A Copanello di Stalettì attivata la Stazione Metereologica

È stata attivata, a Copanello di Stalettì, la prima e unica Stazione Metereologica della zona, realizzata grazie all’impegno della Stazione Meteorologica Sant’Elia di Catanzaro, diretta da Francesco Benevento.

L’inaugurazione della stazione meteorologica di Copanello, rappresenta un traguardo importante per la meteorologia calabrese e per la comunità locale. Grazie all’impegno della Stazione Meteorologica Sant’Elia e all’Associazione Insieme per Copanello, guidata da Danilo Sorrenti, questa località nota in tutto il mondo si prepara a diventare un punto di riferimento per la ricerca climatica e la salvaguardia ambientale.

La stazione meteorologica, finanziata interamente con fondi privati, è stata installata in un punto strategico per raccogliere dati sul clima locale, influenzato dalla vicinanza al mare e dai rilievi circostanti.

Questo progetto non rappresenta solo un’innovazione tecnologica, ma anche un contributo essenziale alla rete regionale di monitoraggio climatico. La collaborazione con l’associazione Insieme per Copanello, ha giocato un ruolo determinante nell’individuazione del sito e nella logistica dell’installazione. L’associazione si è impegnata per garantire il successo dell’iniziativa.

«La stazione di Copanello rappresenta un grande passo avanti per il monitoraggio climatico in Calabria»,  ha sottolineato Francesco Benevento.

«Siamo orgogliosi di aver contribuito a un progetto così significativo per la nostra comunità – ha dichiarato il presidente Sorrenti. –. Questa stazione non solo aiuterà a monitorare il clima, ma rappresenta un esempio di come la cooperazione possa portare valore aggiunto al nostro territorio».

Il fondatore e presidente del Premio Mar Jonio, Luigi Stanizzi, ha evidenziato come tutte le iniziative, mirate alla valorizzazione e tutela della Costa Jonica, vadano salutate con gratitudine e riconoscenza nei confronti di tutti i meritevoli promotori.

La stazione è dotata di strumenti avanzati per rilevare parametri come temperatura, umidità, velocità e direzione del vento, pressione atmosferica e pluviometria. Grazie a un sistema di trasmissione dati via satellite, i risultati saranno disponibili in tempo reale, fornendo informazioni essenziali per la prevenzione di eventi meteo estremi, come mareggiate e piogge torrenziali, che spesso colpiscono la zona. (rcz)

La via della bellezza da Amaroni a Stalettì

Si intitola La via della bellezza il progetto realizzato dall’Associazione Terra di Mezzo, guidato da Gianni Paone e volto a offrire ai giovani che vivono o studiano nell’area comprendente i comuni di Girifalco, Squillace, Amaroni, Vallefiorita, Stalettì e Gasperina, l’opportunità di approfondire la conoscenza del territorio circostante, attraverso la ricerca sui testi e l’esplorazione d’ambiente.

 L’obiettivo principale è stato quello di promuovere l’acquisizione di una maggiore consapevolezza di sé nei partecipanti e di favorire una più puntuale conoscenza e valorizzazione del territorio in cui gli stessi vivono. Le attività progettuali svolte hanno avuto lo scopo di sollecitare la scoperta di un patrimonio materiale (storico e naturalistico) e immateriale (spesso ignorato) e, attraverso questo, di promuovere la cittadinanza attiva come cognizione, scoperta e descrizione dell’ambiente in cui i giovani si trovano immersi.

«L’idea di lavorare con giovani che hanno vissuto il lockdown dovuto all’emergenza pandemica – ha spiegato Paone – che ha determinato un ritrarsi in relazioni asfittiche e virtuali, ci ha convinti che fosse necessario condurre un’attività di esplorazione d’ambiente per riappropriarsi insieme della libertà di muoversi e rifondare relazioni comunitarie e rapporti intergenerazionali. Non secondario l’obiettivo di riscoprire il proprio passato, e di individuare percorsi di conoscenza artistico-naturalistici e diffonderli attraverso un uso corretto della “creatività giovanile”».

Grazie all’esperienza dei volontari dell’Associazione come Micaela Papa e, in particolare Raffaele Viscomi, i partecipanti, attraverso l’attivazione di esperienze pratiche d’apprendimento, hanno potuto sperimentare processi di sviluppo creativo e hanno imparato a costruire relazioni e fare rete per cooperare allo scopo di realizzare un proprio progetto (la realizzazione di riprese immersive a 360° per un utilizzo sia su pc che su visori di realtà virtuale e di uno storytelling che guidi alla scoperta del territorio).

Un indubbio valore aggiunto del progetto è stata la creazione di una rete di relazioni tra enti, associazioni no profit, amministrazioni comunali e istituzioni scolastiche che non si limita al periodo progettuale ma che è destinato ad avere sviluppi fruttuosi nel tempo come dimostrerebbe l’interesse manifestato dal Cpia con il coinvolgimento dei giovani extracomunitari e dall’Istituto d’Istruzione Superiore Ettore Majorana di Girifalco, che ha richiesto l’attuazione di un Pcto per l’anno scolastico 2024-25 basato sull’esplorazione del territorio, lo storytelling e la realizzazione di filmati immersivi.

«Il progetto – ha spiegato Raffaele Viscomi – era rivolto ai giovani dai 15 ai 34. A loro è stato chiesto di segnalare beni culturali e di interesse naturalistico, storico, artistico, archeologico, architettonico, etno-antropologico, letterario e di candidarsi a un percorso formativo sulla narrazione e sulle tecniche di ripresa a 360°, per le quali sono stati affiancati dai tutor di Terra di Mezzo».

I giovani partecipanti provenivano da tutti i comuni indicati e i tour immersivi realizzati, a esempio quelli su Amaroni e Stalettì, sono visibili sul web e messi a disposizione dei Comuni partner.

Terminato il progetto, inizierà la disseminazione dei risultati con incontri di presentazione del lavoro svolto con il coinvolgimento di altri Comuni che hanno espresso interesse a realizzare il progetto anche nel loro territorio. (rcz)

A Stalettì alla scoperta di Giuseppe Gangale

Ha riscosso curiosità e interesse l’evento svoltosi a Stalettì e dedicato a Giuseppe Gangale, glottologo, filosofo, massone, uno dei maggiori studiosi della cultura arbëreshë.

Ha introdotto i lavori il giornalista Luigi Stanizzi, che ha catturato l’attenzione del pubblico accennando alla ricca biografia di Gangale, che fu anche Maestro della Loggia Massonica “Tommaso Campanella” di Catanzaro. Subito dopo il sindaco di Stalettì, prof. Mario Gentile, ha parlato di Gangale dal punto di vista storico e sociale. Poi, è subito partita la proiezione di  “Gangale” il fortunato film documentario di Eugenio Attanasio che riscuote, fin dalla prima uscita, un inarrestabile successo di critica e di pubblico.

Dopo la proiezione Attanasio ha spiegato in ogni dettaglio il suo lavoro e il rapporto con le comunità degli albanesi di Calabria, fra tradizione e innovazione. A seguire l’intervento del dott. Domenico Levato, personalità culturale storicamente ai vertici della Cineteca regionale, che ha narrato episodi inediti e gustosi sulle minoranze linguistiche della nostra terra, ancora da scoprire, le cui tradizioni vanno salvaguardate per evitare che scompaiano del tutto. Numerose le domande poste al sindaco Gentile, al regista Attanasio, al dott. Levato. Alcune anche provocatorie per animare il dibattito.

La cultura arbëreshë rischia di sparire ma, al contempo, rischia di sparire anche la cultura popolare calabrese, dalla lingua agli usi e consuetudini. I relatori di sono soffermati sulla necessità dell’accoglienza dei popoli che solcano il mare per arrivare in Calabria. A questo punto il moderatore Luigi Stanizzi ha fatto osservare che qualche secolo addietro, le incursioni turchesche mettevano a ferro e fuoco tanti centri calabresi, terrorizzando le popolazioni, facendo razzie, portando via donne come schiave, incendiando chiese, come per esempio avvenuto più volte nell’antica Cropani. Continue incursioni nefaste, tanto da realizzare la costruzione di torri di avvistamento su tutto il litorale calabrese.

Il sindaco Gentile, attingendo alla sua cultura storica, sociologica e politica in una visione globale, ha ribadito che l’accoglienza deve essere garantita senza tentennamenti. Sulla stessa linea Attanasio. L’iniziativa si è tenuta nell’Anfiteatro di Palazzo Aracri, per volontà  dell’intera amministrazione comunale, che ha organizzato un fitto e variegato  programma di prestigiose iniziative culturali, con il fattivo contributo di tutti, in particolare dell’assessore Salvatore Bocchino.

Nel dibattito con il pubblico la dottoressa Vatrella, prendendo spunto dalle immagini del film con costumi tradizionali, ha ricordato la necessità di custodire e valorizzazione le tradizioni popolari, e le istituzioni devono fare la loro parte altrimenti andranno perdute per sempre. Il sig. Calabretta, invece, ha focalizzato l’attenzione su una parola che purtroppo sembra desueta, in via di estinzione: onestà. Da applicare ad ogni comportamento.

Giuseppe Gangale nacque a Cirò,  completati gli studi secondari presso il Collegio liceo italo-albanese di San Demetrio Corone, lo stesso in cui si recava per studiare l’intellighenzia arbëreshe e albanese, dal 1916 al 1918, prese parte al primo conflitto mondiale. Finita la guerra, frequenta la facoltà di Filosofia di Firenze, e si laurea con una tesi sui Pensieri di Pascal. A Firenze diviene saggista ed editore, affrontando grossi intralci, a causa anche della sua fede, essendo in una fase storica in cui la libertà di pensiero era sottoposta a dure censure. Ritorna in Calabria, dopo un lungo pellegrinaggio fisico per tutta l’Europa e quello spirituale tra riforma protestante e filosofia.

A Crotone, dove si trasferisce nel 1978, dopo aver sposato la sua collaboratrice Margherita Huffer, frequenta la Chiesa Adi e il pastore Francesco Rauti.
Il professore Gangale, nel film interpretato dall’attore Mario Marascio, scelse di iniziare la ricerca da Marcedusa, perché lo considerava il più antico insediamento albanese in Calabria, e anche perché si parlava una lingua che aveva subito meno contaminazione. Con la passione dello studioso e la pazienza di un certosino, dedicò molto tempo alla registrazione di vocaboli, espressioni, modi di dire, racconti, favole e poesie.

STALETTÌ (CZ) – La proiezione gratuita del film “Gangale” di Attanasio

Domani sera, a Stalettì, alle 21.30, all’Anfiteatro di Palazzo Acri, sarà proiettato il film, Gangale di Eugenio Attanasio.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna Alla scoperta dei Grandi calabresi sconosciuti o dimenticati, promossa dalla Cineteca della Calabria presieduta da Eugenio Attanasio in collaborazione con il Sindacato Libero Scrittori Italiani – sezione Calabria, presieduto da Luigi Stanizzi.  L’evento, ancora una volta, si fregia del patrocinio della Regione Calabria e del Comune di Stalettì, guidato dal sindaco Mario Gentile.

Il sindaco Gentile porterà il saluto istituzionale dell’intera amministrazione comunale, che ha organizzato un fitto e variegato programma di prestigiose iniziative culturali, con il fattivo contributo di tutti, in particolare dell’assessore Salvatore Bocchino. Seguirà l’intervento del dott. Domenico Levato, personalità culturale storicamente ai vertici della Cineteca regionale. Modera il Giornalista professionista Luigi Stanizzi. Trae le conclusioni il regista cinematografico Eugenio Attanasio. Infine, è previsto il dibattito con il pubblico. L’ingresso è gratuito, la cittadinanza è invitata a partecipare.
Certamente la borghesia illuminata di Stalettì, diventando più partecipativa, ha così la possibilità di conoscere più da vicino un grande calabrese: Giuseppe Gangale. Un’occasione unica anche per gli innumerevoli turisti dell’area provenienti da tutt’Italia, studenti, semplici cittadini, intellettuali, giornalisti, docenti. È grave non conoscere la figura di Giuseppe Gangale. Nativo di Cirò, glottologo e filosofo, fu uno dei maggiori studiosi della cultura arberesca. Gangale, completati gli studi secondari presso il Collegio liceo italo-albanese di San Demetrio Corone, lo stesso in cui si recava per studiare l’intellighenzia arbëreshe e albanese, dal 1916 al 1918, prese parte al primo conflitto mondiale. Finita la guerra, frequenta la facoltà di Filosofia di Firenze, e si laurea con una tesi sui Pensieri di Pascal.
A Firenze diviene saggista ed editore, affrontando grossi intralci, a causa anche della sua fede, essendo in una fase storica in cui la libertà di pensiero era sottoposta a dure censure. Ritorna in Calabria, dopo un lungo pellegrinaggio fisico per tutta l’Europa e quello spirituale tra riforma protestante e filosofia. A Crotone, dove si trasferisce nel 1978, dopo aver sposato la sua collaboratrice Margherita Huffer, frequenta la Chiesa Adi e il pastore Francesco Rauti.
Il professore Gangale, nel film interpretato dall’attore Mario Marascio, scelse di iniziare la ricerca da Marcedusa, perché lo considerava il più antico insediamento albanese in Calabria, e anche perché si parlava una lingua che aveva subito meno contaminazione. Con la passione dello studioso e la pazienza di un certosino, dedicò molto tempo alla registrazione di vocaboli, espressioni, modi di dire, racconti, favole e poesie. Il percorso arbëreshe. A distanza di quasi quarant’anni dalla morte, avvenuta a Muralto (Svizzera), l’autore del docufilm Eugenio Attanasio rintraccia e registra alcuni testimoni del suo passaggio.
Tra questi, Giulio Peta di Caraffa, che oggi gestisce l’Unlla, Carmine Talarico, già presidente della Provincia di Crotone, presente all’iniziativa, Corrado Iannino, autore di un saggio sul filosofo Gangale, Cesare Marini, uno dei promotori in Parlamento della legge di tutela e salvaguardia delle minoranze linguistiche, e John Trumper uno dei più importanti glottologi d’Europa. (rcz)

STALETTÌ (CZ) – Si proietta il film “Il matrimonio di Caterina” tratto dal romanzo di Mario La Cava

Domani sera, a Stalettì, alle 21.30, nell’anfiteatro di Palazzo Aracri, sarà proiettato il film Il matrimonio di Caterina di Luigi Comencini e tratto dal romanzo dello scrittore calabrese Mario La Cava.

L’evento di martedì rientra nel ricco calendario di attività organizzate (un grazie particolare all’assessore Salvatore Bocchino) dal Comune di Stalettì e in stretta e fruttuosa collaborazione con la Cineteca della Calabria.

Non si tratta di una semplice proiezione di film ma sarà l’occasione per approfondire il dibattito letterario su La Cava e il cinema, aperto alle riflessioni e alle domande del pubblico. Sul tema, interverranno personalità di assoluto rilievo e competenza: l’ideatore della rassegna, il regista Eugenio Attanasio, presidente della Cineteca della Calabria; il sindaco di Stalettì prof. Mario Gentile, particolarmente attento alle tematiche culturali che cerca di sostenere con molteplici iniziative; la professoressa Maria Brutto, Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “G. Bianco”, studiosa di letteratura che peraltro a suo tempo si è laureata con una tesi su Corrado Alvaro espressionista, che si interessò dello stesso La Cava; lo scrittore e poeta Mario D’Agostino, intellettuale poliedrico impegnato per tanti anni a Roma e rientrato nella nostra Calabria per continuare a dare il suo contributo di crescita; la professoressa Giovanna Moscato, dirigente scolastico dell’Istituto superiore “Montalcini”, promotrice culturale, apprezzata scrittrice di romanzi per i quali peraltro ha ricevuto il Premio Mar Jonio. Modera il giornalista Luigi Stanizzi, portavoce della Cineteca della Calabria fin dalla nascita di questa meritoria struttura, che tanto lustro sta donando alla nostra regione per l’autorevolezza e l’originalità delle iniziative. (rcz)

STALETTÌ (CZ) – Sabato l’incontro “Per un turismo accessibile a tutti”

Sabato 13 aprile, a Stalettì, alle 17, al Convento San Gregorio Taumaturgo, si terrà l’incontro Per un turismo accessibile a tutti, organizzato dall’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Mario Gentile.

L’iniziativa ha lo scopo di creare attraverso l’esperienza sul campo (operatori di case vacanza, B& B) la nascita e la regolarizzazione di nuove opportunità (considerati siti archeologici e luoghi Cassiodorei), capacità di offrire servizi sempre più adeguati e di qualità. Il territorio con il suo centro storico intatto, dalle viuzze e scorci sul Mare Jonio, può diventare attrazione nel rivitalizzarlo e creare indotto, anche attraverso botteghe e punti di degustazione.

Interverranno Luigi Quintieri, maestro Chef di cucina (autore di libri di enogastronomia), che illustrerà il concetto di saper coniugare la sapienza dei gusti con le opportunità di lavoro e azione turistica. Sul piano della promozione dei luoghi, parlerà Luca Oliva con la sua esperienza maturata alle grotte di Papasidero, mentre il Presidente del Gal, Marziale Battaglia, avrà il compito di illustrare le opportunità delle normative sui possibili finanziamenti, oltre che di evidenziare i progetti portati avanti dal Gruppo di azione locale. Turismo comunque significa anche capacità manageriali,  case e luoghi da veicolare tra domanda e offerta: ne parlerà Bruno Carpinelli, dell’area manager Sud Italia della Novasol. I lavori saranno moderati dal giornalista Salvatore Condito.

«Stiamo lavorando per rilanciare questo territorio – ha sottolineato il sindaco Mario Gentile – in questo primo anno vogliamo creare le basi per nuove opportunità, mirate valorizzare la nostra area sospesa tra mare e collina».

Il fondatore e presidente del Premio Mar Jonio, Luigi Stanizzi, ancora una volta coglie l’occasione per esaltare le ineguagliabili bellezze paesaggistiche, oltre ai prestigiosi giacimenti culturali, che ricadono nel territorio di Stalettì; un solo esempio per tutti, la suggestiva grotta di San Gregorio, riportata in locandina, dove peraltro è stato girato l’inizio del fortunato documentario Figli del Minotauro, del regista Eugenio Attanasio, premiato in Italia e all’estero.

Area mitica non lontana da Pietragrande, ricadente nel territorio di Montauro, altro gioiello jonico per la cui promozione turistica ha speso tutte le sue energie l’indimenticabile prof. Saverio Grande, al quale sono state intitolate le biblioteche comunali di Gasperina e, recentemente, di Cropani. Ma Saverio Grande meriterebbe anche l’intitolazione proprio del piazzale di Pietragrande, che ha amato più di ogni altro luogo al mondo.

I giovani possono essere  punto di forza dell’iniziativa  promossa a Stalettì, in quanto attraverso una serie di progetti, facendo leva sul senso di appartenenza ai luoghi di nascita, possono far  sviluppare piccole realtà produttive, come avvenuto nel vicino borgo di Badolato che ha saputo coniugare accoglienza e territorio. (rcz)

 

Presentato a Roma il progetto del Turismo delle Radici di Squillace e Stalettì

È stato presentato, al ministero degli Esteri, il progetto Il bello delle origini, alla ricerca di memorie e di legami, del Comune di Squillace e Stalettì con l’attiva collaborazione del team dello Sportello Europa del comune di Squillace per il bando Turismo delle Radici.

Si tratta di un’ iniziativa finalizzata a coinvolgere gli italiani all’estero e gli italo-discendenti non solo nella scoperta dei luoghi da cui provenivano gli antenati, ma anche nella conoscenza di tutti quegli elementi di cui si compone il patrimonio culturale del territorio regionale e nazionale.

 Il progetto è in piena sintonia con le indicazioni del piano di sviluppo turistico 2023-2025, da pochi giorni approvato dalla giunta regionale della Calabria. Il documento regionale  sottolinea la necessità di mettere in campo proposte territoriali volte a favorire l’incremento delle presenze turistiche nella nostra regione, attraverso la diversificazione dell’offerta. Come noto, i flussi turistici della Calabria sono caratterizzati da un’elevata concentrazione nel periodo estivo. Il turismo di ritorno rappresenta indubbiamente un  filone ricco di potenzialità da cui i comuni di Squillace e Stalettì prevedono di  ottenere importanti risultati.

Squillace, già dal 2020 attraverso il progetto Squillace-Day, nato con lo scopo di rafforzare i legami con gli squillacesi emigrati, ha realizzato anche interessati raccolte di foto d’epoca su singoli aspetti della vita comunitaria della Squillace dei decenni passati.  Nell’ambito di tali iniziative, nel corso della passata stagione, con lo squillacese Giuseppe Mungo, emigrato in Francia dagli anni ’50, è stato condiviso l’avvio del cammino dell’emigrante. Nella strada provinciale sotto il Castello è stato installato il primo pannello in ceramica artistica, donato dallo stesso Mungo, con testi ed immagini dei delicati momento della partenza e del distacco dal proprio paese.  

Attraverso il progetto, presentato al ministero egli esteri, si prevede di attivare dei veri e propri “Laboratori delle Radici” con cui promuovere la conoscenza delle tradizioni, della cultura, della storia e del dialetto delle comunità di Squillace e Stalettì, promuovere percorsi culturali, ambientali ed enogastronomici. In particolare, anche con la diretta partecipazione dei volontari delle associazioni locali impegnate nel settore della promozione turistica, sono previste attività di raccolta foto d’epoca e di storie di vita degli Squillacesi emigrati all’Estero. Saranno inoltre censite e coinvolte le attività aziendali interessate ad offrire ai giovani residenti all’estero, durante i periodi di vacanza presso le nostre comunità, la possibilità di effettuare un’esperienza lavorativa nella terra dei propri antenati.   

È prevista, inoltre, l’attivazione di uno spazio interattivo (sia fisico che digitale), all’interno del quale svolgere le attività necessarie ai lavori ed alle riunioni operative che avranno come punto di riferimento i locali comunali già in uso allo Sportello Europa ed alla pro-loco. Il sito-web dedicato avrà, in stretta collaborazione con l’ufficio tecnico comunale, una sezione dedicata alla possibilità di investimento strategico o immobiliare sul territorio da parte dei viaggiatori delle radici, mediante un censimento di tutti gli edifici ed abitazioni che risultano allo stato abbandonate o non utilizzate.

Una particolare attenzione sarà dedicata alla realizzazione di ricerche genealogiche, presso gli archivi comunali, sotto l’aspetto storico, sociologico ed antropologico.  Altra azione prevista è una stretta collaborazione con le associazioni di squillacesi all’estero. Tra queste è stata già sottoscritta l’adesione dell’associazione culturale italiana de la “Broye”, con sede in Svizzera, il cui presidente è lo squillacese Pino Vallone, da anni impegnato nella promozione della cultura e dell’identità di Squillace all’estero.

«Dopo aver toccato con mano – ha puntualizzato l’assessore alla programmazione e turismo, il sociologo Franco Caccia i limiti ed i rischi della globalizzazione, puntare con decisione sulla ricerca e sulla valorizzazione dell’identità dei nostri territori, attraverso il coinvolgimento dei nostri concittadini, residenti in altri contesti territoriali, costituisce una bella opportunità da utilizzare per rigenerare la vita sociale ed economica delle nostre comunità». (rrm)

In copertina, l’antica Banda musicale di Squillace

I luoghi Cassiodorei al centro di un ambizioso progetto: La creazione di un parco letterario

A Palazzo Aracri di Stalettì si è parlato dell’ambizioso progetto di realizzare un Parco Letterario dei luoghi Cassiodorei. All’incontro hanno partecipato la docente universitaria Maria Adele Teti, il giornalista Salvatore Condito e il sindaco Mario Gentile.

Un video ed un servizio fotografico hanno dato importanza a questi luoghi, dove Cassiodoro fondò il suo “Vivarium”, fulcro di studio e contemplazione.
Oggi, l’amministrazione comunale del sindaco Mario Gentile vuole, insieme a tanti studiosi, creare un parco letterario per valorizzare storia cultura e natura di questo splendido territorio.
Il giornalista Salvatore Condito ha evidenziato le battaglie portate avanti dalla stessa Maria Adele Teti, che diversi anni fa ha ricoperto la carica di presidente della sezione Italia Nostra Copanello, impegnandosi con tanti soci a tutelare e proteggere questo territorio dalla speculazione edilizia.
«Oggi occorre – ha detto il giornalista Salvatore Condito – guardare avanti, creando un parco letterario che attraverso un comitato scientifico ed un presidente, riesca a valorizzare i luoghi Cassiodorei. Nei prossimi mesi dovrebbe aprire il museo archeologico, appena saranno completati i lavori al palazzo comunale, trasferendo la sede provvisoria del Comune. Il museo, le aree archeologiche dislocate sul territorio, potranno diventare il fulcro per una nuova visione di beni culturali, creando sviluppo e lavoro».
Il sindaco Mario Gentile ha ingraziato la professoressa Maria Adele Teti per quanto ha fatto per il nostro territorio: tanti gli studiosi che hanno amato, studiato e valorizzando questo promontorio, come la professoressa Emilia Zinzi.
«Spero – ha concluso il primo cittadino – che nei prossimi mesi potremo intitolare una via o un edificio pubblico».
L’annuncio dell’evento di Stalettì, di grande rilevanza culturale, era stato salutato con entusiasmo e gratitudine dal Sindacato Libero Scrittori Italiani sezione Calabria, presieduto da Luigi Stanizzi, che evidenziava il ruolo fondamentale della pubblica amministrazione nel promuovere e sostenere le attività che creano cultura: amministratori, docenti, giornalisti, artisti, tutte le sensibilità da chiamare a raccolta per crescere  nell’armonia. La politica del fare, che a Stalettì può dare frutti rigogliosi più che altrove, per la favolosa ricchezza del territorio dal punto di vista storico, artistico, archeologico, paesaggistico e ambientale. (rcz)

STALETTI’ (CZ) – Un sabato sera per conoscere meglio Cassiodoro

I “Luoghi Cassiodorei” al centro di un progetto di valorizzazione del territorio, attraverso una ricerca storica per creare le basi scientifiche per la realizzazione di un Parco letterario. Questo il senso dell’iniziativa organizzata dal Comune di Stalettì, il 19 agosto alle ore 21,30 presso l’Anfiteatro di Palazzo Aracri; una serata per far conoscere le peculiarità di un territorio, che grazie ad un grande personaggio come Flavio Magno Aurelio Cassiodoro, si svilupparono i segni di una grande civiltà che attraverso il suo “Vivarium”, nacque la prima Università d’Europa.

Un Incontro dibattito che avrà come relatrice Maria Adele Teti docente universitaria, storica, già Presidente della locale sezione Italia Nostra Copanello, che insieme a tanti attivisti ha sempre lottato per preservare questo territorio da forme di antropizzazione. La creazione del parco con gli aspetti amministrativi e influenza sul territorio come ricaduta economica e sociale, attraverso una relazione del Sindaco Mario Gentile.

L’amministrazione Comunale, ha subito sposato questa proposta di creare un Parco Letterario, che possa racchiudere come in uno ‘scrigno’: storia cultura e natura per uno dei borghi più belli della Regione. L’evento, di grande rilevanza culturale, viene salutato con entusiasmo e gratitudine dal Sindacato Libero Scrittori Italiani sezione Calabria, presieduto da Luigi Stanizzi, che evidenzia il ruolo fondamentale della pubblica amministrazione nel promuovere e sostenere le attività che creano cultura: amministratori, docenti, giornalisti, artisti, tutte le sensibilità da chiamare a raccolta per crescere insieme nell’armonia.

Nel corso della serata, moderata dal Giornalista Salvatore Condito, sarà proiettato un video promozionale che racconterà i vari passaggi di questo straordinario promontorio tra storia e natura. (rcz)

A Stalettì incontro tra cinema e memoria storica attraverso i documentari di De Seta

È stata una serata dedicata alla civiltà contadina e alla memoria del paese, che ha visto nel primo dopoguerra una migrazione di braccianti verso il Marchesato, quella svoltasi a Stalettì, attraverso i documentari di Vittorio De Seta.

Una serata organizzata dalla Cineteca della Calabria e dal Comune in occasione del Centenario della nascita del Maestro del cinema documentario.

Questi braccianti, nel dopoguerra, si sono spostati a Botricello, «a dimostrazione di questo forte legame tra i due Comuni», ha precisato il sindaco Mario Gentile, animato da un forte entusiasmo nel promuovere iniziative culturali – è stata votata a Stalettì una proposta di gemellaggio con il Comune di Botricello.

I racconti dell’ex sindaco di Botricello, Paolino Camastra, sono stati preceduti dalla proiezione di Pastori di Orgosolo e Parabola d’oro, i documentari che de Seta ha girato nell’Italia Meridionale degli anni ’50, prima della lenta inesorabile scomparsa della civiltà contadina. Nella seconda metà degli anni Cinquanta tra il 1954 e il 1959 ha realizzato,  autofinanziandosi, dieci brevi documentari fortemente innovativi nello stile e nei contenuti, nei quali racconta la vita e la fatica di contadini, pescatori, zolfatari, pastori, immortalando quelle forme di cultura arcaica, che in quel periodo stavano per essere cancellate dallo sviluppo della industrializzazione selvaggia. È il primo regista italiano ad avere usato il colore ed il formato in Cinemascope nel documentario, ad avere eliminato l’uso della voce fuori campo, per dare spazio ad un commento sonoro che registrava in loco, con voci, suoni e musiche autentiche, legate alle azioni dei protagonisti.

La serata è stata presentata nel giardino di Palazzo Aracri dal sindaco di Stalettì, prof. Mario Gentile, che ha sottolineato l’importanza di recuperare la tradizione della civilta contadina in un Comune come Staletti che, nonostante la costa, non ha mai sviluppato una cultura marinaresca. Il sindaco Gentile, a chiusura del suo intervento di carattere storico, sociologico e politico, ha annunciato la volontà dell’ amministratore comunale di realizzare un Museo della Civiltà Contadina.

Domenico Levato e Eugenio Attanasio hanno ricordato la figura di De Seta e il grande lavoro svolto dalla Cineteca della Calabria, nel recupero e nella diffusione delle opere. A moderare gli interventi il giornalista Luigi Stanizzi, presidente del Premio Mare Jonio e attento animatore delle serate culturali, che ha evocato il duro lavoro dei braccianti agricoli raccontando alcuni aneddoti curiosi. A fare il quadro dettagliato della mietitura negli anni Cinquanta è stato il dott. Paolino Camastra, che ha ricordato fra l’altro il dormitorio dei mietitori che arrivavano a Botricello, i termini oggi ormai desueti utilizzati dai lavoratori, il sistema di lavoro arcaico.

Camastra ha poi fatto leggere a Stanizzi i versi, che calzavano a pennello, scritti da Marilena Camponi sulla Mietitura: attraverso i raggi infuocati di un sole impietoso, schiene curve quasi immerse in un tremolio di riverberi Tra cielo e terra raccolgono l’ultima Spiga l’ultimo dono di un seme che sbocciò vita e rende il sudore, atavico pegno contadino, l’unguento Sacro di una messe abbondante il rito si confonde nei secoli si ripete con lo stesso ritmo e gli stessi spasmi di fatica umana a strappare dal grembo fertile della madre terra il compenso agognato il tesoro che brilla come oro puro agli ultimi raggi di un tramonto che cede alla notte… e tutto tace. (rcz)