno del cervello che materializzandosi la destabilizza installandole il dubbio di aver agito per pietà e non per amore – e poi con Eteocle/Polinice – fratelli l’uno alter ego dell’altro, personalità multiple dallo stesso volto ancora in guerra tra di loro. (rcs)